Credo sia ovvio che esiste un nesso di causalita’ fra le teorie del complotto e la fantascienza. Per esempio, moltissime delle teorie del complotto odierne vengono dalla serie di X-Files, con contaminazioni dal Dottore (Dr.Who) e qualche cosa da altri film, come Visitors (da cui provengono i rettiliani). Ma non e’ questo il punto del mio post di oggi. Il punto e’, invece, come inserire richiami alla cultura pop dentro un libro di fantascienza.
E’ un problema che ho affrontato quando ho scritto ANNO XIII. E che devo ri-affrontare ora che sto scrivendo il suo seguito, ANNO XIX. Il problema particolare di questi due libri e’ che oltre ad essere un racconto di fantascienza , sono anche (per scelta) dei libri divertenti, nel senso che sono “geek porn”. Ma una volta stabilito che sono geek porn, in che modo possiamo inserire cose insensate , prese dalla cultura pop, e metterle in una trama seria?
Il problema si puo’ riassumere cosi’: mentre la realta’ fa quel che vuole, la fantascienza deve essere realistica.
Se andiamo nel dettaglio, in ANNI XIII ho usato alcuni espedienti. Per esempio, volevo che ci fosse un’apocalisse zombie. Da questo momento in poi, siccome e’ una chiarissima sciocchezza, ho dovuto cercare un modo per renderlo realistico.
La prima cosa che ho fatto e’ stata cercare se in natura esistano fenomeni simili. La risposta e’ che si, esistono diversi funghi che trasformano le formiche in zombie, e alcuni animali marini che entrano nei granchi e fanno la stessa cosa con loro. Prendono il controllo del sistema nervoso, li divorano da dentro, eccetera.
Devo dire che il richiamo alla natura funziona meravigliosamente bene. Quando ho voluto fare delle lesbiche guerriere, ho capito subito che non potevo disegnare le solite tizie poppute dai capelli cotonati di qualsiasi film dove ci siano lesbiche guerriere. A parte che cotonarsi i capelli non fa di una donna una lesbica, ma se prendiamo come esempio Xena la guerriera, beh, in quel periodo non avrebbe avuto chance: qualsiasi maschio dedicato alla guerra sarebbe stato piu’ forte di lei.
Chiaramente, appoggiarsi alla biologia mi ha consentito di superare tutti questi ostacoli, e produrre tutto quello che mi serviva, come conseguenza di una spiegazione pata-scientifica che potrebbe passare un primo esame. Altro esempio, se voglio far arrivare da qualche parte un virus micidiale, posso usare il solito, vecchio metodo del virus che fugge dal laboratorio (che poi diventa una teoria del complotto del Covid, ma e’ presente in Hollywood) , oppure posso andare in natura e scegliere qualcosa.
CI sono virus e batteri che sopravvivono milioni di anni sepolti nei ghiacci. Si prenda un posto dove ci sono i chiacci, come la cima di un vulcano, si faccia eruttare, si sciolga il ghiacciano e puf, un antico virus arriva e fa un casino.
Diciamo la verita’: quando le cose succedono alle persone (mutazioni, societa’ cosi’ diverse da sembrare aliene, eccetera), il ricorso alla natura come Deus ex Machina e’ semplice e divertente.
In questo senso, siccome ho messo geek porn a iosa nel libro per renderlo divertente, compreso un eroe che si muove e combatte come fanno nei videogames, (salti incredibili, mira pazzesca, corse sovrumane, armi improbabili), la natura e’ stata il deus ex machina perfetto.
Ho deciso, per tenere il libro sugli stessi binari di divertimento, di scrivere ANNO XIX nello stesso modo. Essendo un romanzo che la gente potrebbe leggere prima di ANNO XIII ho dovuto aggiungere qualche flashback, e mostrare un pochino della vita attuale dei protagonisti principali.
Ma il secondo problema e’ che in questa versione inseriro’ altre teorie del complotto e altri memi da geek. Innanzitutto c’e’ l’ Omegaverso (perche’ la cultura manga e’ ormai parte del geek), poi ci sono Nibiru e gli UFO , e anche Matrix ormai e’ entrato nella cultura geek a pie’ pari, e cosi’ via. Le nuove entry sono parecchie.
Qui la natura non viene molto in aiuto. Viene un pochino in aiuto, a voler essere sinceri, ma non cosi’ tanto. Posso appoggiarci sopra qualcosa, ma non tutto. Anche in questo caso, posso operare una modifica. Anziche’ usare le vicende del libro come conseguenza della natura, posso usarle come causa della natura. In questo modo posso costruire uno spazio di “spiegazione” che consenta alla fantascienza di essere credibile.
Ma non e’ solo una questione di spazio. E’ una questione di affievolire le difese che la mente ha contro le narrative poco realistiche. Cosa voglio dire? Voglio dire che quando leggete una storia , o guardate qualcosa di fantascientifico, ci sono delle difese della vostra mente che dicono “vabbe’, qui esagerano”. Pensate a Sharknado. In teoria, niente vieta ad un uragano davvero forte di scagliare migliaia di squali su una cittadina.
Il problema viene dal fatto che probabilmente le cose non andrebbero cosi’, e anche le conseguenze sono un pelino esagerate. E a quel punto le difese della nostra mente dicono “ok, questo e’ trash”.
Occorre quindi una narrativa che riesca ad oltrepassare questi filtri. Questo e’ possibile nel momento in cui succedono due cose:
- la prima e’ che il mistero venga svelato piano piano
- la seconda e’ che la storia sia gia’ presente nell’etere sociale
so che non conoscete il concetto di etere sociale. Si tratta di un concetto che ho inventato quando ho creato l’ Hoax della colza nel motore diesel.
L’etere sociale e’ quella sostanza invisibile ove sono disciolti i concetti che poi diventano teorie del complotto, oppure hoax. Se l’etere sociale e’ gia’ convinto di essere governato da forze occulte, importa poco che siano quelli di Qanon o che siano i Savi di Sion, o le donne delle pulizie del Monte Paschi di Siena. Se la teoria e’ razionale, passera’ il filtro semplicemente perche’ lo ha gia’ passato molto prima di oggi.
Glu UFO che complottano con i governi, l’esistenza di altre specie intelligenti sul pianeta, e tutto quanto, sono gia’ parte dell’ “etere sociale”, e come tale e’ possibile scrivere senza per forza attivare quel sistema immunitario mentale che ferma alcune storie.
Faccio un esempio di come funziona l’etere sociale. Quando arrestarono Craxi, nessuno fu stupito. Si disse che “lo sapevano tutti”, o che “lo dicevano tutti”. Se andiamo a scavare un attimo, dubitiamo che le cose scritte dentro gli atti dell’accusa di Mani Pulite le sapessero tutti. Ma non importa che tutti le sapessero davvero o che tutti lo dicessero davvero:
l’etere sociale e’ un luogo che produce una familiarita’ con un dato concetto. Se domani saltassero fuori i filmati di Laura Boldrini dentro un club privee, mentre si sollazza con alcuni uomini di colore, tutti direbbero “ma lo sapevano tutti”, e “lo dicevano tutti”. In realta’ nessuno lo dice e nessuno lo sa davvero, ma l’etere sociale e’ composto da una familiarita’ preventiva con alcuni schemi. Non cambierebbe nulla se fosse la Bolrdini o la Schlein o la Boschi, perche’ il concetto con cui l’etere sociale ha familiarita’ e’ “donna bianca” -> “ama persone di colore” -> “size matters”. Complice la pornografia, e molti altri fattori politici.
Quando creai la storia della colza che va bene per i motori diesel, essa passo’ molto bene perche’ nell’etere sociale c’era gia’ la familiarita’ col concetto che le accise fossero un furto, e che il monopolio dei distributori nella vendita di carburanti diesel fosse una specie di complotto: “LORO ti fanno comprare il diesel, ma LORO non vogliono che tu sappia che potresti usare l’olio di colza”.
l’etere sociale e’ il luogo para-fisico nel quale ogni societa’ deposita le familiarita’ piu’ sotterranee, verso strutture cognitive che non sono ancora note come notizie. Quando appare la notizia, se la struttura cognitiva si applica, allora “lo sapevano tutti” e “lo dicevano tutti”.
Queste strutture cognitive possono uscire come teorie del complotto, o come notizie. Per esempio, l’etere sociale americano conteneva gia’ la struttura secondo cui le elite della sinistra USA facevano cose immonde ai bambini, per scopi oscuri.
Questa cosa emerse prima come scandalo del Pizzagate, ma quando fu arrestato Epstein e si comincio’ a notare che effettivamente c’era qualcosa del genere, i credenti del Pizzagate dissero “noi ve lo avevamo detto”. Ma tra il pizzagate e la storia di Epstein non c’era niente in comune, se non la struttura: “le elite della sinistra USA facevano cose immonde a dei(delle) minorenni, per scopi oscuri (accrescere il potere di Epstein, essenzialmente)”.
Cosa succede se si prendono le strutture esistenti nell’etere sociale e ci si fa un libro di fantascienza? Beh, ovviamente si tratta di cose che passano facilmente i filtri della mente razionale: sono cose che “tutti sapevano” e che “tutti dicevano”.
Non hai detto nulla di nuovo, vi diranno, quindi non siamo sconvolti.
Certo. Ed e’ per questo che il libro di fantascienza appare credibile.
Sia chiaro, ci sono molte cose li’ dentro. Nell’etere sociale ci sono i vampiri , esseri che si nutrono della tua vita, ci sono i rettiliani (esseri che vivono tra noi senza essere umani), le streghe (donne che pproducono effetti tremendi sulla realta’ circostante), eccetera eccetera.
Quindi si’, e’ possibile in generale inserire delle teorie del complotto nel proprio libro di fantascienza, semplicemente badando di pescarle dall’etere sociale, e di presentarle o come effetto o come causa della natura che conosciamo. O che non conosciamo ancora.