Il guado verde.

Ehi, voi del CERN: visto che avete trovato la mia particella, vi spiacerebbe cercare anche le chiavi della mia Alfa Romeo? (Dio)

Ultimamente mi state chiedendo di commentare il crollo delle vendite automobilistiche in Europa, e specialmente di spiegare come mai le case automobilistiche sembrino stare a guardare. La risposta banale sarebbe menzionare il fatto che comunque vendono altrove, o che c’e’ la crisi (tutte cose vere), ma esistono delle misure anticicliche che le case potrebbero mettere in atto , se questo fosse il problema.

La mia personale opinione e’ che ci siano diversi fattori in gioco , riguardo al problema, specialmente per quanto riguarda l’europa. Ovvero che le case intravedano in Europa una serie di minacce che le spingono a non investire troppo per non trovarsi bruciate.

La prima minaccia e’ quella delle auto elettriche. Meno diffuse in Italia, ne vedo alcuni primitivi modelli qui, il vero problema delle auto elettriche non consiste tanto nella batteria -che si tratterebbe di un mero problema di tecnologia, e sappiamo che i problemi di tecnologia si risolvano in fretta- (1) ma e’ molto piu’ complesso.Meglio chiarire innanzitutto che per “auto elettrica” intendo qualcosa che comunque per ora non esiste, ovvero un’auto a propulsione elettrica con le stesse  caratteristiche di autonomia di quelle a carburanti fossili.

Potete vederlo chiaramente facendo delle ricerche per “auto elettriche”: troverete sia produttori “tradizionali” di auto, che produttori completamente nuovi, che “adattatori” di auto, cioe’ aziende che tolgono il vecchio motore e mettono al suo posto un motore elettrico.

Se vi chiedete cosa significhi, il punto tecnologico e’ che la mera sostituzione di un motore a combustione con un motore elettrico e’ di per se’ UNA NOTEVOLE SEMPLIFICAZIONE tecnologica. Con questo voglio dire che se vogliamo SOLO sostituire un motore, o vogliamo imitare un motore a benzina con un motore elettrico, una semplice centralina con una eprom (che mi faccia la curva della coppia) e un motore elettrico in commercio sono piu’ che sufficienti.

Questa e’ la ragione per la quale aziende relativamente piccole possono tentare l’avventura dell’auto elettrica: sinora la produzione di un’auto a combustione interna era vincolata (mi riferisco anche e specialmente sul piano dei brevetti)a dei grandi produttori che avevano brevettato tutto cio’ che riguarda l’ottimizzazione di queste caldaie a quattro ruote.

Ogni strada e’ ormai tentata, ogni cosa e’ brevettata, chi e’ in pista e’ in pista, chi non c’e’ non c’e’.

L’elettrico riapre la corsa, perche’ essendo meno difficile da implementare nelle caratteristiche iniziali, diventa un ariete per le aziende “nuove” che vogliano darsi all’auto. Avuto il pianale , e la carrozzeria, non e’ difficilissimo riprogettare il resto per l’elettrico.

Qui il primo punto: investire sui nuovi modelli e’ rischioso perche’ si rischia di costruire nuovi stabilimenti e di fare nuove auto, proprio nel momento in cui il primo “Steve Jobs” della situazione arrivera’ e si prendera’ il 90% del mercato solo perche’ e’ il primo.

Quanto tempo manca all’arrivo dello “Steve Jobs” delle auto elettriche, il quale arrivera’ con un’auto elettrica funzionante E comoda? E’ questione di tempo, ma se consideriamo l’enorme semplificazione in gioco, serve “solo” che qualcuno conosca bene il catalogo dei motori elettrici abbastanza da sostituire al grosso motore centrale due/quattro piccoli motori a ruota,  che sappia fare elettronica e/o scrivere software per la gestione abbastanza bene , e che capisca che si puo’ semplicemente creare un distributore che tolga un elettrolita liquido esausto dalla batteria, per versare nuovo elettrolita ancora bello dissociato (e quindi carico di corrente elettrica), ed e’ fatta.(2)

E’ un’idea bislacca, ma in fondo perche’ no? Voglio dire, se ionizziamo un liquido abbestia e lo mettiamo in una batteria a ioni dissociati ove libera la carica, abbiamo una batteria a liquido. Quando finisce il liquido, possiamo semplicemente svuotare la batteria e infilare un nuovo  liquido gia’ dissociato in ioni (e bello carico). Se proprio vi piace iniettare qualche liquido dentro l’automobile, potreste valutare una grossa batteria a liquido e la possibilita’ di cambiare soltanto  il liquido al distributore -che invece di vendere carburanti liquidi vende gli  elettroliti da batteria-.

Con questo non voglio dire  che l’auto elettrica del futuro sara’ cosi’, ma quel che voglio dire e’ che siccome non servono giganteschi investimenti e l’unico problema riguarda un singolo elemento (la batteria) , basta UNA idea rivoluzionaria ed e’ fatta.

