Gli SMS in Emilia.

Siccome e’ nata la polemica sui tempi di consegna dei soldi inviati per SMS a favore dei terremotati in Emilia, ho la casella piena di messaggi che mi chiedono se quanto scritto sui giornali sia vero. Onestamente non so dove e perche’ quei soldi siano fermi, so soltanto che sui giornali leggo un sacco di cazzate riguardo ai meccanismi di pagamento degli SMS. Vediamo un attimo di capirci.

A differenza di Internet, la rete telefonica “classica” (escludiamo cose tipo NGN , NGN2, rete intelligente ed altri) non e’ altro che una rete che integra a livello di protocollo il contratto commerciale che voi avete col vostro gestore.

Con questo potrei fare la spiegazione confrontandolo con quello che accade su internet: quando comprate l’accesso ad internet comprate, appunto, l’accesso. E i casi sono due: se siete dentro, siete dentro e potete inviare un pacchetto a qualsiasi indirizzo IP.

Non importa che sia in Brasile o in Australia, se siete dentro siete dentro. E non importa se dall’altra parte abbiano pagato l’abbonamento o meno: a meno che un qualche firewall non vi fermi -cosa che non attiene al concetto di contratto e che ha il suo corrispondente telefonico nel CUG , gruppo chiuso di utenti- , se siete dentro siete dentro.

Quando inviate un messaggio SMS, invece, le cose si complicano.

Per fare un paragone, ecco lo stack TCP/IP e quello SS7 a confronto:

 

Lo stack TCP/IP (internet)

 

Lo stack SS7 (rete telefonica) Manca la parte necessaria alla connettivita’ IP.E la parte necessaria al traffico internazionale, tipo esplicitare CAMEL I,II,III,IV, edun pezzo della parte “mobile”.

Perche’ la rete telefonica e’ cosi’ complicata? Perche’essa deve farvi chiamare/inviare sms SE IL VOSTRO CONTRATTO LO CONSENTE. Questo significa controllare periodicamente (un tempo si udiva uno ‘scatto’ nei telefoni, non so se in Italia si senta ancora)  che abbiate soldi per telefonare, se dall’altro lato abbiano i soldi.

Ma anche ammesso che entrambi abbiate i soldi (significa che un apparato ha controllato e ha detto una cosa tipo “TCAP Continue”, cioe’ vai pure avanti. Se non aveste soldi avrebbe detto “TCAP End”), il problema e’ che magari voi siete di telecom italia e un altro e’ di vodafone albania. Come si risolve questa cosa? Si risolve con un complesso sistema di chiamate  (roba come CAMEL , Diameter ed altri) che si propongono di comunicare informazioni riguardo al profilo utente ed alla sua sessione.

In definitiva, quindi, la rete SA e CONFERMA di continuo, ad ogni apparato, se potete fare cosa e quando, e sia chiaro: lo fa in maniera quasi sempre SINCRONA.

Ci sono delle eccezioni, come appunto l’interfatturazione, ovvero la divisione della fetta di torta qualora voi da telecom chiamiate vodafone, o se c’e’ roaming, eccetera. Esistono dei centri di calcolo dedicati che si occupano , appunto, di confrontare le fatturazioni e di dividere la torta.

Che cosa fate quando fate una campagna per donare soldi via sms?

Essenzialmente mandate un SMS che ha come destinatario un cosiddetto “short code”, ovvero un numero inesistente sul piano internazionale, che viene “girato” dalla rete locale (in questo caso DALLE reti locali) verso un preciso apparato,  un centro di servizi che si identifica attraverso un “global title”. Insomma, c’e’ una pila di calcolatori da qualche parte che riceve delle PDU, come si chiamiamo noi addetti ai lavoro. Il global title e’ , in larga(issima) sintesi, l’equivalente di un indirizzo di rete.

Adesso vi chiederete: ma come fa la rete a sapere se deve girare un SMS verso un centro di servizi?

Essenzialmente, quando inviate un SMS indicate un NPI (numbering plan indicator) ed un TON (type of number):


NPI:

0 – Unknown

1 – ISDN (E163/E164)

3 – Data (X.121)

4 – Telex (F.69)

6 – Land Mobile (E.212)

8 –  National

9 – Private

10 – ERMES

14 – Internet (IP) 

18 – WAP Client Id


TON:

0 – Unknown

1 – International

2 – National

3 – Network Specific

4 – Subscriber Number

5 – Alphanumeric

6 – Abbreviated

 

Se per esempio inviate come destinatario un normale numero di telefono , diciamo  00 39 338 1234567  , NPI sara’ 1 e TON sara’ 1, ovvero avrete detto alla rete che state usando un numero di tipo internazionale e un formato ISDN. Se inviate un sms ad  una cosa come “telethon” , che e’ una stringa, allora NPI e TON saranno 5 e 0, cioe’ Alphanumeric come tipo di numero e Unknown come numbering plan, dal momento che nessuna nazione ha assegnati numeri di telefono tipo “telethon”.

