Il piccione nero.

Spesso mi viene risposto in termini di “cigno nero”. Secondo Nicholas Nassim  Taleb il cigno nero e’ un individuo che arriva, imprevedibile , e cambia la storia proprio per il fatto che essendo infinitamente talentuoso ed essendo la sua ascesa completamente inaspettata, allora il sistema ove arriva non e’ capace di reggerne l’urto e viene facilmente assoggettato al Cigno Nero. Ci sono diverse ragioni per le quali NON discuto di questa cosa e per cui NON cito Taleb.
Punto primo: Taleb e’ un impostore. La teoria NON e’ di Taleb, ma di Isaac Asimov. Tutti i fondamenti di tale teoria sono contenuti, alla perfezione ed esplicitamente, nella storia di Asimov nella quale la “Psicostoria”, cioe’ la scienza matematica che prevede il futuro sociale ed economico, non e’ capace di fermare il Mulo, perche’ la teoria delle probabilita’ statistiche NON e’ in grado di tener conto di eventi completamente bernulliani che abbiano un grosso butterfly effect.

Taleb non ha fatto altro che prendere le idee di Asimov e ripubblicarle sotto forma di “teoria filosofica” o di speculazione storico-sociale. Questo tipo di atteggiamenti e’ , oltre che poco onesto, anche irritante. Domani qualcuno potrebbe prendere le teorie di Heinlein o di chiunque altro scrittore e scriverci libri.
Direte voi: ma Asimov scriveva fantascienza, che e’ una branca della letteratura. Ma anche Taleb non scrive libri scientifici. Anche se ha la pretesa che siano tali, e continua ad inventare grafici senza MAI spiegare da dove prenda il dataset. Incuriosito mi ero iscritto alla sua pagina e , all’ennesimo grafico sulla “defragilita’”, gli ho chiesto da dove diamine avesse preso il dataset che stava rappresentando. Risultato:ban.
Ora, questo significa che Taleb non sta scrivendo testi scientifici. Sta scrivendo letteratura tale e quale ad Asimov. Niente contro la letteratura, ma scrivere un libro che introduce una “nuova” idea quando un altro autore l’ha gia’ inventata ed e’ famoso in tutto il mondo si chiama plagio. Disonesta’. Io non ho problemi ad ammettere che “Cibo” si ispiri a molta fantascienza di genere “Battlestar Galactica, Colin Kapp, Heinlein ed altri”. Non riesco a capire come Taleb continui a spacciare il Mulo di Asimov come “Black Swan” e la “psicostoria” di Asimov come una non meglio specificata “statistica” che sarebbe incapace di reggere il Black Swan.
Ma c’e’ di piu’. Nel libro di Asimov, il Back Swan era un “leader” nell’accezione che ne da’ Max Weber. In poche parole, il leader e’ un individuo che nasce dal basso, conquista il consenso o almeno il potere sulle masse grazie alle sue capacita’ superiori, prende il potere e a quel punto TRASFORMA tutto il mondo circostante nel mondo che egli vuole, sogna, vede. Il leader e’, cioe’, personalmente talentuoso e ha una visione, un progetto di potere e trasformazione da implementare.
Questa e’ l’idea di Asimov nel libro (e su questo non ho nulla da ridire: il libro e’ bellissimo, e tant’e’ la missione dello scrittore.) , ma se qualcuno vuole portarla alla storia deve perlomeno aver letto un libro di storia. La teoria del cigno nero e’ adatta alle dittature del novecento, figlie dell’idealismo tedesco. Esse hanno senso perche’ tutti i dittatorucoli che hanno attraversato il paese avevano una propria visione, che era l’ideologia. Ma l’ideologia come metodo nasce, appunto, con l’idealismo tedesco. Ma non tutti i cigni neri della storia sono figli dell’idealismo tedesco.
Hegel (che era un fesso, ed e’ sempre bene ricordarlo) assumeva che esistesse sempre un razionale delle cose reali, e se non lo si capiva allora si cercava nel posto sbagliato. Questa sciocca assunzione fa si che , di fronte al tentativo fallito di capire qualcosa che non c’e’ (1), fa si che la teoria del cigno nero sia usata per spiegare cio’ che non si spiega: il semplice fatto che qualcosa succeda NON e’ sempre ufficiente ad affermare che esista una relazione causa-effetto, tale da conservare le cause nella manifestazione degli effetti. Posso anche avvenire delle cose che NON conservano le cause nell’effetto, come capita agli eventi non lineari.
Perche’ allora Taleb e Asimov assegnano al cigno nero il talento, ovvero assumono che il cigno nero sia un talentuoso che puo’ fare cio’ che fa perche’, sebbene imprevedibile, comunque ha talento? Asimov lo fa perche’ scrive libri, e un personaggio mediocre non fa vendere libri. Nulla da dire, Asimov sa fare il suo mestiere. Taleb pretende di scrivere di storia, e per qualche motivo assume che Asimov ha ragione. Il motivo per cui Taleb assume che Asimov ha ragione e’ che Taleb copia Asimov. Sic et simpliciter.
Se avesse letto libri di storia, Taleb avrebbe notato che i cigni neri non sono sempre talentuosi. Sicuramente sono famosi, ma affermare che Rasputin fosse talentuoso e’ abbastanza pericoloso. Sebbene Rasputin abbia trasformato la corte dello Zar , non si capisce bene quale fosse la sua visione ne’ quale fosse il suo disegno per una nuova Russia. E questo per una semplice ragione: Rasputin non era un politico, e quindi NON aveva alcuna intenzione di usare il proprio potere per la Russia. Non aveva una visione, non aveva delle idee, non capiva di politica: semplicemente si e’ trovato nelle condizioni di poter esercitare un potere enorme sulla realta’ materiale della corte. Rientrava semplicemente nel concetto di Black Swan. Ma non somigliava per nulla all’idea di leader secondo Max Weber, ne’ aveva particolari talenti se non quello di Wanna Marchi.