Il fatto che il problema sia sempre e solo nella batteria, e quindi basti un’idea rivoluzionaria e’ il problema che attenaglia le case automobilistiche. Arrivera’ quest’anno o l’anno prossimo? Ha senso investire quando ci sara’ sempre, prima o poi, un chimico pazzo capace di avere un’idea simile, e specialmente quando basta un singolo “eureka” per risolvere l’ultimo problema ancora irrisolto?

A quel punto entra in gioco un fattore culturale.

Il problema e’ che 20 anni fa in Europa la gente non avrebbe comprato un’auto elettrica neanche a morire. Le auto andavano a benzina o diesel, punto. Non era nemmeno pensabile la necessita’ di auto elettriche. Ma oggi la popolazione e’ preparata. Si sa che arrivera’, si sa che prima o poi le caldaie che guidiamo andranno abbandonate. Basta una scintilla, UN SOLO produttore che abbia l’idea e puf: un intero settore diventa obsoleto.

Quello che si sta verificando e’ che da un lato c’e’ una domanda, che per ora e’ solo una grande aspettativa, circa auto elettriche/ibride o comunque diverse da quelle di un tempo. Il mercato avrebbe enorme elasticita’ a riguardo e assorbirebbe i nuovi veicoli molto facilmente.

Dall’altra c’e’ una tecnologia che e’ come una spada di Damocle: e’ solo questione di tempo , e non appena chiunque mettesse in commercio un’auto elettrica , le auto a petrolio finirebbero in soffitta.

A questo si aggiunge l’obsolescenza delle vecchie auto. Se prendiamo il lavoro compiuto nel mondo dell’informatica , della telefonia, ma anche soltanto del design industriale negli ultimi 20 anni e lo paragoniamo a quello avvenuto nel mondo dell’auto, non c’e’ paragone.

Fotografate pure una casa di oggi ed una di vent’anni fa. Una cucina? Una cucina. Gli stessi strumenti hanno forme enormemente diverse, interfacce verso l’utente migliorate in maniera incredibile, non c’e’ nemmeno paragone. Il soggiorno: dalla TV a tubo catodico al piatto. Guardate il progresso nel campo del riscaldamento domestico. Enorme.

Andiamo all’auto? Un volante, le frecce azionate a mano, tre pedali ancora rigorosamente meccanici, un pomello da qualche parte, contachilometri con le lancette, alcuni dei piu’ moderni con dei display digitali degli anni ’70 quando il nostro cellulare ci annuncia il tempo in maniera piu’ efficace… i designer per interni delle auto stanno dormendo. O non conoscono il concetto di “font”. Da un’auto moderna mi aspetto un volante e due manopole, una “piu’ in fretta” e una “frena”. Fine della complessita’. (Ed e’ gia’ molto che io non tiri in ballo roba come il controller WII o Kinetics).

Il design esterno e’ rimasto pateticamente identico a se’ stesso nonostante siano evidenti le minchiate. Abbiamo ancora i fanali sul davanti, cosi’ basta urtare un ostacolo e il fanale e’ da cambiare, quando si potrebbero mettere sotto o sopra la capote e lasciare il davanti dell’auto liscio, e magari pure elastico. Ci sono ancora dei fanali enormi, come se il concetto di “sorgente luminosa puntiforme” non fosse abbastanza chiaro a chi li disegna.Le capotte sono ancora quasi tutte metalliche, nonostante il rischio che un urto arrivi dall’alto sono ridicole: avete paura che un boeing vi caschi in testa? Perche’ diavolo la capote non e’ semplicemente in plastica leggera? Avete bisogno di una corazza di ferro sopra la testa?  Cosa vi impedisce di produrre solo macchine cabrio e usare una capote di plastica aggiuntiva? Vi piace la gente che non riesce a liberarsi dalle lamiere dopo un crash?

Con queste domande -magari stupide per chi progetta auto- voglio dire che la gamma di innovazioni possibili per l’auto non e’ mai stata completamente esaurita , anzi. Sembra che non sia nemmeno stata intaccata.

La verita’ e’ che il mondo intero e’ stato vittima, negli ultimi 60 anni, di un cartello tecnologico. Il quale cartello , essendo un cartello, NON HA SENTITO il bisogno di innovare. Le aziende automobilistiche erano qualche dozzina, oggi sono mezza dozzina di gruppi, e se aspettiamo loro avremo ancora volanti e leve al posto di guida mentre l’umanita’ colonizza Marte.

Non so se avete mai visto la plancia di una nave. Un tempo c’era davvero il timone (piu’ uno a prora, detto manuale, azionato da un motorista), e c’era davvero una leva “avanti tutta” “alla via cosi’”, eccetera. Oggi se entrate avete una sala comandi che sembra l’ Enterprise.

Se io prendessi un comandante di navi andato in pensione nel 1969 e gli mostrassi una plancia moderna, non la riconoscerebbe come tale. Mi direbbe che e’ fantascienza. Se prendessi un automobilista del 1969 e gli mostrassi un posto di guida attuale, ci riconoscerebbe senza ombra di dubbio il posto di guida di un’auto.

