Filosofo a chi?

Filosofo a chi?

Filosofo a chi?

Qui in Germania sono iniziate le ferie di autunno , e quindi ho tempo per badare a diverse cose. La prima che leggo, seguendo i referrer del mio blog, e’ la solita pioggia di merda che piove da personaggi che definirei “I raeliani di Internet”, o per dirla alla Sgarbi “la religione del pubblico impiego”.

Cosi’ rispondero’ a diversi blog che mi citano, spiegando il motivo per il quale tanta fatica da parte loro e’ completamente sprecata. Per prima cosa ho iniziato a tenere un blog nel 2003, quindi dovreste capire che se non siete riusciti con queste strategie , potreste anche dedurre che non funzionano. Ma come diceva Einstein, la pazzia e’ proprio l’attitudine a ripetere lo stesso errore pur vedendo i risultati negativi che ne scaturiscono.

E cosi’ cominciamo con l’accusa di “pazzia”. Sarebbe credibile se non cercaste (inutilmente) di confutare quel che dico. Perche’ vedete, i pazzi non li confutate. Non scrivete articoli sul matto del vostro paese per confutare quel che dice. Lo compatite, ne avete pieta’, spesso un senso di umanita’ vi spinge a trattarlo gentilmente, ma nessuno perde tempo a confutare “satana Troia” scritto sui muri della metro di Milano. E’ solo un pazzo.

Al contrario,  nel momento in cui vi siete presi la briga di confutare qualcuno, avete riconosciuto nelle sue parole una posizione filosofica. Per questo la confutate.  Ma in questo stesso momento, la vostra accusa di pazzia diventa una medaglia, perche’ tutte le posizioni filosofiche che hanno meritato tale accusa erano nuove ed originali.

So distinguere una condizione sufficiente da una necessaria: so benissimo che non basta essere chiamati pazzi per essere nuovi e originali. Magari siete pazzi sul serio. Ma quando siete chiamati pazzi E LE VOSTRE IDEE VENGONO CITATE E CONFUTATE, allora siete nel caso in cui l’accusa di pazzia e’ una medaglia di novita’ e originalita’.

Quindi RINGRAZIO tutti quelli che scrivono di me che sono pazzo per le cose che scrivo, specialmente quando le citano e si preoccupano di confutarle, cosa che NON SI FA MAI coi pazzi nel senso psichiatrico del termine.

A proposito di posizioni filosofiche riconosciute, leggo un’altra accusa piuttosto bizzarra: mi si accusa di “fare filosofia ma di non volerlo ammettere”. Questo e’ interessante, perche’ l’accusa viene (a quanto leggo) da un tizio che insegna storia&filosofia alle scuole superiori.

Ora, la mia prima obiezione e’ che se anche io facessi filosofia, tu saresti proprio l’ultimo che potrebbe accorgersene. Proprio perche’ sei un professore di filosofi.

E ho scritto professore di filosofi, e non “di filosofia”, perche’ nelle scuole superiori e all’universita’ non si studia “filosofia”, ma si studiano “filosofi”. Siete molto bravi a dimostrare che studiando filosofi si impari la filosofia: e vi rispondo che sono un dio a letto, perche’ ho guardato e studiato tutti i film di Siffredi.

Dire che sai di filosofia perche’ hai studiato i filosofi e’ come dire che sei bravo a letto perche’ guardi tutti i film di Siffredi: il discorso funziona solo se a letto ci vai sempre da solo.

Quindi ripeto: un docente di filosofi non saprebbe riconoscere la filosofia nemmeno se gli apparisse davanti nuda e gli facesse un pompino. Quindi, se io facessi “filosofia”, questo personaggio non potrebbe accorgersene, visto che non ne sa nulla.

E il fallimento di questo sistema scolastico si vede: ormai per generazioni in quasi tutti i licei italiani si fanno studiare filosofi (peraltro una selezione opinabilissima, ma ci arrivo dopo) , ma se vi chiedessi quali filosofi italiani contemporanei si studieranno nei licei tra 100 anni, non me ne sapete elencare nemmeno uno. Un fallimento catastrofico: del resto, a scuola non si studia filosofia, si studiano filosofi.

Il motivo per cui io NON faccio filosofia (e se ne tu ne sapessi qualcosa, prof, lo capiresti) e’ che la filosofia non si sforza di arrivare ad una conclusione, come la matematica o la scienza: lo scopo e’ il dialogo, o se preferisci il dibattito.  La filosofia si sforza di tener aperto il dibattito su un argomento, introducendo nuove prospettive, posizioni filosofiche, eccetera.

