Google, l’ Innominato.

Google, l' Innominato.

Nello scorso post ho accennato a Google dicendo che ha le sue responsabilita’ nella diffusione delle fake news, ed in effetti ho realizzato di averlo sempre dato “per scontato”, ma di non aver mai letto in giro qualcosa , qualche analisi, qualsiasi articolo che (oltre al ruolo chiarissimo di Facebook) esamini anche il ruolo di Google.

Il problema e’ che quando si pensa a google si pensa al motore di ricerca. Non si pensa invece a tutta la galassia di servizi che google ha in piedi, che va da Gmail a Youtube, a Google News.

Certo, se crediamo che google sia solo un motore di ricerca, tutto sembra andare bene. Ma occorre capire una cosa. Che ad usare il motore di ricerca sono principalmente persone , diciamo “classiche”, cioe’ persone che, per motivi anagrafici , sono inclini a cercare uno scritto che spieghi le cose. Mi spiego:

se io voglio sapere come si fa a cambiare un dato pezzo della bicicletta, diciamo di una cerca marca, vado su Google e scrivo qualcosa come “Fahrrad Steuersatz <marca/tipo> ersetzen”. Trovero’ alcuni link, e a quel punto probabilmente arrivero’ ad un PDF con le istruzioni.

Se chiedo a mia figlia la stessa cosa, non perde neppure tempo ad aprire google. Va su Youtube e digita “tutorial Fahrrad Steuersatz <marca/tipo> ersetzen”. Non ci perde neppure tempo, a “leggere”. Nessuno della sua generazione lo fa: perche’ leggere un PDF  quando hai un bel video che ti spiega come cavolo si fa?

Ora, credo che quando si parla di social network si stia sottovalutando un tantino la potenza di Youtube: sebbene tutti credano che gli “influencer” siano nati su Instagram, in realta’ il concetto nasce dagli Youtuber.

Youtube , del resto, ha moltissime funzioni di un social network, per quanto non sia un social propriamente detto. Insomma: google ha una grossa responsabilita’. Se osserviamo la campagna elettorale del 2016, per dire, ci troviamo tutti i personaggi piu’ controversi, da Ben Shapiro a Milo Yannoupoulos, a volte con canali che raggiungono la audience che in Italia siamo abituati ad attribuire a dei canali televisivi nazionali.

Consideriamo che i video di una Vlogger come contrapoints raggiunge un milione e rotti  di visualizzazioni a video: parliamo di un programma televisivo vero e proprio.

Nello scorso post ho fatto qualche test, che riprendo qui:

Google, l' Innominato.

Google, l' Innominato.

Google, l' Innominato.

Ora, tralascio sullo “speciale 7000 iscritti”: quello che mi lascia perplesso e’ che i complottisti sono decisamente sovra-rapresentati dall’algoritmo di Youtube. I casi sono due:

  • O i complottisti sono la stragrande maggioranza, e allora l’algoritmo e’ equo ma Youtube e’ uno strumento per complottisti.
  • O i complottisti sono una minoranza , o almeno numerosi quanto i debunkers, e allora Youtube li sovra-rappresenta nelle ricerche.

Tertium non datur.

Quindi mi spiace: esiste il social network di Google, si chiama Youtube, e ha un ruolo GIGANTESCO nel diffondere fake news e teorie del complotto.

Adesso andiamo all’altro strumento di diffusione di bufale: google news.

Google, l' Innominato.

Con gli illuminati andiamo leggermente meglio, nel senso che ci sono anche voci critiche.

Google, l' Innominato.

Come vedete, su due canali di Google troviamo quantita’ di fake news che definirei perlomeno “preoccupanti”.

Come mai, allora, quando si parla di social che diffondono fake news e bufale, si parla solo di facebook? La risposta ce la da’ il buon vecchio Voltie:

Google, l' Innominato.

Il problema e’ che Google, insieme a Google News, porta un sacco di traffico ai giornali. E l’algoritmo con cui il traffico viene inviato e’ un enigma avvolto nel mistero. Ma se diamo per ipotesi che SOLO il 30% del traffico di qualsiasi giornale sia inviato da google o da google news, abbiamo la risposta: nessun giornale puo’ fare a meno di Google

In pratica, a NESSUN GIORNALE e’ consentito di associare Google e Fake News in maniera troppo aggressiva. Sebbene ormai Facebook sia costretto a tenere un basso profilo, o ad operare in sordina (tanto voi non sapete cosa veda un altro profilo) , Google sta operando gigantesche campagne di diffusione delle fake news sotto gli occhi di tutti, e nessun giornale osa dirlo. Il rischio di venire declassati alla pagina 2 del motore di ricerca, o di non essere menzionati da Google News, e’ troppo alto.

Se poi ci mettiamo che quasi tutti i giornali fanno uso di Google Ads per portare la pubblicita’ sulle pagine, vediamo qual’e’ il punto: Google tiene per le palle gran parte della stampa occidentale. Per questa ragione nessun giornali avra’ mai il coraggio di dire quello che ho appena detto qui, e se lo faranno, non useranno certo gli stessi toni.

Da questo punto di vista, quindi, Google e’ l’ Innominato della Rete, quello che nessuno associa mai ad un discorso sulle fake news, che nessuno associa mai al discorso populista, e contemporaneamente tutti sanno che cosa succede su Youtube, su Google News, ma tutti hanno troppa paura di metterselo contro.

Nella prossima puntata: Amazon e la diffusione di libri complottisti, razzisti, populisti.  Come la liberta’ di stampa sta venendo usata contro la liberta’ di coscienza.

Fonte: https://keinpfusch.net/google-il-grande-assente/

Commenti

  1. Nurschmarrn

    Sintesi dell’articolo:
    a) osservare che “cercare su internet” e’ diventato, per definizione, “googlare”.
    b) Quindi Google e’ monopolista della ricerca,
    c) senza la quale internet perde gran parte della sua utilità
    Ergo, Google fornisce a internet gran parte della sua utilità e sfrutta tale posizione di (pre)dominio per i suoi scopi, con tempi, mezzi e metodi illustrati.
    La posizione di monopolio garantisce l’inattaccabilità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *