Espertise,Legalise, Enterprise.

Nelle discussioni riguardanti la polizia che spara, svoltesi nei giorni scorsi, e’ saltato fuori un mantra che personalmente trovo completamente illogico. Un certo numero di persone, tutte atteggiantesi ad esperti di guerriglia urbana,  continua a sostenere che il problema di Placanica sia stata l’inesperienza, cosa che gli avrebbe fatto commettere chissa’ quale ineffabile errore. Il problema e’ che, onestamente, non vedo affatto l’errore.

Innanzitutto, il congedo forzato di Placanica e’ stato una forzatura senza alcun senso giuridico: se Placanica aveva rispettato le proprie consegne rimanendo all’interno di esse, niente gli poteva venire contestato. Se avesse violato le proprie consegne sparando contro le consegne, per lui c’erano il tribunale militare e 22 anni di carcere militare.

Non esiste, e credo sia stata adottata per motivi politici, la situazione nella quale una persona viene congedata per un comportamento opinabile in azione. I casi sono due: o ha commesso un reato violando le consegne, oppure no. Nel caso abbia violato le consegne, solo violare le consegne e’ abbastanza grave da finire di fronte ai giudici militari e farsi qualche annetto.

Il problema sta nel fatto che Placanica e’ stato congedato con una scusa di gran lunga politica, perche’ la folla che chiedeva il suo linciaggio voleva vedere una punizione, ma non c’erano gli estremi legali per qualsiasi condanna. In secondo luogo, la stessa natura della punizione e’ alquando “dubbia”: la “sopravvenuta inidoneita’ al servizio” implica, infatti, che Placanica prenda una pensione per il resto del suoi giorni.

Ma il concetto da tenere in mente e’ che Placanica fu assolto dalla procura militare per ‘art 53 del codice di procedura penale, ovvero per “uso legittimo delle armi”, e per l’ art 52, “legittima difesa”. Spiacente di dire, quindi, che non solo non ci sono state violazioni delle consegne, ma nemmeno violazioni della legge.

Ma il problema non sta tanto nella violazione della legge, ma nel rispetto delle consegne.

Molta gente dice, con aria esperta e saccente, che “quanto dovuto era prodotto dall’inesperienza dell’equipaggio del defender”. Interessante. Questi signori si guardano bene dal precisare, pero’, che cosa avrebbe dovuto fare l’equipaggio in quelle condizioni “se fosse stato esperto”.

C’e’ chi dice che Placanica non avrebbe dovuto sparare, e si sbaglia: l’aggressore a capo scoperto , sotto i due metri di distanza dall’installazione militare, si abbatte sparando al corpo. Non c’e’ cazzo che tenga. Per quel che ricordo delle consegne dei servizi di ronda armata della Marina Militare, facente funzione di MP, nelle stesse condizioni sarebbe stata una strage: il maresciallo di bordo/sottufficiale di ronda avrebbe non solo dovuto sparare lui, ma avrebbe persino potuto armare un equipaggio di coscritti e ordinare fuoco a volonta’.

Sia chiaro, che le consegne non lasciano spazio di discrezionalita’ alcuno: non esiste una consegna che dice “puoi sparare”, le consegne dicono “non puoi sparare”, oppure “DEVI sparare”. La sentinella che visto un aggressore a volto coperto sotto i due metri non spara al corpo e’ da condannare: DEVE farlo.Non ci sono consegne militari che dicono “se lo ritieni puoi sparare”, perche’ non c’e’ discrezionalita’: o DEVI, non NON PUOI.

Placanica si trovava tra due superiori ed un aggressore: poiche’ anche difendere commilitoni e superiori e’ dovere, sparare gli era doveroso. Non vedo lo sbaglio, e un esperto avrebbe fatto lo stesso.

L’altra corrente continua a sostenere che la camionetta non avrebbe dovuto farsi sorprendere e chiudere dentro un cul de sac in quel modo. Interessante, ma ancora non si capisce che cosa avrebbero dovuto fare di diverso: di fermarsi non se ne parlava, perche’ non appena fermi sarebbe valsa la regola dei due metri.

Di muoversi in maniera diversa si parlava eccome, sarebbe bastato accettare che la camionetta investisse un pochino di manifestanti: tutta roba gia’ fatta negli anni ‘70, niente di nuovo. Ci furono diverse morti, all’epoca,  per “mezzi fuori controllo” e persone investite in malo modo. Indubbiamente, si sarebbe potuto procedere in quel modo, passando sul corpo di qualche manifestante: la pura e semplice verita’ e’ che dai filmati si vede una camionetta che cerca di sottrarsi alla distruzione sforzandosi di evitare di investire le persone di fronte. Se non hai quella paura, ingrani una ridotta, dai gas, e chi hai davanti ce l’hai sotto.

