Fermi & Drake

Dopo l’uscita del problema dei tre corpi, di Liu Cixin, stanno cominciando a fioccare dei tentativi, da parte di molti scrittori di fantascienza, di capire per quale motivo non troviamo la vita nell’universo. Siccome ho scritto libri di fantascienza, ci provo anche io.

Per prima cosa, trovo assurda l’idea di Liu Cixin: il fatto che un ecosistema sia spietato , brutale e violento non implica che tutte le specie diventino mimetiche e silenziose. Alcune lo faranno, altre no, e il risultato e’ che gli ecosistemi ove la vita e’ piu’ spietata sono rumorosissimi. Non esiste alcuna prova che rimanere in silenzio sia vantaggioso in un ecosistema dalla catena alimentare spietata.

Da scrittore di FS, direi che il motivo per il quale non incontriamo la vita e’ che la cerchiamo un luoghi abbastanza improbabili. Cioe’, attorno ad una stella.

Lo so che NOI siamo vivi e siamo attorno ad una stella, ma questo e’ esattamente un buon motivo per pensare che siamo, tutto sommato, un caso stranissimo e quindi molto isolati. Nessuno ci verra’ mai a cercare. Perche’?

Perche’ siamo a due passi da una gigantesca esplosione termonucleare, ecco perche’. E AMIAMO la nostra bellissima esplosione termonucleare, come se fosse una cosa buona.

E quindi abbiamo molto culo. Se fossimo in orbita attorno ad Alpha Eridani (patria dei Vulcaniani), nella nostra storia recente avremmo dovuto sopravvivere a diverse esplosioni di flares, che la stella produce ogni circa mille e rotti anni.

Ogni volta che la stella produce quel flare, i pianeti della fascia abitabile diventano improvvisamente dei forni a legna. Poi si raffreddano, e via. E voi capite che se prendiamo la storia dei neanderthal, circa 100.000 anni, e la mettiamo nelle vicinanze di una stella che ogni 1000/1500 anni ti da’ una passatina nell’olio fritto (per farvi capire la temperatura) , anche se qualcosa sopravvivesse nelle caverne e sul fondo degli oceani, occorrebbero poi milioni di anni per tornare ad un ecosistema stabile. La vita del signor Spock e’ una vita di sacrifici, insomma.

Diciamo pure la verita’: se uno vuole stare in pace, dovrebbe evitare gigantesche esplosioni termonucleari. Giusto da poco tempo (fatta salva la distanza in anni luce) abbiamo visto Betelgeuse fare uno scherzetto che se avvenisse nel nostro sistema solare ci avrebbe ridotti in pulviscolo. 

D’altro canto, sappiamo che esistono i rogue planets. E sappiamo che sono 100.000 volte piu’ numerosi delle stelle. Pensiamo che siano dei posti freddi perche’ non hanno riscaldamento, ma sappiamo bene che una luna che ti orbita attorno abbastanza vicina puo’ scaldarti per via delle forze mareali, e sappiamo che un’atmosfera con molto effetto serra, puo’ trattenere benissimo tutto il calore.

Di conseguenza, non e’ strano pensare che un rogue planet, cioe’ un pianeta che va in giro senza una stella, possa essere abbastanza caldo da essere abitabile, se per esempio ha una spessa atmosfera e una luna abbastanza grossa che gli orbita attorno abbastanza vicina. O forma un sistema doppio con un altro rogue planet.

Esistono poi altre ragioni per avere un rogue planet “caldo”: collisioni con altri corpi, che possono richiedere anche miliardi di anni per raffreddare un pianeta fatto di lava, attivita’ nucleari interne (ci sono anche dentro la Terra), ed altro. Se l’atmosfera trattiene abbastanza il calore, basta davvero poco ad entrare nella fascia abitabile.


Il punto sta nel numero stravagante di rogue planets che esistono. Essendo centomila volte piu’ numerosi delle stelle visibili, il problema e’ che se troviamo interessante una stella con uno, due pianeti nella fascia abitabile, questo ENORME insieme di pianeti vaganti senza una stella dovrebbe essere MOLTO piu’ interessante. 