Su questo blog (ma anche nel tuo, segno che nemmeno tu fai filosofia) ci si sforza di giungere ad una conclusione. E se ti sforzi di giungere ad una conclusione, cioe’ di chiudere un discorso con una posizione netta, NON stai facendo filosofia. Quelli che vogliono chiudere il discorso sono , che so, i matematici che quando dimostrano un teorema mettono un grosso punto alla fine e “QED” (o CVD, come si usa oggi). Un altro esempio sono i fisici che fanno l’esperimento e dicono “ehi, questa teoria e’ dimostrata (o meno)”. E chiudono il discorso.

Ma la filosofia non fa questo: la filosofia e’ un dibattito continuo su temi che rimangono sempre aperti perche’ nuovi filosofi contribuiscano.

Quindi no, questo blog NON fa filosofia proprio perche’ ad ogni post si tenta di “chiudere”, di “concludere”. E se tu sapessi qualcosa di filosofia te ne saresti accorto: sfortunatamente hai studiato i filosofi, ma non la filosofia. E replichi la stessa catastrofe sui tuoi studenti. Complimenti.

Ma se andiamo avanti nelle accuse che mi muovi, vedo che una di queste e’ di “cadere in contraddizione”. E questo mi informa sulla scadente scelta del portafoglio di filosofi che insegni: sembrano tutti dediti alle logiche consistenti, in pratica degli aristotelici convinti.

Segno che hai escluso (e siccome ricordo gli anni del liceo, e’ una scelta “antica”) qualsiasi filosofo sia paraconsistente, cioe’ qualsiasi filosofia non discenda da Aristotele. Tutta la filosofia indiana, orientale, islamica: e bada bene che non sono quattro gatti! Persino oggi, i figli di tali filosofie sono il 70% della popolazione umana. Vedi tu.

Ma la cosa buffa e’ che potrei rispondere alla tua accusa di “contraddirmi” citando il tuo coglione filosofo preferito, Hegel. Potrei dirti (citando il piu’ esperto leccaculo che una casa reale abbia mai avuto) che quando vedi una “contraddizione” in realta’ stai vedendo “tesi” e “antitesi” che si accoppiano per partorire una “sintesi”. E te lo becchi dove il medico non ha mai visto la luce del sole. Segno che non hai nemmeno studiato bene i filosofi che dici di insegnare: che io sappia Hegel si “insegna” ancora nei licei. Tu dove sei quando il prof entra in aula? Ops, dimenticavo che il prof sei tu.

Questa catastrofica aristotelata del “si contraddice”  mi porta a scrivere che la selezione di filosofi che insegnate e’ perlomeno opinabile: del resto siete gli stessi che (nelle ore di “storia”) insegnano ai ragazzi che la civilta’ umana nasce in Mesopotamia, senza provare a spingersi un pelo piu’ ad oriente, diciamo dalle parti della Cina, e guardare cosa c’era nello stesso periodo.

Appunto: insegnate una selezione provincialissima di filosofi.

Adesso la prevedibilissima reazione sara’ dire che si’,  anche se io non perseguo I FINI della filosofia (cioe’ tento di arrivare ad una conclusione anziche’ continuare il dibattito eterno) , io ne uso i metodi.

E questo dimostra quanto poco tu sappia di filosofia moderna. Perche’ l’errore piu’ catastrofico della filosofia moderna e’ stato quello di sviluppare un apposito linguaggio. Non che io abbia qualcosa contro un gergo tecnico: essendo un informatico professionista da 25 anni, so benissimo che i piu’ non capiscono quel che dico se parlo di lavoro.

Il mio problema col fatto che la filosofia abbia sviluppato un linguaggio , come ogni comunita’, e’ che sviluppare un linguaggio tecnico per la filosofia non ha alcun senso. Innanzitutto, un linguaggio tecnico serve a ottenere precisione, ma la precisione serve a raggiungere conclusioni esatte. Poiche’ la filosofia NON intende raggiungere conclusioni (esatte o meno) ma alimentare un dibattito, di precisione formale non c’e’ alcun bisogno.

Come se non bastasse, questo cozza anche coi filosofi che dite di conoscere: me ne trovi due (di quelli “che contano”) che abbiano usato lo stesso linguaggio? Stai cercando di dire che Nietzsche, Kant e Russell usavano lo stesso linguaggio?

