Il decreto cocococompetitititititarattatta’.

Vedo che Monti detto anche “il maestro della scuola per speculatori finanziari”, che poi sarebbe anche il preside (1)oggi, sta portando a termine il suo disegno di declino dei redditi, che completera’ il quadretto di desertificazione industriale dell’ Italia. Sto parlando del famoso “decreto competitivita’”, che essenzialmente garantisce all’ Italia di peggiorare la propria posizione industriale fino ad esaurirla. Ma prima ho un messaggio per i sostenitori dell’ M5S: non potete parlare qui perche’ non avete il permesso di Grillo di farlo.

Finisco coi farlocchi grillini: dunque, Grillo vi dice che non potete andare in TV. Molto bene: quindi e’ lui a decidere dove e se potete parlare. Va benissimo, ognuno fa quel che vuole. Ma stando il fatto che accettate questa regola, per parlare sul mio blog avete bisogno del SUO permesso.

Dunque, se volete il permesso di accedere a questo blog, non dovete fare altro che chiedere a Grillo o a Casaleggio di consentirvi di farlo. E’ facile: il Grillo o il Casaleggio prendono il loro programma di email e, usando internet (wow!) mi scrivono che voi e proprio voi , identificati da un documento che lui conosce perche’ ve lo chiede per poter votare online -LOL- , potete parlare qui.  Mica che poi vi espelle con un PS per aver scritto qui.
Quando avro’ ricevuto il permesso scritto dal vostro capo/megafono/frullatore/sgabello rococo/qualsiasititoloabbiaGrillodomani, permesso che evidentemente vi serve per parlare su un media diverso dal suo blog, allora dovrete solo sottoscrivere il manifesto di questo blog, leggere le FAQ e le regole del forum, sottoscriverle -ve lo chiede anche Grillo per dare voce a voi- e a quel punto potrete parlare.
No , non sono regole vessatorie o antidemocratiche: sono le stesse regole dell’ M5S. Siccome anche io sono su internet -a dire il vero avevo il mio blog qualche annetto prima di Grillo- , ho anche io il diritto di seguire le stesse regole.
Detto questo, andiamo al disastro della “competitivita’”. Innanzitutto, bisognerebbe spiegare a Monti che “Produzione” e “Produttivita’” non sono la stessa cosa. La produttivita’ e’ data dal rapporto tra le risorse necessaria a produrre e la quantita’ di prodotto. E’ ovvio quindi che se producete il doppio perche’ raddoppiate le risorse, avete accresciuto la produzione ma non la produttivita’.
Allora arrivano i truffatori , cioe’ i ragionieri d’alto bordo, e vi dicono: definiamo la produttivita’ in maniera UN POCO diversa. Diciamo che la produttivita’ e’ il rapporto tra IL COSTO delle risorse richieste e il VALORE DI MERCATO del prodotto.
E’ un discorso difficile da debunkare, nel senso che per il ragioniere, che vede solo il bilancio, le cose sembrano coincidere. Allora, se per aumentare DAVVERO la produttivita’ occorre che si usino MENO risorse per ottenere un bullone, per aumentare il concetto truffaldino dei bocconiani basta abbassare IL COSTO delle risorse.
Dal punto di vista del bilancio questo e’ vero, e se credete che un’azienda sia una banca dalla quale il padrone va a ritirare soldi, probabilmente SEMBRA tornare. Ma.
Questo approccio e’ vero sul piano microeconomico, ma non su quello macroeconomico. Quello che stanno facendo con questo decreto, la stessa merda che predicano i neoliberisti, e’ che anziche’ aumentare la produttivita’ degli impianti si puo’ aumentare la produzione abbassando I COSTI di una risorsa specifica, che e’ la manodopera.
Non stiamo modificando una virgola dell’impianto microeconomico, ma … innanzitutto la logistica ha un costo. Se facciamo rimanere , diciamo da 8 a 12 ore al giorno le persone al lavoro, senza pagarle di piu’ abbiamo tutta l’usura aziendale in aumento, tutti i costi di riscaldamento e manutenzione in aumento, illuminazione e sicurezza e compagnia bella, per cui del nostro aumento da 8 a 12 ore di ore ce ne restano un pochino di meno.
Questa cosa va portata su una intera scala macroeconomica, e ovviamente e’ vero che possiamo avere molte piu’ ore lavorate e quindi piu’ produzione, ma abbiamo costi logistici ed energetico enormi perche’ se 160 ore/mese passiamo a 240 nello stesso mese crescono le spese, ma paradossalmente abbiamo abbassato le spese in famiglia: abbiamo meno riscaldamento a casa, meno energia a casa, meno consumi domestici in generale, e con meno tempo libero abbiamo meno spesa accessoria.
Cosi’ il primo punto e’ che se mettete tutti i lavoratori a lavorare anche a Natale , ottenete nessun cenone di natale e nessun regalo di natale. Ma questo e’ l’effetto minore, perche’ in fondo gli industriali vi dicono che poi il prodotto lo vendono all’estero, cioe’ a lavoratori che hanno tempo libero e redditi -nella speranza che anche i loro governi non facciano “decreti competitivita’”.
Il vero problema e’ un altro.
