I gggiovani.

Questo blog esiste da circa sette anni, in diverse forme, e qualcuno leggendo i primi post (piu’ l’ultimo sulle fascie di eta’ avvantaggiate dalla politica)  mi sta chiedendo per quale motivo io non parli piu’ del “problema giovani”. La risposta e’ abbastanza complessa, ma in termini semplici potrei anticiparla dicendo “il primo problema dei giovani sono quelli che parlano dei giovani”.
Quando iniziai a scrivere il mio primo blog avevo 33 anni. Poiche’ ai sistemisti UNIX non li crocifigge nessuno, all’epoca ero un giovane abbastanza atipico, nel senso che avendo lasciato il nido materno molto giovane mi trovavo ad avere una mia attivita’ (quante cose sono cambiate nella mia vita) ad aver comprato casa senza l’aiuto di mammina, eccetera.
Cosi’, siccome i miei coetanei erano considerati “giovani” , a mia volta mi ci mettevo dentro ed effettivamente scrivevo del problema dei “giovani”, cioe’ del fatto che se hai un’azienda e vuoi prendere delle commesse, a 33 anni sei “troppo giovane”, e si preferiscono i patriarchi “conosciuti da anni”.

Ok, ci stava tutto. Ma adesso ho 40 anni. Se mi piazzo addosso un’etichetta da “giovane” mi sento ridicolo. So benissimo che per gli standard politici sono un giovincello. So benissimo che nel mondo ecclesiastico il giovane ha 60 anni. Ma io , ad autodefinirmi “giovane” mi sento ridicolo. Mi sento ridicolo perche’ contemporaneamente vado “vendendo”, sui miei CV, la mia “seniority” e i miei anni di esperienza su UNIX, ormai a due zeri. Che senso ha definirsi “giovane”mentre vai vendendo -e a caro prezzo- il fatto di NON essere l’ultimo arrivato?
E qui il primo punto: non ha senso inalberarsi per problemi che non hai piu’. Se oggi avessi ancora il mio helpdesk, probabilmente riuscirei ad “entrare” laddove a 33 (lo aprii a 29, immaginate l’accoglienza del mercato) anni non se ne parlava neppure.  Non avrei il problema di cui parlo, e quindi NON mi troverei a poter spiegare gli espedienti usati per tenermi “fuori” dal business.(1)
Quindi, non ha senso che io mi inalberi per problemi che IO non ho. Non avendoli, non posso conoscerli nel dettaglio. All’epoca potevo parlare di ogni singola, disgustosa parola di quella dialettica usata per tenermi fuori dal business. Oggi non le conosco piu’. Ha senso parlare di problemi come erano 7 anni fa? Forse per alcuni, non per me.
Il secondo punto e’ che voi mi direte: ma anche se non sei giovane puoi sempre parlare dei problemi dei giovani.
Aha. Allora, parliamo del PRIMO e piu’ grande problema dei giovani: quelli che NON sono piu’ giovani e parlano dei problemi dei giovani. Che e’ quello che sto facendo io, che stando alla mia definizione sono appena diventato, di conseguenza,  parte del problema.
Avete presente il movimento “se non ora quando?”, quello delle giovani donne che si indignavano per come Berlusconi trattava le mignotte? (2)
Il movimento inizia cosi’: [immagine irreperible]
Poi arrivano quelle che sono sempre giovani e “loro c’erano”. Guardate la seconda  fila della manifestazione: [immagine irreperibile]
Il movimento “se non ora quando” finisce poi cosi’:
Coetanea di Madame da Stael, o giu’ di li’.
Piu’ che per i giovani, manifesta per i “contemporanei”.
Che cosa e’ successo? E’ entrato in gioco il proplema principale dei giovani: quelli che non sono giovani ma capiscono i problemi dei giovani, che hanno qualcosa da insegnare ai giovani perche’ loro c’erano, quelli che usano “storico” al posto di “vecchio” e cosi’ anziche’ “vecchia femminista” scrivono “femminista storica”, insomma la stessa solita merda di baby boomers che si infilano dappertutto, e con la scusa di “parlare dei problemi dei giovani” ZITTISCONO i giovani.
Quello di “se non ora quando” e’ un esempio. Non ne approvo le dinamiche ne’ i contenuti. Non capisco perche’ OGNI giovane donna debba identificarsi con una bagascia professionista, cosi’ come non tutti i giovani maschi si identificano coi giovani gigolo’ che Lele Mora si porta a letto. Chissenefrega?
Tuttavia, il destino di questo movimento, oggi monopolizzato dalle “femministe storiche” ma nato da ragazze molto piu’ giovani, fa capire quale sia il problema PRINCIPALE dei giovani:
 L’italia e’ stracolma di vecchi stronzi e carampane incartapecorite che, con la scusa di dare voce ai giovani si presentano a parlare AL POSTO dei giovani, che con la scusa di rappresentare i problemi dei giovani di oggi si piazzano di fronte ad ogni microfono a parlare dei problemi che LORO avevano quando giovani, di persone che sollevano la loro PASSATA questione giovanile impedendo ai giovani di sollevare la propria, attuale questione,   di parlare per loro stessi.
In pratica, quello che succede e’ che proprio coloro che sollevano il problema dei giovani SENZA esserlo occupano uno spazio che TOLGONO ai giovani che dicono di rappresentare. Si tratta, cioe’ di mero paternalismo. Nel caso di cui sopra, maternalismo.
Quindi, torniamo al punto di prima. Supponiamo che io, a 40 anni suonati (e tra poco 41) abbia a cuore i problemi dei giovani. Che cosa devo fare?
Se mi metto a tuonare per i problemi dei giovani con ogni probabilita’ avro’ qualche giovane che mi considera il suo idolo. Il suo maestro, il suo sensei, o piu’ modestamente il suo “rappresentante”. Ma la sfiga di essere “rappresentante” dei giovani , anche sotto forma di blog, e’ che il problema dei giovani e’ la mancanza di rappresentanza. E se il problema dei giovani e’ che non sono rappresentati, che a rappresentarli ci sia uno non piu’ giovane (suvvia, abbiate pieta’, mi si conceda di non usare “vecchio” 🙂 ) e’ PARTE del problema, e non la soluzione.
Quindi Ok, sicuramente mi stanno a cuore i problemi dei giovani: per mia figlia. Il che gia’ pone il problema in modo diverso, perche’ e’ gia’ lo stesso problema ma visto da una prospettiva diversa. Lei ha il problema del mondo che trova, io di quello che lascio.
Ma se assumiamo che mi stiano a cuore, come mi stanno, i problemi dei giovani, IL PUNTO E’ CHE LA COSA MIGLIORE CHE IO POSSA FARE PER LORO E’ STARMENE ZITTO E FAR PARLARE LORO.
Non so se mia figlia andra’ a protestare o fara’ qualcosa di politico. E non so nemmeno se sara’ possibile darle dei consigli o se sara’ possibile discutere con lei di quel che fa. Io ero molto incazzoso e sulla difensiva, quando ero giovane in eta’ da politica.
Ma una cosa e’ certa: se potro’ darle un consiglio, e se lei andra’ in piazza per i problemi che incontra come giovane, una cosa gliela diro’. Qualcosa cosi’:
 “Li vedi, figlia mia, i vecchi stronzi e le carampane incartapecorite che ti avversano? Quelli che difendono i privilegi dei vecchi? Pensi che siano i tuoi veri nemici, quelli da combattere? No, quelli sono il minore dei problemi. Il tuo VERO problema sono quei vecchi stronzi e quelle carampane incartapecorite che invece stanno non CONTRO, ma ALLA TESTA del tuo corteo. SU QUELLI, SU QUELLE devi lanciare pietre e molotov(3) prima. Con quelli di fronte, con quelli che hai contro, dovrai trattare e dovrai lottare per i tuoi diritti. Ma quelli che ti hanno rubato la prima fila, invece,  oltre che i diritti ti stanno anche togliendo una cosa: la voce. La TUA voce.  Loro sono IL PRIMO dei tuoi nemici. “
 Cosi’, il succo e’ semplice: non parlo piu’ della “questione giovanile” perche’ non voglio essere parte della questione giovanile, ovvero non voglio essere parte di quella pletora di vecchi stronzi e carampane incartapecorite che , con la scusa di “rappresentare” i giovani, li zittiscono, ne prendono il posto, ne rubano la voce, riempiono di vecchia merda ideologica, “made in the past century”.
Quindi no, ho superato i limiti di eta’. All’epoca mi sarei incazzato se qualcuno avesse preteso di rappresentarmi , io “enta” e lui “anta”. Ecco, adesso sono semplicemente coerente, e no, la penso ancora allo stesso modo, e si, non voglio far parte del problema.L’unico, vero sloagan decente, oggi, per un movimento giovanile in Italia, lo sloagan che dovrei vedere scritto sui cartelli di OGNI manifestazione, e’:

