Il Patagoverno.

In questi giorni sono stato assente per via di un trasloco, ma vedo che la pazzia che prende i cosiddetti “mercati” non si e’ attenuata, insieme alla follia che prende il nome di “politica”. Voglio dire, in questi giorni succedono due cose.

 

 

La prima e’ che si va in giro a cercare investimenti. Ora , il buon monti va in giro qui e la’ a cercare di convincere i cinesi ed i Brics ad investire in Italia. Su quali basi questi paesi avrebbero dovuto investire da oggi quel che non hanno investito da ieri, nei calcoli del “Professor” Monti?

 

La risposta e’ semplice: perche’ adesso…. perche’? Perche’ il bilancio dello stato e’ stato aggiustato? Bene, ma non si vede per quale diavolo di ragione questo dovrebbe invitare un investitore straniero. Cioe’, secondo voi un gruppo industriale prima di investire va a verificare come vadano i conti pubblici?

 

Di quali altre riforme si parla, allora?

 

Le “liberalizzazioni” hanno sicuramente cambiato alcune cose. Se i cinesi vogliono venire in Italia a fare i notai, potranno aprire ben 2000 studi. Se vogliono fare i tassisti, forse dovranno pagare meno le licenze. Interessante. Ma, se evitiamo di dire che i cinesi potrebbero investire in taxi, studi notarili o farmacie, rimane un attimo il problema “e sticazzi?” . Nel senso che non si vede bene in quali modi queste riforme possano o debbano invitare qualcuno ad investire.

 

Il secondo punto che si potrebbe dire e’ che Monti va in giro a mostrare la riforma del lavoro. Ma la riforma del lavoro di per se’ non e’ il punto che cambia le cose. Nessuno straniero si e’ ma preoccupato del problema di poter licenziare o meno, per la semplice ragione che l’industria straniera si limita  a chiudere la sede locale. Quindi, anche in questo senso, non si capisce che diamine sia andato a fare Monti in oriente, dal momento che le sue riforme, a voler essere sinceri, per lo straniero che vuole investire non contano NULLA.

 

E sarebbe ora di dirlo: quello di Monti e’ un governo “Just for the show”, dal momento che non sta toccando quelli che sono i nodi fondamentali del paese: la giustizia e la pubblica amministrazione.

 

Perche’ sono QUESTI i due nodi che frenano gli investimenti.

 

Nei commenti degli scorsi giorni ho avuto diverse persone che lamentavano la difficolta’ nel farsi pagare. Ora, tutti dicono che a porre rimedio debbano essere le banche. No, non sono le banche. A dover porre rimedio sono i tribunali.

 

Sapete cosa succede nei paesi normali quando non pagate qualcuno? Che qualcuno va da un avvocato, vi trascina in tribunale, e per esempio inGermania dopo 6-7 mesi otterrete una ingiunzione autoritativa di pagamento.  Il che significa che se per il giorno scritto nel foglio il tizio non vi paga, si procede col sequestro dei beni. E siccome lo fa un tribunale, potete far finta che finisca in mano ad Equitalia.

 

Allora, perche’ non lo fate in Italia? La prima ragione e’ che siete dei codardi e avete paura che il cliente “si offenda”. MA a parte la codardia esistenziale tipica dell’italiano,  succede che la meravigliosa giustizia sembra essere capace di fare un processo in due anni solo se vi chiamate Berlusconi. Tutti gli altri, li lasciano andare in prescrizione se sono reati penali, oppure ottengono cause civili lunghe dieci-tredici anni.

 

Ora, questo e’ un problema che impedisce agli stranieri di investire? ECCOME. Minchia, con tutta la nazione che strilla che e’ ormai NORMALE non pagare i conti, perche’ nessuno puo’ farci niente, come pretendete che uno straniero vada ad investire in Italia?

 

Dovete capire una cosa: per chiunque voglia investire o aprire un’attivita’, “if they don’t pay , there is nothing you can do” e’ la condanna a morte. NESSUNO, MAI , andra’ ad investire in Italia sino a quando una prassi processuale efficiente non riportera’ la legalita’ nei pagamenti. Monti ha toccato questo problema? No. Anzi, appena arrivato ha ricevuto dai giudici un “avvertimento” , che ha costretto un suo sottosegretario a dimettersi, di farsi i cazzi suoi. E se ricordo bene alcune prassi in uso nelle gare universitarie, diciamo “borderline” , c’e’ da pensare che un governo di accademici si caghi sotto soltanto all’idea che qualcuno apra il calderone delle universita’, se non altro intercettando le telefonate.(1)

 

Quindi no, non ci saranno nuovi investimenti. Con quella giustizia, ve lo potete scordare. Undici anni per venire pagati da un cliente che non paga sono troppi. E anche cinque. E anche due. E non menziono il diritto fallimentare per pieta’.

