Il collasso delle sinistre in occidente, Capitolo II.

Il collasso delle sinistre in occidente, Capitolo II.

Avevo iniziato un discorso sul collasso delle sinistre in occidente, e poi ho dimenticato di portarlo avanti. Bene, ho deciso di postare oggi il secondo capitolo, ove descrivo un’altra fase del loro collasso, che ha un nome: Ortodossia.

L’ortodossia e’ un fenomeno che attraversa tutti i movimenti politici, cioe’ tutti i gruppi che nascono attorno ad un concetto puramente estetico, privo di sostanza o la cui sostanza sia irraggiungibile (come avviene per le religioni). Quello che succede a questi movimenti e’ che sono inevitabilmente soggetti al fenomeno della moda, e le mode sono passeggere.

Succede che l’estetica che era andata bene sino a quel momento non trova piu’ consensi, e al movimento e’ chiesto di cambiare radicalmente la propria estetica, oppure andra’ incontro al collasso politico.

Il collasso politico puo’ presentarsi come scisma, come successe con Lutero, che si ribellava all’estetica cristiana-gotica, per via di alcuni suoi aspetti terrificanti.

Il collasso delle sinistre in occidente, Capitolo II.
Si, quelle tre sono proprio delle gabbie di acciaio per condannati a morte. La chiesa di San Lamberto si trova a Münster.

Quando l’estetica di un movimento finisce di piacere, oltre allo scisma puo’ iniziare un rinnovamento, il movimento puo’ reagire modificando la propria estetica, persino il proprio linguaggio:

Il collasso delle sinistre in occidente, Capitolo II.
Decisamente meglio di tre gabbie per morti putrefatti.

Oppure collassera’ e finira’ nell’armadio dei vestiti che non mettiamo piu’, e che in fondo ci vergognamo di avere mai messo. Nel caso dello scisma luterano la richiesta venne da un gruppo che si stacco’ dalla vecchia estetica gotica per abbracciarne una piu’ amichevole, o almeno una meno terrificante.

Io non amavo il Dio giusto che punisce i peccatori, anzi, lo odiavo; pur vivendo infatti una vita di monaco irreprensibile, davanti a Dio mi sentivo un peccatore con la coscienza sempre inquieta, e non riuscivo a confidare che la mia riparazione potesse placarlo. M. Lutero  (pp. 167-168)

Quando avviene un crollo di consensi , ad un movimento politico viene sempre chiesto un cambio radicale della propria estetica.

Se questo cambio riesce il movimento politico puo’ sperare di sopravvivere al tempo, altrimenti e’ condannato allo scisma e infine alla scomparsa.

Non possiamo dire che la sinistra non sia cambiata: se pensate al periodo in cui erano filosovietiche e (filo)comuniste, per arrivare al momento odierno di cambiamenti ne hanno fatti, e piu’ di una volta hanno stravolto la propria estetica, cioe’ la proposta politica (la politica non ha contenuti per definizione, essendo pensiero estetico).

Ma in questo periodo anche gli ideali del liberismo economico, che la nuova estetica della sinistra sembrava abbracciare, non piacciono piu’. Se e’ vero che la vecchia estetica comunista non piace piu’ alle masse, anche le ultime mode del radicalismo americano e della sinistra bourgeoise non piacciono piu’. Anche l’estetica del liberismo non piace piu’, non trova consensi.

Alla sinistra moderna , rimasta senza un’estetica attraente, non rimane che cambiare estetica ancora una volta. Ma i movimenti politici spesso non riescono a farlo, perche’ entra in gioco la malattia senile dei movimenti politici, la piu’ pericolosa tra esse, cioe’ l’ ortodossia.

L’ortodossia e’ una sottobranca del pensiero estetico, che definisce il bello come “puro”, e associa l’attrazione verso il bello alla ricerca della purezza. Quando un movimento politico sceglie questa estetica, cioe’ questo programma politico, lo fa in diversi modi.

