I morti viventi.

I morti viventi.

I morti viventi.

Ho scritto piu’ volte che l’innovazione diventa distruttiva nel caso in cui ci sia un ostacolo tra domanda e offerta. Quando qualcosa (come capita nel mondo delle case in affitto, o dei taxi, o dei luoghi di socialita’) si mette tra la domanda e l’offerta, esigendo un balzello per consentire alle due di incontrarsi, e’ nella lista nera dell’innovazione.

La cosa assurda e’ che , quando questo avviene, tutti fanno gli stessi errori. Quando chi vive di una rendita di posizione scopre di essere sotto l’attacco degli attori dell’innovazione, reagisce sempre allo stesso modo. E si condanna a morte.

Vedo sul mercato tre condannati a morte. Le banche, le telco , I social network e la televisione. Di quest’ultima parlero’ in un post a parte.

E in tutti e tre i casi, stanno recitando la stessa commedia della reazione stupida, anche se si trovano in tre fasi diverse della condanna a morte. La condanna a morte , dal punto di vista del condannato, si svolge in tre fasi:

  • Forse posso evitarla se riesco a gestire bene il processo.
  • Sono stato condannato, ma forse accetteranno il ricorso.
  • Il boia mi aspetta, ma se succede un miracolo, forse mi salvo.

Quando si trovano nella prima fase, gli attori si comportano come se la decisione fosse ancora da prendere. Come se l’avanzata dell’ intelligenza artificiale nel mondo della finanza si potesse fermare, le banche continuano a dire “ma senza di noi non potete stare, non c’e’ alternativa”. Il mondo delle banche crede che non ci sia alternativa alla banca, e che al massimo si trattera’ di tagliare gli sportelli (come Unicredit) o di tagliare gli addetti alla gestione dei portafogli (Deutsche Bank). In realta’, ad essere rinunciabile e’ la banca stessa. Se esaminiamo cosa fa una banca, scopriamo che oggi vende il lavoro di qualche software relazionale che gira su un mainframe. Di fatto sono dei cloud obsoleti che offrono un servizio di database ad attori finanziari. Niente di imbattibile, e Revolut e’ solo il primo esempio che mi viene in mente.

Ma il concetto e’ che l’esistenza delle banche si basa su una barriera regolatoria tra chi possiede i soldi (risparmiatori e aziende in attivo finanziario) e chi richiede i soldi (coloro che chiedono i prestiti).

Stessa cosa vale per le telco. Sono ancora nella fase in cui dicono “ma non c’e’ alternativa a noi’, senza realizzare che stanno vivendo sull’inefficienza che sta tra l’offerta di frequenze (normalmente vendute dallo stato) e la domanda di frequenze.

Se non potete fare la vostra rete WIMAX cittadina (soddisfacendo cosi’ il ~90% delle comunicazioni tra utenti)  non e’ perche’ manchino le tecnologie, e’ perche’ c’e’ una gigantesca inefficieza nel processo di assegnazione delle frequenze. Se possedere uno spicchio di frequenza su scala cittadina fosse veloce ed efficiente, voi non paghereste decine di euro al mese per stare in rete. Avreste un ISP locale che vi copre la citta’, e siccome il 90% delle comunicazioni avvengono tra A e B nella stessa citta’ (per questo la localizzazione dei servizi sui cellulari funziona cosi’ bene) ,  sareste a posto.

Siccome il processo di vendita delle frequenze e’ inefficiente, allora solo le telco se le prendono, per cui nessuno puo’ aprire un mini-ISP  su scala cittadina.

Il mercato delle telco si basa su una barriera regolatoria tra chi vorrebbe banda passante (utenti compresi) e chi la offre (carrier e stato, nel caso delle frequenze).

Lo stesso dicasi del mercato dei social network. La domanda che soddisfa e’ quella di un luogo di socialita’ gratuito, o dal costo irrisorio. Se voi volete uscire di casa con gli amici, per dire, quello che dovete fare e’ andare “da qualche parte”. Ma se esaminate attentamente cosa sia “da qualche parte”, scoprirete che “stare con gli amici” vi costa , e parecchio. Non ci sono piu’ posti di socialita’ per persone adulte che siano anche gratuiti: qualsiasi cosa facciate con gli amici, ha dei costi. Lo stesso dicasi dei costi del cosiddetto “dating”: se un adulto vuole conoscere delle persone sperando di trovare un partner, puo’ scegliere tra locali, palestre, hobbies da svolgere in appositi club e associazioni, che hanno costi non indifferenti. Del resto, esiste un fortissimo impianto regolatorio per il quale non e’ piu’ possibile utilizzare luoghi pubblici se non per il transito. Qualsiasi cosa possa nascere in un luogo pubblico, compresa una partita a pallone tra ragazzini, e’ ormai vietata. Se la nostra generazione poteva pensare di andare a giocare a pallone in una piazza o in un qualsiasi posto pubblico, giardinetti compresi, oggi organizzare una cosa simile e’ impossibile per via di un impianto regolatorio che destina i luoghi pubblici al transito di persone che vanno a fare shopping o a consumare qualcosa in qualche locale, oppure a persone che stanno girando in automobile.

