Evadere con stile.

Dopo lo scorso post il tipo di commento piu’ diffuso e’ stato “ma non c’e’ la volonta’ politica” , dove la stravagante espressione “volonta’ politica” indica la volonta’ dei politici. Onestamente, non penso che le cose stiano cosi’, nel senso che come ho gia’ detto lo stato fa SEMPRE quel che vogliono i cittadini, e quasi mai quel che chiedono. E lo stesso vale per l’evasione fiscale.

 

Innanzitutto, e’ sbagliato pensare che i cittadini desiderino in massa che l’evasione sia combattuta sistematicamente. Se osservate la dialettica contro l’evasione, l’ “identikit sociale” dell’evasore e’ questo:

  • E’ ricco, anche e proprio (e solo) perche’ evade.
  • Ha tutti gli status symbol del ricco (auto di lusso, belle donne, etc).

La richiesta del cittadino, fatto questo l’identikit del nostro evasore fiscale, e’ proprio questa:

Caro stato, devi stanare, punire, frustare, uccidere, sprofondare nel dolore chiunque EVADA e sia ricco, abbia uno stile di vita altissimo, lo esibisca (facendomi quindi sentire inferiore).

 Cosi’, e’ facilissimo dare in pasto all’opinione pubblica 42 evasori che vanno a Cortina a festeggiare il nuovo anno: si tratta esattamente dell’identita’ di evasore che la popolazione ha in mente. La domanda che dobbiamo farci e’:

Quanto e’ accurato questo identikit? Tutti gli evasori sono ricchi? Quanti degli evasori sono ricchi?

Ad occhio e croce, direi che trattandosi di un fenomeno sociale diffuso (a giudicare dai dati), se volessimo stigmatizzare l’evasore sia impossibile considerare l’evasione crescente senza un reddito crescente. Voglio dire, se anche io evadessi il 100% del mio reddito, guadagnerei il doppio. Ma questo non basta a farmi evadere dieci milioni di euro/anno: per evadere cifre enormi bisogna incassarle.

Dunque, se ipotizziamo un andamento del genere, dobbiamo pensare che l’evasore evade il fisco almeno sul REDDITO, e che quindi se supponiamo solo evasori ricchi, dobbiamo fare i conti con la distribuzione della ricchezza in Italia.

Cosi’ dobbiamo considerare la curva di Gini della ricchezza italiana. Secondo lo studio della Banca d’Italia, siamo messi circa cosi’ (cliccate per ingrandire):indice-gini

Se supponiamo che tutti gli evasori siano ricchi, ci troviamo pero’ delle bruttissime sorprese.

Innanzitutto, dobbiamo considerare che se il 45% del reddito proviene dal 10% dei ricchi, numericamente dobbiamo considerare che quando indirizziamo la finanza verso i ricchi dal punto di vista quantitativo facciamo bene: controllando il 10% dei piu’ ricchi, otteniamo probabilmente di controllare il 45% del reddito.

In questo senso, pero’, la politica non risente troppo del problema: il 10% e’ una percentuale fortemente minoritaria del paese, per cui e’ sicuramente possibile e redditizio per i politici andare a colpire quel 10% della popolazione.

Questo e’ ovviamente il motivo per il quale una operazione come quella di cortina ha senso POLITICO. Tuttavia, il 10% delle famiglie di cui stiamo parlando hanno patrimoni che superano UN MILIONE E MEZZO DI EURO. (1)

Di conseguenza, possiamo pensare ad una cosa di questo tipo da applicarsi tra le famiglie piu’ ricche, ammettendo che si tratti di una curva piu’ o meno statistica:

gaussiana

Stiamo dicendo che in questo 10% di ricchi,il 68% degli evasori costituisce la parte che evade le cifre piu’ considerevoli, e cosi’ via. Ma va ancora bene, perche’ trattandosi dell’evasione sul 45% del reddito, significa che quando staniamo un evasore in quest’area evade percentuali ALTE del reddito. Questo ci spiega i numeroni che sentiamo a volte nei telegiornali.

