Errori logici.

Stranamente, a volte do per scontate cose che scontate non sono, e cosi’ vado avanti a scrivere senza perderci molto tempo. Per esempio, tendo a dare per scontato il metro di valutazione dell’eurozona, quando tutti sono ancora ostinatamente fissati sui parametri nazionali. Questo errore logico sta trascinando la zona euro nel baratro, e sinche’ nessuno se ne accorge, il disastro e’ assicurato.

 

Iniziamo: OVVIAMENTE non sto dicendo che il rapporto tra debito e PIL sia un indicatore scorretto. Dal punto di vista dell’emittente, e’ certo che quel debito dovra’ essere pagato con le risorse di cui la nazione dispone, per cui ovviamente l’emittente deve tener conto del fatto che da quel PIL dovra’ pagare interessi e rinnovi.

 

Ma non e’ tutto. Ed e’ qui il punto. Insieme all’introduzione dell’ Euro si sono introdotti alcuni fattori di rischio incombenti, i quali -in giorni molto turbolenti- diventano fattori MOLTO piu’ pesanti rispetto al semplice rapporto tra debito e PIL.

 

Andiamo per ordine:

 

  1. Con l’Introduzione dell’Euro si e’ deciso di “premiare” lo scambio di acquisti tra banche di paesi europei. Significa che se una banca francese compra debito italiano il suo stato patrimoniale viene visto in maniera diversa (piu’ conveniente) rispetto al caso in cui avesse comprato, che so io, debito USA o JPN. Questo produce un debito “non piu’ semplicemente nazionale”. Il debito dei paesi si e’ spalmato ed intrecciato tra banche europee, che hanno cosi’ configurato un “debito europeo” , un “rischio europeo”, e con questo meccanismo statutario una precisa responsabilita’ politica collettiva. Non esiste piu’ ALCUN debito strettamente nazionale. Il valore LOGICO del rapporto debito/PIL si e’ indebolito.
  2. Con l’Introduzione dell’euro si e’ deciso di introdurre un legame forte tra liquidita’ e debito. Prima le banche compravano soldi dando i propri titoli in cambio, pagando di piu’ se andavano male e pagando meno se andavano bene. Oggi entra in gioco anche  il rapporto tra i titoli di stato del paese X e quelli tedeschi. Risultato: si introduce nel sistema finanziario il rischio di andamento disomogeneo tra nazioni europee. Il tuo rapporto debito/PIl puo’ essere quel che vuoi, ma se la germania  vende bund meglio di te sei nella merda perche’ le tue banche si finanziano male , la BCE gli vende soldi a caro prezzo. Il valore LOGICO del rapporto debito/PIl si e’ indebolito.
  3. Con l’introduzione dell’euro si e’ quotato ogni debito in Euro. Questo introduce nell’acquisto di titoli un rischio che e’ il rischio valutario dell’euro. Se l’euro cresce di valore ti cresce di peso relativo il debito, e non ci puoi fare niente. Se i futures dell’euro sono in crescita, gli investitori comprano debito e aspettano che gli rivaluti con tanto di cedole. Se sono in calo, hanno una perdita valutaria. Anche in questo caso, Il valore LOGICO del rapporto debito/PIl si e’ indebolito.
E’ possibile dire che il debito tedesco sia piu’ sicuro perche’ la germania e’ piu’ forte? Ni. Perche’ spalmato com’e’ in giro per l’Europa , il debito tedesco e’ soggetto a minacce enormi sul mercato secondario, specialmente se le banche europee entrano in affanno. Se la Germania e’ forte E le banche degli altri paesi sono in buona salute, allora si. Ma se la Germania e’ forte, le banche degli altri paesi fanno fatica a comprare soldi, ed entrano in affanno.

 

(Divertente meccanismo di controreazione, peraltro. Chi ha disegnato questa cosa doveva essere ubriaco. )

 

E’ possibile affermare che il problema dell’Euro si risolve facendo uscire i paesi inadempienti? No, perche’ le loro banche a quel punto rilascierebbero i titoli delle altre nazioni, che hanno comprato per convenienza, e le banche dei paesi euro perderebbero convenienza a tenersi i titoli delle nazioni uscenti.

 

Mi spiace, ma non c’e’ modo di esaminare il problema del debito dell’eurozona usando come paradigma il rapporto tra debito della singola nazione e PIL. L’investitore che investe in titoli pubblici della zona NON PUO’ e non deve tenere conto di questa misura, quanto del rapporto tra PIL dell’eurozona e quantita’ di debito dell’emittente.

