Il tribunale della coerenza.

Ho dichiarato sul blog di Yossarian, tra i commenti, che voterei volentieri una persona come La Fontaine (detto Lafo qui in Germania) , e che se Vendola avesse il coraggio di sfidare il PD su scala nazionale probabilmente lo voterei. Immagino, visto che stamattina ho trovato nella mia email due messaggi a riguardo, che la cosa abbia scatenato il “tribunale della coerenza”, una delle peggiori istituzioni italiane di ogni tempo. Beh, mi dispiace: il fatto che la sinistra attuale mi faccia cagare a spruzzo e che lo stesso dicasi della sinistra radicale (esiste ancora?) non mi vieta di apprezzarne o desiderarne altre. Peraltro, non e’ che LaFo sia un marziano, eh.
Per prima cosa, odio i tribunali della coerenza. In politica essi sono pericolosissimi, perche’ spingono i partiti al fondamentalismo. Quando i tribunali della coerenza si attivano, i partiti diventano entita’ autoreferenti, liturgiche, stupidamente avvinghiate a dei luoghi simbolici che non hanno a che fare con le conseguenze materiali del loro operato.

La sinistra radicale ha fallito, a mio avviso, proprio quando i tribunali della coerenza hanno prodotto la solita gara a chi aveva la cravatta piu’ trotzkista, le mutande piu’ leniniste e la cappella della minchia piu’ marxista. Da quel momento in poi, il partito passa il tempo a discutere di cravatte, mutande e cappelle di minchia.
Non e’ la coerenza con dei principi quella che io rimprovero alla sinistra: e’ la mancanza di principi. Se io penso che la societa’ debba essere piu’ distributiva della ricchezza , il problema non e’ se io tollero il lavoro precario, il problema e’ come lo disciplino a livello giuridico. Non mi importa cioe’ che ci sia uno sloagan tipo “abbasso il precariato”, ma “il precariato non deve andare in culo a chi lavora”. Voglio dire, vengo da una famiglia operaia dove le donne andavano a fare “la campagna” d’estate e raccogliere cipolle, pesche, etc. Sicuramente si trattava di lavori stagionali, ergo precari: il problema era che dopo un certo numero di giorni (non ricordo quali, credo 60 o roba cosi’) lavorati, venivano versati contributi pensionistici per tutto l’anno.
Ora, questo fa capire una cosa: volendo agire sul lavoro atipico, di strumenti per tenerlo nei binari della dignita’ umana ce ne sono, anche collaudati e molto ben funzionanti. Certo, mi fai fare l’atipico, ma alle aziende che usano lavoro atipico faccio pagare i contributi in ragione di un anno ogni 60 giorni uomo.
Cosi’, il vero problema non e’ di essere “coerenti con le idee”, minchiata che viene dal mondo del fondamentalismo religioso, ma di non perdere di vista gli obiettivi.
Detto questo, andiamo al dunque.
Innanzitutto, perche’ Vendola.
No, non perche’ e’ gay. Mi spiace, ma io tutta questa cosa dell’outing in politica non la gradisco. Finche’ Vendola non decide di farlo nel MIO letto, a letto puo’ fare quel che vuole. Non amo questa cosa di sbandierare il gay come simbolo di modernita’, ne’ questa cosa di sapere cosa fa il politico a letto, sia Berlusconi o sia Vendola. Mi piacerebbe TANTO non sapere che cosa facciano i politici a letto. Ritengo che le questioni sessuali,che inevitabilmente diventano affettive, necessitino di una delicatezza che l’occhio della massa non ha. Esse dovrebbero venir tenute fuori dall’occhio della massa.
