FTX, la storia continua. E la legge non c'entra.

FTX, la storia continua. E la legge non c'entra.
FTX, la storia continua. E la legge non c'entra.

Lo scandalo FTX , da poche centinaia di milioni, sta scalando verso i miliardi di dollari mano a mano che le indagini continuano. Ora, anche se causasse perdite per l’intera capitalizzazione, arriverebbe a circa 30 miliardi di dollari (per confronto, Lehman Brothers fu 1200 miliardi), ma e’ sufficiente a far parlare a sproposito diverse persone: ovvero quelli che dicono “il mercato va regolato”.

Quando ne scrissi la prima volta, le perdite sembravano limitate a 600 milioni di dollari. Mano a mano che le indagini vanno avanti si scopre che FTX aveva anche un Hedge Fund, e che aveva anche societa’ a matrioska ovunque nel mondo, con preferenza tra i paesi ove la corruzione e’ endemica.

Ma qui dobbiamo fermarci, perche’ adesso tutti sono a strillare che “quel mercato va regolato”. In realta’, almeno negli USA, quel mercato e’ regolato.

Agli albori del bitcoin, non potevate fare un exchanger e registrarlo come “Incorporated”. La ragione e’ che negli USA ci sono due enti che fanno vigilanza: la FED, che si occupa di securities, e la CFTC, che regola il mercato delle commodities e dei relativi future.

E’ ancora oggetto di disputa , capire se le criptomonete siano Securities o Commodities, ma una volta capito che si trattasse di uno dei due, e solo dopo averlo capito, entrambi gli enti hanno dato il via libera alla creazione di exchangers di bitcoin, che prima non potevano costituirsi come aziende negli USA.

Ma attenzione: essendo il mercato digitale molto ubiquo, non sono tanto focalizzate sull’idea che un’azienda esista o meno, ma sul fatto che possa operare con clienti americani.FTX era incorporata alle Bahamas, infatti: la domanda era, se dovesse o potesse operare su clienti americani.

Lo Hedge Fund collegato a FTX, poi (Alameda Research) era incorporato a Hong Kong, ovvero non negli USA. MA era autorizzato a fare affari con clienti americani. Le altre scatole erano in giro per il mondo e stanno venendo scoperte.

Ma il punto e’ che per operare negli USA con clienti americani doveva pure avere una licenza, e questo permette al DoJ americano (il dipartimento di giustizia) di occuparsene.


Ma c’e’ di piu’. La componente americana della Incorporated era a sua volta regolata dalle leggi USA. Il guaio e’ che le leggi dicono con molta chiarezza quali siano i processi interni obbligatori per garantire trasparenza e due diligence in una Inc. 

Il guaio e’ che tutti questi regolamenti sono stati violati. Il curatore fallimentare (che viene dal disastro Enron, quindi ne ha viste), ha dichiarato di non aver mai incontrato una simile indifferenza verso le regole di legge , e una simile, totale mancanza di qualsiasi meccanismo obbligatorio di governance aziendale. In inglese: “”such a complete failure of corporate controls and such a complete absence of trustworthy financial information as occurred here”.”

E come curatore fallimentare ne ha viste: https://en.wikipedia.org/wiki/John_J._Ray_III

Quindi, tutti quelli che si lavano la bocca dicendo che “le criptomonete vanno regolate” non hanno capito una cosa: esse SONO regolate. Il problema e’ che gli operatori hanno VIOLATO delle leggi, e rischiano il carcere per questo.

Potremmo sicuramente spostare il problema sulla cultura delle criptocoins, dicendo che chi vi opera si sente superiore alle leggi, o esente da esse. Ma la competenza con la quale FTX ha aperto sedi in paradisi fiscali dice il contrario: sapevano BENISSIMO dell’esistenza delle leggi, solo che le hanno aggirate.