Ripeto: il Mulo di Asimov e’ perfetto per un libro di fantascienza. Ma il black swan di Taleb NON rispecchia la realta’. Nel senso che essendo ritagliato alla perfezione sul Mulo di Asimov, non tiene in considerazione la realta’ storica dei veri “muli”: sebbene siano enormemente influenti, NON sono dei leaders, e spesso NON hanno talento alcuno.
Torniamo alla teoria del caos. Avrete semplicemente sentito parlare di effetto farfalla.Si tratta di una particolare condizione nella quale e’ sufficiente una causa cosi’ piccola da non essere neppure rilevabile sulla scala dell’evento da essere imprevedibile, eppure capace di stravolgere completamente l’evento. Il suo “scopritore” , essenzialmente, la riassunse dicendo che il battito di ali di una farfalla nel Pacifico poteva causare un uragano nell’ Atlantico.
Il problema, pero’, e’ “quale farfalla”? Nel mondo esisteranno miliardi di farfalle, e TUTTE battono le ali. Il punto e’ , in ultima analisi, quello di stabilire quale farfalla.
Se ci aspettiamo che il nostro “black swan” sia come il Mulo di Asimov, ovvero come quello di Taleb, determinarlo e’ facile: basta cercare il talentuoso. Certo, con grandi popolazioni e’ difficile effettuare un parsing per determinare chi sarebbe il prossimo Rasputin. Ma in teoria, basterebbe quello.
Ma non e’ questo il punto della teoria:
la farfalla che causa l’uragano NON e’ una farfalla speciale. Non ha niente di piu’ di qualsiasi altra farfalla, e specialmente NON e’ un leader di uragani.
Questo e’ il punto. Sono prontissimo ad accettare l’idea che la politica e la sociologia, essendo fenomeni non lineari, soffrano dell’effetto farfalla. (2) Quello che non riesco a comprendere e’ per quale motivo un evento umano casuale sia per forza riguardante ad un talentuoso leader. L’idea che chiunque si trovi per caso in una posizione di potere sia per forza di cose un leader weberiano , per fare un esempio uno Steve Jobs, e’ assurda.
Il cigno nero e’ , effettivamente, un evento NON lineare e per questo , essendo caotico e soffrendo di effetto farfalla, e’ impredibicile o predicibile solo con un modello di raffinatezza e dimensione adeguata.(3)
Ma questo implica, molto semplicemente, che la farfalla di Lorentz sia una farfalla qualsiasi. Che non abbia nulla di speciale nel modo di battere le ali. E lo stesso dicasi del cigno nero. Il fatto che un evento di scarsissima magnitudo assoluta (e quindi un individuo apparentemente privo di influenza politica) possano influire su eventi cosmici NON e’ dovuto alle loro caratteristiche.
Il “cigno nero”, cioe’, e’ BIANCO come tutti gli altri.
Il motivo per cui una specifica farfalla “pippo” causa un uragano non e’ insito nel particolare modo che la farfalla ha di sbattere le ali, ma NELLE CONDIZIONI AL CONTORNO. E’ la situazione non-lineare dell’atmosfera a determinare la possibilita’ che la farfalla produca un uragano. Non il fatto che la farfalla sia speciale, o che il cigno sia nero anziche’ bianco.
Quando io dico che stiamo andando verso una situazione che permette il “cigno nero” mi viene chiesto “secondo te chi potrebbe essere?”. E la risposta che ci si aspetta da me e’ che io individui una persona le cui qualita’ siano quelle di un cigno nero, cosi’ come mescolato con la figura di leader secondo Max Weber.
Ma gli eventi caotici non funzionano cosi’: se il cigno nero fosse tale perche’ e’ quello con piu’ talento in un momento di caos, il momento di caos non sarebbe altro che un vuoto di potere nel quale vince il piu’ talentuoso: tutto , tranne un meccanismo caotico. Se Lorentz avesse detto che “il battito di una farfalla con le ali grandi seicento km  puo’ causare un uragano nel Pacifico” probabilmente  non avrebbe fatto alcuna affermazione di stampo caotico, e sarebbe relativamente semplice individuare tale farfalla. Ma quello che Lorentz ha detto e’ che il battito di una QUALSIASI farfalla puo’ causare l’uragano.
Quando dico che il sistema sta per entrare in un momento che permette il cigno nero intendo dire , molto semplicemente, che entriamo in una fase nella quale uno stupido imbianchino austriaco, un cialtrone cartomante come Rasputin  o il vostro macellaio hanno le stesse chances di qualcuno come Gengis Khan, o come una mente come quella di Leonardo da Vinci.
Il cigno nero e’ semplicemente bianco. Il motivo per il quale e’ impossibile candidarlo non e’ la sua assenza nel campo dei “papabili”, ma il fatto che esso e’ uguale a chiunque altro. In una situazione di caos lorentziano, chiunque, dalla vostra colf alla commessa della coop, sino al vostro idraulico , potrebbero prendere il potere ed entrare nella storia.
In questo senso, quindi, oltre a non riconoscere meriti a Taleb (l’idea e’ di Asimov) , non gli riconosco nemmeno la correttezza intellettuale di aver testato se per caso nella storia VERA del mondo le cose vadano davvero cosi’. Immagino che Taleb abbia qualche grafico per dimostrare che ho torto. Del resto, io ne ho altrettanti per dimostrare che ho ragione.

