I migranti come armi.

I migranti come armi.

I migranti come armi.

In questi giorni, sta impazzando una polemica sui migranti che premono, attraverso la Bielorussia, sul confine polacco. E questa situazione non e’ tanto un pericolo per governi come quello polacco, ma un pochino per tutti i governi.

Prima di arrivare al cuore della questione, ovvero “il migrante e’ un’arma” , vorrei fare un paio di scenari europei, per investigare un pochino in che modo la questione potrebbe capovolgere la questione migranti come mostrata ora dalla stampa.

Prendiamo la stampa italiana come esempio, ma potremmo fare l’esempio di altri paesi. Sinora la stampa italiana ha cantato la canzone “l’europa non ci aiuta mentre siamo sommersi dai migranti: devono accoglierne di piu’, e’ loro dovere”. Questo succede perche’ quando un governo e’ incapace non fa altro che scaricare sull’europa la sua mediocrita’ e la sua incompetenza.

Ma adesso c’e’ un problema: supponiamo pure che si apra una rotta migratoria attraverso la Bielorussia. E che Polonia ed altri (le repubbliche baltiche)  comincino a strillare che l’ Europa (quindi Italia compresa) devono aiutarli e accogliere la loro quota. Qui il problema diventa grave perche’ si capovolge. E anche per un politico furbo, come Salvini, diventa pericoloso: qualcuno potrebbe dire “noi accogliamo i profughi del mediterraneo se tu accogli quelli arrivati dalla Bielorussia”.

Questo paradosso non e’ casuale: ogni volta che raccontiamo una balla siamo in debito verso la verita’, e prima o poi ci sara’ un prezzo da pagare. Quando abbiamo raccontato la balla del “dovere” degli altri stati di farsi carico delle nostre grane, abbiamo contratto un debito verso la verita’. Ma quando poi la rotta cambia, quel debito ci viene rinfacciato. E va pagato.

Il secondo punto viene se io guardo la cosa dal lato polacco. Quando i profughi arrivavano dall’Italia i paesi di visegrad facevano gli sdegnati non appena si chiedeva loro di accogliere profughi. Mai! , gridavano i populisti al potere.

Ma che succede se domani sul confine si accumulano 100.000, 200.000, 500.000 profughi? Il governo polacco potra’ anche chiamare aiuto dell’esercito, ma non puoi far fuoco con le mitragliatrici sulla folla. E quindi? E quindi chiederanno all’ Europa di finanziare delle barriere e di farsene carico. Ma dopo aver sabotato la gestione dei confini per anni, dicendo che i paesi sono sovrani e i confini italiani sono cazzi italiani, come faranno adesso a convincere l’Italia che i confini polacchi sono di tutti?

Su questo bisogna essere chiaro: questi dilemmi sono il prezzo da pagare per aver detto delle balle in passato. Se i polacchi e i paesi di Visegrad avessero lasciato che si formasse una polizia di confine (smentendo il loro sovranismo), e avessero accettato qualche migliaio di profughi dall’ Italia, adesso non si troverebbero in queste pesche. E allo stesso modo, se l’Italia non avesse detto che l’Europa aveva il dovere di prendere i suoi profughi, avrebbe potuto sfuggire al dovere di prendersi un po’ di profughi polacchi.

La pericolosita’ politica di quei profughi, quindi, e’ dovuta non tanto ai profughi, quanto alla montagna di menzogne che sinora si sono dette sui profughi stessi. Quando sono sul confine di qualcun altro sono cazzi suoi, quando sono sul nostro confine diventano “un problema europeo”. Sarebbe ridicolo se non fosse patetico (o come si dice oggi, “cringe”).

Detto questo, andiamo al punto: i profughi sono armi umane?

Su questo tema ci sono e ci saranno sempre opinioni divergenti, ma alla fine si dovra’ pur arrivare ad una risposta.

  • se i profughi sono armi, allora sono l’equivalente di un missile cruise. Di conseguenza, tenerli fuori dai confini e’ una questione di difesa.
  • se i profughi non sono armi, allora il problema e’ capire per quale ragione abbiano l’effetto politico di un bombardamento, o della paura di un bombardamento.

A questo punto per prima cosa dobbiamo chiederci cosa rende i profughi delle vere e proprie armi.

Se osserviamo i danni materiali operati dal profugo, non otteniamo questo gran che. Chi strilla per via dei crimini dovrebbe conoscere i dati del ministero dell’interno:

I migranti come armi.

Come vedete, la criminalita’ violenta e’ in calo ormai da 20 anni, quindi e’ difficile dire che gli immigrati abbiano fatto aumentare la criminalita’: essenzialmente, si sono inseriti in un trend in calo.