Che cazzo ci fanno quei vecchi bastardi alla testa della NOSTRA manifestazione?

Sic et simpliciter.
UrielP.S: quanto detto sopra mi vieta di essere giovane, ma non infantile.

(1) Riuscivo ad aggirare questi espedienti con una strategia molto aggressiva economicamente. L’eta’ si perdona, in cambio di soldi. Credevano che io, come gli altri giovani, lavorassi come uno schiavo quasi in perdita. Poi scoprivano che ci stavo dentro, quasi scandalizzati, e allora iniziavano i problemi: visto che ci guadagni, taglia i prezzi. Che un giovane guadagnasse era visto come un insulto. Il lavoro c’era per tutti, ma “il guadagno” doveva essere solo dei vecchi.
(2) Ancora non capisco perche’ una giovane qualsiasi debba identificarsi con un collaudato troione di giovane eta’. Ma vabe’, ognuno ha gli eroi che vuole.(3) Ritengo che si sia persa l’arte della VERA molotov. Questi si limitano a riempirla di benzina, come se bastasse fare un “poof” e qualche fiamma. L’arte del mix kerosene-benzina-alcool etilico e’ ormai persa. Eppure, con questi tre componenti, fa un “poof” MOLTO piu’ divertente.  E UN SACCO di fiamme.

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