Giudizi di merito o di comodita’?

Quando una persona osa dire che forse la cosiddetta “stampa anglosassone” dica delle fesserie, immediatamente viene attaccato: a quanto pare, il giudizio della stampa anglosassone e’ sempre stato esatto. Strano. Strano, perche’ potrei fare il caso di svariate persone, partendo da Batista, fino a Saddam Hussein e Parveez Musharraf, che non sembrano dire la stessa cosa. Parliamone.

Qualche tempo prima di Fidel Castro, Cuba era retta da un signore che si chiamava Fulgencio Batista y Zaldívar.A dire il vero, il suo governo fu perlomeno “discontinuo”, ma grazie all’aiuto degli americani Batista pote’ rimanere al suo posto fino all’arrivo di castro(1). Durante il periodo di Batista, cuba era un mix tra un bordello ed un casino’, con qualche sgabuzzino ove torturare gli oppositori.

Il sistema economico era cosi’ corrotto che in molti casi la corruzione era perfettamente legale; non intendo dire che la corruzione fosse illegale ma vastamente praticata, intendo dire che in alcuni casi un pubblico ufficio poteva effettivamente venire comprato. Definire “repubblica delle banane” la Cuba del periodo e’ un eufemismo, dal momento che gia’ una repubblica delle banane persegue coerentemente un qualche bananesco processo dal fine bananico, mentre di Cuba si poteva dire che stesse perseguendo in maniera incoerente , o forse no, un qualche nocedicocchiano processo (ma solo i giorni pari) dal fine ananassiano. In pratica, non si capiva un cazzo, e chi ci provava veniva torturato dalla polzia di Batista.

Tale regime ovviamente piaceva agli USA che lo sostenevano e,  udite udite:  MAI la stampa americana o anglosassone ne parlarono MALE. MAI.

Possiamo passare in rassegna tutte le dittature fasciste sudamericane , ma  prendero’ il caso di un “democratico progressista”, perche’ credo che il caso di Salinas sia emblematico. Salinas e’ stato un esempio di demagogo  che fa una politica che piace al padrone americano. E che per questo i giornali americani osannano. La brillante storia di Salinas inizia con una serie di iniziative altisonanti, come la riforma del sistema elettorale e un concordato in stile fascista con la chiesa, e specialmente porta il suo paese ad aderire ad una forma di schiavismo istituzionalizzato che fu il NAFTA.

Bene, ovviamente questa rapina ebbe il risultato di produrre un rapido boost speculativo , seguito da un disastro che alla fine costrinse Salinas ad autoesiliarsi in Irlanda, per sola decenza. Troppo preso a privatizzare e a regalare agli americani le aziende statali messicane, e a legalizzare la schiavitu’ dei propri cittadini, Salinas fu un demagogo tra i piu’ idioti, pretenziosi e dannosi nella storia del messico.

Da un lato, il dato cartaceo fu tale da permettere al messico di “acquisire status”. Dall’altro, la sua politica porto’ ad una serie di decisioni sempre piu’ disastrose, che culminarono con un “Errore di Dicembre”, le cui conseguenze furono cosi’ catastrofiche da dover lasciare il paese per la vergogna, ed autoesiliarsi.

E’ interessante notare la reazione della stampa anglosassone a questo: finche’ Salinas faceva i loro interessi e nazionalizzava (svendendo) le aziende di stato, nonche’ aderiva al NAFTA creando il peggiore incubo di ogni sindacalista americano, i giornali parlavano BENE di lui. Questo sebbene fosse evidente che Salinas agisse in maniera demagogica, e che la sua politica fosse una politica degna di una repubblica di Bananas, cosa che presento’ il conto costringendo Salinas a fuggire lasciando il posto a Zedillo, che si prese tutta la colpa di una situazione disastrosa.

Ma non voglio sottolineare i palesi errori economici di Salinas, voglio sottolinare come la stampa anglosassone, fino a quando Salinas faceva i LORO interessi privatizzando e svendendo , NE PARLAVA BENONE. Nessuno oso’ sottolineare le frodi con le quali ando’ al potere, nessuno sottolineo’ quanto disastrosa fu la sua politica di negoziazione del debito in moneta americana, al punto che per un certo periodo FU ADDIRITTURA CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DEL WTO.

A cosa fu dovuta questa popolarita’ presso la stampa americana ed inglese? Fu dovuto al fatto che stava facendo i loro interessi.Questo porto’ ad un disastro economico le cui conseguenze perdurano ancora. Ma nessuno tra questi preziosi “giornali internazionali” lo fece notare.

Possiamo anche andare molto oltre,  e tirar fuori altri nomi. Saddam Hussein, per dire. Esso fu dipinto come un baluardo della democrazia per molti anni, era un modernista ed un laico. Sicuro. Perche’ serviva contro l’Iran. Improvvisamente non serviva piu’, e non solo hanno cambiato idea i governi, ma guarda caso ha cambiato idea la stampa internazionale. Strano, perche’ il “primo” Saddam era di gran lunga peggiore del Saddam degli ultimi anni: piu’ feroce e crudele.