Pero’ non e’ tutto: stiamo parlando di frazioni del 10% della popolazione.

Voi capite che se affermassimo che l’evasione parte dal milione e mezzo di euro di reddito, saremmo dei folli: il padrone  negozietto che non fa scontrini non ha redditi cosi’ alti.  E’ vero che abbiamo individuato SOLO il  45% della ricchezza, pero’.

Cosi’ enunciamo il primo teorema:

  • E’ operazione politicamente ed economicamente conveniente in Italia colpire l’evasione colpendo solo il 10% piu’ ricco della popolazione : si perdono pochi voti (il 10%), si guadagnano molti soldi evasi (il 45%).

Adesso andiamo avanti con le statistiche: poiche’ una curva di Gini e’ quello che e’, andiamo a vedere il resto.

Del 65% della ricchezza rimanente, circa il 26% e’ in mano al 40% delle famiglie. Insomma, questi sono veramente in difficolta’. E’ possibile che si tratti di una sacca di evasione fiscale nella misura in cui lavorano in nero evadendo il fisco (siano costretti o no) oppure debbano accettare prestazioni in nero per potersi permettere alcune cose. Ci sta.

Andare stanare l’evasore in questa zona e’ operazione politicamente conveniente?

Se anche li beccassimo TUTTI, avremmo recuperato il 26% dell’evaso. Tuttavia, avremmo perso il 40% dei voti. Il rapporto tra evasione e voti e’ catastrofico.

  • Stanare l’evasione nella fascia piu’ povera del paese, sebbene si tratti di evasione molto odiosa (lavoro nero in gran parte, o piccoli esercenti) e’ politicamente POCO conveniente. A fronte del 26% della cifra recuperata, alle prossime votazioni abbiamo contro il 40% della popolazione.

Andiamo avanti. Rimane il 50% dei “benestanti”, che sebbene in difficolta’ si dividono il rimanente 39% della ricchezza. Qui siamo un pochino nella merda: e’ vero che possiamo recuperare QUASI la stessa cifra che recuperiamo andando a caccia di ricchissimi (39% contro 45%, un 6% di differenza) , ma e’ anche vero che ci mettiamo contro ben il 50% della popolazione alle prossime elezioni!

Quindi, se e’ vero che controllando la fascia “mediana” otterremmo un bel pochino di soldi indietro, e’ anche vero che perderemmo voti. Ne perdiamo piu’ o meno che a stanare gli evasori “poveri”? Qui abbiamo il dato paradossale che ho dovuto rappresentare in un grafico (cliccate per ingrandire):politica-lotta

Che cosa ci dice questo grafico? Ci rappresenta l’evasione (supponendo abbia un andamento statistico di tipo gaussiano) e la confronta con il rischio elettorale (ovvero con la numerosita’ del campione).

Il risultato e’ molto semplice: e’ POLITICAMENTE convenientISSIMO cercare di stanare gli evasori ricchi: colpendo POCA popolazione recupereremo molto.

E’ politicamente DISASTROSO colpire il ceto “medio”: sebbene possiamo recuperare MOLTA evasione , esso e’ cosi’ numeroso che non e’ politicamente conveniente, e paradossalmente e’ MENO conveniente che colpire i poveretti che faticano a campare.

Insomma, il ceto medio e’ al sicuro: quel 50% della popolazione che definiamo “benestante”, di fatto non verra’ MAI colpita perche’ presenta il piu’ BASSO indice di pil evaso per voto. Se il politico fa un rapporto tra quanti voti perde e quanto PIL rientra nel colpire la fascia “media”, non ottiene altro che una risposta del tipo “lascia perdere”.

Sebbene questa fascia evada QUASI quanto quella dei ricchi, e’ troppo numerosa perche’ sia politicamente conveniente colpirla. Paradossalmente, conviene andare a caccia di scontrini da venti euro che cercare DAVVERO l’idraulico che non fa la ricevuta.

