Il nome delle cose (AKA: forget to be human).

Il discorso sullo scambio e sul mercato mi fa venire in mente una bruttissima abitudine dell’Italiano , che e’ quella di chiamare le proprie scelte con un nome diverso, al preciso scopo di evitare le conseguenze delle scelte stesse. Per fare un esempio, se io prendo un cane a casa sto facendo una scelta precisa: so che il prezzo sara’ di soddisfare i bisogno di base di un cane, dallo spazio al cibo all’affetto.

Adesso prendiamo il cane, e cambiamogli nome, diciamo “miglior amico dell’uomo”. Una volta che il cane viene rinominato in questo modo, potremo discutere a iosa del concetto di amicizia, pretendendo che il costo dell’avere un cane sia in qualche modo evitato dal fatto che lo chiamiamo “migliore amico”: si sa, l’amicizia non chiede nulla in cambio. Quindi, il cane non deve pretendere nulla.

Questo esempio chiarisce abbastanza bene l’errore logico in questione:

  1. Si fa coscientemente una scelta, attratti dai suoi vantaggi.
  2. Si cambia il nome alla scelta, in modo che appaia essere qualcosa di diverso.
  3. Si ridefiniscono le qualita’ e le aspettative della scelta partendo dal nuovo nome.
  4. Quando arriva il conto, si rifiuta di pagarlo, appellandosi al processo dialettico di cui sopra.

L’esempio tipico e’ quello della differenza tra scambio e mercato. La stragrande maggioranza delle persone, riguardo a sessualita’ e affettivita’, preferisce il mercato. Lo preferisce perche’ si tratta di una scelta fatta in giovane eta’, e in quell’eta’ l’equilibrio di mercato sembra vantaggioso. Il maschio e’ giovane, e quindi puo’ lasciar intendere che il suo valore in termini di reddito e di validita’ fisica rimarra’ tale o aumentera’ nel tempo. La femmina e’ giovane e trova agio nell’alzare il prezzo del “privilegio” di averla a fianco, non fosse altro che per esibirla.

Di per se’ si tratta di una libera scelta, che come tale diventa soggetta al pagamento di un costo.

Analogamente, chi sceglie di stare nell’area che ho definito “scambio”, fa una scelta diversa che ovviamente ha dei costi. Il costo e’ che meno gente fa la stessa scelta, e quindi le probabilita’ di passare la serata in compagnia diminuiscono. Altro costo e’ che non si conosce in anticipo quanto si ricevera’ , ma bisognera’ scoprirlo, e questo porta ad un maggior numero di tentativi prima di trovare la persona giusta. Eccetera. I vantaggi sono che il rapporto e’ piu’ lineare, non risente di meccanismi di mercato e quindi le condizioni non cambiano nel tempo o per fenomeni esterni, e specialmente il “valore” della persona cresce nel tempo, perche’ la bellezza delle persone e’ qualcosa che si impara nel tempo.

Ovviamente, quelli che si affidano al mercato da giovani hanno un miglior boost iniziale, nella fase appunto in cui il mercato e’ vantaggioso, mentre chi sceglie un rapporto piu’ difficile da instaurare come il puro scambio non solo deve fare piu’ tentativi (e c’e’ il rischio di non riuscire ugualmente) ma rinuncia ai vantaggi del semplice essere giovani e si sente dare dello sfigato da quelli “furbi” che hanno capito tutto dalla vita, e sanno la vera verita’ sul duro mondo.

In definitiva, siamo sempre al vecchio problema tra formiche e cicale.

Il problema viene nel tempo, quando il mercato inizia a presentare il conto.

Il conto del mercato e’ molto semplice. Innanzitutto, il valore delle persone (1) viene deciso da fattori esterni, dei quali pero’ bisogna tener conto. Se qui in Germania una scopata con una polacca di 25 anni costa dai 35 ai 50 euro, questo e’ il prezzo del quale bisogna tener conto: se calcoliamo con gli strumenti di mercato il valore della quarantenne media italiana, siamo nei pressi di zero, non potrebbe nemmeno mettersi sul mercato, perche’ troppo vecchia.(2)

Cosi’, ad un certo punto arriva la concorrenza. E’ il primo terribile svantaggio del mercato. E per come e’ fatto il meccanismo della concorrenza, esso si fonde con quello dell’obsolescenza (giovane=bello). Dunque, chi si e’ messo sul mercato paga nel tempo il prezzo di questa scelta. La donna che ha fatto la scelta di dire “la fica te la devi guadagnare” ha appena dato un prezzo alla fica, e di conseguenza un valore. Solo che a quel punto il valore lo decide il mercato, e il mercato dice che decresce nel tempo.  Inoltre, le regole di mercato sono molto chiare: si preferisce il prodotto con un migliore rapporto qualita’/prezzo.

