Gggiovani ovunque

Gggiovani ovunque

Gggiovani ovunque

C’e’ un generale stupore , oltre che per la vicenda di Greta Thunberg, riguardante l’attivismo politico e sociale dei giovani. La recente formazione del governo finlandese che e’ fatto da Giovani Donne, cosa che oggi sembra essere il trend. Lo stesso dicasi delle Sardine, che sono tutte ggiovani, o meglio: hanno un leader giovane. Ma nessuno si chiede per quale ragione questo sia un trend generale in occidente.

Allora, proviamo a capire la cosa. Parliamo un attimo di teoria dell’informazione.

Immaginate di avere una serie di dati, e di voler sapere quanta informazione ci sia dentro.

Diciamo che avete “00000000000000000000” .

Quanta informazione contiene? Se pensate che ogni carattere contenga un Byte, come capita se avete 256 caratteri a disposizione, sarete portati a dire che sia un Byte per ogni zero. No.

Se la stringa e’ 00000000000000000000 , l’alfabeto di questa stringa contiene un solo simbolo, con una frequenza/probabilita’ di 1. E se calcoliamo 1 * logaritmo in base due di uno, otteniamo zero.

Bene. Adesso usiamo 00000000000001000000 . Come vedete, ho messo un solo 1 nella sequenza. Andiamo a vedere l’entropia totale, e…

Puf. CI sono due simboli nel nostro alfabeto, uno compare il 95% delle volte, l’altro il 5% delle volte. Il risultato, -[(0.95)* log2(0.95))+(0.05 * log2(0.05))] , fa 0.2864. Adesso sapete che, anche comprimendo al massimo, non potete usare meno di 6 bit per contenere quella stringa.

Bene. E se adesso invertiamo la stringa, mettendo gli zeri al posto dell’1?11111111111110111111 fa…. 0.2864 .

Morale della storia: a fare l’informazione e’ il simbolo meno probabile, ovvero il meno frequente.

Il risultato sembra controintuitivo, ma vi spiega per quale ragione “uomo morde cane” fa piu’ impressione di “cane morde uomo”. La seconda e’ piu’ fgrequente, quindi rappresenta un rischio maggiore. Razionalmente, dovremmo occuparci di quanti cani mordano degli uomini, e non viceversa. Ma la notizia “uomo morde cane” e’ molto meno frequente, e quindi contiene piu’ entropia. (che poi si lega all’informazione, ma non e’ lo scopo di questo post).

Adesso applichiamolo alla societa’. Immaginate di avere una societa’ dove quasi tutti sono giovani, l’aspettativa di vita MEDIA e’ di circa 65 anni. Se questa e’ l’aspettativa media, dobbiamo aspettarci che un novantenne sia un simbolo RARO.

In una societa’ ove i vecchi sono rari, essi contengono quasi tutta l’informazione. Le azioni dei giovani sono troppo comuni, se confrontate con la rarita’ di quelle dei vecchi. In queste condizioni, quello che i vecchi dicono, fanno, pensano , determina il contenuto informativo della collettivita’. In pratica, in queste condizioni la cultura della societa’ dipende quasi per intero dai vecchi.

E quindi, la societa’ li celebra. Quando i vecchi erano pochi perche’ l’aspettativa di vita media era bassa, ai vecchi veniva riconosciuta la saggezza, la prudenza, la cultura, l’esperienza, e tutto quanto si associava ai vecchi. Persino Cristo veniva invecchiato con una barba lunghissima, che era simbolo di vecchiaia, dunque di saggezza.

Adesso pero’ l’equilibrio demografico va cambiando. E ad essere molto rari sono i giovani. Ora, di un vecchio che fa politica non frega nulla a nessuno, semplicemente perche’ tutta la politica oggi la fanno dei vecchi. Mentre le sedicenni che fanno politica si contano sulle dita di una mano. Idem per le 34enni al potere.

Trattandosi dell’elemento meno probabile , cioe’ del meno frequente, tutte le azioni , le parole e i pensieri dei giovani sono destinati ad avere sempre piu’ peso nella determinazione dell’informazione globale della societa’, ovvero nella determinazione della cultura della societa’ stessa.

Qui forse avrete un sobbalzo: ma come sarebbe che e’ il simbolo meno frequente? In democrazia e’ il piu’ frequente a prevalere. Corretto.

Ma la realta’, con le sue regole fisiche (e l’entropia dell’informazione e’una legge fisica) della “democrazia” se ne fotte altamente.

Ed e’ anche vero che ci sono dei limiti di eta’ per candidarsi in parlamento, e ancora di piu’ per candidarsi al senato. (non sono sicuro che esistano ancora, peraltro). Il risultato di tutto questo e’ proprio questo: poiche’ la frequenza dei simboli e’ cambiata, un governo di soli vecchi (o di prevalentemente vecchi) non esprime quasi nessuna entropia, dunque socialmente non contiene molta informazione.

Mano a mano che la natalita’ decresce, e il numero di giovani si assottiglia, la loro importanza nella formazione della cultura aumentera’. E se i meccanismi democratici non si adatteranno a questo fatto, essi perderanno completamente di informazione. Significa che finirete con l’ascoltare la cronaca politica senza sentir dire praticamente NULLA.

Se osserviamo le poche interviste del leader delle Sardine, per esempio, scopriamo che non dice praticamente nulla. Ma questi “nulla”  sono piu’ rilevanti di centinaia di interviste di un vecchio che , per esempio, guida un giornale come Libero. Per una semplice ragione: di vecchi che parlano di politica ce ne sono cosi’ tanti che non dicono nulla. Non perche’ le loro parole non abbiano significato, ma perche’ le loro persone sono ormai prive di valore informativo.

