Energie statali.

C’e’ un certo scompiglio riguardo ai soldi che il governo si appresta a tagliare riguardo alle “rinnovabili”. Il punto e’ semplicemente che prima gran parte del settore era sussidiato, mentre oggi si chiede che cammini sulle proprie gambe, ovvero che sia capace di fare business. Esistono diverse ragioni che rendono azzeccata la scelta, e personalmente sono assolutamente d’accordo.
Il primo punto e’ di carattere sistemico. Poiche’ le risorse sono ormai di proprieta’ di qualcuno, esse sono monetizzabili. Un tempo si andava nella Jungla, si trovava una miniera di qualcosa e la si sfruttava . Cosi’, c’era un elemento distorsivo dell’economia, legato alla gratuita’ delle risorse naturali.
Oggi, essenzialmente, il mondo e’ in gran parte antropizzato, o meglio lo sono le parti del mondo che hanno piu’ risorse naturali. Il che significa, essenzialmente, che anche la “risorsa naturale” e’ parte dell’economia a pieno titolo. Se pensiamo per esempio alle “frequenze radio”, non si tratta affatto di una risorsa. E’ semplicemente la disciplina che trasforma le frequenze in una risorsa economica, dando loro un prezzo.

Ora, in queste condizioni , nelle condizioni cioe’ nelle quali le risorse naturali hanno un costo, un miglior uso delle risorse non e’ altro che una maggiore efficienza economica. Se preferite, possiamo anche enunciare la cosa in un altro modo, ovvero che se le risorse naturali hanno sempre un costo in se’, nessun sistema economico INEFFICIENTE potra’ mai essere “green”, cioe’ farne un uso ottimale.
 
Questo di per se’ non implica che un’economia efficiente faccia un uso efficiente delle risorse, sia chiaro. Ma ESCLUDE che possa farlo un’economia inefficiente.
 
Di per se’, quindi, il primo passo per un utilizzo sensato delle risorse e’ di farle pagare di piu’. Questo non impone che le quantita’ saranno sensate, ma impone almeno che i processi diventino efficienti e sviluppino le tecnologie piu’ efficienti.
Sovvenzionare la posa di pannelli solari ha sicuramente riempito di pannelli solari il paese. Ma quando il venditore ve li propone, essenzialmente vi spiega che alla fine siccome sono sovvenzionati vanno a spesa zero, e siccome vanno a spesa zero e qualcosa ci guadagnerete, chissenefotte della qualita’ del pannello?
Buona parte del paese e’ ricoperta da pannelli obsoleti, malfunzionanti, mal collocati e peggio orientati, per la semplice ragione che alla fine il conto economico e’ pagato in parte dallo stato. A chi installa conviene installare sempre e comunque, col risultato che anziche’ cercare l’eccellenza questi rivenditori cercano l’eccellenza A MENO DEL FINANZIAMENTO.
Se una provincia decidesse di appoggiare il solare, dovrebbe prendere tra i terreni demaniali il pezzo meglio esposto, e farci qualche KMQ di pannelli. Oppure, vista la resa, gli agricoltori potrebbero avere persino agio nel togliere la coltura e tappezzare il terreno di pannelli. Ma gli agricoltori hanno i loro sussidi e conviene loro coltivare male (come in collina e zone pedemontane) piuttosto che togliere piante e piazzare pannelli.(1) D’altro canto,  i sussidi servono agli installatori urbani, che puntano pochissimo sulla qualita’.
Essi vanno a dire “comunque qualcosa risparmi, ed e’ tutto pagato dallo stato”, ma essendo un’economia basata sui sussidi, pochi sanno quanto, come , con che efficienza si risparmiera’. Tanto, ci sono i sussidi e “qualcosa risparmierai”.

 

In definitiva, credo che l’economia dei sussidi non sia affatto una cosa positiva per l’economia green. Come ho gia’ detto, penso che solo un’economia efficiente abbia le potenzialita’ per sviluppare una bassa impronta ecologica. Non e’ detto che lo faccia, ma NESSUNA economia inefficiente puo’ farlo.
Il secondo punto “terribile” e’ che sono entrati i partiti politici con la loro tremenda ignoranza a fornire informazioni pseudotecniche le quali drogano la audience dei singoli partiti  onde portare a posizioni inutili e ridicole.
Per esempio, ad un certo punto arriva Fidel Castro e dice che i biocarburanti affameranno l’umanita’. Io sto usando un biocarburante da due anni, e immagino di aver messo alla fame tutti quelli che mangiano segatura di legno.
Da dove viene l’equivoco? Viene dal fatto che quando si parla di “biocarburanti” si pensa a qualcosa di liquido, fatto per far andare un’automobile, prodotto attraverso agricoltura intensiva.
In realta’ uno dei piu’ grandi produttori di pellet in Europa e’ l’Austria. Ed e’ l’Austria perche’ la produzione di pellet avviene mediante coltivazione di alberi, coltivazione che si adatta alla collina e alle zone che sono, normalmente , poco redditizie per l’agricoltura alimentare.
Cosi’, se Fidel Castro fa una affermazione come “usare i campi di grano per farci la benzina affama il mondo”, (2) , sta parlando un vecchio rincoglionito , il quale parla ad altri rincoglioniti, i quali andranno in giro a pensare che NESSUN biocarburante sia qualcosa di diverso dall’etilene. Mi spiace, signori, ma il pellet e’ un biocarburante a tutti gli effetti. Puo’ essere ricavato dalla coltura di alberi in aree non convenienti per l’agricoltura alimentare o industriale, e non affama nessuno perche’ comunque si tratta di zone che non verrebbero coltivate.
Si potra’ anche cavillare tra combustibili e carburanti, ma si sta solo ponendo una questione di lana caprina: i biocarburanti di ultima generazione si possono fabbricare dalla stessa materia prima, cioe’ dagli scarti a base di cellulosa e lignina , scarti delle lavorazioni agricole. Ovviamente, tale precisazione si propone di geovare la conoscenza con un inutile cavillismo.
Il punto e’ che quando si inizia con le guerre politiche o se preferite con le guerre di religione, si innesca il fenomeno che io chiamo “La Geovazione della scienza”.
Non so se avete mai parlato di questioni scientifiche coi testimoni di Geova.Anni fa, essi facevano crepare i loro figli pur di vietare loro le trasfusioni di sangue. Quando dicevate che le loro affermazioni a riguardo erano semplicemente merda secca, avetate una sorpresa: essi non erano privi di un bagaglio scientifico, ma avevano un bagaglio scientifico “geovato”.
“Geovare” un bagaglio scientifico significa piu’ o meno questo:
ogni tecnologia ha pro e contro. Il bilancio tra pro e contro costruisce la logica economica di quella tecnologia. Esisteranno cioe’ dei tecnici capaci di dirvi se e quando conviene usare tale tecnologia. Geovare la tecnologia significa semplicemente prendere la lista dei contro e amplificarne la portata se si e’ contrari , minimizzando i pro, e di fare il contrario se favorevoli.