  • Il mito delle origini. Succede che si sceglie un momento (piu’ o meno mitologico) della storia e si decide che tutte le verita’ del movimento siano state scritte in quel momento, una volta e per sempre. Solo chi aderisce alle idee “degli inizi” e’ un puro, e come tale e’ autorevole e degno.
  • Il mito della scolastica. In questa versione si sceglie l’estetica dell’intellettuale come estetica vincente, e quindi si decide che quando piu’ un leader e’ addentro alla scolastica delle idee, conosce date e nomi, cita autori del passato e sembra quasi uno di loro nella presenza fisica, allora e’ un puro, purificato dalla fatica degli studi, e come tale e’ autorevole e degno.
  • Il mito dell’eroe. In questa versione dell’estetica si decide che e’ bello colui che ha dato molto, spesso a caro prezzo, per il partito. E allora se eravate in piazza in un dato momento storico, che siano i leoni di Nerone o Woodstock, siete dei “puri” che hanno vissuto sulla propria pelle “le grandi battaglie”. Questa visione ovviamente attinge all’epica del partito, quindi premia un certo numero di “eroi della causa” definendoli autorevoli e degni.
  • Il mito del martire. E’ un sottoinsieme dell’estetica dell’eroe, ma anziche’ basarsi sull’epica dell’eroe che lotta, si basa sulla tragedia del perseguitato che muore. In quest’ottica chi e’ stato incarcerato per gli ideali (o sbranato dai leoni, non importa) o ha sofferto discriminazioni e persecuzioni e’ il piu’ autorevole e degno.
  • Il mito del moderno. In questa estetica (la modernita’) il futuro e’ automaticamente in conflitto con la tradizione, e quindi chi e’ piu’ in conflitto con la tradizione  spiegando il “vero” e “attuale” concetto che e’ stato nascosto dalla patina delle tradizioni,  e’ il piu’ autorevole e degno.
  • Il mito del corretto. In questa estetica soltanto un linguaggio assolutamente corretto e una grammatica inflessibile e severa possono rappresentare bene le idee. Si stabilisce immediatamente una polizia del linguaggio che si occupa di devastare il dibattito correggendo le virgole , la forma e lo stile: chi corregge gli errori grammaticali altrui e’ il piu’ autorevole e degno.

Tutti questi errori portano inevitabilmente all’ortodossia. In realta’ un partito e’ fatto da persona, e l’estetica del partito non e’ altro che la scelta della propria classe dirigente: l’unico cambio di estetica che riesce e’ il ricambio completo della classe dirigente. Ma l’ortodossia viene normalmente utilizzata proprio per ottenere che la vecchia classe dirigente rimanga al proprio posto.

Tutte le soluzioni che ho elencato sopra sono destinate a fallire.