Basta non dover spiegare quale dataset si stia usando, del resto, e fare grafici e’ facilissimo. Il seguente grafico, con buona pace di Taleb, dimostra che ho ragione (ed e’ piu’ bello dei suoi):

Una mappa di Peter De Jong per
x' = sin(a * y) - cos(b * x)
y' = sin(c * x) - cos(d * y)
le zone piu’ scure sono quelle piu’ vicine ai punti fissi.
Uriel
(1)Giustamente Nietszche faceva notare che non intendeva cercare cibo nel profondo, qualora non fosse assai scontato che nel profondo ci fosse cibo capace di sfamarlo. Insomma: prima di cercare la razionalita’ del mondo reale , assicurati che ne esista una. Altrimenti a furia di cercare le “ragioni piu’ profonde”  morirai di fame a furia di non trovarne. E’ sempre bene ricordare, dunque, che Hegel era un fesso.
(2) Nei calcolatori, l’effetto farfalla puo’ avvenire anche e perche’ la precisione di calcolo viene a mancare. Se prendete un semplice foglio di excel e decidete che, per ogni cella e la precedente, X <- (X^2) -2, partendo da un numero in ]0…1[ , ]1…2[ . Il semplice arrotondamento della virgola mobile e’ sufficiente a far “svirgolare” i decimali e generare butterfly effect.
(3) I piu’ non distinguono tra “caso” e “caos”. Molti sarebbero tentati di dire che l’oscillazione della funzione che ho scritto nella (2) sia un generatore di numeri casuali. Invece no, e’ semplicemente una funzione che soffre di butterfly effect, cioe’ e’ caotico ma non esattamente “casuale”.

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