Il lavoro come mito

Questo post nasce da una riunione avuta stamattina, ove partecipava una delle telco con la quale siamo connessi (non per dare sospetti: un gigante americano a caso, dove nacque UNIX) e l’aver notato che i due giuovinotti (tedeschissimi, sono della sede locale) non fossero gli stessi. A quanto pare, quelli vecchi hanno “preferito la ricerca di nuove sfide”, come si dice, cioe’ hanno cambiato lavoro. A giudicare da Xing lo hanno davvero fatto, ma il punto non e’ questo.

Discutendo coi nuovi giovanotti che hanno preso il posto dei vecchi giovanotti, c’e’ stato un momento in cui hanno detto che i due erano andati a fare un lavoro “forse piu’ eccitante” e che , a dire il vero, non era molto difficile. Lasciando intendere che anche loro trovassero “langweilig” , noioso, il proprio lavoro.

Si, per gestire l’integrazione di un prodotto bisogna fare un sacco di documentazione, da quella tecnica sull’interfaccia alla definizione dei deliverables verso gli svilupatori, e tutte le scartoffie che ne derivano, ma questo e’ normale.

Quello che mi ha invece colpito e’ che due Junior, dopo pochi mesi dall’assunzione – e ancora freschi di universita’ – che sono entrati in uno dei piu’ grandi Tier 1 del mondo, e viene loro affidato un prodotto da integrare, lo trovino noioso.

Non e’ una questione di fare paragoni coi neolaureati di altri paesi. Ma c’e’ un problema diverso: la parola “exciting”.

Se leggete le offerte di lavoro, “Exciting” e’ ovunque.

Lavorare sembra essere diventato un compito incredibilmente eccitante. Divertente. Una specie di videogame, ma sul serio. Sono tutti in uffici con la barca al posto della scrivania, e tutto questo turbine di creativita’ che neanche un poeta ispirato. Insomma, una cosa che non ci si annoia mai.

Cioe’, tu stai in ufficio e ti diverti, quasi. Dovresti pagare, per stare in un luogo cosi’ fico. Passi il tempo tra una vittoria e l’altra che persino Leonida sarebbe invidioso di quanto sei vittorioso.

Ora, questo e’ quello che si racconta ai giovani Jobs-like , che vogliono “stay hungry”, che  voglio fare una vita di strasuccessi e passare da un “challenge all’altro”. E lo so perche’ anche da noi arrivano dei giovinotti che si stancano subito.

Ma perche’ si stancano subito? Beh, perche’ persino un fossile incartapecorito come Monti se ne esce dicendo “ma davvero volete un lavoro tutta la vita?” Ma che NOIA! Insomma, Monti e’ uno che fa lavori divertenti, pieni di sfide eccitanti , ce lo vediamo con giovanissimi creativi mentre fotoshoppa la Fornero per il nuovo album degli Iron Maiden, in un ufficio che ha una vasca da bagno modello Versailles come scrivania.(1)

La startup di Mario Monti. Lui e’ quello nello sfondo, vestito in azzurro. Tutto molto “exciting”, e non dimentichiamo le pistole ad acqua.

Ora, tutto questo andrebbe bene, se solo somigliasse alla verita’. Ma l’effetto che provoca e’ piu’ o meno questo. Un giorno Uriel accoglie un nuovo Junior per la sua squadra. Scena.

