Greta e i cialtroni dei dati.

Greta e i cialtroni dei dati.

Greta e i cialtroni dei dati.

Quando una verita’ scientifica viene usata come dogma religioso, e’ dovere delle persone sane di mente ribellarsi. E questo e’ dovuto al fatto che il dogma religioso e’ dannoso SEMPRE, anche quando sembra sostenere o essere sostenuto ad una misura scientifica.

Nel caso del problema dei cambiamenti climatici occorre, in questo caso, dividere la scienza dalla religione, dividendo il lavoro degli scienziati che studiano il riscaldamento atmosferico terrestre e il lavoro dei cialtroni dell’ IPCC che tentano di proporre soluzioni.

Perche’ il problema del cambiamento climatico ha due aspetti:

  • L’esame delle cause e dei modelli che legano l’attivita’ antropica all’aumento di temperatura dell’atmosfera.
  • La produzione di contromisure, soluzioni o metodi per attenuare l’impatto dell’attivita’ antropica.

Sul primo punto credo che ormai non ci siano dubbi, o quasi: i modelli usati per stabilire la relazione tra attivita’ antropiche e aumento della temperatura sono abbastanza consistenti. Dico “abbastanza” perche’ ancora si sa pochissimo del comportamento solare  e dell’attivita’ sotterranea, comprese interazioni complesse tra campo magnetico terrestre e radiazioni solari.

Comunque, siccome si tratta di fattori che hanno evoluzioni in tempi molto lunghi (ere geologiche per le modifiche degli strati interni del pianeta, e tempi di miliardi di anni per modifiche del comportamento solare) , i modelli che attribuiscono all’attivita’ antropica l’effetto serra sono abbastanza credibili. Anche perche’ il problema ambientale non e’ dovuto solo al CO2, ci sono moltre altre attivita’ umane che impattano, dall’inquinamento degli oceani alla deforestazione, la distruzione delle savane e praterie africane per via dell’allevamento intensivo di capre, eccetera.

Fin qui, diciamo “tutto abbastanza bene”, nei limiti dell’indagine scientifica, e’ stato fatto un lavoro onesto.

Poi arrivano i politici, entra in gioco l’ IPCC e si parla di soluzioni. E qui piovono le minchiate. Faccio un esempio tra tanti per capire meglio:

Questo grafico e’ cortesia di “Italia Dati alla Mano”.

Questo grafico mostra in che modo  , usando una mescolanza di politica e matematica, si possano creare grafici altamente fuorvianti, che hanno uno scopo preciso.

Il trucco col quale IPCC produce un grafico che indica alcuni come colpevoli e “assolve” altri e’ quello di calcolare la produzione di CO2 “pro capita”.

Sul piano della fisica dell’atmosfera e’ una boiata. L’aumento della temperatura dipende dalla quantita’ ASSOLUTA di CO2 , e non da quella procapite: che a produrre quel CO2 sia una persona (Nino d’Angelo, per semplicita’)  o un miliardo di persone non cambia proprio niente.

Inoltre, questo grafico introduce un altro elemento non-fisico nel problema, che e’ il “paese”. Dal punto di vista della fisica atmosferica, non esiste nulla come “paese”  , perche’ il fatto che il C02 sia prodotto da tizio (Nino d’Angelo, per semplicita’)  anziche’ da caio (Sempre Nino d’Angelo, per semplicita’) non cambia nulla.

E non pensiate che questa osservazione sia un cavillo: ad un metodo di calcolo sbagliato corrisponde SEMPRE un errore nell’applicazione. Significa che se fate i conti male, finirete col produrre “soluzioni fasulle”.

Vi faccio un esempio di “soluzioni fasulle” che possono derivare da quel grafico:

  1. A quanto sembra dal grafico, un aumento di popolazione in Russia, America e Europa risolverebbe il problema. Calcolando il CO2 pro capita, se in solo 12 anni ogni americano, europeo e russo mettesse al mondo 6 figli, la produzione di Co2 pro capita crollerebbe. Questo errore catastrofico e’ indotto dall’errore LOGICO di introdurre nel discorso scientifico un ente irrilevante nella fisica del pianeta, il “pro capita“.
  2. Sempre secondo il grafico, una serie di invasioni con annessione dei territori potrebbe risolvere il problema altrettanto bene. Basterebbe che Cina, Russia, America e Europa invadessero “resto del mondo”, annettendosi il territorio espandendo i propri confini, e il grafico migliorerebbe di molto. Questo e’ il risultato di mescolare alla fisica un concetto “non fisico” , cioe’ “paese”.
  3. Secondo lo stesso grafico, anche una serie di migrazioni potrebbe andare. Se muovessimo 1 miliardo di persone negli USA , altrettanti in Europa e in Russia (che ha territorio vuoto a strafottere), prendendoli da “resto del mondo”, il grafico migliorerebbe moltissimo e sembrerebbe molto piu’ vicina la soluzione. Questo e’ il risultato dell’errore di mescolare alla fisica il concetto di “cittadinanza”, che poi deriva da “paese”.
  4. Secondo il grafico, potremmo migliorare il problema rompendo i paesi. Se dividessimo i paesi, diciamo staccando la Costa Ovest americana dal paese, e ficcassimo la Grande California nel “resto del mondo”, la situazione degli USA migliorerebbe moltissimo, mentre “resto del mondo” verrebbe impattato poco, visto che contiene miliardi di persone , sui quali spalmeremmo le poche decine di milioni di inquinantissimi GranCaliforniani.

