Il brodino d’azione del G7.

Ho letto i cinque punti del “piano” concordato tra i G7 , il piano che dovrebbe risolvere la crisi. Non so se ridere o piangere, e se rido e’ solo perche’ credo che (nonostante le “razze superiori” non lo ammetteranno mai) l’ Italia ne soffrira’ meno degli altri paesi.Allora, i cinque punti sono riassunti cosi’:

 

  • Primo punto. Al primo punto il G7 si dice d’accordo a “prendere azioni decisive e usare tutti gli strumenti disponibili per sostenere sistematicamente istituzioni finanziarie importanti e prevenirne il fallimento”.
  • Secondo punto. “Compiere tutti i passi necessari per scongelare il credito e i mercati monetari e assicurare che le banche e le altre istituzioni finanziarie abbiano ampio accesso alla liquidità e alla raccolta”.
  • Terzo punto. “Assicurare che le nostre banche e altri importanti intermediari finanziari, se necessario, possano raccogliere capitale da fonti sia pubbliche che private, in ammontari sufficienti per ristabilire la fiducia e permettere loro di continuare a finanziare privati e aziende”.
  • Quarto punto. “Assicurare che i nostri programmi di garanzia sui depositi siano robusti e adeguati cosicchè i risparmiatori continuino ad avere fiducia nella sicurezza dei loro depositi”.
  • Quinto punto. “Compiere azioni, dove serve, per far ripartire i mercati secondari dei mutui e delle altre attività cartolarizzate”.

Allora, a parte l’ambiguita’ dei punti, che sembrano un postit con scritto sopra “TODO: fare qualcosa per guarire” , il motivo per il quale ci rido sopra e’ semplice. Stiamo parlando di stati sovrani, che potevano gia’ fare quelle cose quando volevano.

A che cosa e’ servito questo show? A nulla.

Il problema non e’ un problema di mercato. E’ un problema di liquidita’. Le banche non si prestano i soldi tra loro, e sapendo di venir giudicate dagli azionisti a seconda della liquidita’, non prestano soldi neanche alle aziende. Ma questo e’ secondario, perche’ almeno in Italia l’accesso al credito era cosi’ difficile che nessuno ne sentira’ la mancanza.

Il meltdown e’ in corso. E’ inutile dire che la soglia “psicologica” sia di 10400, e quando si arriva a 10.000 dire che la nuova soglia psicologica e’ al 9000, e oggi siamo gia’ sugli 8000. I mercati sono in caduta libera, e la Madre di Tutte le Crisi e’ iniziata.

Che cosa impedisce alla crisi di terminare? Due cose che ho gia’ menzionato, piu’ una che menzionero’ oggi.

  • La crisi dei crediti subprime nasce da un mercato del lavoro precarizzato. Acquistare la casa con un prestito, acquistare l’auto con un prestito, la cucina con un prestito, l’ iPod con un prestito, mandare i figli all’universita’ con un prestito, sono tutte cose che puoi fare se non sei un precario. In Italia se sei precario ti negano il prestito. Ma i precari sono ancora pochi. Negli USA sono la maggior parte dei lavoratori. Nessuno sta mettendo mano nel mercato del lavoro, ma nessuno sta chiarendo in che modo i consumi dovrebbero riprendere, se i precari non hanno soldi per fre investimenti a lungo termine e le banche non glieli prestano.
  • La crisi dei subprime nasce da un mercato immobiliare drogato da costruttori che hanno preso il controllo delle banche e hanno assecondato e spinto questa tendenza al mutuo facile, per costruire piu’ case. Il risultato e’ che in Italia si sono costruite 4 milioni di abitazioni negli ultimi 10 anni, e la popolazione e’ rimasta costante. Il risultato e’ che raramente le banche potranno rientrare degli immobili dati in garanzia vendendoli all’asta: cosi’, tutte le garanzie immobiliari valgono meno. Non si capisce in che modo sia possibile assorbire queste case in eccesso adesso che i mutui non verranno piu’ erogati facilmente come prima.
  • La crisi dei subprime nasce da una mancanza di punizioni. Questa e’ la terza ragione che non ho ancora menzionato, e che merita un discorsetto. Facciamolo.

Si chiede alle banche di ricominciare a finanziare aziende e a scambiarsi i soldi. I banchieri ovviamente si chiedono “ehi, ma cosa impedisce che questa cosa si verifichi ancora?”.

Ecco, cosa lo impedisce?

Nulla. Anche se il congresso USA ha limitato la dimensione delle buoneuscite, il buon CEO della Lehman se ne andra’ con “soli” 40 milioni di dollari di buonuscita.

SOLI 40 milioni di dollari.

Ad un tizio che dovrebbe marcire in carcere per il resto dei suoi giorni.

