Il Fiscal Compact.

Non so perche’, ho visto un picco di richieste di commentare il fiscal compact, addentrandomi sulla sostanza e sulle eventuali (?) alternative. La richiesta e’ strana, anche se “fiscal compact” e’ qualcosa che in italiano andrebbe tradotto con “piano di rientro” cioe’ come una pianificazione sul rientro di un debito, che viene pagato a rate programmate, sino ad esaurirsi o a finire sotto un certo punto. Di per se’, quindi, non dovrebbe essere un concetto complesso da capire.

Il punto e’ che il debito pubblico distrugge l’orizzonte degli investimenti, introducendo sul mercato un investimento a basso rischio, e rendita sicura. In un ciclo economico virtuoso, il denaro risparmiato dalle famiglie viene depositato in banca, e poi prestato alle aziende con una certa leva. Se introduciamo debito pubblico, le banche danno garanzie forti agli utenti per attrarli, e poi si gettano sui titoli di stato. E non investono nelle aziende i soldi che vanno in btp.

Il problema non e’ nemmeno legato a studi o meno: il punto e’ che nessuna banca prestera’ soldi alle imprese mentre puo’ comprare soldi allo 0.25% di sconto e guadagnare un 4% dai titoli senza alcun rischio connesso, o quasi. E’ una mera questione di concorrenza: il titolo con meno rischio e piu’ resa e’ scelto come investimento.

Quindi, l’intera UE rimarra’ sotto pressione creditizia sino a quando non si abbattono i debiti pubblici sotto una certa soglia.

Da questo punto di vista, nessuno ha la forza di obbligare gli altri a firmare un piano di rientro: raccontare fandonie su enti o nazioni che avrebbero costretto l’ Italia a firmarlo e’ ridicolo, per una ragione. “Altrimenti che facevano?”. Se l’ Italia non avesse firmato il fiscal compact, cosa vi facevano? Cosa vi faceva la UE? Nulla. Cosa vi faceva la Germania? Nulla.

Certo, Mussolini fu costretto da Hitler a fare questo e quello. Ma Hitler aveva occupato il nord del paese. Ed era per questo che “costringeva”.  Oggi come oggi, non ci sono minacce tali per cui “o firmi il fiscal compact o faccio la terribile cosa X”. Il fiscal compact fu firmato perche’ si considerava vantaggioso.

Come mai?

Il fiscal compact e’ qualcosa che libererebbe la PROSSIMA generazione dal peso del debito pubblico. Si tratta di rientrare in 20 anni del debito pubblico, ad un ritmo che per l’ Italia si traduce di 50 miliardi/anno.

Che cosa succede pagando i propri debiti al ritmo di 50 miliardi anno/tra 20 anni?

Succede che tra venti anni (se non si chiedono altri soldi in prestito per sputtanarseli in sprechi e mignotte) il debito sara’ rientrato di circa 1000 miliardi. Il che, considerando un interesse medio attorno al 4.5%, significa meno interessi per 45 miliardi. Significa che, dopo il rientro,  i vostri figli pagheranno, (idealmente per sempre) 45 miliardi in meno di interessi.

Non sono solo gli interessi sulla quota abbattuta il problema: essenzialmente, se il debito italiano scendesse fino al 60% del PIL, si otterrebbe un migliore tasso di interessi anche sul debito rimanente, il che significa che potete assumere tranquillamente che pagando 20 rate annuali  da 50 miliardi , alla fine, pagherete 50 miliardi di meno di interessi ogni anno. Idealmente, per sempre.

Si tratta cioe’ di una misura che beneficia la prossima generazione, anche se non appena il debito si abbattesse di 200-300 miliardi, immediatamente il rating migliorerebbe e quindi ne sentirete i benefici entro 4-5 anni, circa. Sempre che i “benefici” non vengano sputtanati in corruzione , mignotte e sprechi.

In definitiva, il “fiscal compact” obbliga la generazione attuale a sacrificarsi per la prossima , restituendo i soldi chiesti in prestito alle banche.

Su questa cosa vorrei essere chiaro: il debito pubblico sono soldi che lo stato ha chiesto in prestito. Non  Che voi lo chiamate “vendere il debito” puo’ anche andare, cosi’ come potete chiamare “escort” una puttana, ma rimane il fatto che quei 2100 miliardi di euro sono soldi che l’ italia ha chiesto in prestito a delle banche.

Andiamo alle ipotesi alternative che mi chiedete di commentare. Voi dite: “il governo italiano decide che il Fiscal Compact non si fa piu’, e che semmai si “ristruttura” il debito”.

Benissimo: ristrutturare il debito e’ un modo per dire che il debito non lo pagate , cioe’ che vi tenete i soldi che altri vi hanno prestato.

