I tortellini di Trump

I tortellini di Trump

I tortellini di Trump

Come al solito, l’agenda populista dei giornali italiani impedisce alle persone di notare le cose importanti: in questo modo, state discutendo dei tortellini di pollo, mentre Trump ha appena alzato dei dazi anche contro l’economia italiana, e in particolare l’agroalimentare. Ma non e’ la sola notizia che passa inosservata, sotto il peso immane della decisione di cucinare tortellini di pollo.

(Peraltro, quasi tutte le case “diversamente ricche” mettevano nei tortellini un po’ di tutto al posto del prosciutto, ma questa parte delle “tradizioni” sembra sia poco gradevole da ricordare).

Ma torniamo a bomba e cominciamo dall’inizio.

Per prima cosa, come avevo scritto qui : https://keinpfusch.net/storie-di-input-e-output/ , il governo tedesco ha iniziato a spendere soldi in direzione delle energie rinnovabili. In pratica stanno spendendo in modo da non aumentare i consumi, ma di modificarli (in direzione ecologista). E siccome c’e’ ancora molto margine in Germania , possono continuare ancora per molto:

La transizione era gia’ in atto: la differenza e’ che ora la finanzia lo stato.

L’obiettivo e’ quello di far diminuire il consumo di lignite e di “hard coal”, processo gia’ in atto:

Le rinnovabili sono schizzate in alto nel grafico della generazione in Terawatts

E la composizione attuale e’ circa questa:

E questo e’ piu’ semplice da visualizzare.

Come vedete hanno ancora molto margine per investire, e quindi non vedo proprio in che modo sara’ possibile avere un “aumento della spesa pubblica” nella direzione dei consumi, quando possono semplicemente aumentare la spesa pubblica in direzione “verde”, e quando lo fanno nessuno nella EU puo’ alzare la voce, “because of Greta”.

La prima notizia che e’ passata quasi inosservata sui media populisti e’ che la prima “operazione di spesa pubblica tedesca”, piuttosto robusta, non andra’ ad aumentare il PIL europeo di quasi nulla: si tratta di finanziare una trasformazione tutta interna.

Le speranze che la Germania avrebbe “investito per risollevare il PIL europeo, quindi, saranno frustrate. Come ha gia’ ribadito il governo, “la situazione non gli sembra abbastanza grave da attuare misure espansive”.

La seconda notizia che la stampa italiana non ha dato e’ che Donald Amico Sincero Trump ha appena firmato per dei dazi contro l’alimentare italiano. La scure dei dazi Usa si abbatte sul Made in Italy, colpendo i liquori e i salumi, sui quali verrà applicato il dazio del 25%. E anche Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Mozzarella e altri prodotti lattieri.

Ovviamente, tutto questo passa quasi inosservato: se gia’ la stampa sovranista (compresa Repubblica, LaStampa, Corriere) non vogliono dire che la crisi in arrivo e’ dovuta al disastro che Trump ha fatto al commercio mondiale, adesso si mettono a tacere su questi dazi, dicendo che sono stati “minori che in altri paesi europei”.

Che e’ una banale panzana: il dazio contro una produzione europea nel settore industriale e’ semplice da aggirare. L’industria infatti non e’ legata al territorio, e basta produrre la stessa cosa in un luogo extraeuropeo per aggirarlo. I dazi contro le industrie, cioe’, sono facilmente compensabili.

Ma i prodotti agroalimentari Made in Italy non possono essere prodotti che in Italia. Le industrie europee colpite sono tutte delocalizzate, e non avranno problemi a prendere una quota della produzione destinata al mercato USA e spostarla fuori dall’ Europa: dal momento che i dazi erano piu’ che annunciati, e’ probabile che abbiano gia’ provveduto da tempo.

Quello che la stampa italiana non vi sta dicendo e’ che l’agroalimentare Made in Italy e’ MOLTO piu’ vulnerabile, perche’ non puo’ muoversi. A differenza delle produzioni industriali europee, che sembrano piu’ colpite, ma alla fine possono muoversi facilmente fuori dalla UE per eludere i dazi.

E ora andiamo alla vexata quaestio dei “tortellini di pollo”.

Per prima cosa, “tradizionalmente” i tortellini sono un piatto “grasso”, che nella tradizione si traduce con “ricco”. Questo significa una cosa: che gli ingredienti, essendo molto ricercati e costosi, non erano alla portata di tutti nel tempo che normalmente si riferisce alla “tradizione”.