Siccome le regole della democrazia dicono che un sedicenne non puo’ votare perche’ immaturo mentre un novantaseienne e’ lucido e intelligente per definizione (sono regole che provengono dall’era in cui erano i vecchi ad essere rari) , il risultato e’ che da un lato abbiamo una democrazia priva di contenuto, dall’ altro lato abbiamo il contenuto che viene… da Greta che va a Torino.

Prima o poi i dodicenni avranno il potere di far cadere un governo.

Se non si inverte la curva demografica (e non si puo’ invertire)il risultato sara’ che presto tutto il contenuto informativo di ogni aspetto politico e culturale di un paese sara’ fatto dai giovani e dai giovanissimi.

Immaginare una societa’ del genere non e’ semplice. Sinora, i giovani (che erano il simbolo piu’ diffuso) erano educati a considerare come “miglioramento” il fatto di raggiungere (o di lasciar credere di aver raggiunto) le qualita’ attribuite ai vecchi: saggezza, esperienza, quietezza, riflessivita’, prudenza, erano le qualita’ con cui venivano celebrati gli anziani.

Ora che la proporzione dei simboli si inverte, il problema e’ che si richiede a tutta la popolazione di adeguarsi alle qualita’ che celebriamo nei giovani: creativita’, irrequietezza, una certa propensione al rischio, inesperienza, entusiasmo.

La trasformazione richiede di ri-educare per intero la societa’. E viene da chiedersi chi siano gli educatori. Perche’ sinora abbiamo trovato razionalissimo che siano i vecchi a educare i giovani, dal momento che tutti i valori e i costrutti che volevamo propagare erano contenuti principalmente nei vecchi. Il sapere “buono” era “antico” e “consolidato” , e la “tradizione” era importante perche’ veniva dal passato, da quel tempo che i vecchi avevano vissuto, almeno in parte.

Ma ora siamo nella situazione contraria, per cui il sapere buono non e’ piu’ quello antico, ma  quello “innovativo”, e non deve piu’ essere “consolidato”, ma quello piu’ rischioso, sconosciuto, esplorativo, pionieristico. La tradizione e’ destinata a venire rimpiazzata dall’innovazione, e le cronache del passato ad essere sostituite dalle previsioni del futuro.

Voi direte che questa e’ una cultura “alla rovescio”, ma vi faccio presente che un mondo ove i vecchi sono molti piu’ dei giovani e’ gia’ un mondo alla rovescio. E come vi aspettate che sia la cultura di un mondo alla rovescio, se non, appunto, l’opposto di quel che era?

A dire il vero, i prodromi li stiamo gia’ vedendo: che “innovazione” oggi sia piu’ pagante di “tradizione” lo vediamo ogni giorno su ogni giornale. Che i giornali parlino piu’ delle previsioni del futuro (piu’ o meno catastrofiche) rispetto a cronache dei tempi antichi anche. Che il coraggio di rischiare (e anche di fallire) oggi sia piu’ celebrato della prudenza lo vediamo tutti, basta cercare “culture of failure”

Gggiovani ovunque

In passato, una cultura del fallimento non era possibile, perche’ i simboli della cultura erano i simboli della cultura dei vecchi: prudenza, ponderazione, basso rischio. Ma oggi che i giovani cominciano ad essere il simbolo meno frequente nella societa’, iniziano a prendere valore altri valori: il coraggio di provarci e’ superiore alla prudenza, che poteva evitare il fallimento.

Dunque l’innovazione di una via mai tentata e’ superiore in valore alla tradizione di una via certa.

Queste trasformazioni non sono “future”. Non sto prevedendo il futuro. Sono tutte tendenze in atto. Le parole piu’ importanti di oggi non vengono MAI dalla cultura del mondo ove i vecchi facevano tutto e sapevano tutto, ma da quella ove i giovani fanno tutto e sanno tutto.

E avete voglia di parlare per dimostrare che i giovani sanno meno dei vecchie  fanno meno dei vecchi: essendo il simbolo demograficamente piu’ raro, sono quelli che contengono l’informazione.

E potrete anche verificare, molto facilmente, come le esplosioni di cultura giovanile sono apparse negli anni di crollo delle nascite.

E’   significativo osservare il picco di cultura giovanile, e quindi di “progressivismo” della societa’ americana confrontandola con la birth rate:

Gggiovani ovunque
Numero di nascite in USA, storico. Potete vedere che i movimenti giovanili e il boom di ideali progressisti e’ coinciso con un crollo delle nascite.

Questa e’ quella in Italia:

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I momenti di crollo delle nascite hanno, come negli USA, coinciso con i momenti di maggiore “progressivismo” della societa’, e sono durati per tutto il periodo degli anni ’70 sino agli anni ’80. Quando la decrescita della natalita’ ha iniziato ad andare piu’ lentamente, la societa’ e’ entrata in un ciclo che definirei “conservatore”, e il periodo di relativa crescita (per via degli immigrati) ha coinciso con il picco del conservatorismo culturale.

E se questo e’ l’andazzo attuale,

Gggiovani ovunque

I giovani diventeranno sempre piu’ rari, e dal momento che non sono rappresentati in politica, preparatevi ad averli in piazza.

E scoprirete presto che un solo rutto di un giovane vale piu’ delle sofisticate disquisizioni di un intellettuale attempato.

Fonte: https://keinpfusch.net/gggiovani-ovunque/

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