Potremmo nominare lo strano “silenzio” della stampa riguardo alla precipitanda situazione argentina prima del default: questa “stampa” non sembra avere occhi cosi’ sottili, quando al governo non c’e’ uno che ha spezzato le gambine a Murdoch.

Buffamente, notiamo nella stampa anglosassone due cose:

  1. Si allinea con uno stravagante tempismo alla posizione del momento dei loro governi.
  2. Essa non giudica la bonta’ di un governo, ma semplicemente l’utilita’ al business nazionale.

Sul secondo requisito non c’e’ da stupirsi: essendo in mano a colossi della finanza, la stampa anglosassone scrivera’ esattamente cio’ che vogliono gli azionisti. Se gli azionisti fanno soldi per merito del messico , viva Salinas. Punto. Se Salinas permette agli industriali americani di delocalizzare in messico ove riducono in schiavitu’ la popolazione grazie al NAFTA , viva Salinas. Salinas e’ un riformatore coraggioso (New York Times), e’ un uomo moderno che ha sollevato il messico dalla sua condizione di terzo mondo (The Economist) , e’ il primo vero uomo politico messicano capace di portare una vera democrazia in messico (BBC),  eccetera.

Peccato che abbia portato al disastro assoluto la propria nazione, fuggendo non appena arrivo’ il conto, praticamente in mano al successore.

Quindi, primo teorema: per la stampa anglosassone non esistono “buoni” governi o “cattivi” governi: esistono governi UTILI ai loro azionisti o meno. Che siate Saddam Hussein, Parveez Musharraf o qualsivoglia dittatorello fascista sudamericano, se fare gli interessi americani o inglesi PARLERANNO BENONE DI VOI. Anche se devastate la vostra nazione.

Come hanno fatto in passato.

Non c’e’ alcuna relazione tra le critiche della stampa internazionale anglosassone e la bonta’ di un governo. Il fatto che oggi la stampa internazionale ce l’abbia con Berlusconi non mi dice nulla su berlusconi, mi dice solo che non sta facendo gli interessi economici di quei paesi.

Il che, trattandosi di concorrenti, mi sta benone.

Il secondo concetto che sfugge della stampa anglosassone e’ quanto sia, in realta’, controllata dai governi di riferimento. Noi passiamo il tempo a lamentarci dei fondi governativi all’editoria, ma ci siamo mai chiesti come funzioni all’estero? La verita’ e’ che loro non hanno “fondi”, bensi’ detassazioni.

Qual’e’ l’effetto di una detassazione su un media? Lo vediamo con Hollywood. Hollywood , cioe’ l’industria del cinema americano, e’ stata spesso citata per essere , alla bisogna, una macchina di propaganda per i governi. La domanda e’: perche’? Perche’ semplicemente esiste una tassazione ad hoc per gli investimenti nel cinema. Problema: come si richiede tale detassazione? Attraverso l’ iscrizione ad un preciso registro associativo. Morale: chi gestisce il registro decide chi ha gli sgravi fiscali.

Questo vi spiega come mai, durante le guerre piu’ sentite, Hollywood si trasformi in una vera e propria macchina da propaganda. Soltanto grandi registi che possano sfuggire al meccanismo (perche’ non e’ possibile bandirli dalla lista degli sgravati del fisco) si possono permettere, in certe situazioni, di mentire. Ma la pressione sugli studios sara’ tale che solo in certi particolari momenti della storia sociale si potranno avere dei film “di protesta” o dei film “militanti”. Il resto sara’ merda propagandistica.

Lo stesso si fa sulla stampa.Negli scorsi 50 anni la stampa americana ha ricevuto detassazioni a iosa, tantevvero che oggi che la stampa e’ comunque in crisi, si discute di questo. Questo, signori , e’ il controllo che lo stato ha sulla stampa: essa vive solo se lo stato la finanzia.

COME POTETE DIRE CHE NON SI TRATTI DI ORGANI DI STATO?

Come potete pensare che la stampa anglosassone sia libera o meno di accettare un presidente o altro, quando succede QUESTO? Nessuno vede un possiible conflitto di interessi, qui? Il governo SALVA DIRETTAMENTE i giornali, il governo li tiene in vita, e qualcuno di voi pensa davvero che NON siano organi di stato?

Adesso voi mi direte: ma queste sono TUE opinioni. No, non lo sono: leggete qui. Mentre voi bevete tutto quello che passa per i giornali stranieri, questi stanno conducendo una discussione proprio per discutere se il governo debba salvare i giornali intervenendo con iniezioni dirette di liquidita’.

