Gattini.

Gattini.

Gattini.

Spesso, quando giro per i giornali del populismo strisciante italiano (La Stampa, Repubblica, Corriere) mi trovo a leggere questi articoli, dove un gattino malformato viene adottato ed e’ felice, un gattino abbandonato che non voleva nessuno viene adottato ed e’ felice, la cagnetta gettata nel fiume con una pietra al collo viene salvata e trova una famiglia ed e’ felice, eccetera eccetera.

Prima di continuare, meglio fare una precisazione: non ho niente contro atti di bonta’ verso gli animali, o contro le adozioni. I miei gatti, entrambi, li ho preso da un Tierschutzverein , cioe’ da un gruppo di volontari che si occupano di salvare animali. A onor del vero, tutti gli animali che ho amato erano “raccolti”.

Esistono dei tratti costanti in questa narrativa:

  • L’animale X viene emarginato a morte perche’ brutto/difettoso, oppure
  • L’animale X era in pericolo di vita oppure
  • La crudelta’/insensibilita’ di qualche umano ha quasi ucciso l’animale, EPPURE
  • Viene salvato, inoltre
  • Trova una famiglia , infine
  • e’ felice in tutto questo nuovo amore.

Di per se’ si tratta sempre di un romanzo, con finale positivo e inizio triste. Cio’ che cambia tutto e’ la bonta’ di qualche umano, e lo svolgimento della trama e’ il salvataggio dell’animale.

La vera domanda e’: che ruolo ha nella psicologia post-moderna di oggi? Che genere di funzione svolge questo tipo di narrazione?

La mia impressione e’ che essa svolga diverse funzioni sociali.

Ma non e’ una buona notizia.

Cominciamo con la prima: “Faith in humanity restored”.

Gattini.

La cosa sembra innocua, se non positiva, sino a quando ci chiediamo per quale motivo la fiducia nell’umanita’ sia stata persa. Perche’ se ha bisogno di essere ricostruita, in qualche modo e’ andata persa.

La risposta risiede nella sovraesposizione mediatica a crimini e orrori di qualche genere. Soltanto un paio di secoli fa, quando l’uso dei mass media era molto limitato, le persone conoscevano solo i crimini e gli orrori che avvenivano nella propria cerchia di influenza. E la cosa era molto diversa, per due motivi.

  • Ovviamente avvenivano meno reati gravi, e gli orrori erano limitati in intensita’.
  • Trattandosi della cerchia di influenza, era possibile per le persone prendere dei provvedimenti.

Se ci pensate bene, nella vostra cerchia di amici non ci sono stati parecchi orrori negli ultimi tempi. Difficilmente ci sono state guerre. Crimini ferocissimi che riguardino vostri parenti e amici sono rari. Di ~400 omicidi che avvengono ogni anno in Italia, peraltro concentrati in alcune classi sociali, ne avete visti davvero pochi.

Ne avete sentito parlare, certo. Se estendiamo i gradi di separazione arriviamo forse a 4 e abbiamo coperto il paese intero, certo anche questo.

Ma la verita’ e’ che quando dite “con tutto quello che si sente dire in giro, uno perde la fiducia”, si intende dire “quello che si sente in TV” e “quello che si legge sui giornali”. Perche’ se togliessimo questi due tubi di notizie ansiogene, potremmo anche concludere che la gente attorno a noi potra’ anche avere qualche difetto, ma non abbiamo da temerli troppo.

In definitiva, i media ci rendono sovraesposti al male. Sino a quando non ci rendiamo conto che il mass media non dice il vero (probabilmente le notizie di crimini efferati sono inventate di sana pianta) , ci troviamo con una percezione del mondo che ci parla di un posto orribile. In realta’, le cose non stanno proprio cosi’. Certo, succedono cose brutte (ammesso che succeda davvero quello che scrivono i massmedia, e non sia tutto inventato di sana pianta: che cavolo ne sapete voi di uno stupro avvenuto a 800 Km da voi? Sara’ davvero successo?) , ma se andiamo a vedere quanti di voi sono coinvolti, il calcolo del pericolo e’ presto fatto.

Se volete avere una valutazione realistica del pericolo che correte, provate ad assicurarvi contro la morte per azione di criminali. Calcolate il rapporto tra la rata assicurativa e il premio pagato, e scoprirete che alla fine dei conti siamo nell’ordine di una probabilita’ su ~10.000/100.000 per mese . Niente di che. Di conseguenza, i giornali non dicono il vero nemmeno quando lo dicono, perche’ portano a sovrastimare il rischio.

Scrivere storie (probabilmente inventate di sana pianta, a loro volta) non fa altro che soddisfare la rete di “bene” di un pubblico sul quale viene vomitato un enorme fiume di “male”.