Ma attenzione: la Bahamas, o Hong Kong, non sono dei paradisi fiscali solo per le cryptocoin. Se per “bisogna regolamentare di piu”‘ intendere far perdere alle Bahamas, Hong Kong, ed altri il loro status di paradiso fiscale, questo non sara’ valido di certo solo per le criptomonete, e nemmeno particolarmente per esse: ci passa ben altro.


Le azioni intraprese dall’azienda per regolarsi al proprio interno erano decise, a quanto pare, dal CEO e dal management.

Il guaio e’ che la legge USA (e di solito quelle europee) impone che esista un financial controller, il quale dovrebbe opporsi a certe operazioni. Il salvataggio di altri exchanger falliti, per dire, e’ gia’ borderline nel campo della finanza. Ma il mutuo da un miliardo di dollari fatto al CEO , a condizioni straordinariamente convenienti, un financial controller decente non dovrebbe farlo passare. 

Il guaio qui e’ che FTX non aveva il controller finanziario. Faceva tutto il CEO. Ora, qui il problema non e’ la mancanza di leggi: le leggi ci sono eccome, e sono state violate. Ma le leggi che consentono di fare mutui e iscriverli a bilancio ESISTONO: fare dei mutui interni e’ abitudine consolidata quando si fanno budget con ammortamento a controllate ed altro. Al limite, non si dovrebbero fare questi mutui al CEO, specialmente se sono pagabili in 60 comode rate annuali con interesse praticamente nullo, se non negativo (si sta ancora investigando), dal momento che il financial controller dovrebbe vietare completamente al CEO di farsi dei mutui con la stessa azienda che dirige.

Quindi le leggi esistevano: quello che e’ successo e’ che sono state aggirate o ignorate, motivo per cui il curatore fallimentare dice che FTX era gestita da “a very small group of inexperienced, unsophisticated and potentially compromised individuals”. Su questa parte torneremo dopo.


Un altro aspetto regolatissimo, di cui si e’ abusato, e’ stata la creazione dell’ FTT: l’FTT, che e’ stato classificato  come “Security”  (quindi sotto il controllo della FED) non era altro che una criptovaluta , scambiata sullo stesso exchanger, che pero’ veniva usata come strumento di “pagamento” verso i clienti. Questo ne faceva l’equivalente di un bond, o almeo di azioni non privilegiate, da cui e’ stato classificato come Security.

Immaginate che un’azienda come eToRO si faccia, per il mondo forex, un titolo derivato che si chiama “Totollero”, e che quando guadagnate soldi in qualche azione sul forex voi vi troviate  investire Totolleri e se guadagnate guadagnate Totolleri. Che poi potrete cambiare in Euro, usando lo stesso scambiatore.(se vi fidate che abbia abbaszanza euro in cassa, si intende).

E’ legale? Si, lo sarebbe. Ma sono le implicazioni finnziarie ad essere problematiche: un simile titolo diventerebbe appunto una Security, e come tale il suo valore deriva dalla fiducia che gli investitori hanno nella vostra azienda. Il controller finanziario, cioe’, avrebbe dovuto agire per averne il controllo e una certa visibilita’. Cosa resa semplicissima visto che FTT aveva la sua blockchain.

Non per nulla, il disastro e’ esploso davvero quando un concorrente di FTX, che scambiava gli FTT, ha deciso di non occuparsene piu’ e di venderli. 

Ora, le securities sono regolate? Si, moltissimo. Sono controllate? Si, moltissimo. 

E perche’ e’ successo questo casino? Beh, il fatto che sedici miliardi di dollari di FTT siano stati scambiati in dollari e siano finiti in un conto del CEO in un paradiso fiscale, che poi e’ stato svuotato, potrebbe anche spiegare molte cose. Se non fosse che operare in questo modo con le securities aziendali e’ vietato. 

E il controller finanziario obbligatorio per legge, se fosse esistito, avrebbe dovuto proibire certe operazioni.


Ed e’ qui che io vorrei capire cosa intendano quelli che si lamentano del fatto che “manca regolamentazione”, che e’ un “mercato poco regolato” e che “occorre regolare meglio”.

