Il maschio sacrificabile.

Il maschio sacrificabile.

Il maschio sacrificabile.
wall of skulls in church ossuary

Lo scorso post, nel quale ho osato affermare che una portatrice di utero non dovrebbe stare alla BCE perche’ inadeguata (e non perche’ donna: ho spiegato le ragioni della mia opinione) mi ha portato una serie di critiche, e a quanto vedo in giro dai referer un paio di gruppi di FB ce l’hanno con me.

Sono andato a vedere, e si tratta di fruppi di “femministe”, che si divertono a giocare con le bambole e gridare minacce vuote.

Bene, sapete una cosa?

Non me ne frega niente, perche’ sono un maschio. E come tale, sono sacrificabile. Dal momento che sono sacrificabile, per quale ragione dovrei preoccuparmi di tutti questi assalti? Se anche venissi ucciso per rappresaglia, si tratterebbe di un evento che non impressionerebbe nessuno, cioe’ di un non-problema.

Sul fatto che il maschio sia sacrificabile hanno scritto diversi autori, per cui non credo di poter fare di meglio. Posso soltanto far notare alcune ipocrisie, come questa :

Il maschio sacrificabile.

Come potete vedere, si tratta della giornata per la prevenzione del suicidio, e nella rispettabile copertina c’e’ una donna, che si presume essere vittima di qualcosa di violento. Questo e’ un trend nella politica attuale, ovvero quella di dire che se c’e’ una vittima allora e’ una donna, e che se occorre proteggere e/o difendere qualcuno, allora e’ una donna.

Il problema viene quando si confronta questa estetica con i fatti, cioe’ quando si esce dalla politica. Perche’ quando si esce dalla politica e si va ad entrare nei fatti, Istat ci mostra una realta’ molto diversa.

https://www.istat.it/it/archivio/203353

E’ interessante, perche’ questo dato di fatto e’ costante in tutta la civilta’ occidentale. Cioe’, il suicidio colpisce principalmente maschi, in pratica l’ 80% delle morti per suicidio. A rigor di logica, quindi, nella foto sopra non doveva starci una donna, ma un uomo. Ma un uomo-vittima in quella posizione di paura non ha senso: noi siamo sacrificabili, quindi si muore in silenzio.

Ma non mi interessa tanto stabilire chi debba stare in una fotografia, come ho gia’ detto si tratta di politica, cioe’ di estetica, e i fatti non c’entrano nulla. Quindi continuero’ a spiegare il concetto di “maschio sacrificabile”.

Perche’ il problema non e’ solo li’: proviamo ad osservare un attimo la statistica per i morti sul lavoro.

Il maschio sacrificabile.

Interessante, vero? E’ interessante per una ragione: un argomento del femminismo estetico odierno consiste nel dire che siccome sono in gran parte le donne a morire per mano di uomini, allora si dovrebbe parlare di femminicidio. Interessante.

Qui abbiamo una statistica abbastanza impressionante, perche’ vediamo che quando c’e’ da fare un lavoro ove si crepa , o si rischia di crepare, si manda quasi sempre un uomo. Le femministe si scrollano le spalle dicendo che i maschi hanno una maggiore “propensione al rischio”, ma non ricordo di incidenti mortali ove fossero presenti donne senza morire.

Voglio dire, se in una tragedia di un bocchettone dell’olio che scoppia e operai vengono bruciati fossero stati presenti sia uomini che donne, ma solo gli uomini fossero stati vicini al fuoco, avrebbe avuto senso dire che si tratta di “maggiore propensione per il rischio”: si saranno messi di fronte al fuoco per qualche gioco stupido maschile, normalmente rischioso.

Ma il problema e’ che tutti i presenti erano maschi. Nessuno e’ morto per “una maggiore propensione al rischio” , sono morti perche’ in una fonderia pericolosa ci si mandano i maschi, e sul posto c’erano solo maschi.

Del resto, non si capisce bene cosa sia questa “maggiore propensione al rischio”: intendete dire che gli operai dellaThyssen si siano fatti bruciare vivi perche’ hanno scherzato col rischio di incendio, in quache stupido gioco maschile tipo bunjee jumping su una fonderia, oppure cosa?

M andiamo avanti, e andiamo al discorso guerra:

Nella seconda guerra mondiale , la casistica dei morti e’ questa:

Il maschio sacrificabile.
LA fonte e’ “la citta’ invisibile”, che non e’ decisamente accusabile di tifare per Trump

Non si trovano infografiche in giro (a meno di non farle da solo) per una semplice ragione: se andassimo a vedere bene cosa succede, tutte le torte mostrerebbero che a morire in guerra vengono mandati principalmente maschi. Imbarazzante, per essere “privilegio maschile”. Se io fossi nel patriarcato, onestamente, manderei a crepare le donne.

