In morte di un amico vivo.

Questo e’ un post triste. E’ triste perche’ sto vedendo un amico morire lentamente, e non posso farci niente. Quando ho smesso, anni fa, di avere la TV in casa mi sono reso conto quasi subito di come la mia percezione della realta’ sia completamente cambiata con gli anni. Oggi sto vedendo il contrario, ovvero come muore una persona che per anni non l’aveva mai vista e oggi (da vecchio) sta iniziando.
La persona di cui parlo ha 71 anni. Fino all’anno scorso mandava avanti la sua officina meccanica di precisione, ed era vivo. Era molto piu’ vivo di tanta gente “giovane”, rappresentando un’eccezione vivente alle mie opinioni sui vecchi.
Era un’eccezione per tanti motivi.
Era ottimista verso il futuro. Si interessava delle novita’, non si faceva mancare nulla in casa, fosse il PC,la macchina digitale, stampanti a cera, qualsiasi cosa. Si era interessato di fotografia digitale vedendola da me, e dopo qualche upgrade al computer l’ho messo in grado di fare le sue fotografie e stamparle.
Scriveva. Scriveva piu’ poesie e canzoni, ma quanto scriveva. E quanto parlava. Ha visto il mondo cambiare dal 45 ad oggi, ha fatto la fame nel primo dopoguerra e ha visto arrivare il benessere poco a poco, dopo decenni di lavoro. E non ha mai perso il sorriso,convinto che lavorando si potesse costruire qualsiasi cosa, anche l’ America.
Per motivi di lavoro ha viaggiato molto, e ha ricordi vivissimi di tutte le cose che ha visto, negli Stati Uniti, nel Peru’, ovunque sia stato a riparare queste benedette macchine automatiche per la lavorazione del cristallo. Amava parlare con gli stranieri, gli immigrati lo incuriosivano, aveva questo vizio romantico di voler conoscere le storie delle loro terre d’origine.
Era uno che amava costruire angoli fiabeschi in ogni parte in penombra del proprio giardino, angoli fatti di casette di legno, scalette, ringhierine , gnomi ed elfi. Lo faceva anche nei boschi, cosi’, ad uso del passante: vedeva dei tronchi , prendeva l’accetta e ci faveva una panchina.
Poi, ha smesso di lavorare, e si e’ ritirato a casa. Non che non sia attivo, ma adesso nella sua vita e’ entrato questo mostro. E non lo dico perche’ sia di moda, lo dico perche’ e’ vero. Non si sente inutile, perche’ ha tantissime cose da fare. Ma stando a casa, vede 4 volte piu’ telegiornali di prima. E lo stanno distruggendo. Agnosco stylum, avrebbero detto in passato: riconosco il pugnale. Riconosco il veleno.
Oggi non e’ piu’ ottimista. Dopo mesi a chiamare Telecom per farsi mettere l’ ADSL (voleva vedere Internet, questi “blog” di cui gli parlavo, magari farne uno) adesso pensa che Internet sia la tana di sovversivi, terroristi e pedofili. Come dice la TV, del resto.
Tutto il suo vecchio progressismo oggi e’ ridotto alla paura che “la tecnologia tolga spazio all’uomo” e che il vecchio lavoro manuale fosse prezioso. Lui, che ha amato il progresso e mi raccontava degli enormi trattori che aveva visto nelle campagne americane, oggi pensa che tutta questa meccanizzazione fa male alla terra e non ci sono i contadini di una volta.
E’ uno che costruiva panchine e tavolini ovunque trovasse tronchi e alberi morti, oggi non lo farebbe piu’ perche’ dice che cosi’ ci dormono gli immigrati e poi vanno a svaligiare le case. Uno che non ha mai chiuso a chiave la porta di casa (1) oggi sta pensando a farsi la porta blindata. Ha paura.
Agnosco stylum. So da dove viene questa roba.
Viene dalla TV.
Quella TV che prima non guardava perche’ parlava per ore con tutti, dal corriere marocchino che gli portava la roba al rappresentante al cliente a tutta la gente che incontrava nella viuzza di aziende dove lavorava.