Questo e’ il problema. Quanto avvenuto puo’ avvenire ancora. Perche’ il gioco e’ questo: finche’ va bene diventiamo ricchi e grassi come maiali. Quando va male, il peggio che ci possa succedere e’ di doverci accontentare di “soli” 40 milioni di dollari.

Ragazzi, e’ ovvio che succedera’ ancora.

Ecco quello che sta mancando: lo stato. Ma non lo stato che caccia soldi. Lo stato che fa scattare le manette. Lo stato che crea leggi che puniscano il “disastro economico” o il “disastro finanziario” con pene durissime.

Lo stato inteso non solo come grande portafogli , ma come LEGGE.

Ecco, se i  grandi del G7 si riunissero a decidere che tutti istituiranno il reato di “disastro finanziario”, punito con l’ergastolo, forse qualcosa inizierebbe a muoversi. I grandi dell’economia possono risolvere i primi due punti anche da soli.

Se le banche non vogliono piu’ precari per non dover fare credito a rischio, possono spingere sulle industrie, e di potere ne hanno. Se le banche vogliono stabilizzare il mercato immobiliare possono farlo finanziando consolidamenti urbani. E’ in loro potere.

Ma c’e’ una cosa che non possono fare: LA LEGGE.

A tutt’oggi, niente impedisce che il grande crack si ripresenti. I titoli su cui ripetere questo grande banchetto non mancano. Al posto della casa si potrebbe usare il cibo. L’acqua.  L’energia. La salute. Il petrolio.

Cosa vieta che una speculazione riparta? Nulla.

Potrebbe vietarlo una legge. Una legge che istituisca il reato di “disastro finanziario” e punisca DURAMENTE i colpevoli , permettendo ai soci azionisti privi di voto di denunciare i soci azionisti (e il CEO) con diritto di voto qualora avvenga un disastro finanziario.

Ma non si puo’ fare.

Bush, il delirante Bush, e’ ancora pregno di quell’ideologia liberista deregolata che lo ha sempre invasato. Questi per lui sono “tempi duri”, ma poi tutto (ne e’ convinto) tornera’ come prima.  Non capisce che il “prima” e’ la causa dell’ “oggi”. Non lo vuole capire e non lo vuole sentire. Usare fondi di stato per aiutare i privati per Bush e’ “to starve the Beast”, e serve ad impedire che Obama abbia i soldi per creare uno stato sociale, questa e’ la verita’.

Brown si trova in una situazione ancora peggiore: la City e’ stata la principale industria del paese , e dopo il periodo Tatcher non e’ che in UK ci sia stata un’industria di massa, se non come “side effect” della City, o finanziata grazie alla sovrabbondanza della City.

Oggi si dice “si torni al concetto tradizionale di borsa”. Oh, certo. E loro come farebbero senza la loro prima industria?

Cosi’, non c’e’ alcuna speranza che qualcuno possa partorire un sistema nel quale chi ha sbagliato paghi duramente. Se una qualsiasi banca cinese dovesse fallire, state tranquilli che il suo direttore verrebbe condannato a morte. Idem per una russa, anche se l’esecuzione sarebbe “diversamente ufficiale”.

In Occidente, la punizione consiste nel ricevere “solo” 40 milioni di dollari di buonuscita.

Come possono le banche riprendere ad avere fiducia, se nessuno dei meccanismi che hanno causato il disastro viene riformato? E se non esiste qualcosa che fermi la mano di coloro che hanno causato il disastro?

Senza che oltre allo STATO entri in gioco LA LEGGE, non se ne uscira’ mai.

Lo ha capito Tremonti che ha imposto di rimuovere la clausola salva-CEO dalla legge di emergenza. Ma e’ ancora poco: occorre una legge fotti-CEO, che li sbatta in carcere per decenni. Pena del tutto sensata, se pensiamo che MILIONI di persone faranno la fame.

Non da noi, forse, ma chi viveva con il minimo, adesso vive con un minimo MENO UN QUARTO. Cioe’, muore.

E si’, per gente che causa cose del genere, una Norimberga ci starebbe tutta. Anche se non usa i forni.

Moralmente saremmo giustificati. Lo saremmo sul piano della ratio. Ma c’e’ ancora troppa ideologia perche’ qualcuno impari dagli errori.

Gli statunitensi sono convinti che la loro nazione sia “predestinata” da Dio ad essere speciale, importante, definitiva, incancellabile, guida del mondo. Non riescono a percepire l’idea che il filmino sia finito. Non ce la fanno ad uscirne. E stanno trascinando il mondo nel loro delirio.

E cosi’, la domanda “cosa impedisce che succeda ancora” rimane priva di risposta.

E la crisi , di conseguenza, continua.

Uriel

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