D’altro canto, esiste piu’ di una barriera regolatoria alla costruzione di social network online in Europa. Si tratta di un impianto legale riguardante la costruzione di tali servizi. Se Facebook fosse nato in Europa, l’impianto regolatorio lo avrebbe obbligato a mettersi a disposizione delle forze dell’ordine , ed essendo un soggetto locale sarebbe stato subissato da ingiunzioni a rimuovere questo e quello,e  da cause legali circa eventuali danni. Esiste, quindi, un fortissimo impianto regolatorio che frena la nascita di social network: ricordate che in tutta Europa non e’ possibile fare qualsiasi cosa se non si e’ in grado di garantire alle forze dell’ordine l’intercettazione legale, che oggi avviene circa nel 5% del traffico (uno su venti).

I social network esistono grazie all’esistenza di barriere regolatorie e di lobby , che portano tutti gli spazi cittadini a non essere piu’ utilizzabili per una socialita’ gratuita, e ad un impianto regolatorio che impedisce ad un social network europeo di esistere senza essere bersagliato da innumerevoli ed asfissianti obblighi giuridici. Per capirci: oggi come oggi le BBS sarebbero non solo illegali, ma addirittura criminali sotto diversi profili. Se ne esistono ancora alcune e’ solo perche’ si tratta di un fenomeno marginalissimo.

Quindi la prima fase e’ quella in cui gli attori dicono “puppatecelo pure, tanto non avete alternative”.

La seconda fase arriva quando le alternative diventano visibili. Allora queste aziende decidono di passare alla seconda fase del falso senso di sicurezza. Questo e’ spesso la coda lunga del primo “la barriera regolatoria ci protegge”. Siccome la barriera regolatoria passata li proteggeva, quando una tecnologia supera la barriera regolatoria questi attori si illudono che il regolatore fara’ nuove barriere.

Il management delle banche e’ consapevole della loro obsolescenza concettuale. Sanno benissimo che chiunque possa costruire un sistema di crowdfunding potrebbe agilmente dare credito alle aziende. Sanno benissimo che qualsiasi startup faccia un accordo con un circuito di carte di credito potrebbe diventare una banca di seconda generazione, come Revolut.  Sanno benissimo che chiunque abbia esperienza IT puo’ mettere su un sistema transazionale capace di fare il lavoro di una banca.

Sanno di essere condannati e sanno bene che non hanno scampo. Quello che stanno facendo allora e’ di rifugiarsi nel fosso di Helm. Sperano che il regolatore li aiuti ancora, perche’ si rendono conto che la massa di obblighi messa in atto per proteggerli oggi li rende lenti come dinosauri rispetto ai nuovi attori che adempiono agli stessi obblighi con un costo molto inferiore.

Cosi’ si cullano nell’idea che si, i servizi finanziari di seconda generazione prima o poi verranno bloccati dal regolatore. Vedono Google , Facebook e Apple che sperimentano sistemi di e-commerce, e-payment ed e-banking, e si dicono “tranquilli, il regolatore fermera’ queste aziende, con qualche restrizione legale”.

Lo stesso dicasi per le aziende di telecomunicazione. Si stanno accorgendo del fatto che si stanno sviluppando sistemi di comunicazione satellitare sempre piu’ economici, vedono che negli USA si stanno abbattendo i costi della messa in posa di satelliti. Vedono bene che i cinesi stanno abbassando il costo dei dispositivi di rete, e hanno visto bene dei pirati come Iliad che possono assalire un mercato buttando sul piatto qualche decina di miliardi solo per scardinare il sistema dei prezzi, sino a quando (complice il basso costo delle tecnologie) possono costruire la loro telco.

Non si chiedono cosa succedera’ quando i dispositivi di rete mobile costeranno molto meno e molti, molti attori avranno in tasca quella decina di miliardi. O meglio, se lo chiedono, e sapete cosa credono? Dicono “ma il regolatore fermera’ questa tendenza”. Pensano che tutti faranno come Trump con Huawei, e che per entrare nel mondo delle telco ci saranno barriere sempre piu’ forti, come asfissianti requisiti di intercettazione legale (anche su traffico teoricamente criptato) , resilienza di rete e di georidondanza, cui si stanno aggiungendo sempre piu’ stringenti requisiti per i luoghi ove “le centrali” (I central office, nel gergo) sono rinchiusi. Arriveranno a chiedere che possano essere situati solo dentro caserme della polizia e dell’esercito, pur di fermare la nascita di nuove telco.