Mi piace Vendola per come ha governato la Puglia. Non mi interessa, onestamente , discutere i singoli provvedimenti. I singoli provvedimenti sono parte di una politica piu’ ampia, della quale si misurano i risultati globali. La Puglia ha una pressione fiscale locale tra le piu’ basse in Italia, il bilancio e’ stato razionalizzato e reso (cosa rara in molte regioni del sud) piu’ vicino a standard di qualita’ moderni, e tutto questo e’ quello che mi aspetto da un amministratore. Del resto, con buona pace del nome, il governatore di una regione amministra, e governa assai poco. Mi aspetto una buona amministrazione, di governo per ora c’e’ poco. IN futuro, probabilmente , con i decreti attuativi della devolution ci sara’ anche una componente di governo. Per ora, e’ “solo” amministrazione.
LaFo e’ un caso un pochino diverso. La Fontaine fu l’artefice, di fatto, dell’ascesa di Schroeder al governo. Schroeder aveva concordato un programma riformatore ma non cosi’ pesantemente liberale. La Fontaine e’ stato l’artefice dell’elezione di Schroeder, e per questa ragione gli fu dato, nell’esecutivo, un ruolo di tutto rilievo, cioe’ di ministro delle finanze. Non parliamo di seghe: ministro delle finanze nella nazione finanziariamente piu’ potente dell’ Europa continentale.
Ad un certo punto, sia perche’ la CDU non era fatta di stupidi, sia perche’ era di moda la sinistra-destra, sia perche’ la geografia del lander tedeschi e’ mutevole e liquida, Schroeder applica una svolta liberale (poco annunciata e mai concordata prima) al proprio governo.
LaFontaine, che ha idee diverse, si dimette perche’ non e’ d’accordo. Dopodiche’ prende i partiti dell’estrema sinistra , li riunisce attorno a lui, e ricomincia a crescere assorbendo fuoriusciti dalla SPD.
Non ho voglia di discutere del beau geste in se’: certo, quando in Italia l’estrema sinistra ha fatto quello che ha fatto perche’ gli si chiedeva di appoggiare cose che non appoggiavano li si e’ linciati. Personalmente credo che LaFo abbia fatto bene, perche’ se fai politica non la fai per “battere le destre” o per “governare”, ma perche’ pensi che nel paese il governo debba fare delle cose.
Se il governo non le fa, o fa il contrario, non ha senso che tu faccia politica li’.
La cosa che mi piace di Lafo e’ quello che ha fatto dopo, con Linke: riprendere a fare politica per gli stessi obiettivi. Non sto parlando di una persona “coerente con le idee”, ma di una persona che mantiene lo sguardo sugli obiettivi. Linke e’ diversa anche dalla SPD Pre-Schroeder, quindi non si puo’ dire che LaFo sia coerente con le idee. E’ coerente con gli obiettivi.
La cosa che ha in comune con Vendola e’ che non ritiene che i partiti siano istituzioni. Per la semplice ragione che non lo sono: e’ il partito che si forma attorno alle persone che fanno politica, e non le persone che si arruolano nel partito per fare politica.
Che e’ un pochino quello che ha fatto Vendola: la concezione italiana di partito e’ quella di una chiesa nella quale puoi decidere di entrare o meno. Una volta entratoci, che era la materia delle idee, bisognera’ crescere nel partito e se le proprie idee sono diverse si arrivera’ ai vertici del partito e lo si riformera’. Che e’ quello che succede nelle chiese: se un cattolico ha determinate idee, diventa prete, poi magari papa, e da papa fa il concilio e cambia alcune posizioni dottrinali. Ma il centro di tutto e’ la chiesa.
Ecco, tutto questo e’ falso. I partiti non sono chiese, e non e’ chi vuole far politica a scegliere il partito: questo e’ quanto richiesto agli elettori, non agli attivisti. Le costituzioni che prevedono i partiti non affermano che si tratti di strutture perpetue, permanenti , istituzionali: i partiti non sono istituzioni dello stato.
Il partito democratico americano, per dire, “esiste” pochissimo al di fuori del periodo elettorale, per dirne una. E quando si coagula, lo fa attorno al candidato, assumendone piu’ o meno fedelmente il volto, a seconda del carisma del candidato stesso.