 

Ci sono troppo FATTORI DI RISCHIO COMUNI perche’ si possa considerare ogni debito europeo come un mondo a parte.

Il fatto che esistano fattori DI RISCHIO COMUNI significa che nel calcolo della bonta’ dell’nvestimento quello che dovrebbe essere correttamente tenuto presente e’ IL DATO ASSOLUTO del debito, e non il rapporto con l’economia emittente.

 

Questo ragionamento e’ pero’ ifficilissimo da esportare, perche’ se lo esportiamo otteniamo che la CURA CHE STIAMO PROPINANDO ALL’EUROPA E’ ANCORA PEGGIORE DEL MALE.

 

Se ragioniamo tenendo conto dei VERI fattori di rischio, che sono diventati globali per l’eurozona, e quindi teniamo conto del nuovo parametro, otteniamo ricette molto diverse. A dover agire sono PRIMA DI TUTTO le nazioni che hanno MAGGIORE debito in termini assoluti, cioe’

 

  1. Germania
  2. Italia
  3. Francia

Ma per come sta venendo gestita la cosa, Germania e Francia continuano ad insistere dicendo “NO, noi NON abbiamo problemi, questo indicatore OBSOLETO che e’ il rapporto tra debito e PIL ci vede tra i migliori, quindi NON DOBBIAMO FARE NULLA”.

E nulla fanno, portando la zona al disastro.

Ovviamente, il fatto di aver inserito ALTRI rischi collettivi NON ha eliminato i rischi individuali che derivano dal rapporto debito/PIL alto. Non ho detto che questo fattore si sia azzerato . E’ ancora vero che i greci devono uscire dal tunnel, eccetera. Ma l’Euro ha AGGIUNTO fattori di rischio, i quali richiedono ad altre nazioni di agire per ridurre la massa.

 

Se consideriamo SOLO i fattori di rischio “classici” sono perfettamente d’accordo nel dire che sono i PIIGS che devono trovare una soluzione al problema.

 

Ma se consideriamo i TRE fattori di rischio aggiuntivi, cioe’ il rischo CREDITIZIO, il rischio VALUTARIO ed il rischio COMMERCIALE che abbiamo inserito nel sistema di vendita dei bond nazionali, e’ URGENTE che ANCHE Germania e Francia riducano la massa debitoria.

 

Questa urgenza pero’ deriva principalmente da una analisi che tiene conto di fattori che l’opinione pubblica NON vuole pensare. Il tedesco NON VUOLE pensare che l’euro abbia aggiunto fattori di rischio collettivi per i quali dovra’ pagare. Il francese neanche.

 

La Merkel e Sarkozy NON possono spegarlo ai cittadini perche’ sono in campagna elettorale. In pratica stiamo guidando con due grandi nazioni che negano di avere un platano di fronte: la luce che vedono alla fine del tunnel e’ un treno, e sono cosi’ accecati dall’orgoglio nazionale che non capiranno come, anche se l’italia facesse miracoli, NON SI SALVERA’ L’EUROZONA, perche’ si stanno IGNORANDO, per ragioni CULTURALI, i rischi annessi all’euro, che si sono aggiunti a quelli classici.

 

Quando dico che l’Euro andra’ al disastro lo dico perche’, molto semplicemente, vedo chi guida tutta la baracca convinto di stare navigando da qualche parte nel Mediterraneo, mentre noto che la sua nave se ne sta piu’ o meno nello stretto di Bering: una mappa completamente sbagliata, una bussola ubriaca che non tiene conto di quale sia il vero polo Nord.

 

Non c’e’ speranza di uscirne con una guida cosi’ farlocca. Certo, mentre il mare e’ aperto il meditrraneo puo’ sembrare simile allo stretto di BEring. Ma appena la gente comincera’  a notare la strana proliferazione di blocchi di ghiaccio in acqua, la strana presenza di balene e tutta quella gente a terra che anziche’ parlare un dialetto greco parla l’ Inuit , gli investitori e  gli equipaggi inizieranno a pensare che il capitano non sia proprio questo tizio affidabile che sembrava.

 

Si, lo so:  sto dicendo che sia la signora Merkel che Sarkozy ( e buona parte dell’eurobaracca tecnocratica), non sappiano cosa stiano facendo e perche’.

 

I dati sperimentali sembrano confermare la mia teoria.

 

Uriel

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