FaceApp, ovvero la nuova Cambridge Analytica

FaceApp, ovvero la nuova Cambridge Analytica

FaceApp, ovvero la nuova Cambridge Analytica

Ho deciso di cogliere ora l’occasione per mostrare come un apparato stampa accuratamente leccaculo possa distogliere l’attenzione dal fatto, per portare tutti su una narrativa, e nemmeno troppo intelligente. Mi riferisco ad un’applicazione che sta facendo notizia in questi giorni, FaceApp.

L’applicazione la conoscerete tutti, e’ un’applicazione delle reti convoluzionali che consente di fate quello che fanno deepfake e fakenude, cioe’ applicare un pattern appreso in precedenza ad una faccia o ad un intero corpo umano.

Si tratta di immaginazione artificiale: quello che facciamo quando immaginiamo facciamo fantasie erotiche su qualcuno immaginandolo nudo, o impegnato in pratiche sessuali varie, o quando ci sforziamo di immaginarlo vecchio, o giovane, o qualsiasi altra cosa.

Ma quando e’ nato il “caso”, la stampa si e’ gettata a capofitto nel cercare di sviare l’attenzione. Perche’ questa applicazione non ha il problema di fare cio’ che fa. Ha il problema di essere un’altra operazione in puro stile Cambridge Analytica, ovvero ha il compito di procedere ad una massiva profilazione degli utenti.

Quando ho letto articoli che accusavano i russi di essere dietro all’applicazione , sono andato a curiosare sulla pagina dell’applicazione usando un browser abbastanza privacy-aware (brave):

Come vedete, nel caso Facebook non sia riuscito ad individuarvi usando i soliti tracker, vi propone l’accesso. Ma non con un oauth qualsiasi:  SOLO con quello di Facebook.

Cosa ha cercato di fare Facebook? Questo:

Ha cercato cioe’ di dare a Facebook un pochino di informazioni sul mio portatile, compresa la risoluzione del monitor. E non si e’ nemmeno sforzato troppo di nasconderlo.

Siccome io non ho un account su Facebook, in questo caso potrei chiedere a FB di rimuovere tali dati ai sensi del GDPR, ma non lo fara’ mai, quindi non ci perdo tempo.  Gli americani sono discendenti della peggiore feccia fuggita dall’ Europa, essenzialmente criminali e bagasce, per cui non mi aspetto nulla da una popolazione epigeneticamente selezionata per non essere onesta.

Comunque, il punto e’ semplice: o Facebook vi identifica , oppure dovete fare login e farvi identificare. Quindi chiaramente tra gli scopi di FaceApp c’e’ quello di lasciare la vostra identita’ a Facebook, persino se non usate la app, e anche se non usate Facebook.

La risposta alla domanda “chi c’e’ dietro Faceapp” era, cioe’, sotto gli occhi di tutti. Nella home page.

Che cosa c’e’ di strano?

Che e’ esattamente lo stesso schema usato dalla App di Cambridge Analytica.

Cosa mi fa pensare male?

Diverse cose.

  • I tempi. Se misuriamo la distanza con le scorse elezioni, questa operazione ha circa la stessa tempistica dell’operazione di Cambridge Analytica.
  • L’alibi. Non appena la cosa e’ diventata mainstream, tutti si sono premuniti di dimostrare che il pericolo venisse dai Russi. Poi hanno ritrattato e il pericolo e’ che Facebook si prende la vostra faccia (come se non ci aveste pubblicato migliaia di foto).
  • I complici: a diramare l’ allarme-russi sono stati giornali  e media che sono nell’orbita del quasi-clickbait di Facebook. Quelli che ci fanno i soldi, quelli che inseriscono piu’ tracker , eccetera. Ha mosso i suoi noti scagnozzi, insomma.
  • La scusa. Ormai la scusa dei russi la usa solo Facebook. Quello che ha un continuo problema di propaganda russa e’ sempre Facebook. Nessun altro social ha lamentato di essere preso di mira dai russi. Zuckerberg sembra un bambino traumatizzato dai russi.

Per quanto mi riguarda, quindi, dietro questa applicazione non ci sono “I russi”. Si tratta probabilmente di un’altra operazione in stile Cambridge Analytica, con la quale Facebook aiuta il suo burattino (Trump) a vincere le elezioni.

Come l’altra volta, l’applicazione:

  • Chiede accesso al vostro profilo.
  • Osserva quale fotografie scegliete.
  • Osserva quale effetto scegliete.
  • Osserva quali condividete.
  • Osserva quanti e chi mettono i like.

Ce n’e’ abbastanza per riempire una sparse matrix. Eccome. Il risultato di tutto questo e’ semplicemente profilazione, secondo un processo ormai noto da anni:

https://www.pnas.org/content/110/15/5802

Ma la cosa interessante e’ che Zuckerberg ha cercato di sviare l’attenzione in anticipo dando la colpa ai russi, ovvero ha mosso tutti gli scagnozzi perche’ il pubblico sappia che dietro ci sono i russi. Insomma, ha messo le mani avanti.

Perche’ vedete, di TUTTI i giornalisti che hanno parlato di FaceApp, nessuno ha ancora notato questa cosa:

che quando il vostro browser non fornisce dati a Facebook, vi chiede di dare dati a Facebook.

Hanno indagato su tutto, tutto, tutto, tranne sulla cosa piu’ evidente, la firma dell’assassino, la pistola fumante.

Insomma, la solita scena:

Tra qualche mese, o forse anno, saltera’ fuori l’ennesimo scandalo CA. Questa volta sara’ lo scandalo FA. E Facebook reagira’ come sempre, bannando l’Applicazione e dando la colpa a… indovinate a chi?

Ai russi. Che se poi vi prendono per il culo, hanno pure ragione.

 

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