Google, Facebook & co: approccio sbagliato?

Google, Facebook & co: approccio sbagliato?

Google, Facebook & co: approccio sbagliato?

Ti trovi sempre , quando vai in giro per internet, a leggere dei GAFAM, e tutti sono li’ a magnificare la Verstager e a dire che e’ il nemico numero uno. Personalmente, non sono d’accordo e non ho il culto della Verstager che hanno gli altri. Per una ragione principale.

Ovvero, la Verstager continua ad agitare di fronte ai GAFAM un’arma che non fa nulla ai GAFAM.

Occorre per prima cosa capire questo: i GAFAM siedono su una montagna di soldi. Anche una multa da 4/5 miliardi di euro non preoccupa google. Per prima cosa, perche’ a furia di ricorsi il pagamento arrivera’ in ritardo. Quindi, succede questo: l’azionista se ne frega, perche’ sa che la botta economica arrivera’, se va bene, tra quattro/cinque anni. Per quest’anno il dividendo lo prende.

Tra quattro cinque anni arrivera’, si, la multa da pagare, ma in questi anni avranno accantonato la cifra, e l’azionista del momento sara’ soddisfatto, perche’ ha ancora il suo bel dividendo e sui giornali non finisce il pagamento di una multa di 4/5 anni prima.

Fare multe, per quanto alte, non serve a niente.

Quello che preoccupa i GAFAM non e’ la multa, ma la disrupzione del servizio. Se le multe si misurassero in giorni di blocco, cambierebbe tutto.

  • Nessun’azienda o privato sceglie  un servizio che puo’ interrompersi in qualsiasi momento.
  • Nessuno paga campagne pubblicitarie che potrebbero non partire nel momento giusto.
  • Nessuno paga per dati che potrebbero avere dei buchi in momenti rilevanti (S.Valentino o altro).
  • vendere su Amazon nel momento in cui potrebbe essere chiusa proprio nella settimana ove hai le offerte non e’ pensabile.

UNa multa del tipo “il servizio deve essere reso inutilizzabile  per una settimana nel 2022”, senza specificare quanto,  e’ sufficiente a fottere a queste aziende l’ INTERO 2022.

Allora adesso voi direte che questa e’ censura e lalalalaa. Ma io non ho mai detto che dovete tirare giu’ tutto il servizio. Ho parlato di pubblicita’ e di distruzione del servizio.

Nel caso di Amazon, per esempio, potreste semplicemente chiudere i 2/3 centri di distribuzione e logistica in un paese, per un certo periodo. Nel caso degli ISP, potreste semplicemente applicare l’equivalente di un µBlock (il software contro gli ads, contro la pubblicita’) direttamente a livello di BNG: in questo modo potreste ancora utilizzare il vostro cellulare android e le vostre app, solo che non riceverebbero pubblicita’.

E’ possibilissimo farlo, io lo faccio a livello di DNS usando questo ma volendo potete usare PiHole . Questo distruggerebbe il loro business, senza bloccare la liberta’ di parola. E non richiederebbe investimenti cosi’ ingenti agli ISP.

La signora Verstager , in questo modo, ha seguito un approccio che non spaventa affatto i GAFAM; si tratta solo di una commedia, tipo quelle ragazze pagate per fingere di sculacciare mentre chi paga finge di piangere. Se vi fa contenti fate pure, io non vi giudico di certo:  ma non raccontatemi che sia anche vero.

Google, Facebook & co: approccio sbagliato?

A questo punto, pensare che i GAFAM si fermeranno perche’ le autorita’ europee li possono multare “anche del 4% delle revenue” e’ ridicolo: se il ricorso tira in lungo per 4 anni, si tratta di una tassettina dell’ 1% , per chi viene preso. Se poi parliamo del fatto che l’indagine su una pratica scorretta ne dura altri 4/5, parliamo di un 4% che si spalma su quasi dieci anni. Chi vogliamo prendere in giro?

Al contrario, se le sanzioni si misurassero in termini di distruzione del servizio, non fosse altro che bloccando il flusso di inserzioni pubblicitarie, la cosa farebbe molta piu’ paura ai giganti del web: significa appunto che nessuno potrebbe piu’ pianificare nulla (consegne, campagne pubblicitarie, raccolta di trend) e questo si’ che farebbe loro paura.

I vari garanti, compresa la famosa Verstager, si comportano come quelle escort che ti sculacciano se le paghi per farlo: a vederla da fuori sembra che faccia un gran male, in realta’ e’ uno spasso.

Perche’ dico “ti sculacciano se le paghi”?

Se osservate il registro delle lobbies registrate in EUropa, (https://ec.europa.eu/transparencyregister/public/consultation/displaylobbyist.do?id=03181945560-59) , potrete vedere che un solo incaricato di Google ha da spendere circa sei milioni di euro ogni anno.

Se sommiamo le spese di tutta la lobby del Big Tech, arriviamo ad 1.6 miliardi di euro: https://transparency.eu/wp-content/uploads/2021/02/Deep_pockets_open_doors_report.pdf

Ora, possiamo anche cercare di prenderci per il culo, dicendo che si spendono 1.6 miliardi per gli appartamenti dei lobbisti e per le loro cene e degli incontri coi parlamentari, oppure capire che quei soldi finiscono in tasca ai parlamentari e ai politici. Capisco che una cena possa essere costosa a Bruxelles,  e che anche degli appartamenti possano esserlo, ma cavolo, stiamo parlando di 1.6 miliardi di euro.

Parafrasando Benigni, “ma quanto costa una Banana a Bruxelles?”

Per cui, per come la vedo io la mia metafora e’ corretta: si tratta di una pantomima, nella quale i grandi dell’ High Tech non vogliono distruzioni del servizio, la UE deve fingere di far loro del male per soddisfare gli elettori, e allora ci salta fuori la seduta di Spanking da 1.6 miliardi di euro. Il cliente finge di aver paura delle sculacciate , la dominatrice finge di essere cattiva e crudele, e paf: il rating di youporn sale.

In pratica, tutti i vari “garanti” non sono altro che questo: le prostitute sadomaso piu’ pagate del mondo. Quando volessero davvero spaventare i GAFAM, non dovrebbero fare altro che bloccare la pubblicita’ (o le consegne nel caso di Amazon), e fare service disruption.

Ma non mi aspetto che succeda.

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