Il metodo Murdoch, Repubblica &co.

Ho in coda una certa quantita’ di email dove si parla di Murdoch. Ci sono alcune cose strane, in effetti, nel caso di Murdoch, le quali mi va di evidenziare. Volevo pero’ aspettare altri risvolti piu’ definitivi, e quelli di oggi mi sembrano sufficientemente definitivi. Mi riferisco alle dimissioni del capo di New Scotlant Yard e all’arresto di Rebecca la Rossa.

 

Comprendo le preoccupazioni del mediocre rappresentante dello pseudo-giornalismo italiano,  mi riferisco al giornale “La Repubblica”, la quale ha chiamato in campo nientemeno che Saviano per tirare in ballo il caso Boffo, nel tentativo disperato di accostare Murdoch (sino a ieri un beniamino della sinistra perche’ nemico del Caimano) e Feltri.

 

Cade veramente male, e mostra una cosa che ho sempre sostenuto: se la destra italiana e’ caratterizzata da una memoria troppo lunga (vede ancora comunisti, parla ancora di democrazia cristiana, etc) , la sinistra e’ caratterizzata da una memoria troppo corta (sembra dimenticare le proprie posizioni di pochi mesi fa).

 

Solo pochi mesi fa la Repubblica faceva campagne stampa perche’ voleva il diritto di pubblicare intercettazioni ILLEGALI, in nome di “i cittadini devono sapere”. La ragione era che “anche in Inghilterra fanno cosi’”. Certo che in UK facevano cosi’: per la precisione, Murdoch faceva cosi’. Allo stesso modo il parlamento inglese sta per varare una serie di misure per limitare la pubblicazione di  notizie ottenute in maniera illegale o irrispettosa dei diritti delle persone umane. Curiosamente, e’ la stampa inglese “sana” (quella non toccata dallo scandalo) a chiederlo. Chissa’ se su Repubblica vedremo richieste simili? In fondo, e’ la discriminante tra stampa “sana” e stampa “malata”….

 

Puo’ succedere una simile inchiesta in Italia? No, non puo’. Mentre in UK il marcio era tra giornalisti e poliziotti, i quali rispondono al governo e ai politici in carica, in Italia il marcio della pubblicazione di intercettazioni illegali viaggia nella curruzione tra giornalisti e magistrati (1), e i magistrati rispondono solo alla legge, come Benito Mussolini.(2) Di conseguenza, a meno di interventi molto ficcanti o di scandali particolarmente raccapriccianti, e’ difficile che in Italia nasca una riflessione analoga a quella inglese.(3)

 

Finito il punto sulla stampa italiana, vorrei fare due riflessioni su quanto successo, in UK, che non e’ per nulla pacifico.

 

Si trattava , in generale, di un consolidato sistema di corruzione che correva tra le infrastrutture di Scotland Yard e i giornali di Murdoch. La collusione era cosi’ diffusa che il capo di Scotland Yard si e’ dovuto dimettere stamattina. Il sistema funzionava mediante funzionari di polizia che si facevano “affittare” volentieri allo scopo di intercettare le chiamate di tizio e caio.

 

La stampa UK, se lasciamo perdere il Guardian che ad onore del vero denunciava questa cosa da tempo, lasciava fare, approfittava e godeva di questa macchina dello scandalo.

 

Esistevano quindi tre attori in gioco: il resto della stampa inglese, il gruppo di Murdoch e Scotland Yard. Assumendo che al gruppo di Murdoch NON convenisse far scoppiare lo scandalo, rimangono due attori in gioco (esplicitamente) , oltre a “possibili” attori, ovvero attori di cui ci chiediamo “come mai non sono in campo?”.

 

Il primo attore e’ “il resto della stampa inglese”. News Corporation vuole acquisire una posizione di monopolio i di prevalenza , al resto dei “salotti buoni” non sta bene, e quindi fanno scoppiare lo scandalo. Come? Con quali mezzi? Dovrebbero avere dei mezzi che vanno oltre il potere di Murdoch, e specialmente oltre il potere di Scotland Yard. Diciamo che se avete amicizie nella camera alta, potete riuscire a far scoppiare la bolla. Lo ritengo lo scenario piu’ probabile, ma non l’unico.

 

Il secondo attore e’ “il governo”, ma e’ improbabile. Innanzitutto perche’ quel genio del primo ministro inglese aveva un uomo di Murdoch come responsabile dei rapporti con la stampa. Molto difficilmente, con un tizio cosi’ in giro, il governo poteva decidere una simile iniziativa. E’ vero che i primi ministri hanno dei pregiudizi verso chi li spia, ma d’altro canto il primo ministro inglese era troppo spiato , e spiato troppo da vicino, per potersi muovere in autonomia.

 

Il terzo attore sono i reali inglesi. Ma anche loro erano spiati , il che significa che non potevano muoversi senza che Murdoch lo sapesse. Non avendo poteri ufficiali , per muoversi avrebbero dovuto azionare molte pedine , e quasi tutte le pedine erano spiate da Murdoch e dai suoi poliziotti corrotti: quasi tutti familiari della Regina erano sotto controllo.

 

I servizi segreti inglesi. Molti servizi segreti, in effetti, hanno dei seri pregiudizi riguardo alla gente che spia il primo ministro. Se volete spiare Sua Maesta’, tutta la famiglia reale, il primo ministro e buona parte dei ministri, effettivamente vi troverete sulla lista nera del servizio segreto locale, che si ostina a chiamare questa cosa “spionaggio”. Potete cercare di venderla come “giornalismo scandalistico”, ma i servizi segreti tendono a non ascoltarvi tanto se intercettate contemporaneamente le chiamare della casa reale E del primo ministro E di altri ministri. Il servizio segreto e’ cosi’, diventa paranoico. E tende a stroncarle queste cose quando puo’. I James Bond sono fatti cosi’, c’e’ poco da fare: non sono cattivi, li disegnano cosi’.