Lo stesso nel mondo dell’aereonautica: oggi dei bestioni come l’ A380 si guidano agevolmente, dove un tempo un B52 con i suoi carrelli girevoli era una sfida. Possibile che non fosse possibile far qualcosa anche alle auto?

Se andiamo ai motori, temo che il discorso non migliori affatto. Se consideriamo il progresso che hanno subito le caldaie endotermiche per riscaldamento domestico, rimaniamo strabiliati: le prime erano cosi’ inefficienti che sarebbe stato meglio mandare il gas in centrale e fare arrivare energia elettrica nelle case. Agli albori del blog ne scrissi, e avevo ragione.Oggi le caldaie per interni sono dei contenitori chiusi con efficienza energetica enormemente superiore, e se dicessi le stesse cose avrei torto: oggi conviene portare il gas nelle case. Tanto e’ cambiato lo scenario.

Ho  il fondato sospetto che, oggi , un motore a vapore(3) alimentato a gas e ben progettato potrebbe vincere la gara energetica contro l’automobile a benzina. E non perche’ un motore a vapore sia una trovata geniale: perche’ gli odietni  motori delle auto sono, detto come va detto, UNA CATASTROFICA MONTAGNA DI MERDA inefficiente e rumorosa.

In queste condizioni capiamo bene che l’auto come la conosciamo ha resistito semplicemente perche’ esisteva un cartello che faceva tutte le auto allo stesso modo , e solo in quel modo. Troppe cose erano fattibili e non sono mai state fatte.

Cosi’, il punto e’ che semplicemente l’industria dell’auto si trova in uno stallo, si trova a meta’ del guado. Il mondo occidentale e’ stato preparato culturalmente alla “green economy”. Tutti noi sentiamo, sappiamo o troviamo scontato di essere alla viglila di una nuova epoca. L’auto elettrica e’ ferma per un SINGOLO problema tecnologico il che significa che basta un solo “eureka!” e cala il sipario.

Sinora le aziende automobilistiche hanno tentato di fermare il processo comprando TUTTI i brevetti per nuove tecnologie di batterie elettriche, al punto che il mondo della telefonia mobile ne ha sofferto.(2) Ma questo significa solo ritardare il problema: prima o poi arrivera’ l’ “eureka!”. Arriva sempre, quando ci sono soldi in palio.

Quindi no: oltre alla crisi e al credit crunch, gli investimeni in occidente diminuiranno di continuo, perche’ le case automobilistiche SANNO che prima o poi arrivera’ l’ Eureka! da qualche parte, e non si muoveranno sino a quando non capiranno se e come cavalcare la tigre o tentare di ucciderla.

Cosi’, la mia personale opinione e’ che si, c’e’ crisi. Si’, c’e’ credit crunch. Si, c’e’ disoccupazione. Ma sinche’ in occidente c’e’ l’aspettativa di una nuova era dell’auto, e sinche’ c’e’ una tecnologia che ha UN SOLO problema e basta quindi un solo eureka! a risolverlo, di investimenti nel mondo dell’auto ne vedrete pochi.

Se gia’ quest’anno le utilitarie non ibride devono fare i conti con gli ultimi lanci ibridi di Toyota,  immaginate il terrore che hanno nel pensare che domani un pinco pallo con pochi investimenti possa buttare fuori un’elettrica.

Quello che faranno sara’ di reagire ritirandosi. Come fanno normalmente tutti gli oligopolisti quando si rompe il cartello, o rischia di farlo.

Uriel Fanelli, 2 luglio 2012

(1) L’idea bislacca che occorra attaccare una macchina ad un cavo per ricaricarla, per esempio, e’ idiota. Basta porre il primario di un trasformatore nella macchina, regolarlo in RLC per risuonare ad una certa frequenza, avvicinare il secondario alla carrozzeria e puf, senza neanche il cavo (e neppure la necessita’ di un contatto, cosa pericolosa quando volete caricare l’auto mentre piove)  si ricarica l’auto. Potete farlo tranquillamente sotto l’auto (per questioni di sicurezza) o sopra l’auto stessa, facendo calare dall’alto il secondario del trasformatore. Il perche’ di questa frenesia dei cavi -che andare sotto la pioggia a caricare un’auto bagnata col cavo elettrico vi preoccupa e fate bene- lo sapete solo voi.

(2)Davvero: potremmo avere cellulari , tablet e computer portatili che rimangono carichi settimane se non mesi, e parlando con un uomo di una casa produttrice imparo che il brevetto di quelle batterie e’ inutilizzabile per il veto DI UNA CASA AUTOMOBILISTICA che ha comprato il brevetto e teme la produzione su scala di quella tecnologia?

(3) Non che per l’ambiente sarebbe meglio: il vapore d’acqua e’ un gas serra mica da ridere, e’ peggio del CO2.

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