E’ confortante sapere che alle persone piace leggere storie che parlano del “bene”, ma questo succede perche’ sono bombardate da storie che riguardano il male. Del resto, una delle principali azioni di Mussolini fu quella di abolire la cronaca nera dai giornali. La sensazione di felicita’ che le masse ne ebbero , la percezione di vivere in un mondo sicuro (storie tipo “potevate lasciare la bicicletta incustodita e…”) fu tale che a tutt’oggi quella viene ricordata come un’era di estrema sicurezza, ove potevate fidarvi del vicino di casa. Trust in Humanity restored.

Il fatto che sia bastato abolire la cronaca nera per trasformare una dittatura fascista in un luogo ove la gente poteva fidarsi dei vicini di casa (…ssseriously?) la dice lunga sul ruolo che i media hanno nella perdita di fiducia. Io stesso ho sperimentato personalmente un cambiamento completo di gestalt quando, anni fa, ho smesso di guardare la TV.

Andiamo avanti.

Un altro effetto e’ “hope in humankind restored”.

E adesso mi direte : ehi, ma hai solo cambiato “faith” con “hope”. Verissimo. Perche’ e’ rilevante?

Prendiamo la storia della cagnetta deforme e mezza cieca che nessuno voleva, ma una famiglia di umani l’ha salvata dall’abbattimento e ora la amano e lei e’ felice. E’ tutto bellissimo. Ma adesso cambiamo soggetto: quante speranze ha una ragazza deforme e mezza cieca di trovare qualcuno che la ami , che ne abbia cura e la tiri fuori dalla discarica sociale?

Uhm. Uhm….

Questo e’ il punto. La verita’ e’ che nessuno di noi avrebbe, nelle stesse condizioni di svantaggio, randagismo, deformita’ o malattia, la speranza di essere “salvato” come succede a questi animali. Sappiamo bene di galleggiare. Tutti sentiamo di galleggiare un un mare di assoluta indifferenza che non esiterebbe ad affogarci alla prima falla nella nostra scialuppa.

 

Gattini.

 

La verita’ e’ questa. Questi articoli ci fanno sperare che se, per uno scherzo del destino, ci trovassimo in quelle condizioni, nelle condizioni del gattino deforme gettato via, qualcuno ci salverebbe. Ci porterebbe a casa. Ci curerebbe. Ci amerebbe. Vivremmo felici.

E’ la speranza quella che chiediamo. Ma se andiamo a scavare, dobbiamo chiedere per quale motivo tale speranza sia andata persa. Se leggete tutta la letteratura antica, la persona in queste condizioni bussava a tutte le porte, prima di venire delusa (quando era una storia morale sui bisognosi) ma alla fine questa persona bussava a tutte le porte.

Oggi, non ci proveremmo neppure. E non lo faremmo , o molti di noi non lo farebbero, perche’ diamo per scontato che nessuno ci aiutera’. Addirittura pensiamo che, se ci mostrassimo in difficolta’, tanti approfitterebbero della nostra malvagita’.

Psicologicamente stiamo galleggiando su un abisso malvagio e indifferente.

Ma le cose stanno davvero cosi’? Da dove traiamo l’immagine di un mondo malvagio e indifferente? Sempre dagli stessi mass media. In realta’ gran parte del welfare di oggi e’ ancora provveduto dalla famiglia. E in realta’ possiamo anche contare sugli amici, qualora i ritmi lavorativi disumani ce li abbiano tolti.

E’ assai difficile dimostrare che il mondo non e’ malvagio come crediamo, ma dobbiamo chiederci chi si prenda cura, alla fine, di quei sei milioni di persone che ogni anno escono da un ospedale italiano e vanno in convalescenza. Dobbiamo chiederci chi stia aiutando i milioni di poveri che esistono ormai ovunque. E se pensiamo che tutto questo avvenga tramite aiuto altrui, il ritratto del mondo cambia molto. Non e’ affatto un mondo malvagio e indifferente.

Sono i mass media a dipingerlo in questo modo. A toglierci la speranza. Ed e’ per questo che hanno creato la domanda di notizie che la speranza ce la diano. In pratica ci hanno portati a vivere in un incubo malvagio e indifferente CHE NON ESISTE, per poi dirci no, alla fine il mondo ha anche speranza.

La speranza che NON avremmo perso se avessimo spento il tubo di merda che ci vomita notizie in salotto.

Gli stessi media che hanno DISumanizzato il “mondo percepito” , adesso cercano di umanizzarlo , o forse vogliono solo approfittare del fatto che molti hanno effettivamente bisogno di un pochino di sollievo , una breve parentesi in questo incubo che non sarebbe AFFATTO un incubo se solo il mass media non ce lo dipingesse come tale.

Gattini.

Everything you need is gattini.

Fonte: https://keinpfusch.net/gattini/

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