Questo vale, ovviamente, per l’offerta, ma anche per la domanda. E questo impatta gli uomini piu’ delle donne. Chi si fa forte della propria posizione o della propria crescita economica dovra’ tener conto sia del fatto che ci potrebbero essere offerte migliori, sia del fatto che la sua stessa posizione economica potrebbe peggiorare. Chi si fa forte della propria quantita’ di energia psichica da investire nel soddisfare ogni capriccio adolescenziale della partner potrebbe scoprire che, in un periodo duro della vita, non ce la fara’ e verra’ abbandonato per questo. E succedera’ proprio nei momenti piu’ difficili.

In entrambi i casi, il fatto che il rapporto (essendo un rapporto di mercato) si definisca all’inizio fa si’ che risenta degli imprevisti che la vita riserva. E quindi, si tratta di rapporti che funzionano bene “while sunny days” , e si spezzano “when rainy days”.  Le difficolta’, infatti, non facevano parte dell’accordo iniziale.

Con questo non voglio dire che neanche i rapporti basati sullo scambio siano perfetti, oltre ai prezzi che ho elencato c’e’ il rischio che una delle due persone faccia un bilancio e decida che rispetto a quanto ha dato , i doni ricevuti siano insufficienti. E decida quindi di fermare la cosa. Nel tempo, poi, possono cambiare i gusti , i bisogni e le aspettative, ed il fatto di giudicare a posteriori puo’ portare a problemi nella misura in cui il dono che sembrava gradito e’ risultato non cosi’ gradito perche’ il partner e’ cambiato nel frattempo. In compenso, risente meno degli imprevisti, e non c’e’ il problema della concorrenza, del valore di mercato, eccetera.

Ognuna delle due scelte, che e’ una libera scelta, ha un costo ed ha dei vantaggi. Chi compie una di queste scelte deve esserne cosciente e deve essere disposto a pagarne le conseguenze.

E qui arriva la cattiva abitudine dell’italiano, quella di pretendere di non pagare perche’ ha chiamato diversamente la scelta.

La scelta “mercato”  viene normalmente rinominata , con uno spreco immane di buona dialettica, in diversi modi. Lo scopo di questo e’ di evitare tutti i giudizi ed i pregiudizi che riguardano la prostituzione, ma in realta’ l’obiettivo e’ ancora peggiore: chi fa questo vuole ottenere un rapporto di coppia procurandoselo mediante strumenti di mercato (che gli sembrano vantaggiosi) ma nel lungo termine vuole gli stessi vantaggi del rapporto basato sullo scambio.

Di conseguenza, queste persone che vogliono godere del mercato per ottenere un rapporto di scambio prendono di mira particolarmente le persone che invece hanno scelto di cercare un rapporto basato sullo scambio. Cosi’, se siete persone che hanno scelto rapporti basati sul modello che chiamo “scambio”, vi troverete nel mirino di questi truffatori/ici esistenziali, che mirano ad imbrogliare sui termini.

Cosi’, quello che e’ un rapporto basato sul “mercato” viene spesso rinominato come “scambio”, in modo da poter illudere chi ha fatto una scelta diversa. In vita mia ho sempre chiarito che non accetto discorsi di do ut des , e la truffa si e’ sempre (tranne l’ultima volta, che mi e’ andata bene. Non mi sono mica sposato per nulla) espletata in questo modo:

  • [Uriel] Dicevo, io preferisco un tipo di rapporto di scambio, detesto i rapporti di mercato.
  • [XYZ] Anche io!
  • [Uriel] Bene, allora siamo d’accordo, il rapporto migliore e’ quello ove ognuno offre quello che ha , e poi si corregge nel tempo mediante feedback, non pensi?
  • [XYZ] Ehi, no, io pero’ vorrei mettere delle condizioni iniziali. Per chiarezza. Tipo “Devi darmi questo, questo e quello”.
  • [Uriel] Allora non vuoi un rapporto di scambio, ma di mercato, con un contratto iniziale.
  • [XYZ] Non e’ vero, sei tu che butti tutto sul commerciale!  Io chiedo chiarezza, non mercato.
  • [Uriel] Ti auguro una buona serata. Io devo andare, il mio telefono e’ 011235813(3)

Ovviamente l’espediente dialettico consiste nel prendere una brutta parola, “mercato” e rinominarla con “chiarezza”. Ma di fatto la “chiarezza” coincide con un contratto iniziale, e quindi non e’ altro che mercato con un nome piu’ attraente. Ma il truffatore esistenziale pretende che cambiando nome alle cose questo impatti le cose stesse.

Pr questa ragione, se fate la scelta di volere un rapporto di scambio, avrete un problema aggiuntivo, che sono coloro che hanno scelto di affidarsi a metodi di mercato MA voglioni i vantaggi dei rapporti basati sullo scambio puro. Per questa ragione, e siccome si tratta di cose che lasciano cicatrici profonde (almeno, cosi’ e’ stato per me), se scegliete di cercare un rapporto di coppia basato sullo scambio puro e non contrattuale , dovete essere molto bravi a capire le VERE intenzioni di chi vi sta di fronte.