Cosi’ il testimone di Geova mi forniva una conoscenza “geovata” e mi diceva che il sangue, gia’ a pochi secondi dalla morte della persona, e’ una robaccia tossica. E che nel mondo muoiano CENTINAIA di persone per conseguenze di trasfusioni.
Si tratta di affermazioni vere, ma “geovate”: muoiono centinaia di persone per trasfusioni errate o rischiose, ma se ne salvano milioni e milioni. Con una ratio di rischio piccola, ma specialmente , considerando che la trasfusone si fa in casi non proprio comuni, INFINITAMENTE PIU’ PICCOLA DEL RISCHIO DI MORTE DI CHI NECESSITA DI UNA TRASFUSIONE.
Se una pratica io la effettuo su una persona che ha il 90% di probabilita’ di crepare per mancanza di sangue, se anche la pratica avesse un 50% di fallimenti, sarebbe comunque enormemente efficace.
Ma la conoscenza “geovata” consiste proprio nel deformare dei dati veri al fine di trarne conclusioni false, e questo non lo fanno usando dati falsi (cosa che permetterebbe di smascherarli facilmente), ma usando dati incompleti.
Poiche’ ovviamente non e’ possibile per il TdG fare trattazioni complete dell’argomento trasfusioni nemmeno se lo si vuole , ovviamente qualsiasi discussione sulle trasfusioni comprendera’ una piccola parte delle conoscenze in merito. A quel punto “geovare” l’informazione significa , coscienti di doverne fornire solo una parte, nella scelta della parte piu’ comoda.
Lo stesso capita quando si parla di energie rinnovabili. Se leggete in giro sui “forum specializzati”, tutto quello che osservate e’ una conoscenza scientifica “geovata”.
Tempo fa arrivo’ qualcuno che mi disse di aver letto un articolo che avrebbe dimostrato che la TAV “sarebbe un modello insostenibile sul territorio italiano”. Ora, anche supponendo che un simile studio di fattibilita’ esista, basta una lievissima preparazione in logica per capire che una simile affermazione sia ridicola.
Stiamo dicendo che convenienza_economica(TAV,territorio del paese) < 0.
Ora, l’errore e’ evidente: si suppone che il vantaggio della TAV derivi unicamente , principalmente o in gran parte dalle caratteristiche geografiche del paese. Affermazione semplicemente ed evidentemente ridicola.
Inoltre, siccome il territorio del paese e’ essenzialmente costante, si presume che il giudizio sulla TAV sia scleronomo. Inoltre, si presume che l’uso della TAV non modifichi l’utilizzo antropico del territorio.
Se dovessi intuire quale sia una valutazione dei vantaggi della TAV prenderei in considerazione il fatto che:
  1. Dipenda dalle condizioni economiche, cioe’ dal tipo di economia del paese, chiamiamola funzione E
  2. Dipenda dalla distribuzione delle persone nel paese, chiamiamola funzione P.
  3. Dipenda dal fattore di forma del paese, cioe’ dalla sua geografia e orografia, diciamo funzione G
  4. Dalla particolare implementazione della TAV, dalle tecnologie in uso, eccetera, diciamo funzione V.
  5. Produca una variazione di quanto sopra nel tempo, e dovendo trivellare montagne, anche dG/dt perche’ l’apertura di una via cambia l’impatto dell’orografia locale, almeno a livello di modellazione.
  6. La variazione delle condizioni  di cui sopra produca a sua volta delle ulteriori variazioni, cioe’ esista anche un df”/dt, perche’ una volta fatta la TAV si modificheranno tutti i fattori di cui sopra.

 

Se abbiamo quindi una f (t) = E(t),P(t),G(t),V(t)  , mi aspetto una proposizione con una complessita’ ALMENO analoga a questa:
df ” / dt + df ‘/dt = k * f + c
che non si puo’ semplicemente esprimere , in nessuna cazzo di lingua, come “la TAV non e’ adatta all’ Italia”, perche’ il predicato NON contiene abbastanza variabili. L’affermazione per essere logicamente credibile dovrebbe essere

“le condizioni INIZIALI per rendere profittevole la TAV in Italia sono tale condizione orografica, tale economica, tale tecnologia, tale distribuzione della popolazione, pari ad un costo X rispetto all’attuale. La TAV potra’, quindi, essere profittevole tra Y anni, a patto di rispettare tali condizioni di disponibilita’ delle gallerie, tale modello economico, usare tali tecnologie, vi sia tale distribuzione della popolazione, e che tutti questi fattori cambino in un determinato modo negli anni futuri”.

Ma c’e’ di piu’: un discorso che modellizzi adeguatamente E,P,G,V su scala nazionale con ogni probabilita’ e’ troppo complesso per avere una audience cosi’ vasta, ne’ per essere compensibile ai piu’. Se anche qualcuno avesse davvero CALCOLATO (diciamo simulato al calcolatore, come si usa oggi) una cosa simile, la risposta sarebbe cosi’ complessa da risultare incomprensibile ai non addetti E troppo specialistica per essere riassunta in una proposizione del genere.
Solo “geovando” una simile conoscenza e’ possibile trasformarla in qualcosa di comprensibile, con la sola piccola clausola che quando e’ comprensibile dice per forza di cose il falso.
Certo, una discreta preparazione in matematica mi fa saltare agli occhi come convenienza_economica(TAV,geografia italiana) intesa come proposizione scleronoma sia evidentemente FALSA. Posso anche spiegare che genere di risposta mi aspetto, ma ovviamente sono costretto ad ascoltare un esperto se mi trovo a volere i dettagli. Se poi voglio anche capire i dettagli, non solo devo ascoltare un esperto, ma probabilmente devo anche DIVENTARE un esperto.

Che cosa, dunque, rende cosi’ popolare la conoscenza “geovata” di questioni complesse? La rende cosi’ popolare il fatto che le persone faticano ad accettare l’idea che esistano questioni cosi’ complesse o tecniche da NON poter essere approcciate da chi non sia un esperto nel settore.

Cosi’, se torniamo al discorso della “green economy”, soltanto esperti di dimostrata capacita’ possono fare i conti al centesimo e produrre una risposta sintetica e ragionata. Quello che si puo’ fare con una certa capacita’ logica e’ di capire immediatamente quali risposte (come nel caso della TAV), sono semplicemente inaccettabili.
Girando sui vari forum di “ecologisti”, trovo affermazioni “geovate” su ogni cosa. Ma basta una piccola infarinatura di logica e matematica per capire che si tratti di poderosissime CAZZATE. Se non e’ sempre possibile comprendere il vero , e’ sicuramente possibile ESCLUDERE IL FALSO.
Se e’ difficilissimo stimare che la coltivazione di biocarburanti sia atta ad affamare milioni di persone, e’ sicuramente possibile riconoscere, con una certa facilita’, che un’affermazione come “coltivare biocarburanti affama il mondo” e’ una palese cazzata.
Tornando al punto, e’ palese che tutto il dibattito politico riguardo alle energie “green” sia evidentemente condotto mediante il confronto di affermazioni “geovate”, ovvero di una conoscenza selettivamente incompeta,  fatta solo per far credere alla massa di poter capire cose che in realta’ non capisce,e  trarne delle conclusioni.

Poiche’ l’uomo moderno rifiuta categoricamente l’idea di essere escluso da una discussione per incompetenza tecnica specifica, il risultato e’ che qualsiasi cosa divenga un dibattito politico e’ destinata a divenire una diatriba inutile, dannosa e tendenzialmente dedicata a prendere decisioni SBAGLIATE.