  • BG (Baldo Giovane): Eccomi qui. Sono pronto per l’avventura. Dov’e’ il drago che devo uccidere?
  • Uriel: beh… uhm. Quello e’ il tuo laptop, devi portarlo giu’ che ti installano tutto il pacchetto.
  • BG: giu’, nelle grotte ove ebbe origine Tutto e puoi scorgere la Mela Colorata che garrisce mentre galoppa al tramonto?
  • Uriel: beh, e’ al primo piano, dal service desk. Chiedi di Uwe. Magari garrisce, se ne ha voglia.
  • BG:  quando ho il laptop? Lo uso per aprire le porte di Cydonia?
  • Uriel: ah, le porte! Devi avere anche un badge. Giusto. Riempi questa form, per favore.
  • BG: subito! Ci metto una nuova app che dice a tutti i tuoi amici quanti anni ha il tuo piloro! Creativita’! Successone! Eccitazione! Parossismo!
  • Uriel: no, devi proprio scriverci il tuo nome , la tua email, e tutte le cose che la form ti chiede.
  • BG: capisco. Una prova iniziatica: compilare un documento word. Tutti hanno fatto una lunga gavetta. Ecco qui.
  • Uriel: uhm. Hai parenti italiani, per caso?
  • BG: no, perche’?
  • Uriel: e perche’ ti firmi Siegmund Plöger Auditore da Vinci?
  • BG: per dire che sono creativo. E anche micidiale. Non lavori nell’ IT se non sai sopravvivere ai Borgia inventando una App quando serve.
  • Uriel: non ho visto molti Borgia qui, ultimamente.
  • BG: non importa, non sai mai quando spuntano, quei bastardi. Per questo ho sempre un Arduino Raspberry con me. Due righe di codice e quella Lucrezia si becca tutto il python che le serve.
  • Uriel: Uhm. Capisco. Comunque,  allora adesso  consegno la tua form e tra un paio di giorni ti arriva il badge. Quando hai finito al service desk torna qui e ti mostro come accedere alla rete di controllo, per arrivare alla console del firewall.
  • BG: Firewall?
  • Uriel: si, sei il nuovo Junior per le reti, giusto? Allora ti mostro i firewall, poi ti lascio a Sandra che ti spiega meglio.
  • BG: si, i firewall! Il fosso di ELM!
  • Uriel: beh, insomma. Uno la vede un po’ come vuole, ecco.
  • BG: eccitantissimo.
  • Uriel: beh, mi fa piacere che ti appassioni.
  • BG: quando arrivano gli elfi coi rinforzi?
  • Uriel: …..

il problema, vedete, e’ che il mio lavoro a me piace. E piace anche ad altri. Ma non e’ decisamente quella roba che vedete nelle foto sopra. E’ , spesso, una roba cosi’:

e l’ufficio , tipo, e’ un normale posto come tanti, tipo cosi’ (2):

E i vostri colleghi possono anche fare questo: (notare le Crocs)

E il massimo dell’eccitazione e’, insomma, una roba cosi’:

ma niente di che.

Ho il “vago sospetto” che ultimamente SI STIA ESAGERANDO  con sta roba che il lavoro e’ spirito imprenditoriale, creativita’, straficaggine sboronante, fucina di giovani che danzano insieme sulla nuova app che ti gestisce i tweet della flora batterica vaginale, quando la realta’ e’ abbastanza deludente:

WORK is “WORK”.

Cioe’, molta della roba che si fa se si vuole essere “eccellenti” e “affidabili” e “affrontare nuove sfide” non somiglia molto alla battaglia delle termopili. Somiglia piu’ a “togli la cera, metti la cera”. L’eccellenza e’ fatta di una snervante PRECISIONE nelle cose, da una forsennata , ripetitiva tecnica che porta a processi robusti.

La “sfida” e’ fatta di documentazione di interfacce, di interminabili test, di processi, deadlines e milestones, non di epiche battaglie al fianco di Leonida. Che, diciamolo pure, sara’ anche stato un gran Re, ma non mi sembra un granche’ come collega.

  • Uriel: sei a posto con le rotte statiche?
  • Leonida: finite, si’. Tutte e 300.
  • Uriel: bene. Premi sul tasto Submit, e mandale live.
  • Leonida: NO! Io il tasto submit non lo premero’ MAI.
  • Uriel: ma cosi’ non vanno live.
  • Leonida: le mie rotte non temono la morte. Ma non premono tasti “Submit”.
  • Uriel: si, ok, salvale che chiedo a Carolin di mandarle live.
  • Leonida: si vede che non conosci le nostre donne.

