Europa? Maddeche’?

Di Levoivoddin, aka Uriel Fanelli 26 marzo 2003

Oltre a leggere di guerra, si nota in giro una certa tendenza al richiamo verso l’unita’ d’Europa. Tutti, da Prodi a Giscard ‘Estaing, sono qui che ci raccontano come adesso l’Europa debba trovare o ritrovare l’unita’ politica. Quando gli appelli all’unita’ si moltiplicano, in politica ci si trova di fronte ad una rottura.

L’europa si sta scollando, e probabilmente questa europa e’ arrivata alla fine.

E questo per diversi motivi.

Il primo e’ che non piace alla gente. Nessuno di noi, nella sua singola vita, ci ha guadagnato nulla, se non seccature. Non esiste una nazione nella quale i singolo cittadino possa dire “grazie all’europa oggi vivo meglio di ieri”. Diciamolo apertamente: non ci ha portato nulla. L’euro e’ stato una seccatura, e ci rende a tutt’oggi piu’ difficile raccapezzarci coi prezzi.

Si, magari sul piano politico ci sono i contrari e i favorevoli. Sul piano intellettuale ci sono i contrari e i favorevoli. Ma nella nostra esistenza, temo nessuno di noi sappia distinguere un’atteggiamento europeista da uno antieuropeista. Ad esempio, stiamo per andare ad un referendum per l’irrigidimento del mercato del lavoro che se dovesse passare sancirebbe l’incompatibilita’ eterna della legislazione italiana con quella degli altri paesi d’europa. Ma nessuno lo dice.

In secondo luogo, i vertici europei sono soltanto una discarica per i nostri politici piu’ mediocri. Prodi e’ arrivato al proprio posto perche’ non si sapeva dove piazzarlo in italia. Ogni volta che una persona e’ troppo brillante,  viene inviata in europa perche’ non oscuri il capo. Quando c’e’ qualcuno che va sistemato su un bello stipendio di giada, lo si spedisce in europa. Il risultato e’ un’estabilishment mafioso, corrotto, inefficente, sconnesso con il resto del continente, in gran parte inutile. Le sue funzioni oscillano tra quelle del consiglio comunale medio a quelle della ASL.

Come se non bastasse, non c’e’ un progetto. Le menti piu’ lucide faticano ad entusiasmarsi per questa “Europa”, perche’ non si sa cosa sia. Non si sa’ se sara’ uno stato a common law o a diritto romano, non si sa se avra’ un’esercito vero o solo una forza rappresentativa, non si sa se sara’ una repubblica, una satrapia, un sultanato, una nazione federale, o cosa. Non c’e’ un progetto, semplicemente. La nostra “grande casa comune” sta venendo costruita senza alcun progetto.

A capo di questo squallido bordello levantino ci sono essenzialmente degli economisti. Cioe’, dei ragionieri d’alto bordo. Persone che dovrebbero starsene dentro uno stanzino a stampare fatture, vengono messe a capo di questa cosa che gia’ non prometteva bene. Il primo e’ Duisemberg. Noto in patria come un incompetente pasticcione, e’ stato imposto alla guida della BCE perche’ l’Olanda voleva far vedere quanto fosse potente. E , diciamolo, anche per toglierselo dalle scatole. Prodi e’ un’economista. Famosa la sua intervista durante il G8 di genova: “ma cosa conta poi la democrazia, se la gente non ha la ricchezza”. Tradotto in italiano, ci ha detto che i paesi poveri non dovrebbero nemmeno avere un governo. Cioe’, che la politica viene DOPO l’economia. Incoraggiante.

Governi simili non possono avere una linea politica, perche’ troppo influenzabili dagli andamenti economici. Non possono praticare pressioni economiche, perche’ peggiorerebbero i bilanci. Non possono fare nulla. Non e’ un caso se durante la crisi della basilica della nativita’, l’ambasciatore europeo e’ stato lasciato a disquisire col cane da guardia di Sharon. Spero la cuccia fosse abbastanza spaziosa, e la pappa fosse buona.

Con degli economisti laddove servirebbero politici, andiamo a cercare i funzionari. E chi ci troviamo? Dei politici. Hanno invertito i termini, mettendo degli economisti laddove servivano i politici, e dei politici laddove servono gli economisti, o in generale dei tecnici.

Interessante il loro concetto di libero mercato. L’europa sarebbe un libero mercato, tranne che la produzione e’ organizzata per quote. A quale scopo? Dicono loro, di regolare il mercato. Secondo questi signori, ci sono zone che devono produrre meno latte perche’ il loro latte e’ peggiore e costa troppo. Fesseria madornale, se fosse vero, non ci sarebbe bisogno di quote: il latte peggiore sarebbe semplicemte sopraffatto da quello migliore ed a buon mercato. In realta’ il sistema delle quote serve ad avere qualcosa da buttare sul tavolo delle trattative. Qualcosa da scambiare.