Quella TV che oggi gli spara negli occhi , 4 volte al giorno, che il terribile vento artico che sta mettendo in ginocchio l’italia ha fatto crollare un’impalcatura a Milano. Tragedia. Terribile. La nazione e’ nel panico, se crolla un’impalcatura a Milano. C’e’ la Bora a 118 , CENTODICIOTTO km all’ora, a Trieste?
Non sei preoccupato? Non hai paura? Non era meglio un tempo che avevamo solo il maltempo locale e il maltempo artico stava nell’ artico? Non temi per il tuo futuro, se cade un’impalcatura a Milano? Non ti senti in pericolo, sull’appennino bolognese, se ci sono 118 CENTODICIOTTO km orari di Bora a Trieste?
Cazzo, lo stanno ammazzando. No, non e’ il senso di inutilita’. E non e’ neanche lo smettere di lavorare.
Ad ammazzare i vecchi e’ la TV.
E lo sto vedendo giorno e notte: lo stanno divorando di angoscia. Ansia e paura per eventi lontani, irrilevanti e spesso normali, enfatizzati da questo mostro, lo stanno divorando pezzo per pezzo.
Oggi ho difronte a me un vecchio, un vecchio che non crede nel futuro, che vede il progresso come una minaccia, che vede lo straniero come un pericolo , che diffida della tecnologia e ha paura del prossimo.
Nessuno di voi che leggete questo blog lo ha conosciuto, ma se lo aveste conosciuto non credereste ai vostri occhi oggi, nel vederlo cosi’. Pauroso. Debole. Pauroso perche’ la TV ti porta in casa ogni evento luttuoso nel raggio di 6000 km, debole perche’ quando ti vedi in balia di mostri ti intebolisci nella tua tremante paura di muovere un passo, quel fiducioso passo avanti che prima facevi, verso un futuro che non ti poteva deludere.
Agnosco stylum. E’ la TV. Loro lo stanno divorando. E non c’e’ differenza tra media di destra e media di sinistra, perche’ tutti fanno la stessa cosa. Sui media di sinistra il mondo e’ in crisi perche’ c’e’ l’ecosistema al collasso e le risorse finiscono e col governo Berlusconi tutto va peggio. Sui media di destra e’ tutta colpa degli stranieri e della violenza e della decadenza dei costumi e di internet. E su tutti si stava meglio quando si stava peggio.
Ne’ i media di destra ne’ quelli di sinistra si rendono conto che a furia di presentare pericoli inesistenti, dal crollo della democrazia per la dittatura di Berlusconi da un lato, all’invasione degli islamici dall’altro, a furia di presentare un mondo morente in preda alla violenza , alla morte e alla distruzione , non si fa altro che spegnere la vita dentro le viscere di chi viene esposto a questa visione.
Che non e’, come dice Berlusconi, pessimismo. Non e’, come dicono a sinistra “terrorizzare le masse”. No, e’ semplicemente un distillato della paura di cui la politica si nutre , un distillato di quell’ignoranza e di quella stupidita’ che vuole ancora  gridare “mille e non piu’ di mille”, che vuole “la fine e vicina”, che vuole ancora gridare “ricordati che devi morire”. Ecco, oggi la TV non fa che dire “ricordati che stai per morire”. Tra ecologisti farlocchi e idioti cristiani stanno inculcando l’idea di una fine del mondo che non verra’ mai e non sta neanche arrivando.
E nel fare questo per miserabili motivi politici stanno uccidendo gente. Di una morte che non salva neanche lo spirito.


Qualcuno dovra’ pagare per tutto questo, un giorno.
Uriel
(1) Credo che da queste parti l’ultimo furto risalga al 1960, o giu’ di li’. Bisogna essere fessi ad assalire una villetta in un posto dove meta’ delle persone ha un fucile da caccia. Da cinghiali.

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