State facendo il decreto competitivita’ decidendo di alzare la competitivita’ delle aziende semplicemente facendo costare MENO il costo del lavoro. Se allo stesso prezzo di 8 ore ne lavorate 12, avete fatto un bello sconto. Questo salvera’gli imprenditori che potranno avere piu’ produzione alla stessa produttivita’, con un artifizio contabile per far sembrare loro che usino le stesse risorse di prima.
Ora,  quanto puo’ durare questo? Diciamo che il vantaggio competitivo durera’ -forse- 2-3 anni. Nel frattempo il mondo cosa fara’? Diciamo che qualcuno -non tutti- investiranno ammodernando le industrie e la pubblica amministrazione.
Mettiamo che questa filosofia (o una analoga ad II , Industrial Internet) possa arrivare in 2-3 anni, almeno nelle industrie piu’ avanzate: http://www.ge.com/audio_video/ge/technology/meet_the_ge_engineers_building_the_industrial_internet.html
Fra due anni avrete una classe di lavoratori esausta per ritmi da 12 ore al giorno, non potrete chiedere loro di piu’, e alziche’ recuperare una sola rivoluzione, l’ IT, dovrete recuperarne due, IT + II. Anche se tra due anni le banche vi dessero credito per investire, non vi daranno MAI il credito che serve a superare DUE gradini di svantaggio.
Il palliativo, cioe’, UCCIDE.
Se sul piano puramente tattico un’azienda puo’ pensare di “comprare tempo” , nel senso che cosi’ facendo resistera’ altri due (forse tre) anni mentre gli altri migliorano le loro infrastrutture. Ma fra 2/3 anni, i concorrenti avranno migliorato, e SE NECESSARIO nei momenti di picco potranno ancora chiedere uno sforzo straordinario agli operai, cioe’ qualche ora in piu’ per qualche tempo.
Al contrario, tra due anni, finito il tempo comprato, gli imprenditori italiani che stanno per passare da 8 ore a 12 -gratis- , non potranno chiedere straordinari (2), e saranno ancora obsoleti come oggi, mentre gli altri avranno fatto un altro passo avanti.
Questa merda di agire sul costo di manodopera, in paesi che hanno servizi avanzati e una industria relativamente moderna, e’ semplicemente SUICIDA. L’ Italia ha perso ANNI di investimenti in R&D e in IT perche’ , anziche’ dire agli imprenditori “investite e migliorate le imprese” si e’ detto loro “non c’e’ bisogno, vi daremo manodopera a prezzo basso”. Stagisti, Cocopro, Cococo, finte Partite IVA e chi piu’ ne ha e piu’ ne metta.
Cosi’, gli ultimi anni sono passati senza che la maggioranza degli imprenditori italiani abbia investito, o quasi. Solo un 30% scarso si e’ tenuto allineato alla tecnologia. (3)
Cosi’, gia’ oggi le imprese, la maggioranza, arrivano da un decennio in cui al problema della produttivita’ hanno sempre risposto “qualcuno deve lavorare piu’ tempo gratis”. E non hanno mai aggiornato il sistema produttivo.
Quindi, c’e’ un GAP di 10 anni.
Dopodiche’, adesso c’e’ un’altra rivoluzione in arrivo, cioe’ M2M e Industrial Internet, e che cosa fate? Invece di dire “signori, aggiornatevi o chiudete”, gli si dice “ehi, non vi preoccupate. Non dovete aggiornarvi.  Non siete proprio costretti.Vi diamo schiavi ancora piu’ economici!“.
Questo non e’ costruire un futuro. E’ DISTRUGGERE il futuro. Si stanno piantando i semi della PROSSIMA crisi industriale italiana, quando la distanza tecnologica sara’ ancora piu’ grande, e vi chiederanno 14,16 ore al giorno perche’ 12 non bastano piu’, per poi realizzare che con sistemi obsoleti non ce la fanno nemmeno cosi’: “II” , Industrial Internet, e’ un complesso la cui efficienza cresce piu’ che linearmente con il numero di aziende che la applicano. Ogni punto percentuale di GAP in questo campo costera’ a qualsiasi paese qualcosa come 4 o 5 punti di pil.
E’ come il telefono: se lo hanno in due, parlano solo tra loro. Ma quanto ce l’hanno in quattro, ognuno di loro potra’ parlare con altre 3 persone. Se ce l’hanno in 100, ognuno di loro potra’ parlare con 99 persone. E cosi’ via, con l’aumento del numero di utenti il vantaggio cresce del numero di utenti PER il numero di utenti meno uno. Cosi’ , con II, mano a mano che le imprese lo adottano, cresce la quantita’ di vantaggi che se ne hanno. Rimanere indietro qui e’ mortale.
I fanatici della decrescita adesso se ne usciranno dicendo “ehi, ma non puoi pensare ad una crescita(4) infinita, ci sono limiti”. Aha. Sono come quelli che arrivano e dicono “ehi, ma il corpo umano ha limiti, e prima o poi non ci saranno piu’ record sportivi”. Ok. Ma se lo dice chi arriva ultimo nella gara, sembra un discorso in cattiva fede, isn’t it? Spostare sulla filosofia o sui discorsi sui grandi sistemi, una sconfitta non la rendera’ ne’ meno difficile da accettare ne’ meno difficile da sostenere.
E’ vero che questo governo di incompetenti cattedratici sta per finire, ma credo che i danni fatti saranno molto difficili da sostenere, specialmente se come controparte di questa filosofia c’e’ quella penosa bibliotecaria sovietica che e’ la Camusso, che non si pone il problema della competitivita’ e dell’innovazione, ma solo della conservazione delle tessere del suo sindacati.

