Grilli e cicale.

Mi sono soffermato a riflettere su un’intervista di Beppe Grillo, riguardante l’esigenza di spostarsi. Come gia’ successo, sebbene io abbia molta stima per Grillo, mi chiedo cosa gli leghi le mani. Mi sembra come un pugile che sale sul ring , tira dei jab deboli all’avversario, lasciando intendere che con un destro potrebbe stenderli, ma poi non tira mai il famoso destro.

Faccio un esempio: l’esigenza della motilita’ nella civilta’ umana.

Come scrissi circa un anno fa, esistono gia’ studi a riguardo. Il concetto e’ molto semplice: la maggior parte del traffico stradale e’ lavorativo. Non solo quello che trasporta merci, ma quello che trasporta persone.

Contemporaneamente, il mondo lavorativo si orienta sempre piu’ ai servizi. Oggi, il 45% buono di quelli che lavorano lo fanno dietro una scrivania. Strumento di lavoro principale: computer e stampante. Un altro venti per cento di quelli che lavorano lo fanno mediante uno strumento nel complesso abbastanza piccolo da stare in una stanza. Solo il rimanente 35% ha bisogno di grosse strutture industriali per il proprio lavoro.

Nel caso di coloro che lavorano su una scrivania, producendo carta o prodotti digitali, la cosa che si nota subito e’ come spesso dispongano, a casa propria , di una scrivania quasi identica a quella che usano per lavoro, dotata di un computer spesso migliore di quello che usano per lavoro, e di una connessione a banda larga. Sarebbe uno sforzo relativamente piccolo (sul piano tecnologico) portare queste persone a lavorare da casa. Lo stesso recapito dei documenti stampati non sarebbe nemmeno necessario perche’ una persona puo’ stampare via rete. Un ufficio pubblico, ad esempio, potrebbe essere composto solo dal personale che riceve il pubblico, con una stampante dietro le spalle, stampante che caccia fuori cio’ che gli impiegati scrivono da casa collegati al sistema centrale.

Potremmo applicare la medesima cosa alla stragrande maggioranza dei professionisti con “studio”. Nella maggior parte dei casi, anche quando lavorino in squadra, non necessitano di piu’ che di un “briefing” ogni settimana, riducendo di 14 volte il tragitto casa-azienda. Tanto parlano di lavoro gia’ da ora.

Stessa cosa dicasi per la stragrande maggioranza degli operai. Nel mondo delle piccole e medie imprese, i macchinari e i sistemi industriali davvero grandi sono rari, e il piu’ delle volte la macchina da cucire, la scatolatrice, eccetera , sono oggetti che potrebbero essere dati in comodato all’operaio , che se le tiene in una stanza casa.

Poi passa un corriere dell’azienda a ritirare i pezzi, ogni settimana. Anche in questo caso, la necessita’ di spostarsi viene ridotta diverse decine di volte. Controllare l’efficenza dei lavoratori non e’ cosi’ difficile, a questo punto, perche’ basta contare i pezzi. Non dico che sia SEMPRE possibile farlo, dico che e’ possibile farlo in piu’ della meta’ delle volte, almeno in un paese con poche industrie strutturalmente enormi come il nostro.

Questo a sua volta produce effetti collaterali, cioe’ minor bisogno di assatanare le citta’ nelle ore di punta allo scopo di fare la spesa. Grillo dimentica che le nostre strade non sono sempre stracolme: se dividiamo lungo tutta il periodo in cui sta fuori casa il lavoratore (6.30-20) il traffico, non otteniamo un traffico cosi’ enorme. Dare alle persone quelle 2-3 ore che normalmente perdono nel traffico ovviamente ha una serie di conseguenze a catena su scuole, asili, con i relativi orari cui andare a prendere i bambini, eccetera. Viaggi che sono tutti concentrati nelle cosiddette “ore di punta”.

Chi si oppone a questo? Di certo non confindustria. Il costo strutturale per la concentrazione di personale e’ enorme, e gli industriali ne farebbero volentieri a meno. INPS ha venduto alcuni immobili, per poi doverne affittare altri. Stupidaggine: avrebbe potuto lasciare gli impiegati a lavorare da casa, intascarsi i soldi della vendita e non affittare altri palazzi se non pochi uffici per i calcolatori e i dirigenti e gli addetti ai calcolatori.

Si oppone a questo prima di tutto il mondo bancario. Si oppone perche’ le banche, mediante il meccanismo del mutuo casa, sono pesantemente coinvolte nel meccanismo del valore crescente degli immobili. Loro vi danno dei soldi e voi comprate un immobile, che viene ipotecato a garanzia. CI si aspetta che se i soldi sono X, la garanzia sia almeno di X. Se dopo avervi prestato dei soldi la vostra casa cala di valore al di sotto di X, loro vi hanno prestato soldi senza garanzie.

