Fact Checking e Trend Setting: l’opinione come status symbol.

In questi giorni la mancanza di professionalita’ della stampa italiana ha superato in maniera continua e permanente  dei limiti , limiti che normalmente venivano superati solo eccezionalmente. Non solo gli articoli sulla politica sono presentati in maniera scandalosa,  ma la cosa sta dilagando , investendo costantemente OGNI tipo di contenuto.
Si tratta di una cosa che so bene, visto che ho creato io stesso l’hoax dell’olio di colza che i giornali hanno ripreso tale e quale senza fare una sola telefonata alla LIDL per verificare se davvero fosse finita la scorta di olio, o per vedere se davvero fosse calato il consumo di gasolio.
Ma adesso la cosa sta diventando ancora peggiore, perche’ non soltanto non vengono fatti controlli, ma si ciancia di cose che nessuno ha mai detto.

Prendiamo l’hoax che – per via della mancanza TOTALE di professionalita’ dei giornalisti – sta circolando in questi giorni: un attacco informatico da un bunker sta devastando internet , che rischia di crollare per questo.
Interessante.
Peccato che la realta’ sia questa: http://www.spamhaus.org/news/article/694/ddos-update-march-2013  esemmai l’errore di SpamHaus sia stato quello di publicare un assurdo delirio del suo provider, il quale e’ citato qui:
e punta qui:
Non ho nessuna intenzione di commentare un simile ammasso di pompose  cazzate, se non facendo notare che CloudFlare ha reagito in una maniera un pochino “strana” e contraria alle buone pratiche all’attacco. Di fatto hanno usato le infrastrutture di altri IX per fare traffic bearing in modo da reagire. Questo puo’ provocare grosse fluttuazioni, e i generale non andrebbe fatto. Insomma, per salvare UN cliente (SpamHaus) hanno coinvolto una rete piu’ grande. Non e’ molto sano, IMHO.
In generale anche i grafici pubblicati, avendo una scala di 1.5Tbs, non sono molto credibili e non indicano nessun traffic loss; probabilmente indicano solo che si sono persi dati da usare per fare il grafico.
Onestamente, in nessun backbone europeo si sono visti grossi problemi, se non in alcuni punti in UK ove si, c’e’ stata una oscillazione. Ma se girate un pochino qui, su scala globale ,  http://www.akamai.com/html/technology/dataviz1.html non ci sono state grandi oscillazioni.
Se siete nazionalisti e volete rimanere in casa, potrete andare al MIX, http://www.mix-it.net/statistics/cgi-bin/14all-Totale_globale.cgi?log=totaltraffic_global  e verificare coi vostri occhi che di picchi devastanti se ne siano visti pochi. E non ci sono oscillazion notevoli.
In definitiva, questi signori hanno costretto degli open resolver a creare traffico contro i DNS di Spamhaus, e quando hanno visto che la rete resisteva hanno attaccato alcuni nodi che facevano da border router  al loro ISP. Niente di piu’.
Non ci sono numeri che mostrino niente come un “almost broke the internet”. Potrei andare a prendere l’articolo e mostrare alcune parti almeno imbarazzanti, ma il punto e’ che non ci sono stati ne’ rallentamenti misurabili ne’ altro, e nessuno si e’ accorto di nulla.
Ora, il problema e’ : chi ha controllato quei fatti? Tutto il giornalismo, compreso quello aglosassone del NY Times, si e’ lasciato prendere la mano dal titolo di quel’articolo “almost broke the internet”, e ha esagerato dicendo che internet potrebbe crollare per attacchi simili. Ma la verita’ e’ che a parte LINX  e CloudFlare, nessun altro ne ha risentito. O ci sono numeri che nessun altro (http://www.internettrafficreport.com/) conosce?
Perche’ il problema del Fact Checking sta diventando un poco generalizzato. Prima che la gran parte dei giornali diventassero proprieta’ di meri gruppi finanziari, che li usano per lanciare attacchi alle borse onde guadagnare nelle oscillazioni , il fact checking era una pratica obbligatoria in gran parte della stampa europea.
Oggi, su Repubblica possiamo anche leggere cose di questo tipo:
http://video.repubblica.it/rubriche/repubblica-domani/grillo-vuole-passeggiare-sulle-macerie/123661/122147
ora, in realta’ la notizia e’ che Bersani ha dichiarato che Grillo vuole psseggiare sulle macerie. Non che Grillo voglia farlo, dal momento che non ha mai dichiarato di volerlo fare. Dov’e’ la notizia? Se questa fosse una notizia, dovrebbe essere un fatto verificabile che Grillo voglia passeggiare sulle macerie. Ma questo e’ un parere di Bersani, che risponde peraltro ad un insulto da parte di Grillo. Dov’e’ la notizia, e perche’ questa roba sta su un giornale come se FOSSE una notizia?
E anche il Corriere non e’ da meno:
http://www.corriere.it/politica/13_marzo_28/quirinale-guerra-veti-richieste-meli_7de7093c-9770-11e2-8dcc-f04bbb2612db.shtml
se seguite la storia, si direbbe che:
Eppure, nella speranza di mandare in porto il suo tentativo, il segretario (Bersani) ha cercato all’inizio di sondare gli umori del suo partito sul nome di Pera. I cattolici ex margheritini si sono inalberati subito: il Quirinale spetta a noi, tanto più dopo che persino
Ora, i casi sono due, o bersani grida queste cose in qualche luogo pubblico – ma non credo – oppure si tratta di conversazioni private. La domanda sorge spontanea: usano microspie? Intercettano chiamate? Come diavolo fanno? Ci sono dichiarazioni pubbliche a riguardo? Questo e’ il punto: qual’e’ il fatto? Qual’e’ la notizia?
Vediamo?
E Berlusconi, effettivamente, quel telefono lo ha alzato per dire ad Alfano di dichiarare chiusa la trattativa, a meno che Bersani non ci ripensi e non dica di sì a un candidato del Pdl per il Colle.
Ma che significa? Che hanno rilasciato un comunicato stampa dicendo di essersi parlati , o che qualcuno era presente mentre Berlusconi telefonava, o che hanno microspie, o hanno intercettato la comunicazione?

Dal mondo della scienza fino alla politica, i giornali italiani scrivono romanzi. Ormai non si trova piu’ il fatto in nessun articolo. L’opinione viene costruita e poi urlata, a prescindere dai fatti.

E questo per una ragione: in ultima analisi, sono ancora fermi alla propaganda, ovvero alla credenza che il mezzo sia piu’ importante dei contenuti nella formazione delle opinioni.

Si tratta di un problema generale della stampa italiana e molto della stampa anglosassone, ormai di gran lunga peggiore per certi versi: credere di essere uno strumento di propaganda. L’efficacia dei media sulla cultura ha, infatti , due protagonisti: la cultura e il media.
Se portiamo la TV tra boscimani che non ne hanno mai vista una, forse crederanno di parlare con gli spiriti, forse penseranno che sia magica, e quindi forse una illusione. O forse verita’ divina. A seconda della cultura che troviamo, il vaticinio della TV sara’ considerato in bene o in male.
Quindi, se ragioniamo dell’effetto dei media sulla societa’, occorre capire che la societa’ rielabora i contenuti a modo proprio. E che questo modo puo’ cambiare nel tempo.
Nel rapporto media-societa’,
la societa’ e’ un componente ATTIVO.
Cosa significa? Significa che ai tempi di goebbels, per controllare l’opinione pubblica si faceva cosi’:
  1. Si costruiva l’opinione a tavolino. (Il Führer divide per zero!)
  2. La si metteva nel media vincente/i. (Radio+Cinema+Giornali)
  3. Il media settava il trend. (Tutti amavano il Führer)
Oggi questa strategia fallirebbe, ed il problema non sta nel fatto che manca controllo dei media. Se anche dicessimo sui media , su TUTTI i media , una cosa simile, otterremmo che:
  1. Si costruisce l’operazione a tavolino.
  2. La si mette nel media vincente/i.
  3. La popolazione si divide in due fazioni, una pro ed una contro.
  4. La popolazione, nei singoli o nei gruppi, costruisce l’opinione contro, a costo di inventarla.
Che cosa e’ cambato? E’ cambiato il fatto che non esistono piu’ media vincenti, ma opinioni vincenti.

Oggi un’operazione di propaganda si costruisce diversamente. Per la precisione, oggi la si deve costruire cosi’:

  1. Si costruisce l’opinione vincente.
  2. La si mette sui media, anche un media solo.
  3. La popolazione l’adotta finche’ e’ nuova.
  4. La popolazione l’abbandona dopo poco tempo, a favore di un’altra novita’.
Oggi, il problema non sta piu’ nel conquistare il monopolio dei media, perche’ questo non importa. Un altro fattore, ovvero l’efficacia polemica dell’opinione, e’ molto piu’ importante.
Mettiamo l’individuo di oggi in una situazione sociale. Se un tempo ognuno andava da un barbiere con una mano diversa, da un sarto che tagliava diversamente, aveva mobili ed ogni attrezzatura prodotti da artigiani diversi, producendo cosi’ una maggiore individualita’ , oggi per distinguere un individuo dall’altro occorre davvero sforzarsi.Mezza dozzina di marche per ogni cosa ogni individuo indossi o possieda. Capite bene che o tutto collassa in una massa anonima, oppure occorre che l’individuo possieda qualcosa che gli dia uno status di qualche tipo nel gruppo.
Ora, se prendiamo una decina di persone, e supponiamo che in qualche modo occorra loro acquisire qualche identita’. A parte infinitesime sfumature tra gli oggetti posseduti, appare difficile per loro distinguersi. Possono farlo solo per opinioni, ma alla stregua delle proprieta’ o degli status symbol, tali opinioni devono apparire opinioni “fiche”. Sicuramente le opinioni piu’ alla moda possono andare, ma dopo essersi adattati tutti alla moda, i gruppi piombano nell’uniformita’.
Per segnare non dico una prevalenza o una leadership, occorre che l’individuo possa sfoggiare opinioni come prima si sfoggiavano vestiti , che oggi tutto il gruppo cui appartiene possiedera’ circa alla stessa stregua. (1) Sino a pochi anni fa il concetto di “sapiosexual” – la tendenza ad amare chi ha opinioni migliori – era quasi impossibile, oggi il concetto e’ sempre piu’ chiaro.
Detto questo, la potenza del media e’ diventata irrilevante. Avere una opinione da sfoggiare alle signore nei salotti che si frequentano e’ fondamentale, al punto che un media irrilevante in termini di share puo’ diventare un tremendo trendsetter, se l’opinione che veicola e’ “vincente”.
Ovviamente, questo richiede che l’opinione goda delle qualita’ che prima avevano gli Status Symbol:
  • Novita’. Lo status symbol deve essere una novita’, ovvero qualcosa che il portatore possa dire di possedere per primo nel gruppo. In questo modo il portatore e’ “pioniere” di qualcosa, come quando si possiede l’ultimo cellulare o l’ultimo modello di qualcosa. Esso viene accettato come tale quando “io sono tra i primi ad averlo” diventa “noi siamo tra i primi ad averlo”, e quando le due condizioni sono soddisfatte, il leader-trascinatore del gruppo andra’ in cerca di un nuovo status symbol per essere il primo nel gruppo.
  • Visibilita’. Lo status symbol deve essere visibile e deve diventare popolare. Una opinione del genere deve in qualche modo fare scalpore o apparire interessante, suscitare interesse, discussioni, dibattiti, essere controversa.
  • Estetica. A seconda del canone del gruppo o della societa’, questa opinione deve in qualche modo essere vista come bella, che nel caso di opinioni significa intelligente, o comunque qualcosa che dia una comprensione apprezzabile del problema o che introduca una nuova argomentazione.
  • Prevalenza. Lo scopo dello status symbol e’ di sollevarsi sopra qualcun altro, Allo stesso modo, l’opinione moderna deve permettere alla persona di sollevarsi sopra gli altri. Nel concreto, l’argomentazione in questione deve permettere di prevalere in una discussione lasciando l’interlocutore polemico nelle condizioni di non sapere cosa rispondere. Qusta prevalenza puo’ essere temporanea.
  • Impatto: le opinioni devono essere capaci di produrre qualche emozione, o qualche sensazione che sul momento impressionino le persone. Insomma, occorre che si diano emozioni a chi ascolta.
 Detto questo, una simile opinione puo’ prendere il sopravvento anche se inizialmente viene veicolata da un media “debole”. Non esistono piu’ media deboli o media forti, esistono opinioni deboli ed opinioni forti.
Gli esperti di media,  che essendo umanisti hanno a volte intuizioni interessanti che non portano sino alle conclusioni logiche, hanno definito la “viralita’” di un contenuto, ma non si sono ancora convinti del fatto che le caratteristiche del contenuto possano essere prevalenti sulla potenza del media.
Eppure, e’ cosi’.
In una buffa intervista, Casaleggio il Vecchio dice che per essere seguiti su internet occorre essere autorvoli anche fuori. Strano, perche’ fuori da internet io non ricordo di avere delle folle ad ascoltarmi, e a volte ho qualche difficolta’ a convincere mia figlia a fare delle cose: se questa teoria fosse vera, non si spiegherebbero i 300.000 lettori a settimana del blog.
Casaleggio il Vecchio in realta’ si riferiva al vecchio mondo dei media, ed alla vecchia societa’ che essa sottintendeva. E’ assolutamente vero che nel vecchio mondo il megafono era piu’ importante dei contenuti, ma oggi le cose non stanno cosi’. Lui attribuisce alla precedente notorieta’ di Grillo il suo successo, mentre non si rende conto che non tutte le notorieta’ andrebbero bene: occorre il contenuto che Grillo veicola, perche’ esso – ma ancora per poco – sara’ uno status symbol.
E Casaleggio il Vecchio non si rende conto che la qualita’ vincente delle opinioni di grillo, ovvero la relazione tra forza presente e forza passata, non sta nello share passato – irrilevante – ma nel fatto che col tempo Grillo ha collaudato e perfezionato LE ALTRE qualita’ delle sue opinioni: Novita’, Visibilita’ , Estetica , Prevalenza.
Grillo non e’ stato facile da lanciare perche’ era gia’ famoso. Non lo era. E’ stato facile da lanciare perche’ nella sua carriera ha costruito delle opinioni cosi’ potenti da prevalere sui media ordinari. Per quanto tempo le opinioni di Grillo saranno uno status symbol e’ da vedere, ma il punto e’ che Grillo ha, per qualche tempo, delle opinioni vincenti. Il media non c’entra nulla.
Se la gente e’ andata a tradursi il mio articolo in PESSIMO tedesco (per la cronaca, A2 non e’ una certificazione alta, viene subito dopo A1) e’ perche’ cercava qualche valore Questo valore viene dal fatto che tale opinione possa essere poi usata come status symbol.
E il fatto di poter produrre opinioni che facciano da status symbol e’ la ragione del gap tra un blog letto da 300.000 persone a settimana e una persona (io) che normalmente quando parla e’ considerata autorevole in materia tecnica ma per il resto una persona come tante.
Ora, questo non significa che non esista la potenza del media. Il Corriere e Repubblica avranno sempre lettori perche’ c’e’ una potenza del media stesso. Il problema e’ : che cosa succede quando un partito col media potente si scontra con un partito che ha i contenuti potenti(2)?
La vicenda M5S ci offre la risposta: vincono i contenuti potenti.
Ovviamente, la mia definizione di “Potenza” non piace agli intellettuali, ma tant’e’: eppur si muove.
Semmai, il fenomeno che sto sperimentando e’ un altro, ovvero il fatto che a parita’ di “potenza” , la popolarita’ della sorgente (in questo caso il mio blog) cresce nel tempo, ovvero che esiste un effetto cumulativo.
E se tale ffetto esiste, probabilmente Casaleggio il Vecchio presto dovra’ rivedere le sue convinzioni.
Detto questo, ci vediamo dopo le vacanze, e ricordate:
Uriel
(1) Questo presume che ci sia occasione di sfoggiare queste opinioni, e sino a pochi anni fa la mancanza di rapporti sociali con persone che non fossero colleghi di lavoro era problematica. Ma oggi il vuoto e’ colmato dai social network.
(2)Potente nel senso di cui sopra: nuovo, visibile, esteticamente accettato, prevalente.

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