E’, effettivamente, la condotta che mi aspetto da un carrista esperto: probabilmente la mezza dozzina di morti schiacciati che ne sarebbe risultata non sarebbe stata esattamente quello che si voleva.

MA questo non era possibile perche’, cosa che non dice nessuno, LA CAMIONETTA DI PLACANICA ERA ADIBITA A PRONTO SOCCORSO. Nessuno ha mandato nessuno allo sbaraglio, e semplicemente non si presumeva che la camionetta avrebbe dovuto prestarsi a scontri. E faccio presente che il Placanica stesso stava venendo accompagnato in ospedale dalla camionetta stessa, dopo un uso improprio di alcuni lacrimogeni.

L’unica inesperienza che vedo e’ di un coglione esaltato con un passamontagna che pensa di potersi avvicinare senza identificarsi e con un’arma impropria in mano ad una camionetta di militari. Che il colpo sarebbe partito era ovvio, e se ci fosse stato un esperto a bordo forse Giuliani avrebbe avuto un buco esattamente tra gli occhi anziche’ di lato.

C’e’ tutta una vulgata che straparla di una fantomatica perizia circa pietre che deviano proiettili: no. L’archiviazione parla esplicitamente di legittima difesa dall’accusa di omicidio, e se c’e’ legittima difesa e’ perche’ tu hai ammazzato un tizio, e’ chiaro che la colpa sia tua, e si dimostra che non potevi fare altro poiche’ eri in pericolo di vita. Che ci siano o meno pietre che deviano proiettili, se siamo nel caso di legittima difesa posso anche farne a meno, visto che ti sto sparando per difesa.

Personalmente, tutta questa litania che vuole una caterva di esperti straparlare di “inesperienza” e di “tragedia legata all’inesperienza” mi sembra una fesseria. Quando le navi della Marina partivano verso il golfo, ho visto di persona le consegne dei MaS DI che sorvegliavano luoghi sensibili di manifestazioni improvvise “d’assalto” , come quelle di Greenpeace.

La consegna era di sparare al corpo  di chi oltrepassava le distanze dovute (in quel caso una pineta dietro la recinzione, ove si nascondevano i fucilieri) , e se i manifestanti si rialzavano, sparare ancora. E sia chiaro, che dietro la recinzione, non si gridava “fermo o sparo” o altre amenita’ : dietro la recinzione di sparava al corpo, per uccidere.

Ora, in che modo sarebbe stata “inesperienza” sparare ad un tizio in passamontagna con in mano un’arma impropria , sotto i due metri dalla camionetta, quando una persona anche disarmata che passi una recinzione, nel  mezzo di una cinquantina di metri di pineta che ancora  la separano dal militare piu’ vicino, viene ammazzata senza battere ciglio?

Personalmente, credo che il congedo pensionistico di Placanica per “sopravvenuta inidoneita’ al servizio” sia dovuta principalmente a pressioni politiche: il militare di leva che si frappone tra un pericolo ed i propri superiori, contribuendo a cessare il pericolo, di norma viene premiato con una medaglia al valore(1). Perlopiu’ Placanica in quel momento era il ferito che stava venendo accompagnato in ospedale, quindi a maggior ragione la decorazione ci stava.

Per come la vedo io, hanno fatto bene quelli che guidavano il Defender ad evitare l’ azimut che avrebbe investito i manifestanti ma salvato la camionetta dalla distruzione, e ha fatto bene Placanica, che dichiara di essere stato ferito, a sparare all’aggressore sotto i due metri.

Esiste una vulgata che vorrebbe un reggimento dei carabinieri dietro l’angolo , cosa per la quale a sentire certi sarebbe stato saggio aspettare il loro intervento: il che, nel caso di legittima difesa, e’ una fesseria. La legittima difesa comprende l’urgenza dell’azione, e se c’e’ urgenza non c’e’ attesa alcuna.

L’unico errore di inesperienza che vedo in quella piazza e’ che un teppista molto fesso non sapeva che assalire a volto coperto una camionetta dei CC porti alla morte sicura , se solo e’ fisicamente possibile.

Ogni ragionamento diverso e’ per come la vedo, del tutto sbagliato, perche’ porterebbe alla conclusione evidentemente sbagliata che si possa aggredire una postazione militare a volto copero ed uscirne viscera intacta se solo nell’installazione c’e’ personale esperto.

Mi spiace per i novelli Clausewitz,  che parlano di inesperienza, ma  sono tutte cazzate: nel momento in cui corri contro un veicolo militare fermo con un’arma (propria o impropria)  e il volto coperto, che dentro ci sia personale esperto o meno il risultato non cambia. Sei morto.

Uriel

(1) Successe a Taranto ad un marinaio catanese che visto aggredito un TV da un cretino del luogo  , accoltello’ usando il coltello da nocchiere il sopracitato cretino. Gli fu data una decorazione e fu pubblicato sul giornale interno della marina.

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