A cosa vi riferite?

Se vi riferite al fatto che FTX fosse incorporata alle Bahamas, cioe’ in un paradiso fiscale, che l’ Hedge Fund fosse a Hong Kong, e che c’e’ un giro di conti in banca nel mondo in paesi ad alta corruzione, beh: be my guest! Regolate pure.  Volete risolvere definitivamente il problema dei paradisi fiscali e della corruzione sull’intero pianeta? Bene, cosa aspettate? Chi vi sta fermando?

Secondo me, il vostro programma e’un tantino ambizioso, ecco tutto.

DI quale altra mancanza di regolamentazione parlate? Del fatto che nessuno abbia mai controllato che la filiale americana rispettasse le regole amministrative e la due diligence, che avesse tutti gli organi a posto e che facessero il loro dovere? Be my guest, again! Ma state aprendo una scatola dentro la quale c’e’ Satana con le Emorroidi Incarnite , e se provate a fare controlli obbligatori a riguardo, vi sprofonda in qualche girone di impalamento gorgogliante. (in soldoni, pagano un killer e vi ammazzano. Male.).

Sono controlli che non esistono , in maniera automatizzata, nemmeno per il resto del mondo corporate, perche’ gli americani sono convinti che saranno gli azionisti ad abbandonare l’azienda se non e’ gestita bene, e che i controlli li faccia la FED.

Che non li fa. Quante aziende non quotate (come e’ ora Twitter, per intenderci)  sono messe come FTX? Impossibile saperlo. 

Volete introdurre controlli di questo tipo? Ripeto: be my guest. Ma ricordate la storia dell’impalamento gorgogliante. Certe scatole, diceva Clive Barker, non andrebbero aperte.


Esiste una componente tecnologica in questa mancanza di “regolamentazione”? L’unica che esiste e’ quella relativa alla liquidazion fallimentare. In teoria, chi aveva messo i propri Cryptocoin su quella piattaforma, ha diritto di riaverli. Il guaio di questa affermazione e’ che

  • gli strumenti tecnici necessari a riavere degli CryptoAssets non sono definiti.
  • non si capisce se , in caso di appropriazione indebita, vada restituito il valore cartolare o il valore attuale.

questa e’ l’unica parte che non e’ “regolata”, ed e’ il motivo per il quale il curatore fallimentare e’un esperto che lavora da 40 anni sui peggiori fallimenti della storia. Ma attenzione: nemmeno qui e’ davvero privo di regole. Il Chapter 11 e’ormai cosa vecchia, quello che gli manca, al massimo, e’ di capire come applicarlo alle cryptocoin.

Non si tratta pero’ di una mancanza cosi’ grave: in questo periodo la vera speculazione si e’ spostata sull’ arte, e sull’acquisto e rivendita di opere d’arte. Sia chiaro, nel 99.999% dei casi si tratta di croste inguardabili prive di ispirazione e di tecnica. Ma non e’ importante perche’ non le ricevete a casa, quello che comprate e’ il certificato di proprieta’. 

Ma cosa succederebbe se qualcuno fuggisse coi soldi, come e’ successo ad FTX? Che il nostro investitore si vedrebbe recapitati a casa un centinaio di quadri orrendi. Allo stesso modo, nella peggiore delle ipotesi i debitori si vedranno restuire una chiavetta con un wallet. 


Concludendo, se c’e’ una cosa irritante in questa vicenda e’ la pletora di persone che vogliono “regolamentare” la questione. Le uniche parti non regolamentate della criptomonete sono cosi’ astratte (e’ una Security o una Commodity? Qual’e’ il valore cartolare? etc) che non avrebbero ALCUN impatto , o non sarebbero preventive, non impedirebbero che accada quello che e’ accaduto af FTX.

Commenti

  1. Bruno Bucciarati

    probabilmente la regolamentazione a cui brama l’uomo della strada è solo quella che prevede la garanzia sui depositi come per gli istituti di credito

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