Faraoni sindacali

Continuo la discussione riguardo ai “faraoni”, coloro cioe’ che prendono decisioni stando al di fuori della cornice democratica, decisioni che poi impongono alla popolazione come se fossero “obbligatorie”.

Per iniziare, si tratta di fenomeni piu’ italiani che altro, in altri paesi succede meno, e questo dovrebbe farci riflettere: paesi con poteri ben piu’ forti o con politiche estere ben piu’ succubi (come Irlanda e Portogallo, ma anche Polonia o Danimarca) non soffrono di questi problemi, o ne soffrono in misura minore.

Proviamo invece a pensare a qualcosa di diverso: il Faraone si trova in Italia. Quale ente si potrebbe accusare?

Me ne viene in mente uno: i sindacati della cosiddetta “triade”.

Nella mente della maggioranza delle persone, i sindacati hanno a che vedere coi lavoratori; del resto si tratta del ruolo tradizionale e della ragione per la quale sono nati.

Si dice , come luogo comune, che i sindacati italiani facciano troppa politica, ma nemmeno questo e’ vero: tra le attivita’ non sindacali, la politica e’ forse la meno rilevante.

Quando si accusano i sindacati di “fare politica” in genere si misura la quantita’ di scioperi in relazione con il colore del governo, ma anche questa attivita’ e’ marginale, se paragonata ad altre.

Per prima cosa, oggi i sindacati offrono tutta una serie di servizi e di consulenze ad aziende e singole persone da superare in volume dei moloch come CNA o Confartigianato, per dirne una.

Dalla consulenza fiscale (CAF) a tutta una serie di consulenze “nel settore del lavoro”, ove fanno concorrenza ai commercialisti, fino alla concessione di prestiti agevolati attraverso “convenzioni con banche”.

I fatturati che raggiungono con questa attivita’ sono del tutto ignoti, visto che la ragione sociale con cui lo fanno e’ frammentata e costituisce un universo pulviscolare di patronati, cooperative, fondazioni ed associazioni varie. Anche volendo indagare, non si arriverebbe a nulla, o quasi.

In ogni caso, si tratta di un’attivita’ “extrasindacale” che da sola fa dei sindacati un ente piu’ “pesante” economicamente di una Conf-qualcosa o di una gigantesca azienda di servizi.

Esiste poi un universo di piccole attivita’ legate, attraverso il mondo delle associazioni, ai sindacati: locali, palestre, circoli, ognuna con il loro baretto, il suo fatturatino, i suoi due-tre dipendenti (piu’ gli stagionali, rigorosamente in nero, tanto chi controlla i sindacati?) . Questo universo economico ha un’estensione ignota, essendo anch’esso polverizzato in milioni di piccoli circoli, localini, associazioncine. Cinema “dopolavoro ferroviario” (Porretta Terme, per dirne una), negozio di articoli sportivi “circolo sportivo sindacato agrario”, eccetera eccetera.

Questo moloch ha un’estensione enorme, si autocertifica i bilanci (visto che tra i servizi offerti dalla triade c’e’ anche quello) , non ha controlli sui lavoratori, non ha controlli sulla 626, non viene censito, e specialmente la triade ha un monopolio assicurato dalla Costituzione.

Non ci vuole molto a capire il moloch che si ha di fronte, se esso non stesse tentando, in questi mesi, di ampliare il proprio dominio in un settore ove e’, tra l’altro, gia’ presente: i fondi pensione.

I fondi pensione, nel mondo della finanza anglosassone (dove cioe’ sono piu’ diffusi) e tedesca (dove hanno iniziato a crescee piu’ di recente) sono delle vere e proprie corazzate nel mare della finanza. Non sono semplici mucchietti di soldi, ma gigantesche finanziarie in grado di capitalizzare come e piu’ delle grandi banche.

Gestiscono quantita’ enormi di soldi, basti pensare che il fondo pensione della British Airways e’ cosi’ finanziato che e’ bastato riformarlo per migliorare sensibilmente la situazione finanziaria dell’azienda.

Negli USA si parla di grandi fondi pensionsitici parlando di fondi che hanno delle rese attorno allo 0.3% (cioe’ basse) con degli UTILI annui sui venti milioni di dollari; si intendono capitali nell’ordine dei 6-7 miliardi di dollari ciascuno.

Si arriva sino al fondo TIAA-CREF, il fondo pensione degli insegnanti americani, che ha una capitalizzazione di 280 MILIARDI DI DOLLARI!

Il totale dei fondi pensione USA , nell’anno 2000, era un capitale di 2500 MILIARDI DI DOLLARI.