Supponiamo allora che, in qualche modo, voi diceste che da domani i 2100 miliardi sono solo 1000, e che i creditori debbano accontentarsi. Apparentemente avete ottenuto lo stesso risultato, ma solo apparentemente. Siccome questo e’ sicuramente un evento creditizio, il rimanente debito (da rinnovare di continuo) sarebbe classificato “D”. E questo significa pagare un interesse, verosimilmente (e ottimisticamente) , attorno al 25/30%.

Supponiamo anche che non chiedano di piu’ (fanno sulla grecia), significherebbe che da quel momento il debito residuo, sebbene dimezzato, vi costerebbe 250/300 miliardi ogni anno.

A questo ritmo, sarete di nuovo a 2100 miliardi dopo 4 anni, e da quel momento, siccome sarete ancora “D”, questa massa vi costerebbe dai 500 ai 600 miliardi di euro ogni anno. Circa quanto lo stato incassa di tasse oggi. Dopo 4-5 anni dalla vostra “ristrutturazione”, cioe’, vi ritrovereste a chiedere disperatamente aiuto, come fa la Grecia, per pagare interessi pazzeschi sul debito.

Un tempo, qualche anno fa,  avreste potuto evitare questa cosa sfruttando il cuscinetto offerto dalle banche, ma oggi tale cuscinetto e’ gia’ usato.  Per questo dico che un tempo potevate anche pensarci, ma oggi no.

E qui c’e’ il secondo punto: quando parlate di ristrutturare il debito, di quale parlate? State dicendo che chi ha comprato i buoni del tesoro si trova con un pugno di mosche? Risparmiatori? famiglie? Quindi, volete prendere, che so io, i 32 miliardi di btp di Montepaschi e decidere per un taglio, e montepaschi si trova con gli stessi prestiti operativi , ma una garanzia di soli 16 miliardi? Se consideriamo la massa di btp in mano alle banche italiane, non mi sembra decisamente una mossa geniale: quei 32 miliardi di btp che MPS ha in pancia, servono come asset, come garanzia per poter prestare soldi alle aziende. Nel momento in cui dimezzate i 32 miliardi di beni in cassa ad MPS, MPS dovra’ dimezzare tutto il credito che ha dato in giro usando quei btp come garanzia. E questo vale per TUTTE le banche italiane.

Il punto e’ che voi sognate una situazione nella quale voi “ristrutturate il debito” ma solo quello in mano a stranieri. Il guaio e’ che il debito italiano e’ molto volatile e trattato, quindi non potete prendere la mira cosi’ bene: non appena avessero sentore di una mossa del genere, gli stranieri getterebbero i btp sul mercato, causandone una brusca rivalutazione, che colpirebbe principalmente le banche italiane.

Inoltre, c’e’ tutto il risparmio degli italiani , che spesso e’ investito in btp (direttamente o tramite panieri), e che improvvisamente verrebbe distrutto. Dovevate pensarci PRIMA, quando ancora le banche italiane detenevano pochi btp.

MA c’e’ da dire un’altra cosa: che una “ristrutturazione” si fa soltanto con un accordo. Accordo che richiede una trattativa. Che dura del tempo. Altrimenti i creditori andranno a riscuotere i CDS: chi ha comprato il debito, prestandovi soldi, ha anche comprato cds, cioe’ ha scommesso che non pagherete. Se pagate, bene:  se non pagate, hanno vinto la scommessa e riscuotono la scommessa.

Ma supponiamo pure che iniziaste una trattativa per la ristrutturazione.
In quel preciso momento, SOLO perche’ una trattativa e’ iniziata, il mercato reagirebbe giocando sul valore dei CDS, che andrebbe alle stelle, e oscillerebbe a seconda delle indiscrezioni dei giornalisti, per tutta la trattativa. Nel frattempo, cioe’ IMMEDIATAMENTE, le agenzie di rating dovrebbero declassare il debito per via del costo del CDS, col che semplicemente l’interesse schizzerebbe alle stelle. E sia chiaro: a quel punto non avete ancora concluso niente. Se per caso la trattativa NON andasse a buon fine, e finisse con un nulla di fatto, vi trovereste a pagare interessi ENORMI sul debito. Solo per aver PARLATO di ristrutturazione del debito.

La disastrosita’ evidente dell’alternativa ha spinto il governo a firmare il Fiscal Compact, cioe’ un piano di rientro in 20 anni.  Nessuno ha dovuto costringere nessuno, per la semplice ragione che e’ il solo modo per uscirne viscera intacta. Qualche anno fa, c’erano dei mercati di sbocco promettenti come quello del mediterraneo, per cui potevate anche “litigare” con USA e UK e trovare sbocchi li’. Potevate ancora stipulare accordi sul mercato indiano, ma oggi i rapporti sono rovinati. Il mercato russo tirava molto e c’erano ottimi rapporti con Berlusconi. Potevate stipulare accordi sul mercato sudamericano, ma  dopo Battisti i rapporti sono rovinati.