Per questa ragione in Emilia Romagna proliferano DA SEMPRE ricette con ingredienti alternativi. E il pollo c’e’ SEMPRE stato, semplicemente era nelle case dei meno abbienti. La miscela veniva “drogata” in diversi modi nel senso che ci veniva messo dentro un mix di prosciuto e pollo, o di prosciutto e carne meno pregiata.

Oppure, c’erano tutte le ricette alternative per prodotti simili da NON fare in brodo, e qui si spazia tra cappellacci con zucca ferraresi, quelli alla ricotta, eccetera.

Quindi, il fatto che si sia deciso di servire un tortellino di pollo non e’ nulla di mai visto: in realta’ accadeva nelle case di tutti gli emiliani e i romagnoli meno abbienti. Significa in quasi tutta la parte collinare e montuosa della regione, il ferrarese e buona parte del ravennate.

Pero’ c’e’ una cosa che mi ha fatto pensare: che tra tutte le cazzate che si sono dette, ci si e’ messo di mezzo “Rana”. Un prodotto che gli italiani hanno conosciuto in versione industriale (a meno di non andare di persona a Modena) e che non avrei dato al mio cane.

Se vivete fuori dall’ Emilia e il vostro parametro di riferimento sono i tortellini Rana industriali che comprate al supermercato, mi spiace dirlo, ma il tortellino servito in piazza San Petronio sara’ MOLTO MIGLIORE di quello che avete “gustato” a Natale in casa vostra.

E qui entriamo di nuovo nel settore della competenza: quanti di voi sanno FARE i tortellini? Mi sono cimentato con questa cosa, complici le donne di casa, e posso dire che riesco ad ottenere qualcosa di riconoscibile sia come tortellino che come cappellaccio di Zucca (a seconda della ricetta). Ma quanti di quei “patrioti” che si stanno stracciando le vesti sa cucinare i tortellini?

Molti si stringono nelle spalle pensando che si, alla fine “la nonna li sa fare” , “la mamma li sa fare”, “mia moglie li sa fare”. Mi spiace, ma in termini generazionali le cose non stanno decisamente cosi’.

Vostra moglie non li sa fare, tranne rarissime eccezioni, se per “vostra moglie” intendiamo l’ultima generazione di spose, diciamo “la cui eta’ comincia per trent-” .

Se andiamo all’eta’ che comincia coi “quarant-“, siamo al 97% delle donne (perche’ voi patrioti uomini la tradizione volete mangiarla, ma non sapete farvi una pasta) che non sa fare dei tortellini.

Idem per i 50-. Certo, secondo voi si tratta di carampane inchiavabili, (cito il pensiero del “patriota medio” di oggi), ma rimangono donne che sono nate negli anni 70, o i primi ’80. Se il 10% di loro (in Emilia ROmagna: fuori non c’e’ speranza) sa cucinare dei tortellini, siete gia’ fortunati.

Le 60- , essendo nate negli anni ’60, forse sanno ancora farli, ma parliamo di un 20-30%, visto che il resto ha vissuto due boom economici e stava a lavorare, o in ogni caso si e’ guardata bene dall’imparare.

Diciamolo apertamente: tra una generazione le donne capaci di fare dei tortellini in brodo saranno estinte, e quanto agli uomini… non ho mai conosciuto, nemmeno in Emilia Romagna, un altro uomo capace di farli. Non perche’ sia difficile, ma perche’, diciamolo, hanno una vecchia schiava a casa.

E allora vi faccio una domanda: ma con che cazzo di coraggio vi inalberate per i tortellini con il pollo, quando avete trangugiato per tutta la vita della merda industriale comprata al supermercato?

Quando la meta’ di voi, spose comprese, non saprebbe nemmeno preparare IL BRODO per i tortellini, E VE LI SIETE SEMPRE TRANGUGIATI COL DADO, con che cazzo di coraggio ve ne uscite a indignarvi se non c’e’ il prosciutto ?

I tortellini RANA! AHAHAHA! 

E allora divento maligno, e sospetto una cosa:

Tutto lo scandalo sui tortellini col pollo e’ dovuto ad una cosa molto semplice:

Una mera operazione di distrazione.

Se proprio dovete distrarvi..

 

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