Una delle frasi celebri che mi hanno cambiato la vita l’ho letta in una piccola discoteca del centro di Bologna, ove faceva le serate house Eva Robin’s quando facevo l’universita, il Miro’. La frase celebre che mi ha cambiato la vita e’ stata “la selezione all’ingresso migliora il tuo divertimento“. Se fosse stata scritta sulle “tavole della legge” che Mose’ ha portato giu’ dal sinai, probabilmente il mondo ci avrebbe guadagnato. Le persone che scelgono di evitare rapporti di tipo contrattuale (cioe’, ancora una volta, mercato) devono stare molto attenti a tutti quei furbetti che vogliono un rapporto contrattuale mascherato, in modo da godere poi dei vantaggi umani dei rapporti basati sullo scambio.

In generale, i rapporti di coppia basati su quello che ho definito come “scambio” sono piu’ desiderati nel lungo termine, anche perche’ coincidono molto con l’idea romantica. I rapporti di mercato, che sono MENO costosi sul piano umano (la fica te la puoi guadagnare con alcuni gesti cosi’ stereotipati che e’ possibile simulare un rapporto perfetto con facilita’ estrema, almeno nel breve termine) sono invece (a mio avviso giustamente) disprezzati, e quindi il gioco dei “furbetti” e delle “furbette” e’ quello di proporsi agli “stronzi” (perche’ ovviamente non hanno capito nulla della vita, a sentire i “furbi”)  che hanno scelto l’altro tipo di rapporto a costo di rischi  e di maggiori difficolta’.

Per questa ragione, quindi, la selezione all’ingresso migliora il tuo divertimento: cassa al primo dubbio, e sei al sicuro.

Ovviamente non e’ sufficiente, ed e’ qui il punto.

Il punto e’ che posso rispettare ogni possibile scelta, a patto che essa non causi dei danni dentro il mio cerchio. Non approvo la scelta di chi vuole vivere la propria affettivita’ o sessualita’ secondo regole contrattuali, cioe’ di mercato, ma di per se’ questo significa solo che esco da un gruppo umano ed entro in un altro. Se il gruppo umano da cui sono uscito non scassa la minchia, di certo non mi mettero’ io ad infastidirlo perche’ ha fatto una scelta diversa.

Il problema viene quando i personaggi dell’altro gruppo pretendono di non pagare la loro scelta, e di tenere un piede anche nel gruppo che ho scelto io. Signori e signori, se pensate che “la fica bisogna guadagnarsela”, siete nel gruppo del mercato. Punto. Avete fatto una scelta, ed e’ una libera scelta. La vostra scelta e’ CHIARA (per quanto vi sforziate di mascherarla) e ha un prezzo: “forget to be human“. E quando dico “forget”, intendo proprio quello: metteteci una pietra sopra. Non verrete piu’ trattati come esseri umani. In primis dai vostri pari. Non ci sara’ rispetto per voi perche’ il mercato NON ha questo rispetto, e voi avete scelto il mercato. Sarete usati come merce, perche’ VOI avete scelto di essere merce. Anche se io NON approvo questa scelta, devo comunque accettare quelle degli altri.(4)

Ma non solo. Perche’ neanche quelli dell’altro gruppo, quelli del “remember being human today” , sono tenuti a rispettarvi: queste sono le regole che VOI avete scelto, e pertanto VOI dovete supportarle. Non c’e’ alcuna ragione per la quale io debba applicare le mie regole a chi le rifiuta. Anzi, sono dell’idea che nel campo delle scelte personali ognuno debba venire trattato (until it harms none) come chiede.

E quindi, adesso ho una brutta notizia per voi: esistono persone che scelgono rapporti umani basati sullo scambio, e persone che scelgono quelli basati sul mercato. Ognuno forma un gruppo diverso. E’ una libera scelta come un’altra, e ha pro e contro. La brutta notizia e’ che non esiste asilo politico.

Quando il mercato vi getta via come pezze vecchie, non illudetevi di poter trovare rifugio dall’altra parte.

Forget to be human.

Uriel

(1) Espressione orribile. Se dovessi riscrivere i comandamenti, al punto zero ci metterei “non userai nessuna persona come una merce”

(2) Ovviamente ci sono le eccezioni di donne quarantenni molto piacenti, ma non siamo, appunto, nella media.

(3) Il trucco dei numeri di Fibonacci per generare in fretta un finto numero telefonico “di casa” ha la sfiga di funzionare meglio in Piemonte, ma normalmente ci cascano quasi tutti. Credo che il titolare di questo numero non abbia idea delle ragioni matematiche per le quali cosi’ tanti ex fidanzati/e di matematici sbaglino numero e facciano il suo. Gli consiglio di mettere su una linea a pagamento, del tipo “telefono amico per chi prende il bidone di Fibonacci da un matematico, neh”. Il costo di questo telefono amico, ovviamente, e’ la tassa per non aver studiato abbastanza matematica. Neh.

(4)Si tratta di un concetto molto semplice:  se hai deciso di venderti incassa il dovuto , chinati e succhia.

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