Il privilegio reale.

Visto che e’ il mio blog, vi capitano anche delle vasche da bagno di cazzi miei. Due giorni fa ho passato la notte al lavoro -sebbene da casa- , e mi e’ capitata un’esperienza interessante. Quasi trascendentale, che mi ha fatto riflettere. Cioe’ non capita tutti i giorni di diventare una culona inscopabile®. O meglio, mi sono trovato di fronte ad una situazione che ha evidenziato uno dei grossi difetti della classe dirigente italiana: l’illusione di poter prendere le decisioni quando vogliono e non quando richiesto.

Il background e’ semplice: lavorando con un sistema connesso con qualche decina di telco e con qualche centinaio di aziende, una specie di hub per sms ed mms, e relativa fatturazione, e relativa sicurezza dei dati, a volte mi trovo ad avere a che fare con telco che vengono da paesi mediterranei.

Come capita in molte aziende multi-etniche, per forza di cose capita che si usa la tecnica del “mediatore culturale”. Significa che quando nel progetto hai come controparti  spagnole, greche, egiziane, turche, portoghesi, italiane, o sudamericane, allora si manda uno spagnolo, un greco, un egiziano,un turco , un portoghese, un italiano o un sudamericano a fare da responsabile tecnico per una data migrazione.(1) Una migrazione e’ il momento in cui una serie di macchinari diventano vecchi e si sostituiscono coi nuovi, che sono diversi, hanno bachi diversi , caratteristiche diverse, nuove tecnologie, etc. E’ un ciclo continuo.

Allora, avevo a che fare con italiani e rumeni -che gestiscono il sistema di fatturazione da upgradare – e greci dall’altro lato, ovvero la telco. Morale: si manda uno del mediterraneo. Morale: ci va Uriel Fanelli, il malvagio italico, detto anche “Der Mussolini” dagli amici (sanno che se mi chiamano cosi’ mi fanno incazzare.).

Siccome ci sono anche rumeni che non sono strettamente mediterranei ottengo di poter lavorare da casa.(2)

Insomma, puntualmente mi arriva “il piano per la pianificazione”. All’una e tre minuti Uriel fa quello. All’una e venti minuti Vlad Tepes fa l’altro. Alle due e dieci Leonida attacca sui fianchi. Torna Uriel e fa l’altro. E cosi’ via.

Cosi’, siccome ogni cosa deve essere tracciata,  si compila un malvagio form online per  l’ AnderungBuro e si avvisa che ci sara’un cambiamento in una certa finestra temporale. Cosi’, chiunque nel mondo tenti di mandare sms ed mms che fatturano verso un dato posto sa che in quelle ore possono esserci dei problem perche’ stiamo gettando via il vecchio database e stiamo mettendo il nuovo database col nuovo storage in fibra.

Fatto questo, dalle 00:00 alle 05:00 c’e’ una finestra di manutenzione per la fatturazione internazionale.

La notte procede regolarmente (avevo scriptato i miei cambi e li avevo messi in cron, cosi’ ESATTAMENTE alle una e tre minuti Uriel faceva questo e quello), fino alla fine del processo. Tutto ok. Ma esattamente alle 4:30 ricevo una email che dice piu’ o meno: ecco, adesso che c’e’ l’ OK tecnico, i manager devono dare l’ OK aziendale, e aspettiamo questo per sapere se tenere le modifiche o fare rollback e rifare tutto piu’ avanti.

Ovviamente, alle 4:59:59, finisce la finestra di manutenzione. Cosi’, esattamente alle 5:00:00, Uriel Fanelli comunica  per email che la finestra e’ chiusa, che i cambi rimangono li’ fino alla prossima finestra, la quale non puo’ essere prima di un’altra settimana.

Cosi’, alle 5:01 Uriel Fanelli se ne va a dormire.(3)

Ovviamente, per quanto Uriel Fanelli possa essere diplomatico, e non sono famoso per questo al lavoro,  la cosa suona come “e non me ne frega un cazzo di quel che decidete voi manager”. Apriti cielo.

I manager italici ovviamente non concepiscono che una figura tecnica possa opporsi a loro, e immediatamente svegliano, nel cuore della notte, il mio line manager. Dicendo che LORO devono decidere e non io, che sono solo un tecnico d’alto bordo.

Il mio line manager, che da bravo tedesco sassone non cambia idea dal Triassico , e non lo fara’ di certo se svegliato alle 5 del mattino da un italiano cocainomane e petulante, semplicemente risponde che se la maintenance window e’ chiusa, allora Uriel Fanelli fa benissimo a chiuderla perche’ segue le procedure, e per come la vede lui se segui le procedure anche la taxidermia della tua cara nonna -ancora viva e urlante- e’ accettabile.