Cosi’, possiamo modellizzare per forza di cose il modello “elettorale” della caccia all’evasione fiscale, ovvero un modello di lotta all’evasione fiscale che conviene elettoralmente:

  • Qualche operazione MOLTO STROMBAZZATA contro dei ricchi, i quali essendo demonizzati in quanto tali soddisfano la voglia di sangue del rimanente 90% della popolazione, e danno un discreto rientro al fisco, sebbene rappresentino MENO della meta’ dell’evasione: per ogni punto percentuale del PIL che recuperiamo, perdiamo il 0.2% dei voti.
  • Pochissime (o MOLTO SEGRETE) operazioni ai danni del ceto “medio”, dal momento che e’ cosi’ numeroso che praticamente ogni punto percentuale del PIL recuperato fanno quasi lo 1.5% dei voti in meno!
  • Qualche operazione (RESA PUBBLICA) sui ceti piu’ poveri e sull’evasione “povera”: scontrini, extracomunitari in nero, eccetera: fa piacere al ceto medio.. Ogni punto percentuale recuperato ci fa perdere lo  1.2% dei voti, ma c’e’ da dire che si recupera molto poco di PIL.

Se osservate i dati del rapporto della GDF [QUI] osservate piu’ o meno la medesima distribuzione del recupero del PIL evaso. Certo mi si fara’ presente che anziche’ calcolare il rapporto tra evasione e voti potrei usare quello tra numero di controlli e PIL recuperato, ma se questo vale per i ricchi, NON vale per il ceto medio! Se potrei anche giustificare l’accanimento sui ricchi (il rapporto tra numero di controlli ed entita’ della multa e’ buono), non riesco a giustificare la sproporzione tra singoli controlli su singoli scontrini e piccole operazioni e “auditing”, cioe’ di verifiche di bilancio!

Che cosa significa questo?

Significa che, assumento una distribuzione gaussiana dell’evasione,

L’attuale STRUTTURA della lotta all’evasione fiscale non e’ guidata dall’esigenza di recuperare denaro per lo stato, ma appare coerente con un modello generato da  DA PURE VALUTAZIONI ELETTORALI, cioe’ dal rapporto tra PIL e voto.

La guardia di finanza si comporta nel modo che conviene maggiormente alla classe politica allo scopo di perdere meno voti possibile dai colpiti , e di guadagnarne il piu’ possibile dagli altri.

Adesso facciamo un passo indietro: nello scorso post ho ipotizzato un calcolatore che si metta a spazzolare, persona per persona, le incongruenze nelle dichiarazioni dei redditi, e che sia quindi in grado di determinare con discreta precisione chi siano gli evasori.

Che effetto POLITICO otterrebbe un simile governo rispetto ad ora?

  • Colpirebbe i ricchi in proporzione a come fa ora. Nessuna differenza.
  • Colpirebbe il ceto medio, ora sostanzialmente intoccato. -1.5% dei voti per ogni punto percentuale recuperato.
  • Colpirebbe i poveri in proporzione a  come fa ora. Nessuna differenza.

Capite ora, mettendoci i numeri, molto rapidamente perche’ manchi “la volonta’ dei politici”: manca la volonta’ del 50% dei cittadini italiani.

Chi e’ causa del proprio male, cioe’, pianga se’ stesso: il ceto medio muore, e onestamente se lo merita.

Uriel

(1) Il dato ISTAT parla di ricchezza (patrimonio e reddito)  e non di redditi. Ovviamente per i piu’ poveri le due cose coincidono, chi sta sotto i 9000/anno di certo non ha accumulato patrimonio. Diversa e’ la questione per chi va oltre il milione. Chi possiede il 70% di un’azienda che vale , che so io, 20 milioni potrebbe avere uno stipendio sociale che sta sotto il milione anno, ma non considerare il fatto che possiede l’azienda, al fine della “ricchezza”, e’ assurdo. Cosi’, i dati sui ricchi vanno letti in questo modo.  Lo specifico altrimenti il dato sembra strano e mi hanno gia’ chiesto lumi a riguardo.

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