  • Il mito delle origini fallisce quando qualcuno, per superare un concorrente o per tirare “le origini” dalla sua parte, va davvero a controllare “le origini” con un minimo di indagine storica. E allora scopre che “i primi cristiani” erano una pila di hippies con le stesse abitudini sessuali di un bonobo in acido, che i primi comunisti erano una pila di cazzari amanti del lusso, eccetera. I primi momenti di qualsiasi partito sono sempre caotici, cacofonici e molto spesso orgiastici, sia sul piano ideale che quello pratico, e anche una lotta contro glo Zar nel 2019 e’ piu’ patetica che ridicola.
  • Il mito della scolastica fallisce quando all’ “intellettuale” vengono chiesti lumi sul da farsi, ovvero quando gli si chiedono delle decisioni su questioni pratiche. In genere gli scolastici sono incapaci di prendere decisioni, se non quella di dare un voto a qualcun altro, ma quando si chiede loro di prendere decisioni pratiche si mostrano per quello che sono, cioe’ un’ illustre pila di idioti.
  • Il mito dell’eroe. Usare gli eroi della lotta come capi e’ una scelta che fallisce nel momento in cui la base capisce che la vita del soldato e’ una vita di merda, che lotta dura senza paura va bene ma sul divano di casa e’ meglio, e (ancora peggio) qualcuno inizia ad intuire che una lotta si puo’ anche perdere, e quando questo succede gli “eroi” non sanno che fare. Anche perche’ spesso gli eroi sono morti proprio nell’ultima sconfitta.
  • Il mito del martire diventa difficile da sostenere quando i martiri entrano in competizione tra loro. Se si passa dall’essere martiri perche’ il parrucchiere ti ha detto che come uomo calvo non puoi avere i boccoli biondi, ad essere martiri perche’ ti hanno strappato gli occhi come Santa Lucia, tutto il martirio perde molto del suo fascino. Il martirio ha il piccolo problema che certe volte fa malissimo, e poi sei anche morto. Una gara a chi e’ piu’ martire e’ un gioco che di solito finisce molto male per i giocatori.
  • Il mito del moderno riesce abbastanza bene, ma si esaurisce non appena qualcuno nota che sei vestito si’ come un ventenne, ma sei vestito come un ventenne di 40 anni fa, e come se non bastasse alla tua eta’ sei ridicolo. Come se non bastasse, esistono anche dei giovani veri nel tuo partito, e non sanno cosa sia una DeLorean perche’ non erano ancora nati quando fu tolta dal commercio. Ogni riferimento a ex boy scout realmente esistiti e’ puramente voluto.
  • Il mito del corretto. Rifilare bacchettate sulle mani per un congiuntivo sbagliato poteva funzionare nella scuola elementare di Gentile, ma non e’ consigliato da nessun manuale di politica. L’idea che una polizia del linguaggio porti simpatia o consensi, alziche’ terrore e antipatia, e’ piu’ una malattia mentale che un errore logico.

In questo periodo storico, tutte le sinistre europee anziche’ cambiare la propria estetica (ovvero la propria classe dirigente per intero) , stanno cercando di spolverare qualche tipo di ortodossia nella ricerca spasmodica di consensi perduti.

Il problema dell’ortodossia e’ che raggiunge sempre e comunque un solo risultato: quello di trasformare un movimento politico in una setta di fanatici.

Prima di notare che tutti i partiti della sinistra occidentale hanno adottato qualche genere di ortodossia, devo chiarire una cosa. Un partito politico e’ prima di tutto un’entita’ estetica.

Estetico significa che non potete conoscere la cosa, ma potete solo conoscere  il modo in cui la cosa appare. Siccome non potete conoscere tutti i retroscena e tutti i membri di un partito, se il partito e’ “la cosa”, voi non potete dire di conoscere la cosa, ma potete solo conoscere come la cosa vi appare.

Siccome cio’ che vi appare del partito e’ la classe dirigente (piu’ spesso il leader) l’ unico modo che ha un partito di cambiare la propria estetica e’ di cambiare completamente la propria classe dirigente. Qualsiasi altra cosa sara’ vista come un mero cosmetico.

Tornando all’argomento, nessun partito europeo sta cambiando completamente la propria classe dirigente. Il massimo che sta succedendo e’ che il nuovo leader sia sconosciuto, ma non e’ quasi mai nuovo dal momento che era nel partito da decenni, come oscuro burocrate. Non ci sono cambiamenti veri della leadeship perche’ i partiti sono strutturati in modo da consentire ai leader di fermare gli “aspiranti al trono”.

Tutti i partiti della sinistra europea si trovano sollecitati da un mondo che e’ preso in un vertiginoso cambiamento, e la loro estetica oggi non e’ piu’ attraente, ma la loro reazione e’ stata quella sbagliata: hanno scelto di adottare una linea fatta di ortodossia, cosa che li ha gia’ condannati a diventare delle sette di fanatici , minoritarie e liturgiche.

Una processione salmodiante di cretini , tutti a ripetere parole che nessuno capisce, a citare fatti che nessuno ricorda, innalzando simboli che nessuno riconosce.

E guai a chi sbaglia.

 

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