Che fare, allora? La mia personale opinione e’ che , in linea di massima, nessuna economia inefficiente possa produrre tecnologie efficienti. Quindi, innanzitutto, eliminare i sussidi del tutto. Dopodiche’, otterremo che la gente rimarra’ nello stato attuale e continuera’ ad usarle in maniera sconclusionata. Benissimo: si alzi il costo delle risorse naturali.
Se il nostro problema e’ che si pesca troppo, si dica che il mare e’ di proprieta’ delle nazioni (ben oltre le “acque territoriali”) le quali possano imporre tasse di passaggio, di stazionamento e di pesca a piacimento. Si alzino al punto che l’uso mare sia possibile solo per questioni davvero importanti, e vedrete che gli allevamenti ittici prenderanno il posto della pesca.
Sia chiaro, non credo nelle “mani invisibili”: e’ matematicamente dimostrato che non esistano. I liberisti convinti sono esattamente come i creazionisti : dicono minchiate basate su superstizioni popolari dettate dalla mera ignoranza. I costi del liberismo non sono altro che tasse sul non aver mai studiato abbastanza matematica.
Tuttavia, e’ possibile invertire la logica e decidere agevolmente cosa NON fare. Se pensiamo che comunque (nei limiti del teorema di impossibilita’ di Arrow) non si possa raggiungere un equilibrio paretano mediante la somma di “libere scelte”
, quello che sappiamo e’ che in ogni caso una maggiore efficienza economica implichi una maggiore efficienza nell’uso delle risorse, qualora esse abbiano un costo.
Possiamo discutere su cosa sia “maggiore efficienza economica” e tentare un approccio “ab initio” al problema, ed e’ quello che possono fare solo tecnici con conoscenze “a-geovistiche” , ma il punto che e’ a livello di dato di sintesi possiamo essere certi che l’economia dei sussidi, non ponendo parametri di efficienza, NON E’ QUELLO CHE CI SERVE.
Anche se e’ difficilissimo stabilire quale sia la scelta giusta, ovvero l’economia giusta per avere una migliore efficacia nell’uso delle risorse, possiamo escludere con assoluta certezza l’idea che una proposizione
efficienza_ecologica(sussidi) > 1
sia sensata. E’ sicuramente possibile (o piu’ plausibile)  che una proposizione del tipo:
E(sussidi, a,b,c,d,e,f,g,t)” / dt + E(sussidi, a,b,c,d,e,f,g,t)’ /dt +  E(sussidi, a,b,c,d,e,f,g,t) = k * E(sussidi, a,b,c,d,e,f,g,t) +C (3)
sia sensata, ma se mi dite che l’economia “verde” dipende esclusivamente dai sussidi, allora siamo evidentemente  distanti dall’efficienza economica che serve come requisito minimo per l’efficienza nell’uso delle risorse. Una simile visione non puo’ che essere bocciata in toto, a priori e senza esitazioni.
La retorica che sostiene la necessita’ di sussidi per l’economia green non puo’, per la stupidita’ dell’affermazione che conclude, che essere prodotta da una conoscenza “geovata”. Non puo’ produrre nessuna conclusione utile a prendere una decisione che sia davvero strategica, perche’ il predicato e’ troppo semplice per poter rappresentare una strategia a piu’ dimensioni.
In definitiva, nel mare assoluto di conoscenza “geovata” e quindi inutile e dannosa, tutto quello che si puo’ fare e’ di distinguere e scartare le affermazioni evidentemente troppo semplicistiche o evidentemente false , e limitarsi ad essere contrari quando serve.
Il che, in un mondo fatto di conoscenze “geovate” anziche’ specialistiche, e’ davvero il massimo che si possa fare. E cosi’, la mia risposta e’ che dare sussidi all’economia “green” sia sbagliato. Poi, quale sia la strategia giusta e’ sicuramente materia piu’ specialistica.
Affermare che servano sussidi  per installazione e’ una cazzata, punto. Poi, che cosa serva , e’ un altro discorso. Ma di certo, se i sussidi vengono aboliti, di certo si sta facendo del bene all’ambiente.
Uriel
(1) Ho a disposizione un lotto di 7000mq che potrei ricoprire interamente di pannelli solari. Sebbene l’operazione sarebbe vantaggiosissima sul piano economico e sociale (i terreni collinari non rendono molto con l’agricoltura), non si trova alcuna legge che lo consenta. che finanzi simili operazioni, o altro: pochi metri sul tetto, punto e basta.
(2) Affermazione comunque falsa, dal momento che esistono biocarburanti che usano i residui agricoli non alimentari.
(3) Sia chiaro, che nel fare approssimazioni del genere sono ancora molto restrittivo, in generale dovrei muovermi con piu’ dimensioni e calcolare dei differenziali per ogni variabile in gioco.

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