Di conseguenza, le banche NON vogliono che il valore degli immobili, specialmente quelli industriali, cali. Se iniziamo a far lavorare le persone da casa, il valore degli immobili ad uso ufficio o ad uso industriale crollerebbe. Il risultato sarebbe che le banche si troverebbero con tutti i mutui scoperti da garanzie piu’ piccole delle cifre prestate.

L’altro mondo che si opporrebbe a questo e’ proprio quel mondo cui grillo si appella: la gente. L’uomo qualsiasi. Per uno strano meccanismo psicologico, il lavoratore trova confortante la presenza della grande struttura industriale. Trova confortante il fatto di recarsi al lavoro, perche’ gli da’ sicurezza. Il luogo di lavoro , poi, e’ diventato un vero e proprio luogo di socialita’: si passa molto piu’ tempo coi colleghi che con la famiglia. Il risultato e’ che se li si lascia a casa, i lavoratori inizieranno a sentirsi “soli” e per di piu’ “privi di sicurezza”. Essi non percepiscono il contratto come sicurezza, ma “il posto” di lavoro. Posto. Posto indica la localita’, segno che nelle nostre menti e’ radicato il fatto che il lavoro corrisponda ad un preciso luogo geografico.

Ed essere licenziati si dice “lasciati a casa”, come dire che chi sta a casa non lavora. Gli stessi sindacati non vedono troppo di buon occhio questo genere di discorsi: essendo movimenti di massa, tendono a volere che la gente sia irreggimentata tutta negli stessi posti, per poter organizzare scioperi, manifestazioni, eccetera. Perdipiu’, per poter contattare i lavoratori tutti insieme, per poterli arringare, indottrinare, eccetera.

Di conseguenza, la possibilita’ di stroncare il traffico umano lavorativo esiste eccome: moltissimi viaggi vengono fatti a scopo dialogico, per parlare, ma che senso ha questo nel mondo della videoconferenza? Che senso ha ancora “trasportare” i documenti, quando basterebbe inviarli in forma digitale? Ha un senso PSICOLOGICO.

A quel punto, il Grillo della situazione ti dice che “e’ una questione culturale”. Curioso che pero’ non si analizzi abbastanza. Lui stesso viaggia per tutta italia a fare nei teatri i propri show. Che senso ha, questo, nel mondo moderno?

Nessuno. Esistono le tv via internet, esiste la banda larga, Grillo potrebbe stamparsi i DVD o i CD (usando il formato DIVX) e venderli sul proprio sito web. Perche’ non lo fa?

Perche’ probabilmente e’ vittima inconsapevole dello stesso sistema che dice di combattere. E allora dice “dotiamoci tutti di mulo, tanto andiamo alla stessa velocita’”, soluzione del tutto inapplicabile, quando si potrebbe dire semplicemente “lottate per avere il telelavoro da casa”.

Qual’e’ la differenza? Che in un caso si propone l’utopia provocatoria (il mulo), senza proporre soluzioni tecnologicamente accessibili (il telelavoro). E’ come se si limitasse a tirare un debole jab di sinistro all’avversario, tenendo legato dietro alla schiena il destro.

Il Grillo si pone la domanda corretta: “e’ necessario spostarsi?” Pero’ poi si limita a fare l’esempio poco ficcante dello Yogurt, e non si chiede se ci sia bisogno di andare al lavoro, di avere un ufficio a 50 km da casa , di costruire i luoghi di lavoro. Non serve un matematico per capire che le spese di riscaldamento di un volume crescano con il CUBO del lato e quindi uno stanzone grande il doppio necessiti di OTTO volte il calore di prima per essere riscaldato. E quindi il grosso call center con le telefoniste potrebbe anche venir distribuito nelle case delle telefoniste: anche se dovesse pagare il riscaldamento di quella stanza, l’imprenditore spenderebbe meno in funzione del cubo delle dimensioni della stanza.

Si tratta di analisi, di domande, che Grillo pone senza mai avere il coraggio di andare sul concreto. Come se non volesse fare abbastanza male all’avversario.

O, come ho gia’ detto in passato, spesso si propone l’utopia per fermare il fattibile. Invece di sprecare benzina girando per teatri, ad esempio, mentre il mondo usa contenuti digitali. Se non si capisce questo, che senso ha dire “Internet ci salvera’”?

Certo iniziare a lavorare da casa come scelta volontaria, nel singolo caso ci fa sentire formiche. Togliamo all’atmosfera quel po’ di inquinamento che facevamo noi. Come le formiche che portano la briciolina. Stupide? Poco efficaci? Come singoli, si’, E sicuramente le cicale cantano meglio, certe fanno anche ridere.

Finche’ non arrivera’ l’inverno, e allora le formiche rimarranno mentre le cicale moriranno. E magari chi lavora da casa gia’ da oggi avra’ qualche chance in piu’.

Lo sapra’ fare, di lavorare da casa. Grillo non sa ancora fare: ha bisogno di bruciare petrolio per arrivare al teatro. Quando costera’ 100 dollari al barile, come fara’? E come fara’ la gente ad andare al teatro, con la benzina cosi’ costosa?

Grilli, grilli come cicale. Cantano bene

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