 

Come al solito, si realizza il consueto accordo di massima tra sindacati e imprenditori: uno non investe e chiede sacrifici ai lavoratori, che il sindacato poi avra’ gioco a portare in piazza, come tanti criceti nella ruota, senza ottenere nulla che non sia far vedere quanti militanti abbia il sindacato.
In pratica, vi hanno appena preparato la crisi industriale del 2015.
Uriel
(1) L’ Idea di Monti che ferma i finanzieri speculatori, quando lui stesso e stato il loro professore prima e preside poi, mi ha sempre fatto ridere. Se vuole fermare i finanzieri speculatori -almeno la genia piu’ aggressiva in Italia- non deve fare altro che smettere di firmar loro diplomi di laurea.
(2) A meno di non trasformare le aziende in Gulag 1644: sedici ore di lavoro, quattro di riposo e quattro di sussistenza (mangiare, lavarsi, vagare in un recinto, etc). Tempo di sopravvivenza medio, tre anni e mezzo, chiedere a Giuseppe Stalin se interessati. Curioso come i liberisti somiglino ai comunisti, eh? In fondo, sono due lati del muro di Berlino, e si sa, un muro e’ lo stesso  muro da entrambi i lati.
(3) Tempo fa scrissi che l’industria italiana -e con lei l’occupazione- sarebbe collassata verso la fine del 2012. Mi avete dato del catastrofista. Ditemi, come leggete i dati attuali sull’ industria ? http://www.cna.it/Primo-Piano/Crisi-Crollo-dell-edilizia.-A-settembre-8-.-Fatturato-industria-4-2“Su base annua il calo, il nono consecutivo, è pari al 5,4%. Lo rileva l’Istat. Male anche gli ordinativi (-4% settembre, -12,8% su base annua).”
(4) Del resto nessuno propone una crescita infinita, ma innovazione infinita. Che e’ un discorso diverso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *