Perche’ alla fine il punto di Bitcoin non e’ Bitcoin in se’ , il punto e’ “quanto maturi siano i protocolli P2P”: cosa senza la quale non possiamo discutere la maturita’ “tecnica” di Bitcoin.(1)
Bisogna capire che diavolo sia la “maturita’ tecnica”: non si tratta di una valutazione generale sul suo futuro finanziario, ne’ sul suo andamento, ma sul suo concetto di base, cosa che riguarda tra parentesi anche i suoi simili, tipo Litecoin &co. Si tratta cioe’ di capire se e quando, e quanto, una telco X possa pensare a questa roba come concorrente, quanto possa sfruttarla nel design di nuovi prodotti, eccetera.
Se ovviamente intendiamo “Bitcoin” come un’idea , o come un punto preciso di evoluzione di un’idea, non possiamo fare altro che inquadrare l’idea nei suoi principali “pattern” , e quindi finiamo inevitabilmente nel mondo del P2P. Bisogna cioe’ capire che Bitcoin, Litecoin, e tutte le Crypto-Coin sono di fatto applicazioni del P2P.
Se ne esamino l’evoluzione, iniziando coi vecchi Napster (centralizzatissimi e assai poco P2P) , rispetto ai protocolli ed ai concetti che fanno una rete P2P oggi, ottengo una evoluzione impressionante, spinta da quel tipo di spinta che produce l’evoluzione piu’ efficace: sopravvivere.
Per capire quanto importante sia questo principio, occorre capire che la rete IPv4 fu disegnata esattamente allo stesso scopo: ed e’ assai divertente capire che “i padri” di Internet, quando gli fu chiesto di disegnare la rete, tirarono fuori (e vendettero come robustissimo) un sistema che produce una infrastruttura debolissima.
Prendiamo come esempio una banca italiana di medie dimensioni. Avra’ un mainframe IBM da qualche parte, a volte anche una infrastruttura SAP R3, (parlo di installazioni tipiche, magari ci sono anche banche con sistemi diversi, ma non cambia molto), ed avra’ un sistema di ridondanza geografica, qualcosa come tre siti in Italia, oppure – se usa IBM col classico sito di Abano – 2 piu’ un disaster recovery.
Questo significa avere una banca che, in caso di attacco militare, puo’ essere cancellata con 2-3 bombardamenti che usino armi ad alta penetrazione. Con una ventina di bombardamenti che usano armi ad alta penetrazione e’ possibile annientare la base dati di ogni banca italiana.
Se passiamo dalle banche ad Internet, non ci passa molta differenza. Quanti bombardamenti mi servono a distruggere ogni IX italiano? E quanti per collassare anche la rete di accesso? Anche qui, disintegrare la rete di un paese consiste in una ventina di attacchi aerei che usino armi ad alta penetrazione. Non di piu’.
Se consideriamo che i mainframes e IPv4 erano, ai tempi della creazione di Internet, il non plus ultra della resistenza della rete ad un attacco sovietico, adesso possiamo porci la seconda domanda. Supponiamo che 100.000 utenti italiani usino Bitcoin. Quanti bombardamenti mi servono per sortire un effetto analogo? Sperando che l’utente non sia dentro un rifugio o non sia fuggito in campagna con il wallet.dat in una chiavetta nelle tasche, ci bastano 100.000 bombardamenti.
Ora, io non mi sto chiedendo di preciso se il Bitcoin abbia successo o meno. E neanche se il Bitcoin sia o meno la moneta del futuro. Sto dicendo una cosa diversa: che nessun’altra tecnologia al mondo resiste alla disrupzione fisica quanto P2P, e che P2P ha vastamente superato le specifiche tecniche di resistenza alla disrupzione della stessa rete internet.
Certo, ovviamente P2P poggia sulla rete internet stessa. Se cioe’ volessi paralizzare bitcoin in Italia dovrei solo distruggere internet, che posso fare con una 20ina di bombardamenti, e a quel punto neanche bitcoin funzionerebbe. Ma qui stiamo mentendo a noi stessi, perche’ la base dati sarebbe praticamente intatta e pronta a ripartire, mentre se bombardassimo i mainframe delle banche, le cose non sarebbero cosi’ semplici.
- Le reti stesse erano bersagliate da attacchi mirati a distruggerle DAVVERO.
- I creatori e gli owner erano FELICI di venire a conoscenza di attacchi, che poi andavano a produrre nuove versioni del software stesso.
- Chi puo’ attaccare?
- Chi puo’ distruggere tutto?
- Mainframe + Duplicazione georidondante piu’ disaster recovery.
- Rete dedicata per le filiali.
- Rete dedicata per gli ATM (I bancomat).
- Access Point dedicato per i pagobancomat dei negozi.
- Software mission critical per le transazioni.
- Sito di home banking.
- Mainframe + Duplicazione georidondante piu’ disaster recovery.
- Rete dedicata per le filiali.
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- Access Point dedicato per i pagobancomat dei negozi.
- Software mission critical per le transazioni.
- Sito di home banking.
- Client Bitcoin
- Accesso DSL per le filiali, un normale wholesale.
- Mainframe centrale almeno in HA.
- Rete dedicata per le filiali.
- Sistema di crittazione dei dati.
- Software mission critical per le transazioni.
- Mainframe centrale almeno in HA.
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Uriel