Gli unici trend in aumento sono quelli dei reati minori:

I migranti come armi.

A giudicare dai picchi, pero’, si direbbe che il trend abbia cominciato a crescere ben prima che arrivassero i migranti (inizi degli anni ’70) e ha avuto un massimo nel 1990, dopodiche’ ha oscillato. Se anche i picchi successivi fossero dovuti alle migrazioni, la discesa successiva mostra che sono fenomeni transitori.

Ma anche nella peggiore delle ipotesi, sembrano fenomeni transitori, quindi il migrante non sembra, di per se’, un’arma vera e propria. Qualsiasi nazione puo’ sopravvivere ad una crescita temporanea di reati lievi.

Stabilito che i migranti non SONO armi, allora bisogna chiedersi per quale motivo SEMBRANO armi.

Qui entrano in gioco due fattori:

  • politici nazionalisti che vanno in giro a gridare “aiuto! arrivano i Nekri! Hanno la grande minkia! Ora le nostre donne li preferiranno a noi!”
  • giornali che devono tenere una pagina di cronaca piena di mostruosita’, per tenere alto il “quando c’era LVI” e il “dove andremo a finire signora mia”.

Questo e’ effettivamente un problema INTERNO: l’amplificazione della pericolosita’ del migrante e’ dovuta rigorosamente a fattori interni. L’attuale governo polacco infatti non accettera’ MAI che un solo migrante entri, ma questo non e’ dovuto al fatto che il migrante abbia una bomba atomica con se’: e’ dovuto al fatto che si tratta di un governo che ha insistito TROPPO sulla sacralita’ dei confini patrii.

Lo stesso vale per i giornali: e’ chiaro che il crimine di uno straniero attiri di piu’ il lettore. Se io evidenzio che gli stranieri commettano crimini, e ci riempio le pagine, sembra che non ci siano criminali nostrani, e faccio sembrare migliori gli italiani: “non e’ uno dei nostri”. E’ quindi piu’ comodo metterci i reati dei migranti, le polemiche del caso, eccetera.

Per esempio, ci si incazza molto sui migranti pakistani che obbligano le figlie a sposare i cugini, dimenticando che prima di Franca Viola (https://en.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola) i genitori italianissimo contringevano le figlie a sposare I LORO STUPRATORI. E non parliamo del medioevo: parliamo del 1965.

E se mi dite che non era certo previsto che le ragazze fossero uccise, e’ esattamente il contrario: https://it.wikipedia.org/wiki/Delitto_d’onore . La legge italiana vi consentiva di uccidere la figlia o la sorella che, dopo la violenza, rifiutassero di sposare lo stupratore, concedendovi una generosissima diminuzione della pena.

MA appunto, scandalizzarsi per i pakistani serve agli italiani a dimenticare il RECENTE passato, e ad illudersi di essere oggi cosi’ tanto piu’ evoluti (per poi smentirlo al primo decreto Zan del caso: bisognera’ aspettare che uno straniero uccida un gay italiano per avere il coro unanime di indignazione leghista).

Ed e’ questo mix di ballisti politici e ballisti nel giornalismo a trasformare il migrante in un’arma.

Ma tant’e’ , it is like it is. Non possiamo cambiare ne’ il giornalismo ne’ la politica.

Ma a questo punto, cosa succede? Ci sono diverse possibilita’, dovute al fatto che i migranti sono un’arma anche per Lukashenko.

Immaginate che la Polonia riesca ad arginare l’ondata.

Il risultato sarebbe che Lukashenko si troverebbe con la mina in mano. Anche se il confine venisse blindato abbastanza, e i migranti rimanessero dalla parte di Lukashenko, succederebbe che gli rimarrebbe in mano la mina che ha creato.

Questo per dire una cosa: anche Lukashenko vive delle stesse balle dei sovranisti, e quindi e’ soggetto allo stesso ricatto.

Ma credo che succedera’ qualcosa di molto piu’ carogna: siccome e’ aperto un contenzioso con la EU, per via della storia della corte suprema polacca, quello che faranno a Bruxelles e’ “niente”.

La Polonia fara’ del suo meglio per tenere i migranti dall’altro lato del confine. Sino al punto di esaurimento, quando i militari polacchi diranno al governo “qui tra un po’ sfondano il confine”. E cosa dovra’ fare il governo polacco?

Risposta: tutto quello che gli dice Bruxelles.

E questo e’ il punto della questione. Se trasformi i migranti in un’arma, devi sempre essere sicuro di impugnarla dal lato giusto. Altrimenti, diventa un’arma. Ma e’ puntata su di te.

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