 

In effetti, che i servizi segreti cercassero di vederci chiaro non e’ una novita’: gia’ quando ci fu il caso del boss della formula uno sorpreso a fare sadomaso, si scopri’ che una delle prostitute era del MI inglese.  Ora, o i servizi segreti di sua maesta’ pagano assai poco e le agenti devono arrotondare, o qualcuno dei servizi segreti voleva sapere cosa faceva il boss della F1 in privato (ma aveva molti altri modi per scoprirlo) oppure voleva capire in che modo le notizie venivano catturate dai giornali e chi muoveva le pedine , e come. In effetti, infiltrarsi in un giro di squillo d’alto bordo e far uscire un filmato non e’ semplice: le ragazze sanno che non devono sgarrare, la tenutaria sa che se sgarra e’ rovinata, il cliente sa che se sgarra e’ rovinato. In qualche modo, far entrare una telecamera li’ e’ un gioco che richiede aiuto. Niente di strano che ci fosse qualcuno dei servizi inglesi a ficcare il naso.

 

Cosi’, che i servizi segreti inglesi potessero avere la voglia di stroncare tutta la fiera non mi sembra strano. Che possano aver agito anche su invito di qualcuno alla camera alta che era stufo di essere spiato, anche. Rimane il problema: perche’ solo ora?

 

Esistono poi altri enti abbastanza potenti ed organizzati da poter mettere il becco in questa storia: non dimentichiamo che per intromettersi in questa storia bisognava essere confidenti di poter fottere un uomo di fiducia del primo ministro E di evitare gli agenti corrotti di Scotland Yard, il che e’ una bella potenza di fuoco. Si tratta pero’ di speculazioni.

 

Occorre un servizio segreto che:

 

  1. Abbia una gran voglia di fare del male a Murdoch, o sia comandato da qualcuno che ha un conto in sospeso con Murdoch. Siccome c’e’ la fila, diciamo il 50% dei servizi segreti occidentali?
  2. Non voglia, per qualche motivo, che Murdoch diventi egemone in UK. Vista la posizione sull’euro dei giornali di Murdoch durante la crisi, vedrei bene il CNI spagnolo, l’ AISE Italiano (4), il DGSE francese, il BND tedesco.
  3. Qualcuno si e’ rotto le scatole di giornali che decidono i destini dei governi, che influenzano le borse gettando anatemi e paure inutili, che disturbano il manovratore mentre manovra, qualsiasi cosa manovri. In questo caso, la fila per picchiare Murdoch e’ lunga.
Ovviamente si potrebbe pensare male di un sacco di gente. Si puo’ pensare male di Berlusconi che da un lato dirige i servizi italiani (di cui uno gestito oggi da tale De Gennaro, che e’ stato messo in salvo al DIS dopo i fatti di Genova , quelli alla scuola DIAZ), e dall’altro lato proprio in questo periodo il Silvio se ne sta rintanato dentro casa come se temesse un cecchino. Magari teme proprio un cecchino.

 

Si puo’ pensare male del BND, il servizio tedesco, che in questi giorni si e’ visti trafugati i piani per il suo supercentro operativo , comprese ubicazioni di condotti dei cavi, sale server, uscite di emergenza, e la notizia e’ stata data in anteprima mondiale da un giornale di Murdoch. 

 

Si puo’ pensare male di tante cose, ma una cosa e’ certa: se un connubio di corruzione come quello tra News Corp e Scotland Yard e’ scoppiato, al punto da mettere in crisi Scotland Yard stessa, evidentemente fermare lo scandalo andava oltre i poteri di Scotland Yard. E di soggetti piu’ forti , in UK, ce ne sono pochi. Del resto, e’ chiaro che la cosa sia iniziata con le denunce dei familiari e delle vittime, ma non e’ ben chiaro chi abbia , definitivamente, trovato, raccolto e sputato fuori le prove del fatto. Se e’ stata Scotland Yard, perche’ si e’ dimesso il suo capo? Se non e’ stata Scotland Yard, chi e’ stato esattamente a scoperchiare il calderone e far affiorare le prove, malgrado Scotland Yard?

 

La cosa veramente certa e’ che riguardo il , “diritto di sapere” che viene prima del diritto dei singoli alla vita privata, il vento e’ cambiato.

 

E prima o poi arrivera’ anche qui. E non bastera’ pagare saviano per non pagare i conti del passato. Se la sinistra ha la memoria patologicamente corta, infatti, la destra ce l’ha patologicamente lunga.

 

Uriel

 

(1)Distruggere la magistratura non e’ cosi’ difficile, basta indagare sulle mazzette che i giornalisti pagano ai magistrati per avere le informazioni. Il solo problema e’ capire chi debba farlo.

 

(2) Benito Mussolini rispondeva solo al Gran Consiglio del Fascismo, dal quale fu in effetti deposto.

 

(3) Del resto, il fratello di Berlusconi e’ stato condannato perche’ ha diffuso intercettazioni non oggetto di indagine penale. Interessante come NON sia successo lo stesso per tutto il fango spalato da De Benedetti  nel caso della Daddario, di cui molto NON fa parte di alcun fascicolo penale. Insomma, diffondere telefonate non colme di contenuti penali e’ illegale ma solo se sono le telefonate di D’Alema.

 

(4) Dopo la riforma del 2007, al comando di Silvio Berlusconi, il che soddisfa il punto 1.

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