A dire il vero, anche alla voce “femminicidio” le cose non vanno tanto bene per noi maschi: a quanto pare, due vittime di omicidio su tre sono maschi. Ma la priorita’ assoluta e’ il “femminicidio”:

Il maschio sacrificabile.
Due vittime di omividio su tre sono maschi: https://www.istat.it/it/files/2018/11/Report_Vittime-omicidi.pdf

A quanto sembra, ora che la situazione e’ “migliorata”, vengono uccisi SOLO due uomini per ogni donna. Prima erano anche quattro.

La cosa buffa e’ che se andiamo a leggere il lavoro dell’ISTAT, per giustificare il fatto di aver scritto qualcosa di blasfemo, cioe’ che i 2/3 delle vittime di omicidio sono uomini, hanno dedicato due capitoli al fatto che le donne sono uccise da uomini, spesso dal partner.

Interessante, ma rimane il fatto che per ogni donna uccisa sono stati uccisi due uomini.

Perche’ una donna uccisa dal partner e’ piu’ urgente di DUE uomini uccisi da un tizio qualsiasi? Perche’ il “femminicidio” e’ piu’ urgente rispetto a fenomeni che uccidono il doppio dei maschi? Cosa significa questo?

Significa che in generale la nostra societa’ considera sacrificabile la vita dei maschi.

Sacrificabile significa che quando si tratta di salvare la vita a qualcuno, “prima le donne e i bambini”, ovvero, la vita di qualcuno viene prima della vita di altri. E la vita dei maschi e’ quella che vale meno.

Non e’ mia intenzione piagnucolare su qualcosa che considero impossibile da cambiare: le femministe continueranno a raccontarvi del privilegio maschile di bruciare vivi in una fonderia, o di finire schiacciati da un carro armato, o di essere ridotti alla disperazione sino al suicidio, come di uno dei benefici del “patriarcato”.  Si tratta di politica, cioe’ di una branca dell’estetica, quindi non ha nulla a che vedere ne’ coi fatti, ne’ con la logica.

Ovviamente la critica sara’ che non sono certo le femministe a mandare i maschi a morire, mentre come e’ noto  il patriarcato locale si riunisce a decidere di quanto abbassare lo stipendio delle donne , in ogni posto di lavoro. Anche questo finisce al capitolo “estetica”, credo.

Si potrebbe pero’ obiettare che diverse regioni hanno fatto screening generali usando il PAP-Test (bene), con tanto di lettera a casa e campagna di sensibilizzazione. Non vedo lo stesso approccio per diverse patologie maschili come il cancro alla prostata, e questo avviene per lo stesso identico motivo: in ultima analisi, un maschio che crepa non e’ tanto importante quanto una donna che crepa. E’ assolutamente un’emergenza prevenire il cancro nelle donne, ma non e’ esattamente una priorita’ fare lo stesso per i maschi.

Del resto, e’ pieno di psichiatri che si occupano di aiutare le donne che hanno subito la mutilazione del seno ad accettare se’ stesse , (bene!) e di gruppi di supporto. Se parliamo di cancro alla prostata e relativa evirazione, la spesa sociale e’ esattamente zero. Chi se ne fotte? I maschi soffrono in silenzio, e crepano senza che freghi nulla a nessuno.

Morale della storia: siamo sacrificabili.

E non sto piagnucolando: lo dico molto onestamente, so benissimo di essere nato maschio e come tale so di essere sacrificabile. Di conseguenza, accettero’ di morire (senza fiatare) in qualsiasi modo la societa’ ritenga di volermi uccidere esponendomi a qualsiasi rischio maggiore. Quando ho fatto il militare eravamo tutti uomini, a bordo: e lo abbiamo trovato naturale. Mica volete mandare le donne a morire in guerra? Quelle sono preziose! Oggi nelle forze armate c’e’ una ristretta minoranza di donne, ma pur sempre minoranza, e (per legge) mai in prima linea: insomma, a crepare devono essere i maschi. So bene che questo e’ un fatto che non posso cambiare, e ho imparato ad accettarlo: siamo sacrificabili.

Ma se non me ne sto lamentando, qual’e’ il punto? Il punto sono quelle signore che mi minacciano dai forum “femministi” di Facebook.

Alle femministe che vanno biascicando minacce per quello che ho scritto sulla Lagarde chiedo: davvero pensate di far paura ad un genere che e’ abituato all’idea che se qualcuno deve crepare bruciato , allora viene prima il suo nome?