 

Il secondo punto e’ che ci sono troppi “show stopper” dentro la pubblica amministrazione. Se prendiamo un’azienda che voglia investire in Italia e ci chiediamo quanta gente possa impedirlo, la risposta e’ che ci sono circa una cinquantina di impiegati pubblici che possono impedirlo. Insomma, se non si verifica la rarissima eventualita’ che tutti gli impiegati pubblici cui passa sotto gli occhi la vostra domanda di “farequalcosa” diano il proprio benestare, siete fottuti.

 

Ora, non ci vuole molto a capire come sia il problema: quello che si fatica ad immaginare e’ la soluzione. Si potrebbe creare un ufficio pubblico per gli investimenti stranieri, diciamo uno sportello unico, capace di dare l’ ok. Diciamo che l’ ok di tale sportello sia superiore a quello di tutti gli altri cinquanta. Questo servirebbe a scavalcare la selva di “no” che bersaglia ogni nuovo progetto, ma se ne otterrebbe che quello sportello sia piu’ potente di tutti gli altri.

 

Ora, la creazione di un potere , di per se’, e’ il disastro dell’ Italia. Non appena si dara’ un piccolo potere al caporale borbonico di turno, quello che succedera’ e’ che iniziera’ a sentire il bisogno di dire di no. Succede perche’ il piccolo caporale borbonico e’ un essere la cui principale libidine e’ di esercitare il potere, o come dice qualcuno “comandare e’ meglio di fottere”, cioe’ e’ ancora piu’ piacevole.

 

Ma bisogna capire una cosa: che il piccolo caporale borbonico non agisce SOLO per libidine. Nell’impedire l’arrivo di nuovi investimenti stranieri il caporale sta facendo un FAVORE agli imprenditori del luogo, e state tranquilli che verra’ ricompensato per questo.

 

Quando IKEA dice che non riesce ad investire in un luogo perche’ non ha ottenuto i permessi, ovviamente si riferisce ad un numero di burocrati che hanno detto di no, hanno fatto perdere tempo, hanno fatto fare giri inutili e hanno poi richiesto altro tempo in altri adempimenti.

 

Ma questi caporali burocrati non hanno lavorato GRATIS: sono stati abbondantemente PAGATI. Io non ho bisogno di prove per sapere che quando IKEA non apre in un posto, ci siano fior di mazzette di mobilieri che arrivano per fermare la cosa: basta la logica. A chi dispiace che IKEA apra un negozio in un posto?  A due tipi di personaggi:

 

  • I trasportatori che oggi riforniscono i (tanti) toscani che vanno a comprare all’ IKEA di Casalecchio.
  • I mobilieri toscani, che si vedrebbero fare una concorrenza spietata verso il pubblico che cerca mobili piu’ economici.

 

Non mi servono quindi delle prove per capire chi abbia pagato gli zelanti funzionari che in Toscana hanno fatto in modo da fermare un investimento dell’ IKEA.

 

Potremmo poi andare avanti , sistemicamente, cosi’: cosa succede attorno all’ IKEA? Non ho visto tutti gli IKEA d’Italia, ma vicino all’ IKEA di Casalecchio si sono creati diversi centri commerciali. C’e’ Mediaworld, c’e’ Leroy Merlin , ed altri che non ricordo ora, sono anni che non ci vado. MA non c’e’, se non ricordo male, la Coop.

 

Ora, pensate ad una cosa: tutta quella gente che va all’ Ikea passa davanti al mercatone, a LM, a tanti altri negozi. E quindi, se una famiglia deve comprare A, B e C, di cui A all’ IKEA, magari trova B e C nei capannoni adiacenti. Questo piace alle coop? Ovviamente no.

 

Ed ecco quindi il triangolo dei sospetti, di coloro che hanno un movente:

 

  • I trasportatori che oggi riforniscono i (tanti) toscani che vanno a comprare all’ IKEA di Casalecchio.
  • I mobilieri toscani, che si vedrebbero fare una concorrenza spietata verso il pubblico che cerca mobili piu’ economici.
  • Vecchi “incumbent” della grande distribuzione che si vedono fregare il posto.