Sul piano del linguaggio, Nietzsche scriveva fashion puro. Il suo linguaggio ne faceva lo Jean Paul Gaultier della filosofia. Se ci fosse la settimana del fashion dei filosofi, Nietzsche vincerebbe sempre tutti i premi. Lo vogliamo paragonare ad un atomista logico come Russell? In confronto alla scrittura Fashion di  Nietzsche,  Russell sembra una mostra di mute da palombaro. Hegel sembra un artigiano barocco che arzigogola, e Marx scrive come un tizio che racconti al barista che sua moglie lo tradisce. (Quando il barista e’ l’amante di sua moglie.)

Quando OGNI filosofo ha avuto un proprio peculiarissimo linguaggio ( sarebbe possibile usarlo come carta di identita’) sviluppare un linguaggio della filosofia usato da tutti puo’ essere descritto come “dinosauri che ballano una danza della pioggia di meteoriti al tramonto”: ok, fatelo pure, ma se poi la danza funziona sono tutti cazzi vostri.

Per la cronaca, la danza ha funzionato. Funziona sempre.

Quindi no, nel dirmi che io “lo nego ma faccio filosofia” sbagli sia sui fini che sul metodo, dimostrando (nella caduta) che non solo  di filosofia non sai nulla, ma conosci poco anche i filosofi che pretendi di insegnare.

Ti invito ad ascoltare una persona , un PhD di Filosofia che ha abbandonato la carriera accademica (per fare la youtuber transessuale: valida alternativa al lavoro da McDonald’s e al meno gratificante impiego pubblico), e ti spiega quali sono i problemi della “filosofia” di oggi, cioe’ del tuo approccio , e del perche’ tale approccio la renda inutile.

Quelli che descrive sono quelli come te, o almeno i tuoi professori.

E andiamo agli effetti di quel che scrivi: in che cosa consiste il “tema” del tuo “blog di filosofia”? In gran parte di deliri NO-Euro.

Ora, il pensiero “no-euro” nel 2019 avanzato non e’ “ne’ nuovo ne’ originale.” Non aggiunge nulla al dibattito, quindi no, nemmeno tu fai filosofia. E non usi nemmeno il linguaggio adatto. Ma il problema e’ che posso sentire lo stesso delirio no-euro in qualsiasi bar, al punto che potremmo usarlo come misura del tasso alcolemico.

La polizia ferma un’automobile. Ne esce il proprietario, e  inizia il test alcolemico. Il primo poliziotto chiede all’automobilista cosa pensi dell’euro. Alla parola “truffa” vengono tolti meta’ dei punti patente, quando si arriva a “Germania” c’e’ la revoca della patente, e a “poteri forti” ci sono il sequestro del mezzo e l’arresto.

Risposta Equivalente alcolico
“Euro e’ una truffa” Due Spritz e una Moretti
“Conviene solo alla Germania” Tre moretti, un negroni e un Mojito
“Lo hanno voluto i poteri forti” Gara di shottini e 1 bottiglia di Vodka Gorbacheva

Non sei niente di nuovo: quando avevo l’eta’ dei tuoi allievi i bar erano pieni di tizi con gli occhiali rettangolari, Unita’/Manifesto sotto il braccio, che immancabilmente sentenziavano cose come

  • “Il capitalismo ha , al massimo, cinque anni di vita , come Previsto da Marx”.
  • “L’ammeriga e’ al suo capitolo finale e scomparira’ in un decennio, per le sue contraddizioni”

Il millennarismo del bicchiere di vino rosso fermo.

Ora, siccome ho dei pregiudizi verso le previsioni a 5 anni con un margine di errore di 30 anni, capisci che  oggi trovo molto patetico vedere gente nella blogsfera (l’equivalente del bar) che tiene qualche giornale “contro” sotto il braccio, (o nella striscia dei link ) e se ne esce con le stesse frasi.

Ma davvero credi che ti (vi) si possa prendere sul serio?

E non perdo tempo a confutare le tue teorie, proprio perche’ IO penso che se ti cascano in testa i ponti e continui ad usarli, hai l’80% delle scuole pericolanti e accetti di mandarci i figli, il pazzo sei tu.

E se arrivi a credere DAVVERO che senza la Germania il ponte Morandi di Genova avrebbe ricevuto una manutenzione adeguata , saro’ sincero, sei anche di quei pazzi che non si confutano.

QED.

 

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