E se loro manager italiani e rumeni volevano che la loro decisione avesse peso, allora dovevano prenderla in tempo. Immagino avesse le birkenstock con i calzini bianchi sotto il pigiama mentre lo diceva, e che il pigiama avesse i calzoncini corti e le bretelle.

Alle 6:00 del mattino i manager italici e rumanici e grecici ancora in sessione plenaria mandano un comunicato per email, nel quale comunicano alla plebe che “hanno deciso” che la modifica ha la luce verde e che va bene cosi’. Del resto, se avessero deciso il contrario, non sarebbe cambiato nulla. Ma l’orgoglio e’ salvo.

Chiusa la finestra “cazzi di Uriel Fanelli”, anzi no: perche’ adesso sto sentendo delle lamentele in giro secondo le quali io sarei una culona inscopabile®, ovvero perche’ io sono uso applicare le norme, le best practices, e specialmente perche’ non capisco la latinissima esigenza di narcisismo patologico del management “mediterraneo”. In pratica, sembra io sia diventato troppo tedesco per capire che nel mediterraneo piu’ sei in alto, e meno segui le regole.
Questo avvenimento personale mi ha fatto riflettere su quanto sia facile diventare delle culone inscopabili come la Merkel: basta solo ricordare a qualcuno che ha lavorato poco e male, quando e’ vero che lo ha fatto, e tirare avanti per la propria strada.

Qual’e’ il problema dall’altra parte? Ci sono diverse catastrofi logiche e false assunzioni a riguardo.

  • Piu’ sei in alto e piu’ sei in grado di violare le regole. Se sei un operaio arrivi puntuale, se sei un dirigente puoi anche arrivare un’ora dopo, se sei il capo fai il cazzo che vuoi. Cosi’, se sei un manager puoi prendere la decisione fuori dalla maintenance window.
  • Se sei una figura dirigenziale, le tue istanze valgono automaticamente di piu’ rispetto alle istanze di chi fa le cose. Cosi’, e’ chi deve tenere in piedi la baracca ad adattarsi alle tue modalita’ di lavoro, e non viceversa. Non si accetta che “un semplice tecnico”.
  • L’abitudine dell’italiano e del latino in genere di attribuirsi una latinita’, la quale consiste in qualcosa di prezioso e imperdibile, la quale e’ cosi’ preziosa ed imperdibile che pur di averla intoccata si deve mandare in merda tutto quanto. Quindi, e’ colpa di Uriel Fanelli che e’ diventato troppo tedesco e fallisce come mediatore culturale. Questo abuso di identita’ sta diventando patetico.
  • Il comando non implica alcun servizio. Chi comanda prende decisioni solo se -bonta’ sua- decide che e’ il caso di farlo e quando -bonta’ sua- si degna di farlo. Che il comando implichi servizio, cioe’ il dovere di fare delle cose quando serve, ovvero senza poter decidere quando,

Ora, simili malattie narcisistiche sono diffuse presso il management di tutto il mondo. Probabilmente un cinese o un coreano non si sarebbero affatto permessi di mandare l’email che annuncia la fine dei lavori. Io l’ho fatto perche’ so di avere dietro alle spalle un manager teutonico le cui idee sono una costante , un invariante relativistico.

Ma il punto e’ che ho fottutamente ragione. Quello era il modo giusto di operare, e quello e’ il modo migliore di operare, quindi quelle sono esattamente le cose che vanno fatte. Ogni altro modo e’ peggiore, ovvero sbagliato.

Ma non e’ questo il fatto:  il succo del problema non e’ se io abbia buone ragioni per farlo. Mi e’ stato spiegato che quando fai una finestra di manutenzione c’e’ un board che valuta il rischio assicura -o usa qualche altro meccanismo finanziario- la cifra fatturata in quelle finestre. Quindi, le cose si fanno nelle maintenance window. Solo che il fatto e’ che io, pur sapendolo, non dovrei osare , nemmeno lontanamente pensare, che il MIO lavoro debba o possa fornirmi motivazioni sufficienti a contraddire “loro”: “loro”, per definizione, sanno la stessa cosa e meglio, e “loro”, per definizione, agiscono per motivi ancora piu’ importanti.

Quali motivi non e’ dato saperlo, perche’ NON ESISTONO. L’arte del dirigente italiano e’ pretendere che il meccanismo con cui prende le decisioni implica conoscenze e procedure oscure ed occulte, inimmaginabili da chiunque non sia in quella stanza, e pertanto intangibili dal mondo reale.

Cosi’, il mondo reale deve guardarsi bene dall’opporre le ragioni della realta’ all’altissima teologia delle altissime decisioni: se anche cadesse il mondo, cio’ di cui stanno discutendo loro e’ piu’ importante.