Ma il problema non e’ attuale, se al Carnegie scrivono che

He observes that, rather than being left entirely to a competitive marketplace, news coverage in this country has long been buttressed by various kinds of charitable or government benefits. (FONTE)

E ancora, non tutti pensano che la stampa USA sia esente dagli interessi di alcune famiglie:

The families that own these papers are understandably reluctant—they are successful business families with great pride and confidence in their ability to turn things around. At this point, my hypothesis is that the philanthropists have to move first. Warren? Bill? You can secure the First Amendment for a generation at a time of historical transformation in national life, and in the country’s place in the world. If you’ll just put up the first billion, the rest of us promise to get busy helping to raise the rest.(FONTE)

E ancora, lo stato cerca di intervenire prendendone il controllo assoluto, dopo che nemmeno anni di sostanziale detassazione hanno pututo salvare la stampa:

Under the legislation, newspapers would operate as nonprofits, having 501(c)(3) status. This equates to newspapers operating for educational purposes, similar to public broadcasting. Doing so would prevent papers from making political endorsements, but they would still be allowed to openly report on all matters, including political campaigns.(FONTE)

Questa e’ la stampa americana. Una stampa fallimentare che si affida ai soldi del governo per vivere, della quale si discute il passaggio a una stampa “no profit” per salvaguardarne la poca indipendenza ormai rimasta. Spiace, ma ormai i giornali americani sperano di salvarsi baciando il culo ai democratici, che hanno in vasta parte condotto al potere. Hanno sostenuto un partito ed un presidente che oggi presenta in senato delle proposte per dar loro dei soldi.

Come si chiama un organo di stampa che il governo puo’ chiudere semplicemente votando (o non votando) una legge, e che riceve soldi e sgravi fiscali DALLO STESSO SCHIERAMENTO CHE HA PORTATO AL POTERE? E no, non me lo chiedo io: se lo chiedono gli americani. Ma non, evidentemente, tanti italiani.

In definitiva, gli americani SANNO del problema, che invece noi sembriamo ignorare. E cioe’ il fatto che una stampa che appoggia per tutte le elezioni un partito , se poi riceve soldi per vivere, non sara’ una stampa obiettiva rispetto alle posizioni del governo.

Si potrebbe andare anche sul dettaglio, e alla fine tutti questi italiani diranno che si’, la stampa straniera non dice la verita’ ma rappresenta un interesse, che alla fine dei conti mente spesso e volentieri, che sia controllata dai governi, che sia finanziata dai governi, ma alla fine dice la verita’?

Perche’?

Perche’ il cittadino dei paesi stranieri avrebbe, per virtu’ magiche, la capacita’ di “scandalizzarsi” se la stampa dichiarasse il falso. Infatti, gli americani erano scandalizzatissimi da FOX negli ultimi 5 anni: davvero. E il fatto che NESSUNO sia stato punito quando Clinton menti’ al paese sostenendo di non aver fatto sesso con una donna che gli succhiava il cazzo , dimostrerebbe …..che negli USA non puoi mentire al paesepuoi solo ridefinire il significato dei termini. Ah ah ah. Che sarebbe divertente, se non fosse ridicolo.

In definitiva, non credo proprio che sull’argomento “stampa straniera” ci sia modo di farmi cambiare idea. Non solo e’ corrotta e poco veritiera quanto e piu’ della nostra, ma segue interessi precisi,  di lobby e nazionali, interessi che nei fatti la classificano come ente ostile nel momento in cui l’industria di un paese osa far concorrenza alla loro.

La realta’ e’ che allo scorso G8 il presidente egiziano era al seguito dell’italia. E che nell’area mediterranea l’italia ha una reputazione sempre piu’ spendibile. E che siamo il secondo paese per commerci con la Russia. Non c’e’ nulla di strano per questo, perche’ l’italia tradizionalmente e’ stata un paese che ha commerciato ad oriente ed a sud, lungo le direttive del mediterraneo.Durante l’era atlantica questo era uno svantaggio e ha coinciso col nostro declino storico. Ma oggi Africa a Asia sono le piazze piu’ interessanti.

Sapete qual’e’ il VERO guaio?

Il VERO guaio e’ che Africa ed Asia, i due continenti con piu’ risorse e piu’ prospettive di crescita, sboccano entrambi sul Mediterraneo.

E noi ci siamo in mezzo.

Il che significa che in questo momento un sacco di gente vorrebbe dominare un posto che si trova esattamente al centro di un mare che tocca Europa, Asia e Africa, con tutte le risorse che sono in gioco. Con un bel governo fantoccio, come quello di Batista, o se ne volete uno di sinistra, come quello di Salinas.

Se qualcuno crede che in queste condizioni il problema della stampa straniera sia “Berlusconi”, beh… il nome di “farlocchi” ve lo meritate. Il problema e’ se morire da servi o no.

Uriel

(1) In realta’ Batista venne sconfitto alle elezioni qualche giorno prima  dell’arrivo di Castro al potere.

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