Questo per far capire come, persino in paesi ove solo il 45% delle persone hanno una pensione o una forma di assistenza sociale, il business delle pensioni sia qualcosa di enorme, persino rispetto al gigantesco PIL USA.

Su questa opportunita’ i sindacati stanno e hanno messo in passato le mani;circolano pochi dati sui fondi pensionistici di categoria, si sa che il Cometa non garantisce rese alte (del resto, nessun fondo lo fa) , cosi’ comesi sa che sono sindacalisti quasi tutti i funzionari e gli azionisti di tali fondi.

Ora, se tale commistione aumentasse, come aumentera’, i sindacati italiani diventeranno ancora di piu’ un moloch intoccabile fatto di capitali enormi, fatto di zone-ombra fiscali, di scatole cinesi e di influenze politiche. Ormai la presenza dei sindacati nei fondi pensionistici di categoria e’ cosi’ radicata che l’ INPS e’ praticamente colonizzata da sindacalisti, non si muove foglia che la triade non voglia.

Questo e’, in definitiva, il principale “faraone” italiano; quello che ha voluto la precarieta’ priva di coperture pensionistiche perche’ intende lanciare un fondo pensione privato per i co.pro , visto che non sono coperti da INPS, quello che vuole alzare l’eta’ pensionabile perche’ i lavoratori in sciopero sono piu’ efficaci dei pensionati in sciopero, e perche’ alzando di qualche anno l’eta’ la resa finanziaria di quei fondi cresce (per gli azionisti del fondo, si intende: non dimentichiamo che un fondo e’ anche
un’azienda) e loro ci guadagnano.

Puntualmente, ogni governo italiano riversa sulla popolazione le sue amare medicine, spacciandole come qualcosa che “accademicamente si fa cosi’, lamentatevi poco e pagate”, ogni volta i sindacati si arrabbiano, ma guardacaso ogni volta ci guadagnano.

Hanno firmato il pacchetto di leggi che porto’ alla creazione dei primi co.co.co, ben sapendo che non sarebbero stati coperti da alcuna previdenza sociale, pensando di volergliene offrire una; soltanto la constatazione che quei poveretti avevano pochi soldi da investire li ha portati a riflettere sulle proprie azioni, meglio allora rimetterli sotto l’ombrello INPS, allora, per poi obbligarli a pagare: una legge ad hoc poi deviera’ i loro soldi in un apposito fondo; possiamo iniziare da ora le scommesse su chi
saranno gli azionisti.

Gia’ oggi , con un gigantesco conflitto di interessi, nel CDA di Cometa c’e’ il ministro Damiano, cioe’ il ministro del Welfare, quello che ha deciso di deviare il nostro TFR sull’azienda che lui possiede.

Oltre ad essere stato presidente del medesimo fondo , si intende. Ma non basta: per capire quanto ci tengano alla gigantesca torta, basti dire che consulente del ministro Damiano al ministero è Giovanni Pollastrini. L’esperto Ds di previdenza integrativa (area sindacale) attualmente è presidente del fondo FonTe (per i lavoratori del commercio), è consigliere del fondo Priamo (per i trasporti pubblici) ed è commissario straordinario dell’Enasarco (fondo per gli agenti e rappresentanti del commercio).

Qualcuno vigila su queste cose? Oh, certo: La Covip, incaricata di vigilare sui fondi pensione, è diretta da Luigi Scimìa, ex presidente del fondo pensione Bnl! (per capire, BNL Ramo Vita e’ al 50% di Unipol)

Come se Berlusconi avesse obbligato la gente ad aprire un conto in Mediolanum per ricevere lo stipendio, per dire: solo che ci avrebbe guadagnato meno.

Ecco, alle voci “Riforma delle pensioni” e “Legge Finanziaria” tra i faraoni non ci metterei le industrie o le banche, ma qualcosa che in Italia sta crescendo in maniera abnorme: i sindacati confederali.

Loro sono il Faraone.

Loro sono quelli che “i sacrifici andranno fatti”; i conti INPS mostrano che c’e’ un rapporto fra contrubuenti e assistiti del 125%, lo stesso rapporto (o quasi) c’e’ fra i soldi forniti dai contribuenti e quelli erogati; l’evidenza e’ che il lavoratore dipendente potrebbe mantenersi in un sistema contributivo; ma no: bisogna aumentare le eta’ pensionabili, bisogna rimanere nel sistema attuale dentro INPS, per poter obbligare la gente a versare dove vogliono loro.

Oh, a parole dicono di essere contrari. Cosi’ come fanno le manifestazioni contro la precarieta’ oggi, dopo aver creato di loro pugno i co.co.co.

Loro sono i Faraoni. Almeno, alcuni dei Faraoni. Di certo, in Italia, i Faraoni piu’ potenti di tutti.

Uriel

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