Perche’ questo e’ importante? Perche’ essenzialmente saputo che roba e’ quel coso che avete messo nella destinazione, sappiamo “dove” (quale database, quale HLR,  VLR, quale dispositivo in genere) andare a cercare se il destinatario va bene (o se per esempio avete sbagliato numero).

Insomma, usando NPI e TON e’ piu’ semplice per la rete sapere di che diavolo stiamo parlando: se abbiamo 1 ed 1 sappiamo che dobbiamo cercare destinatario (se esiste, se puo’ ricevere sms, se e’ ancora con noi o ha fatto number portability, etc) e mittente  (se esiste, se puo’ ricevere sms, se e’ ancora con noi o ha fatto number portability, etc). Se invece riceviamo 5 e 0, sappiamo sin dall’inizio che e’ una stringa, e quindi non corrisponde ad una SIM, e allora non andiamo a scocciare il database che si occupa delle SIM (se vogliamo ottimizzare, per dirne una), o ci rivolgiamo ad un database apposito, o a un apparato apposito, etc.

Questo e’ solo un raccontino di sintesi, con il quale voglio dire questo:

la rete sa, sin dall’inizio, quanto,  quando e come dovete pagare un SMS.

Cosi’, in larghissima sintesi, in un modo o nell’altro , quando avete un numero nazionale tipo “telethon”, o “Emilia” (non so di preciso quale stringa abbiano usato), succede che:

  • Ciascun operatore configura la sua rete per sapere dove diavolo mandare la PDU
  • Ciascun operatore (a volte un operatore solo, dipende dai casi) configura un centro servizi per ricevere quella PDU.
  • Ciascun operatore decide quanto costa inviare l’ sms a quel centro servizi. (di solito, gratis).
  • Il centro servizi viene abilitato a scaricare  soldi dalla sim del mittente.

Adesso andiamo alla vexata quaestio: i tempi.

Esistono diversi modi per fare quella cosa.

Se vogliamo che IMMEDIATAMENTE il credito sia detratto dalla sim, possiamo decidere che inviare un SMS a quel particolare shortcode costi due euro. In tal caso, se l’utente NON ha due euro disponibili IN QUEL MOMENTO , l’ SMS non parte neanche. Non lascia l’ SMSC. O meglio -dal vostro punto di vista- parte ma non arriva, e se e’ settata la Delivery Report riceverete un messaggio di errore.

Questa e’ la maniera piu’ rapida , quella che si usa spesso qui (= Germania) ed in altri paesi europei. In tal caso il centro servizi non fa nemmeno lo sforzo di esistere: si limita a rispondere sempre ACK e poi scarica la PDU. Tanto, se l’ SMS e’ arrivato, avete gia’ pagato.

Lo sforzo consiste nel costruire una “rotta” che costi due euro e che punti ad una certa stringa. Siccome la rete si occupa sin dall’inizio di accertare che abbiate credito, senza credito non riuscite nemmeno ad inviare il messaggio.

Esiste anche un modo stupido e lento: si mette in linea un centro servizi vero, che effettivamente si occupera’ di raccogliere l’ SMS e IN SEGUITO scaricare il prezzo. Questo avviene principalmente perche’ per risparmiare sull’architettura e sulla segnalazione si e’ deciso di gestire TUTTE le sim come se fossero prepagate o postpaid (a seconda delle scelte delle singole telco) , oppure perche’ lo stato obbliga le telco a delle tecniche di fatturazione deliranti.

In tal caso, il delirio e’ che se l’ SMS costa due euro che l’utente da alla telco e la telco da’ allo stato, prima occorre gestire la fatturazione utente-telco, e poi quella telco-stato, con tutte le seghe fiscali. Al contrario, usando un sistema che riservi il credito e poi lo versi allo stato, e’ possibile semplificare e prendere l’ SMS come una richiesta contrattuale, tipo “cara telco , dai i miei soldi allo stato”.

Il problema di questa tecnica e’ che al momento in cui la PDU raggiunge il centro servizi, i soldi vengono riservati e non possono venire versati immediatamente perche’ se nel caso di sim prepagate voi li avete gia’ dati alla telco, ma nel caso di sim POST pagate dovete ancora darli, e se la sim e’ aziendale , c’e’ di mezzo l’ IVA, tasse e compagnia.