Quindi, oggi come area di sbocco vi rimane la solita UE , UK e USA: non potete permettervi uno scontro a muso duro coi creditori, perche’ se LORO chiudono il rubinetto, i loro finanzieri smetteranno di finanziare le aziende che comprano “il made in Italy”  come ritorsione, e nello scontro non avete speranze, visto che le esportazioni sono l’unica cosa che vi tiene a galla.

Ovviamente, tutte queste minacce possono venire attuate in questo ordine o in un altro ordine, con questa o con altre modalita’, ma questo non cambia di una virgola il succo del problema: siete troppo vulnerabili per poter giocare a muso duro.

Sicuramente, se anziche’ seguire la ricetta di Monti si fosse giocato sui nervi e si fosse visto il bluff dei mercati nel 2011, tenendo il governo al suo posto e non facendo NULLA, le cose sarebbero andate diversamente, e sarebbero stati i creditori a CHIEDERE una ristrutturazione, o perlomeno a proporne una. In tal caso, voi avreste avuto il coltello dalla parte del manico: all’epoca il debito era bello liquido nelle tasche di altri.

Ma nel momento in cui, con Monti, avete scelto a furor di piazza di non giocare pesante, questo e’: il Fiscal Compact e’ l’unico modo con cui potete uscirne. Vi sacrificherete per dare ai vostri figli un futuro migliore: 20 anni di sacrifici per liberare la prossima generazione dai debiti.

Del resto, anche il minchiadura della situazione , Grillo, scrive questa cosa sul fiscal compact SOLO nel sito italiano : se andate sul sito in Inglese,  http://www.beppegrillo.it/en/  non trovate nessuna traduzione dello sproloquio sul fiscal compact. Essendo l’italiano una lingua poco parlata nel mondo, Grillo puo’ dire in italiano cio’ che vuole, ma deve stare molto attento a quel che scrive in inglese, dal momento che basterebbe che una dichiarazione di Grillo in inglese fosse ripresa da un giornale di finanza, e le polveri prenderebbero fuoco.

Se osservate il sito in inglese di Grillo, infatti, vengono tradotti solo quei post che fanno pensare lo straniero ad un partito ecologista ed europeista, che quasi rimpiange gli ideali illuministi dell’Europa. Ha addirittura impostato una regola sul blog per mandare i browser di stranieri (la regola e’ basata sul linguaggio che impostate sul browser ed i relativi headers, infatti, e non su geolocalizzazione!) solo sul sito inglese: non sia mai che qualcuno su qualche giornale  traduca che un partito al 25% vuole rinnegare il fiscal compact e rinegoziare il debito: gli Agnelli/Elkann non sono fessi.

Ovviamente, il mero problema della traduzione dall’italiano non fermera’ a lungo i giornali finanziari dal tradurre il fatto che M5S propone di ristrutturare il debito italiano dopo le prossime europee, ne’ potra’ fermare eventuali dichiarazioni dopo i risultati elettorali.

Cosi’, il punto e’ : se davvero credete che  una volta mandati venti, trenta parlamentari a Bruxelles potrete tranquillamente rinegoziare il debito, siete degli illusi. Non ci sono piu’ le condizioni per mandare a quel paese i creditori, perche’ sono anche i clienti di cui avete bisogno. La situazione per cui mandate a quel paese i creditori e’ quella in cui NON avete bisogno di loro come clienti, e si e’ verificata , per una finestra breve, circa 4/5 anni fa.

Se a prestarvi i soldi e’ una banca, e questa banca serve solo aziende con cui non lavorate, potete mandarla a quel paese. Ma se la stessa banca presta soldi ai vostri clienti, ai vostri fornitori, ed e’ anche il vostro barbiere, ed il vostro medico, ed e’ il piu’ grande cliente della vostra azienda, probabilmente mandarla a cagare non vi conviene.

Cosi’, il Fiscal Compact e’ semplicemente questo: un piano ventennale di rientro del debito, in 20 rate annue da 50 miliardi. E non ha alternative.

Peraltro, tra sprechi e ottimizzazioni 50 miliardi sono un obiettivo raggiungibilissimo dalla PA italiana, ove esistono vasti margini di intervento: da un certo punto di vista, avere cosi’ tanto spazio per il miglioramento nella PA vi e’ pure propizio: nazioni con una PA piu’ efficiente, come la Francia, dovranno sudare di piu’.

Quindi, niente di che. Avete effettivamente avuto una finestra nella quale sarebbe stato possibile ristrutturare, ma oggi e’ chiusa: i mercati di riferimento per le esportazioni sono praticamente identici a quelli di riferimento per il credito.

In queste condizioni, un piano a vent’anni e’ molto piu’ di quanto non possiate sperare. Non e’ sempre cosi’ facile ottenere un piano ventennale per il rientro. Se dovete preoccuparvi di qualcosa, semmai preoccupatevi del rientro degli LTRO.

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