Quello che ha fatto LaFo , e che in una certa misura ha fatto Vendola, e’ di dire che “se esistono le mie idee, se esse hanno seguito e se sono convivise, segue che esiste un progetto politico”. Segue. Non si tratta di decidere in quale partito parcheggiare le proprie idee, ma quale partito possa nascere attorno alle medesime idee.
Se vogliamo e’ anche quello che (molti anni fa ormai) Berlusconi fece: prima appoggio’ pubblicamente Fini, poi resosi conto che l’allora AN non aveva speranze comunque, e’ sceso in campo. Oggi non e’ piu’ cosi’ perche’ il PDL e’ un partito, cioe’ una chiesa, ma almeno in fase iniziale lo era.
Ovviamente lo stesso vale per LaFo: Linke e’ una struttura permanente nel panorama (immobile) tedesco, e quindi si va strutturando sempre piu’ come chiesa. Il dato, pero’, e’che si sia coagulato attorno alla persona ed ai suoi obiettivi.
In generale, amo i politici che formano il partito attorno a se’. Poi ovviamente bisognera’ scegliere che cosa pensino questi politici: anche ForzaNUova e’ cosi’, ma poi non condivido le idee. Anche Mastella aveva formato un partito attorno a se’, idem con patate.
Cosi’, potrei rompere la mia clausura elettorale (non voto, insomma) se Vendola decidesse di scendere in campo su scala nazionale, SENZA entrare nel PD. Il PD, oltre ad essere una carcassa in putrefazione capace di uccidere qualsiasi idea, e’ anche una genia di carogne vigliacche(1), ma quel che conta e’ che complicherebbe la vita a Vendola stesso: dovrebbe entrare nel partito, tentare di cambiarlo e di riformarlo, con rischi di riuscita o fallimento, eccetera.
Ma perche’ dovrebbe?
E’ come se LaFo avesse cercato di cambiare l’ SPD(2) anziche’ creare Linke: adesso sarebbe ancora li’, impegnato in qualche faida interna contro qualche colonnello. In molto meno tempo ha coagulato attorno a se’ i consensi e la struttura, senza dover lottare contro gigantesche resistenze proveniente dalla carcassa.
Cosi’, sarei dispostissimo a “militare” per Vendola se scendesse in campo come leader. “Scendere in campo come leader” significa formare il SUO partito, e poi dire: “signori, questo e’ come vorreste che fosse il PD, ma senza i falliti e le carogne vigliacche. Decidete se continuare a votare la carcassa putrebonda, o se venire con noi. O con noi, o col PD. Questo e’ il MIO partito, che la pensa come me , e non il PD.“.
In generale, mi piacerebbe che piu’ leader scendessero in campo fuori dai partiti: certo, uno che manda avanti con un certo successo una regione e’ piu’ credibile di uno che manda avanti un blog(3), ma il concetto di base e’ che (specialmente a sinistra) c’e’ bisogno di leader conclamati che scendano in campo come tali, e non arruolandosi o mettendosi al servizio di un partito/chiesa gia’ esistente.
Lo trovate impossibile? Beh, no: LaFo non e’ un marziano, e non e’ cosi’ lontano (mi spiace per la sua malattia che di fatto decapita Linke) , e neanche Vendola viene dallo spazio. Si tratta di gente che esiste, e che ha avuto il coraggio di battersi contro quelle chiese che sono i partiti che credono di essere istituzioni.
Cosi’, se (come spero) Vendola dovesse decidere di scendere in campo senza arruolarsi in nessun partito, ma formando il proprio attorno a se’, annuncio fin da ora il mio appoggio. A meno che, si intende, non si carichi appresso delle carogne vigliacche made in PD.
Col che, capite quanto poco me ne fotta del “tribunale della coerenza”
Uriel
(1) Da pronunciare con accento romagnolo per capire.
(2) Altra gigantesca carcassa in putrefazione.
(3) Si, non chiedetemi cosa penso dell’ M5S. Se un cittadino e’ cosi’ stupido da non distinguere la politica dalla pubblica amministrazione, merita di finirci dentro.

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