Ma non puo’ succedere, per una ragione: il mercato di dispositivi intelligenti cresce, e loro stanno FALLENDO nel produrre una piattaforma di servizi adeguata. I dispositivi intelligenti presto avranno necessita’ di parlare tra loro, e non esiste alcuna frequenza pubblica per farlo.

Lo stesso per i social network. Stanno cominciando a sentir battere le campane a morto. Hanno visto cosa puo’ fare Tiktok, e si sono resi conto che non hanno alcun monopolio: basta che entri in gioco un soggetto straniero e puf, la startup che pensavi di strangolare e poi comprare finisce nelle mani di un cinese.

Stanno vedendo social network decentralizzati nascere, ma non si pongono il problema. Stanno vedendo i regolatori stranieri porre sempre piu’ tasse e balzelli sulla loro attivita’ , ma ancora sono convinti che bastera’ un regolatore, il Trump della situazione a fare la voce grossa per fermare tutto.

Inoltre non si stanno rendendo conto di aver fallito nel soddisfare il bisogno per cui erano nati, cioe’ provvedere un luogo di socialita’ ad un costo irrisorio. Il costo rimane irrisorio (apparentemente), ma il luogo di socialita’ e’ diventato semplicemente un luogo di reputation management. Che e’ parte della socialita’ , ma non tutta la socialita’. L’accesso e’ individuale, e non di gruppo, il che cancella il fenomeno dell’appartenenza.

Non stanno vedendo crescere il mondo dei videogames, e di tutti i social collegati (Discord et al) , come minaccia. Perdono di continuo presa sui giovani, ma non capiscono dove sia la loro nemesi, cioe’ nel mondo dei videogiochi e dei social collegati.

Pensano, come al solito, che se questi concorrenti diventeranno temibili, arrivera’ il regolatore a fermarli.

La terza fase della condanna a morte e’ quella in cui si sa che l’appello e’ gia’ fallito, e si spera in un miracolo. Ci si arrende al proprio destino, ma si crede che mostrarsi docili e fare quanto viene chiesto dal carnefice , di buona lena, possa portare clemenza. Cioe’ se io vado sul patibolo sorridendo, dicendo che fanno bene ad ammazzarmi, e che sono completamente dalla parte del boia, allora forse qualcuno dira’ “ma dai, questo e’ un bravo ragazzo, non vedete? Adesso e’ cambiato. Vogliamo davvero ucciderlo?”.

Cosi’ adesso vediamo le grandi banche, quelle che avevano mosso mari e monti per contrastare la finanza di nuova generazione, che iniziano a sostituire gli impiegati allo sportello con l’home banking, e che cacciano impiegati nel finance per sostituirli con delle AI.

I morti viventi.

Lo stesso dicasi delle telco che oggi abbondano di oggetini IoT venduti nei loro “store” antidiluviani, e per i social network che si sforzano di fare marketplace e di “voler unire le persone”. E’ troppo tardi.

E’ troppo tardi perche’ ormai la reputazione dei social network crolla sempre di piu’, le banche oggi sono associate alla parola “crisi”, e le telco sono associate con l’idea di “lento, obsoleto e soffocante”.

Il legislatore sa benissimo che nessuno di questi enti e’ ormai simpatico. E siccome e’ un regolatore politico, sa benissimo che si trovera’ nella situazione di chi volesse difendere societa’ autostrade. Ormai Autostrade e’ sinonimo di “tariffa che aumenta sempre prima delle ferie”. Con il crollo dei ponti e’ diventata antipatica. Nessun politico ha ormai interesse a difenderli.

La loro illusione che qualcuno si muovera’ per difenderli in sede politica e’ ridicola. Ormai una legge “salva banche” e’ vista come uno spreco di soldi pubblici, e per quanto sistemiche siano, quasi nessuno a parte pochi ricconi chiede di salvare una banca usando soldi pubblici. Ormai “salvare una banca” e’ un tabu’ quando “fare anal con mamma”. Lo stesso dicasi , almeno in EU, per i grandi social. Per le telco, poi, ormai non si sono spese abbastanza parole: “obsolete”, “carrozzoni”, “legacy”, “troppo costose”, “succhiasoldi”, sono le parole che si associano di piu’ al loro nomi.

INq ueste condizioni in regolatore puo’ solo aiutarli di nascosto, sperando che nessuno denunci questi “aiutini” usando il web. Ma capiamoci: se oggi in Italia si facesse una legge anti-Iliad, anche nascosta, Iliad immediatamente darebbe fiato alle trombe, e di nascondere l’operazione non se ne parlerebbe proprio. Stessa cosa per leggi Pro-Facebook, o “salva-banche”.

In definitiva, e’ solo questione di tempo.

Quanto tempo non lo so, ma e’ solo questione di tempo.

Il legislatore sta cominciando a considerarli una palla al piede sul piano del consenso, e non puo’ farsi vedere in loro compagnia. Quanto tempo passera’ prima che le barriere regolatorie cadano?

Fonte: https://keinpfusch.net/i-morti-viventi/

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