Si tratta, come al solito, di un trade-off. 

  1. Vicini ad una stella e’ piu’ facile essere caldi. D’altro canto, stare vicini ad una stella per i MILIARDI di anni che servono a creare la vita aumenta enormemente il rischio che la stella faccia uno sbuffetto di plasma che frigge la vita per sempre.
  2. Vivere senza una stella rende improbabile che ci sia calore, ma se per caso in qualche modo (corpo celeste in orbita, decadimento nucleare, eccetera) si ha del calore, si vive tranquilli per miliardi di anni!

Ovviamente sull’idea di vita nei rogue planets possiamo sollevare tantissime perplessita’, ma idealmente se ci fosse qualcuno su un rogue planet e osservasse il sistema solare, potrebbe dire questo:

  1. quel pianeta e’ troppo vicino all’esplosione nucleare prodotta dalla stella. Magari sarebbe meglio cercare vita nel pianeti piu’ esterni. Ma sono troppo freddi”
  2. la formazione di una stella attira tantissima materia, che si mette a bersagliare i pianeti. Piovono asteroidi.  E’ troppo rischioso.
  3. Attorno ad una stella di nuova formazione mi aspetto instabilita’, flares, che alla fine ti fanno lo scherzo di Alpha Eridani, e ti bruciano i pianeti. Succede a tutte le stelle prima o poi.

Insomma, la nostra convinzione che tutti i pianeti dove si sviluppa la vita orbitano attorno ad una stella si scrive cosi’: il bilancio tra svantaggi e vantaggi dell’avere una stella ( o meno) e’ di 1:100.000 , (o superiore) a favore dell’ orbitare attorno ad una  stella.

Il numero 100.000 viene da una stima per la quale i rogue planet sarebbero centomila volte piu’ delle stelle (con pianeti abitabili o meno).


Allora, proviamo con uno scenario. C’e’ un pianeta ghiacciatissimo sparato da qualche parte nel cosmo. Sino a quando non arrivera’ in qualche zona densamente popolata di pianeti, tipo il centro di una galassia, rimarra’ una roccia ricoperta di ghiaccio, vicina allo zero kelvin.

Ma quando e’ in una zona popolata, incrocia un pianeta piu’ piccolo, a sua volta sparato alle solite pazzesche velocita’ spaziali. Il satellite viene catturato, ma orbita molto vicino al pianeta grande.

Siccome orbita molto vicino (e sappiamo che e’ possibile perche’ lo faceva anche la luna, un tempo) , le forze di marea sono tremende. Quando il satellite passa per un punto, la roccia si frattura, il ghiaccio idem, e se ci sono liquidi (tipo ghiacci-x) si sollevano visibilmente.

Il pianetone comincia a riscaldarsi, per via della forza di gravita’. Chi paga la bolletta del calore? L’energia cinetica , in proporzione alle quantita’ di moto. Significa che piano piano il moto del satellite rallentera’ e il satellite cambiera’ orbita. Ma “piano piano” potrebbe dire miliardi di anni, quindi chi se ne frega.

Prima si sciolgono i gas congelati , alcuni dei quali sublimano. Questi gas cominciano a formare un’atmosfera, ovvero cominciano a trattenere il calore. La temperatura comincia a salire, e la coltre di gas aumenta. Alcuni gas diventano liquidi. Per l”acqua e’ ancora troppo presto, perche’ o e’ dentro le rocce o e’ sotto forma di qualche ghiaccio x.

Altri milioni di anni, e l’atmosfera di idrocarburi , idrogeno e ammoniaca comincia a riscaldarsi, perche’ continua a trattenere il calore. L’impronta infrarossa e’ invisibile, perche’ dal pianeta non esce quasi piu’ calore. Il pianeta e’ praticamente stealth , sia ai telescopi sulle frequenze del visibile, che dell’infrarosso. 