Ora, tutto questo negli uffici NON succede. La gente preme i tasti submit senza sentire di aver violato la legge di Sparta. Non ci sono draghi. Non e’ “eccitante”.

Ma cosa succede se raccontate a tutti questi giovani che lavorare e’ una sequenza di “sfide eccitanti”, quando si trovano di fronte ad un lavoro VERO?

Succede che nei primi due anni ne cambiano TRE, e non perche’ gli sia andata male , o si siano trovati male.

Perche’ la sfida non era abbastanza eccitante.

Questa cosa di non trovare mai diecimila immortali davanti alla macchinetta del caffe’, non sconfiggere draghi, non fare delle cariche di cavalleria durante le riunioni, COME GLI AVETE RACCONTATO CHE FOSSE, per loro e’ uno choc. Gli rovina i primi anni di lavoro.

Come sarebbe a dire che devo fare uno schema? Niente sortilegi? Formule Magiche? No, proprio uno schema.

E ti guardano come cani bastonati, come dire “ma e’ NOIOSO!”.

E sia chiaro, NON e’ colpa loro.

E’ colpa di chi , con la foga di distruggere quel che resta delle vecchie conquiste sindacali, gli sta raccontando di un lavoro-mito fatto di sfide, di eccitazione, di straripante ficaggine, di uffici disegnati da H.R.Giger in persona, di creativita’ che piove a catinelle, ma nessuno, nessuno ha mai parlato loro del mondo vero.

E’ colpa di chi , per “motivarli”, li sta

TRUFFANDO.

se uno junior che arriva in un Tier 1 del genere e ha un prodotto M2M da gestire dice che si annoia dopo sei mesi, che non e’ abbastanza eccitante, e passa a lavorare per un’azienda che fa transponder per camion (quello si’ che lo eccitera’ sino al parossismo, per quanto sia una multinazionale) , e dopo altri sei mesi passa ad un produttore di SIM, e ancora non lo trova abbastanza eccitante, e’ perche’ qualcuno non gli ha ancora spiegato che, nella stragrande maggioranza dei casi, il lavoro di “eccitante” NON HA NULLA.

Nel sistema scolastico tedesco, chi va per lavori tradizionali tra Praktikum e Ausbildung sa cosa sia  il lavoro quando esce da scuola. Lo vede.

Ma per chi fa l’universita’ e va a fare lavori meno tradizionali, il Praktikum non c’e’. Queste persone studiano mentre sono esposte ai mass media, a Facebook, a Twitter, e arrivano al primo posto di lavoro convinti di essere li’ per iniziare eccitanti imprese imprenditoriali e sfide creative mai viste prima , beh, i primi due anni li passano in “nevrosi da delusione”.

Molti poi scelgono la carriera da manager, perche’ sono convinti che li’ ci sia la VERA eccitazione, e dopo i primi sei mesi di Excel Colorato a livello “Sensei” scoprono che nemmeno li’ ci sia tutta questa “eccitazione”.  E che il golf e’ uno sport pallosissimo, e forse non e’ neppure uno sport: e’ un cazzo di tiro a segno con uno strumento inadatto a sparare palle, tutto qui.(3)

Non dico che non possa piacere. Non dico che sia brutto. A me piace il mio lavoro.

Ma la mia idea di “exciting” rimane MOLTO diversa.

E voi, onestamente, questi ragazzi,

LI STATE TRUFFANDO.

ma questa truffa, a loro costera’ ANNI della loro vita.

Spesso, anche i migliori.

(1) Forget it, a quei tempi non facevano il bagno, specialmente i nobili.

(2) Non e’ veramente il mio ufficio, e’ un esempio.

(3) Se usaste uno strumento adatto a quel lavoro, come un mortaio, od un obice moderno, sarebbe piuttosto monotono. Tranne che per i giardinieri.

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