Cosi’, il pagamento e’ in due fasi. Prima c’e’ una fase in cui il credito e’ riservato, e dalle due settimane al mese c’e’ la fase di fatturazione. Questi sono i tempi tecnici.

A dire il vero questo riguarda SOLO le postpagate, perche’ i soldi delle prepagate (e gli articoli piu’ onesti a riguardo lo dicono) sono GIA’ disponibili. (ad occhio e croce, ma prendetela con le pinze perche’ e’ una mia stima personale, dal 30% al 60% della cifra. Molte prepaid sono inattive, e questo produce incertezza).

Perche’ allora non viene versata la meta’ della somma subito, e non si versa il resto dopo uno-due mesi, cioe’ il tempo di fatturazione delle post-pagate?

 I tempi tecnici della telco sono questi. Non ce ne sono altri. Le telco sanno gia’ quanto delle sim prepagate sia stato versato e possono gia’ versarlo, perche’ il credito riservato e’ gia’ indisponibile all’utente. E’ fidejussorio solo il credito delle postpagate, che impiega pochi mesi ad essere fatturato, fatti salvi i casi di inadempienza contrattuale, che non sono tanti.

Non e’ neppure vero, come mi hanno scritto alcuni, che sia possibile per le telco lucrare del periodo in cui hanno quei soldi. Per una semplice ragione: nel caso delle prepagate, quei soldi li avevano gia’. Ma non ci possono lucrare, perche’ ABI e’ estremamente diffidente -sanno che la pacchia sta per finire- verso le telco, le cui SIM potrebbero -e ABI ha paura- trasformarsi in conti correnti.

Anni fa per conto di una telco italiana lavorammo a calcolare quante sim prepaid avevano ancora i 5 euro di credito iniziale gratis perche’ mai usate. Arrivammo ad assommare qualcosa come due o tre milioni di euro di crediti intoccati. Il capitale sociale -teorico- del Monte Paschi. Capite che volendo una telco potrebbe farci un sacco di cose, ma sfortunatamente ABI e’ dell’opinione che nessuna telco debba fare quello che le banche fanno con tanta disinvoltura. Se una telco lo facesse, ABI userebbe tutto il suo potere per levargli la licenza. Hanno una-fottuta-paura delle telco.

Mi spiace, ma la genialata di ritardare il pagamento per tenersi i soldi e’ tipica delle banche. Le telco, anche per la complessita’ del sistema di fatturazione, tanti giochini non li possono fare, nemmeno in italia: se per esempio prendete il caso in cui un tizio con un cellulare vodafone fosse per qualsiasi motivo in roaming con telecom italia e abbia mandato l’ sms, i conti devono tornare ad entrambi. E fare una truffa con quella complessita’  sulla rete e’ praticamente impossibile, tantevvero che anche nelle truffe che sono avvenute, si e’ dovuto lavorare FUORI dalla rete, e non su servizi basati su SIM, ma su servizi telefonici tipo centralini, call center ed altro. Un esempio famoso:

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2010/02/indagine-fatture-due-miliardi-euro.shtml?uuid=a69b68b2-2141-11df-9577-f5c6c14bceee

Cosa penso? Sebbene io non sia in Italia, ho sentito MOLTE associazioni di beneficenza lamentarsi del fatto che la protezione civile  si metta in mezzo e tenga i soldi per mesi. Le telco gestiscono campagne di beneficenza che, e’ vero, hanno tempi lunghi di (inter)fatturazione , molto spesso per ragioni contabili e fiscali piu’ che altro, ma sono assolutamente attrezzate per versare il dovuto mano a mano che arriva, o addirittura in anticipo nel caso di somme piccole. L’infrastruttura che fa questo e’ sempre la stessa, e i metodi sono sempre gli stessi: non si capisce per quale motivo debbano fallire proprio e solo per il terremoto dell’ Emilia e non per il telethon, e per le altre migliaia di campagne di solidarieta’ che si fanno usando gli SMS.

E’ possibile quindi che ci siano tempi tecnici di uno o due mesi di tempo, per le SIM  POST pagate, per versare i soldi, dal momento che contabilmente non esistono ancora e NON si vuole la fatturazione utente->telco->beneficiario, che porterebbe la telco ad un giro contabile assurdo per stornare l’ IVA di soldi di prepagate gia’ versati in anticipo che diventano esenti perche’ beneficenza ed altre amenita’ fiscali italiane.

Ma se mi venite a raccontare che occorrano piu’ di due mesi, allora il “tempo tecnico” non viene dalle telco, ma dalla protezione civile.

E nemmeno questo mi stupisce.



Uriel

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