In totale spregio del cittadino, il nostro lavoro viene considerato merce di scambio per favori politici. E questa sarebbe la nostra grande casa comune. A me sembra un putrescente bordello levantino.

Le cause della crisi attuale poi sono inconcepibili. Ad un certo punto, i due paesi economicamente piu’ forti ed in forte crisi decidono di stabilire un’asse politico per prendere il controllo dell’unione. Gia’ questo di per se ne ha sancito la fine. E’ ovvio che questo rendera’ diffidenti gli altri stati, specialmente i nuovi entrati. Pensate che si siano liberati dal giogo comunista per prendere ordini da Berlino, o da Parigi?

Quel’era lo scopo di tale alleanza? Semplice: quei paesi sono in crisi. Vendono poco. Possono risollevarsi se usano come mercato i paesi piu’ deboli. A costo di distruggere la loro industria. In pratica, vogliono devastare le economie industriali di tutti gli altri paesi per ridurli a paesi di consumo. Secondo Francia e Germania, l’industria deve stare solo nei loro paesi, e tutti gli altri devono vivere di servizi e di beni acquistati da loro. Ovviamente, questo produrra’ perplessita’ in tutti gli altri, e produce divisioni. Ormai, tale era la presunzione di schroeder e chirac, la frittata e’ fatta.

Ma la cosa che sancisce il fallimento di questa Europa, e’ il totale disprezzo, la totale indifferenza per le condizioni del cittadino.

Guardate i criteri di stabilita’ di Maastricht. Sono tutti economici. Se un bilancio sfora di un tot, il paese viene punito. Se un indicatore economico sfora di tot, il paese viene punito. (Se e’ debole, si intende. Se e’ la Germania gli si fa toto’ sulle manine e gli si dice “cattivo, cattivo, non farlo piu’”.)

In ogni caso, si tratta di parametri economici. Per entrare in europa bisogna conseguire risultati ECONOMICI e di BILANCIO. NESSUNA attenzione viene fatta alla qualita’ della vita.

Non arriva acqua potabile se non ogni 15 giorni? Irrilevante. Si muore negli ospedali? irrilevante. La giustizia e’ lenta? irrilevante. C’e’ disoccupazione? Irrilevante. C’e’ criminalita’? irrilevante. Nessun paese verra’ mai sanzionato seriamente per questo, e non sono mai stati stabiliti parametri simili a quelli del patto di stabilita’.

Alla cosiddetta “EUROPA” non FREGA UN CAZZO di come i suoi “cittadini” vivano. Che facciano la sete, che muoiano negli ospedali, che aspettino 13 anni un processo, che siano disoccupati, che siano rapinati o uccisi, NON GLIENE FREGA NIENTE. Gli anziani muoiono per pensioni DA FAME? Irrilevante: il vero problema e’ il BILANCIO del sistema previdenziale. Non i cittadini che ne dipendono. Il bilancio.

L’unica cosa che guardano sono i soldi.

“Hai i soldi? Sei nel club.” Questo e’ il discorso che fanno.

E per questo, abbiamo dovuto pagare di tasca nostra i costi, dovremo pagarne ancora, e ancora. E se le vostre condizioni di vita peggiorano, e chiedete misure dal governo, vi sentirete rispondere che “gli accordi di maastricht vietano interventi del governo”.

Pensioni da fame? Eh, c’e’ da rispettare il patto di stabilita’. Crepa pure.

Sanita’ al disastro? Eh, c’e’ da rispettare il patto di stabilita’, niente welfare aggiuntivo. crepa pure.

“Crepa pure, tanto contano solo i bilanci.”

Questa e’ la loro risposta. Assoluta irrilevanza delle condizioni del cittadino, assoluta irrilevanza delle condizioni di vita, assoluta irrilevanza di qualsiasi cosa non sia una voce di bilancio.

Con questa roba, l’ Europa e’ gia’ finita. Se non migliora di una virgola la vita dei SINGOLI cittadini, tra un po’ inizieremo a chiederci perche’ tutti questi sacrifici. Perche’ solo sacrifici rimarranno.

Se non lo abbiamo gia’ fatto.

Nel frattempo, mentre noi paghiamo i costi dell’unificazione, gli altri paesi crescono. India, Cina, Russia, stanno crescendo.

Se continuiamo a pagare costi dell’unificazione ancora a lungo, presto ci supereranno. E allora, saremo NOI i paesi in via di sviluppo.

Signori di Bruxelles e di Strasburgo, datevi una mossa, o tra un po’ la baracca vi crolla in testa. O meglio, CI crolla in testa.

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