Ovviamente, ripeto, siccome il mio gruppo ha l’incarico di far funzionare questo sistema ad ogni costo, con tanto di accordo coi governi sullo SLA, so benissimo che sino a quando seguo procedure esistenti chiunque si lamenti trovera’ contro un muro di gomma con l’alito che puzza di birra -alle 5 del mattino, si.

Ma ecco che immediatamente scatta l’accusa “culturale”: chi mi ha convocato oggi dice qualcosa come : non hai “capito” la “cultura” che ci porta ad agire cosi’.  Per qualche istante sono stato tentato di dire che si, quella cultura la conosco benissimo. Che la disprezzo con tutte le mie forze e che la considero il cancro peggiore che la nazione ove sono nato potesse contrarre. E che ogni volta che faccio queste cose la mia erezione migliora nei secoli a venire. Ma ho preferito godere della cosa in silenzio e ripetere che ho seguito le procedure.

Evito di dire che li capisco benissimo perche’ so che queste libidini non sono previste: il mio crucchissimo manager e’ disposto a difendermi quando dico che ho seguito la procedura, ma non se dico che stavo gemendo di piacere mentre lo facevo.   Non c’e’ un tasto ” sconfinata libidine” sul ticketing system, cosi’ essa non e’ prevista dalla procedura.

Non puo’ gemere di piacere neanche Brinda (e’ un nome femminile di origine indiano, giuro!) mentre fa presente ai suoi colleghi indiani che lei e’ una donna ed e’ il technical lead (ma intravvedo una punta di sadismo nei suoi occhi mentre lo dice) anche se e’ 50% teutonica. Non so come sia il sadomaso indiano, e non voglio saperlo. Credono lo chiamino “relax”.

Cosi’ credo di avere una brutta notizia per chi si illude che ad un certo punto gli immigrati cambiano la cultura del paese ospite sino a renderla simile alla loro. Alcune culture  ti consentono cosi’ tante rivalse contro quei coglioni che ti mobbavano in patria, che spesso chi arriva da fuori spaventa i tedeschi : “stai diventando piu’ tedesco di noi“.

Capisco per quale ragione le donne magrebine immigrate qui se la tirino come delle fionde con chiunque sia un loro connazionale mentre sono cosi’ amichevoli -e anche troppo affettuose- con chiunque altro. Capisco perche’ molti napoletani qui sono piu’ precisi di uno svizzero autistico appena sentono un accento italiano: c’e’ molta gente che e’ venuta via pensando “nunvereggoppiu’”.

E quando incontra quelli che non reggeva piu’, magari si trova nelle condizioni di far pagare loro un poco della merda ove sguazzano.

Il che significa che la storia dei mediatori culturali e’ indispensabile, ma puo’ non essere una buona idea usare un ex connazionale. (risata malvagya).

lobo
HO, HO – fottuto HO – HO.

Uriel Fanelli, 14 giugno 2012

(1) Che ci crediate o meno, la mediazione culturale e’ fondamentale. Se mettete un tedesco come controparte di uno svizzero, essi entreranno in un loop nel quale il tedesco cerchera’ di dimostrare di essere piu’ metodico, e lo svizzero di essere piu’ preciso. Dopo qualche ora, li sentirete litigare tipo “Sfizz: ehi, mancano delle specifiche! Malvagio tedesco impreciso dalla s tagliente, non mi hai detto il nome da nubile della madre del minatore che ha estratto l’ Herbio per queste fibre ottiche! COme pretendi che io lavori in questo modo? Secondo te i bit sono uguali se l’herbio e’ stato estratto dal frutto dei lombi della mamma di Chung o dalla mamma di Li?“.  “Deutsch: sei il solito svizzero che crede di parlare tedesco e soffia come un pallone bucato per pronunciare la s: ovviamente, il dato che cerchi si trova nella tabella ISO 34-371, a pagina 57, nel tomo numero III, seconda stanza, terzo sotterraneo, Alpha Centauri, vicino alla gabbia del ghepardo®. Se sei cosi’ pigro da non consultare la documentazione non e’ colpa mia! Esci dal tuo orologio a cucu’ ogni tanto!“.

(2) Mai farlo durante la notte. Avere il letto a pochi metri dalla scrivania ove state morendo di sonno e’ una tortura. Il telelavoro e’ diurno, oppure  e’ solo un altro nome per “una tortura disumana”.

(3) In realta’ sapevo bene cosa avrei ottenuto. Diciamo che se Sara Jay e Gianna Michaels fossero state a casa mia -dentro il mio pigiama-  in quel momento avrei goduto meno.

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