NESSUNA DELLE TRE “SOLUZIONI FASULLE” CAMBIEREBBE IL BILANCIO TOTALE DELLA CO2. OVVERO, QUEL GRAFICO E’ FATTO MALE E NON PUO’ RAPPRESENTARE UNA BASE PER UNA RIFLESSIONE RAZIONALE.

Si potrebbero fare grafici farlocchi anche piu’ difficili da sgamare? Certo. Basterebbe calcolare gli sprechi, cioe’ la C02 che si potrebbe risparmiare se si ottimizzasse. La soluzione sarebbe calcolare la quantita’ di C02 in rapporto alla quantita’ di energia prodotta, cioe’ passare da “Co2 pro capita” a “CO2 per kilowattora”. Questo mostrerebbe chiaramente quali paesi abbiano piu’ margini di miglioramento, perche’ mostrerebbero chi produce Co2 perche’ non ha voluto migliorare la produzione energetica.

Ma nemmeno questo sarebbe onesto: ancora una volta, e’ il volume assoluto di Co2 a causare il problema, che la si produca per produrre energia o per cantare canzoni di merda (Nino d’Angelo, per semplicita’) , non cambia nulla. L’effetto fisico e’ sempre quello.

E l’errore sarebbe evidente in pratica: se calcolassimo CO2 per kilowattora, potremmo migliorare il grafico semplicemente affiancando alle fonti di CO2 delle fonti pulite, aumentando la quantita’ di kilowattora: ancora una volta, un grafico sbagliato produce una soluzione fasulla.

Credo che abbiate capito dove voglio arrivare:

il problema non e’ “se abbiamo capito il problema”. Il problema e’ “se le soluzioni che stiamo proponendo lo risolvono”.

Il guaio e’ che, MENTRE  per capire il problema ci siamo affidati alla scienza, e abbiamo avuto una risposta “accettabilmente precisa” (ripeto: sappiamo pochissimo di quel che succede sotto la crosta terrestre, e capiamo pochissimo del Sole) , per immaginare la soluzione ci stiamo affidando a ciarlatani puri, cioe’ un ente che dipende dall’ ONU (avete presente quelli che hanno dato all’ Arabia Saudita la presidenza del comitato per i diritti umani? Quelli.) , cioe’ un ente che ha un’agenda politica.

E allora, al dogma religioso occorre iniziare a fare le pulci. Certo, tutti vogliono che ci concentriamo sul problema, e allora tutti ci parlano di scettici del cambiamento climatico contro scienziati.

Ma nessuno si sta chiedendo quanto siano scientificamente fondati i metodi politici preposti ALLA SOLUZIONE

La sola persona “onesta” sembra essere Greta Thunberg, che dice “ehi, sappiamo che c’e’ il problema perche’ ce lo dice la scienza (e lo dice) , adesso spetta a voi “adulti” trovare una soluzione”. Questo funziona, almeno per altri due anni, dopodiche’ Greta sara’ maggiorenne e tocchera’ anche a lei, e avra’ modo di passare dal nostro lato e farci vedere come fa lei. Coraggio, Greta, non manca molto e potrai brillare di eroiche gesta!!!

Adesso occorre dire le cose come stanno: la decisione di calcolare la Co2 procapita e’ una “furbata matematica” che serve a produrre un bel grafico POLITICO. Quel grafico punta il dito contro le attuali potenze (e’ incredibile come ci sia finita dentro la Russia: che ha 150 milioni di abitanti su un territorio grande un sesto delle terre emerse. Se ogni nazione avesse la stessa densita’ di popolazione, non avremmo il problema nemmeno se usassimo il riscaldamento del SUV per scaldare casa), ed e’ assolutamente chiaro che quel grafico non indica affatto la produzione di CO2: a quanto pare, si limita a descrivere l’influenza militare  di ogni paese.

Ed e’ assolutamente chiaro che la scelta di effettuare la divisione tra CO2 e popolazione non ha alcuna valenza scientifica, per i motivi che ho spiegato sopra: quel grafico ha uno scopo POLITICO, ed e’ quello di responsabilizzare i paesi che hanno piu’ influenza militare. Del resto, il grafico accusa abbastanza bene i paesi membri del Consiglio di Sicurezza, lasciando gli altri nel “resto del mondo”.

Ed e’ questo l’ostacolo maggiore al cambiamento: se abbiamo analizzato abbastanza bene la fisica dell’atmosfera quando si parlava di analizzare il problema, nel descrivere le soluzioni la mano va ai politicanti, che usano astuzie matematiche nemmeno troppo complesse per portare avanti la solita agenda terzomondista dell’ ONU.

Non per nulla, abbiamo passato l’estate ad accusare il Brasile di lasciar bruciare la foresta amazzonica: il grafico , tuttavia, suggerisce che il Brasile sia solo un’innocentissima nazione del “resto del mondo”.

Mi spiace dirlo, ma dovremo proprio aspettare altri due anni, quando Greta sara’ maggiorenne , e quindi adulta, e potra’ risolvere il problema con le proprie mani. Cosi’ come oggi chiede a gran voce agli “adulti” di risolvere il problema, siamo certi che da adulta sapra’ farlo.

Basta solo aspettare due anni, e poi Greta sara’ adulta, e potra’ fare quello che chiede oggi agli adulti di fare. A meno che non stia solo buttando la palla nel campo di qualcun altro, si intende.

 

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