La nuova luna continua a scaldare il terreno, fratturando la roccia. Questa sollecitazione, se ci sono delle ringwooditi, comincia a spremere fuori l’acqua. Iniziano a formarsi gli oceani che sono soggetti alle maree tremende. L’acqua comincia ad essere comune nell’atmosfera. Negli strati alti, i raggi cosmici cominciano a spaccare il metano in parti, cade il carbonio dal cielo e l’idrogeno abbonda negli strati alti. Anche l’ammoniaca viene spaccata e appare l’azoto che pero’ “affonda” quando e’ solo, per via del peso.

A quel punto, abbiamo un pianeta completamente buio, praticamente invisibile al telescopi, con una sorgente di calore che proviene dal basso (sotto la linea delle maree, se il satellite non cambia tilt) , venti che si dirigono verso i “poli” , sull’asse della rotazione del satellite stesso, un’atmosfera scusa e spessissima.

Puo’ succedere di tutto, ma la probabilita’ che uno dei sistemi umani di avvistamento lo veda e’ praticamente nulla. Il pianeta non emette nulla, non ha albedo, e non ha un’impronta termica agli infrarossi. Per la Terra, non esiste allo stato attuale dell’arte dei satelliti.

Ma il problema di questo rogue planet e’ che piu’ ha successo nel riscaldarsi, MENO e’ visibile. Per passare da 20 K a 290 K, la sua atmosfera deve trattenere praticamente tutto il calore. Impronta termica praticamente nulla.

Oltre a questo, il nostro pianeta ha pero’ un vantaggio: sino a quando viaggia sparato nello spazio, a meno di non incrociare un altro pianeta (probabilita’ praticamente nulle), la sua condizione rimane stabile per miliardi di anni.

Senza una stella che attira asteroidi e comete, senza un pozzo gravitazionale che tiene milioni di spade di damocle sulla sua testa, qualsiasi forma di vita si formi non sara’ MAI disturbata da eventi cosmici come “cade un asteroide”, e neanche “arriva un meteorite” e’ davvero probabile.

Gli abitanti vedranno le stelle? Forse. Dipende. Magari ad un certo punto si.

Si metteranno a cercare forme di vita? Probabilmente si metteranno alla ricerca di altri rogue planets? Facile. Probabilmente svilupperebbero una teoria che vede la vita possibile solo negli eoni di monotonia totale, priva di eventi di estinzione, che ha caratterizzato il loro pianeta. 

Cercheranno la vita attorno alle stelle? Manco per sogno. Dal loro punto di vista, considerati tutti gli eventi malefici che succedono attorno alle stelle (eruzioni solari, venti solari, caduta di meteore, comete, asteroidi, scontri con altri pianeti e oggetti vari) , la vita attorno alle stelle e’ una pazzia. 

Non e’ affatto scontato pensare che il posto migliore per la nascita della vita sia accanto ad un’esplosione termonucleare di dimensioni stellari. I sopravvissuti ad una bomba atomica non li trovate vicini a ground zero. Li’ non ci sono sopravvissuti.

Con ogni probabilita’, se c’e’ vita nei rogue planet, (e ce n’e’ di sicuro perche’ sono troppi), non si metteranno mai a cercare altra vita vicina a posti pericolosissimi come le stelle.

Peraltro, una comunicazione radio fatica troppo a superare tutti gli ostacoli elettromagnetici che ci sono attorno ad un sistema solare, mentre un loro satellite in orbita si troverebbe immediatamente nello spazio interstellare, dove le onde viaggiano benissimo: e’ molto facile che i rogue planets possano contattarsi a vicenda, piuttosto che contattare noi.

In definitiva, cioe’ la mia teoria e’:

  1. la vita e’ molto piu’ probabile in un rogue planet con una fonte interna, piuttosto che vicino ad una gigantesca esplosione termonucleare. Sia per l’assenza di catastrofi cosmiche, sia per il numero enorme di rogue planets.
  2. se esiste, allora potra’ comunicare molto piu’ facilmente con altri pianeti simili, semplicemente perche’ non deve superare tutte le insidie elettromagnetiche prodotte da una stella.

In definitiva, se ci scoprono sara’ per caso, e magari passeremo alla storia come l’incredibile caso di una forma di vita che si e’ sviluppata vicina ad una stella. Come i funghi nel reattore di Chernobyl, insomma.

Penso che potrei scriverci un libro.

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