 

Lo stesso dicasi del rigassificatore di Brindisi. Non ci vuole molto a capire chi non vuole il metano (o il gas per autotrazione)  in Italia: basta che guardiate i prezzi della benzina e del gasolio. Se ci fosse concorrenza sistemica, ovviamente le famiglie starebbero migrando in massa al metano.

 

Un tempo, per dire, benzina e gasolio si bilanciavano, nella misura in cui quando si alzava troppo la benzina si passava al gasolio. Ma adesso i due vanno di pari passo (e non si capisce perche’, vista la chimica della cosa, tra parentesi) , e quindi il vero concorrente potrebbe essere il metano, o il gpl.

 

Ma anche qui, arriva guarda caso il “niet”. Per portare metano in Italia occorrono rigassificatori. Per trasformarlo in una risorsa conveniente occorre logistica. Se ci fosse metano abbondante, vedreste probabilmente crescere il numero di distributori di metano. Ma il punto e’ che questo non piace a qualcuno, cioe’ ai petrolieri.

 

E allora adesso vedete molto chiaramente chi ha avuto un bel movente per dire di no al rigassificatore di Brindisi. Non e’ tanto l’occhialuto burocrate o il politico mavagio che volevano la mazzetta PER fare il rigassificatore. C’e’ una GRANDE convenienza nel pagare mazzette CONTRO il rigassificatore.

 

Ora, nel momento in cui basta il veto di UN ente per bloccare tutto, e’ assolutamente chiaro che , anche dovendo pagare mazzette, pagare mazzette per il SI costi 50 volte piu’ di pagare mazzette per il NO: basta UN SOLO no su 50 per fermare tutto, mentre occorrono 50 SI per andare avanti. Chi paga mazzette per avere il SI deve pagarne 50, mentre chi paga mazzette per il NO puo’ semplicemente fermare il tutto con una sola.

 

Anche qui non servono prove dove basta la logica: e’ assolutamente chiaro che promettere posti di lavoro sia conveniente per un politico, e se fosse la solita storia dei politici essi avrebbero trattato una serie di appalti ad aziende “amiche” o una serie di assunzioni di tesserati. Quando si chiedeva la mazzetta per dire di si, alla fine le cose si facevano. Ma il punto e’ che oggi si pagano mazzette per dire di no.

 

La pura e’ semplice verita’ e’ che gli industriali italiani mentono. Quando vanno in TV dicono che loro sono triiiiistiiiiissimi perche’ non ci sono investimenti stranieri in Italia. Ma, nelle loro case, essi BRINDANO ad ogni investimento straniero che salta.

 

Agli industriali italiani PIACE avere una coda di giovani disperati fuori dalla porta, disposti a tutto per duecento euro. A loro PIACE che gli stipendi non si alzino per mancanza di DOMANDA. A loro PIACE che non ci siano aziende straniere che vendono in Italia facendo concorrenza a loro.

 

Raccontare che gli industriali italiani VOGLIANO la concorrenza straniera e’ come dire che ai ristoranti italiani abbia fatto piacere il kebabbaro, o il ristorante cinese a fianco.  Dire che le banche italiane vogliano investimenti stranieri in Italia e’ come dire che non abbiano MAI cercato di difendere le banche italiane da scalate straniere in nome dell’ “italianita’”.

 

Cosi’, ci sono due cose per le quali mi viene da dire che l’italiano e’ preso in giro. La prima e’ che Monti non ha MAI toccato i due principali punti del  problema, cioe’ il funzionamento della giustizia ed il funzionamento della pubblica amministrazione.

 

Ma specialmente, Monti non ha capito una cosa: quel malfunzionamento fa comodo ai grandi industriali che pagano i fornitori quando gli pare, tanto un processo dura troppo. Quel malfunzionamento fa comodo alla pubblica amministrazione i cui caporaletti vengono pagati a mazzette per fare la cosa piu’ semplice del mondo: dire di no. Perche’ il magistrato sta ancora indagando sulle mazzette che gli industriali pagano per FARE le cose, e non hanno ancora sollevato il coperchio del calderone peggiore, quello delle mazzette pagate perche’ qualcosa NON si faccia.

 

E cosi’, lo show di monti e’ puro dadaismo. E’ semplicemente un tizio che va in giro a dire “ehi, hai visto ? Ho fatto tante cose!”. Nessuna di queste cose ha un peso. Nessuna influisce o puo’ influire. Ma tanto, “it’s just for the show”.

 

Speriamo che lo show vi dia da mangiare, anche.

 

Uriel

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