Davvero pensate che le vostre fantasie di castrazione possano spaventare una persona cosciente del fatto che il governo se ne sbatte il cazzo di una sua eventuale morte di cancro alla prostata?

Care signore, ogni fottuto maschio di questo pianeta a quelle minacce e’ abituato. Morte e mutilazione sono una prospettiva di genere.

Il rischio di morire o di venire castrati per via della prostata , del lavoro o della guerra e’ un rischio che conosciamo tutti, che accettiamo tutti, che fa parte del nostro destino, e che accettiamo senza fiatare. So benissimo che se c’e’ un euro esso va alla prevenzione del cancro al seno ma non a quello alla prostata: e’ il mio destino inevitabile di maschio. Ci convivo  da sempre. Non per nulla provvedo io ai miei esami: non mi aspetto certo che lo faccia lo stato, e la cosa non cambia nei paesi piu’ “Nordici”: i maschi dopo.

So benissimo che in caso di guerra a morire come mosche saremo noi, mentre per voi ci saranno sempre comodi e sicuri rifugi. Come credete di farmi paura con le vostre minacce di aggressione sottocasa? Davvero pensate che una persona possa crescere sapendo di essere  sacrificabile, e abbia paura di trovare voi sotto la porta? E come mai la mia generazione ha fatto il servizio militare, ma solo i maschi? Se anche riusciste ad uccidermi, sarebbe davvero peggiore di venire bruciato vivo in un carro armato, o (nel mio caso) di annegare come un topo chiuso in una nave che affonda?

Credete di intimidire un genere  che , statisticamente, nella vita pensa al suicidio quattro volte piu’ di voi, e si sente dire che la depressione “solo le donne sanno cosa voglia dire”?

Se volete davvero minacciare qualcuno di qualcosa, vedete di scegliere qualcosa che faccia paura. Perche’ se il genere maschile accetta da sempre di essere sacrificabile , se si va a morire come mosche in guerra , se ci si fa bruciare vivi nelle fonderie, se ci si ammazza con le proprie mani senza un lamento, se si lascia che vengano sempre prima le donne ed i bambini, a partire dagli incendi sino alla morte per cancro,  e’ perche’ a quelli come me la morte non fa paura. Non voglio morire, ma non ho paura di farlo.

Forse vi illudete che qualcuno speri nella vostra amicizia o nella vostra benevolenza, e che si lasci ammansire , addomesticare da una promessa di un mondo di armonia e uguaglianza: ma se c’e’ una cosa che ho capito e’ che i maschi soffrono in silenzio. Boys don’t cry , belle. Ci sono cresciuto.  Non spero ne’ cerco da voi alcuna amicizia , pieta’ o benevolenza: so benissimo che non e’ possibile averle, e ho imparato a viverci.

Non avete POTERE.

Dalla fine dell’infanzia, ai maschi viene insegnato che per loro non c’e’ pieta’ e non ci sara’ mai. Che se falliremo economicamente o esistenzialmente l’unica opzione e’ suicidarsi in silenzio. Che e’ quello che facciamo: vedete in giro allarmi per “uomini che si ammazzano?”. Ci viene insegnato a soffrire senza piangere e ad accettare di essere sacrificabili, a sentir dire che in caso di pericolo vengono prima le donne, e che tutto questo e’ giusto. E ci viene anche insegnato che se ci lamentiamo di questo appariamo deboli, e per i deboli nessuno ha pieta’, per prime le donne. Sono le mamme che ce lo insegnano, bimbe: siete voi. Vi conosciamo bene.

Pensate che ci spaventi il dolore? Il dolore?

L’educazione maschile ovviamente fa male. E lo fa per anni.  Ingoiare la sofferenza senza poterla esprimere e’ una tortura. Non poter esprimere sentimenti perche’ “sembri senza palle” e’ il quid della nostra educazione: e’ una mutilazione, ed e’ dolorosa. Torturati e mutilati. Ma ci viene insegnato che piu’ dolore sopporti, piu’ maschio sei: e cosi’ ne chiediamo ancora. Un insegnamento prezioso. Che viene principalmente da donne: sappiamo bene che la prima a sputarci in faccia se esprimiamo sentimenti “troppo delicati” sara’ nostra madre, e se non lei qualche altra donna. Non ci aspettiamo pieta’ da voi, perche’ questo e’ come siamo allevati.Da voi.

Il maschio sacrificabile.

Sapete dove potete ficcarvi le vostre minacce, care “femministe”?

 

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