Effetto finestra

Effetto finestra

Sto assistendo, credo come tutti, alla lenta morte dell’ Unione Europea. Personalmente non mi interessa troppo commentare la vicenda di Strauss-Kahn, e di tentar di capire se e quanto si tratti di una macchinazione americana (gli americani da anni hanno in TV e sui media, una martellante vulgata che accusa l’ euro di tutti i LORO problemi economici – sic! )o meno. Il fatto e’ che l’idea di Unione Europea ha iniziato a morire con la bocciatura del trattato al referendum francese e olandese, e adesso il processo e’ inarrestabile.

 

La prima cosa che bisogna capire e’ che l’idea di Europa Unita e’ nata in USA, dopo la seconda qguerra mondiale, quando gli americani si resero conto che se le risorse essenziali non potevano circolare liberamente, in Europa ci sarebbero state guerre su guerre. Identificarono nel carbone e nell’acciaio le due risorse che avevano causato dislivelli -e quindi guerre- e fondarono in tutta urgenza la CECA.

Ora, l’idea che siano dislivelli economici a causare le guerre non e’ molto strana, e per quanto arbitraria sia stata l’individuazione delle risorse piu “colpevoli” di causare guerre in Europa, dalla CECA poi si arrivo’ all’ Unione Europea tramite diversi passaggi. Il punto e’ che l’ unione europea e’ una di quelle ideologie che promettono benefici sistemici in cambio di sacrifici locali.

Questo genere di ideologia non e’ del tutto nuova, la stessa idea di welfare , l’idea di tasse, l’idea di ordine pubblico e di senso civico derivano proprio da questo. Tu come cittadino tieni pulito il marciapiede di fronte a casa tua, e tutta la citta’ e’ pulita. Fai un sacrificio locale, e ottieni il beneficio sistemico.

Il guaio di queste ideologie, pero’, e’ che soffrono dell’effetto “finestra rotta”. Si prenda un edificio con una facciata piena di finestre. Sinche’ non se ne rompe una, tendenzialmente l’edificio avra’ un aspetto curato e nessuno andra’ a lanciare sassi sulle finestre.

Non appena una finestra rotta NON viene riparata, l’edificio assume un aspetto di abbandono, e i vandali distruggeranno il resto dei vetri in brevissimo tempo. Cosi’, dove tutto e’ pulito nessuno sporca, ma appena si lascia dello sporto per qualche tempo , il luogo assume un aspetto trasandato e in pochissimi giorni diventa un letamaio.

Questo e’ dovuto ad una semplice ragione di bilancio apparente: se io lascio un pezzo di marciapiede lercio, chi osserva la strada finira’ col pensare di aver perso il beneficio sistemico legato alla sua buona condotta. A quel punto, dal momento che non c’e’ il beneficio sistemico della buona condotta, e la buona condotta e’ costosa o faticosa, allora la buona condotta individuale viene a mancare.

In Europa, onestamente, di sassi alle finestre se ne sono tirati, eccome.

Gli ultimi e piu’ devastanti sono stati due. Su scala italiana, sicuramente l’approccio ai problemi libici e mediterranei ha rotto un “incantesimo” che voleva i paesi europei piu’ accoglienti e civili verso gli stranieri.

Per anni siamo stati torturati dai giornali dei paesi ariani perche’ osavamo rimandare indietro il flusso di migranti , verso paesi ove – ovvove, ovvove- essi avevano un futuro incerto, i loro diritti non erano rispettati, eccetera eccetera.

Ora, ad un certo punto siamo investiti da un flusso di migranti DIRETTI IN FRANCIA E GERMANIA, e tutto quello che succede e’ che i francesi non solo chiudono le frontiere , ma dicono “la soluzione e’ che l’ Italia li mandi indietro”. Aha. Ma come, noi non eravamo i bastardi infimi e fascistoidi che rimandavano indietro i migranti verso paesi dove il loro futuro era incerto e i loro diritti blablabla?

Questa prima caduta della finzione ha fatto vedere agli italiani una cosa: che i paesi ariani sono molto bravi a pontificare riguardo a problemi CHE NON HANNO , ma quando i problemi arrivano effettivamente tutta questa maestria viene improvvisamente a mancare.

Quando all’ Italia venivano imposti sacrifici enormi per rimanere nella UE, gli altri paesi sentenziavano e sputavano su di noi dicendo che gli italiani, soliti incivili, non erano capaci di sacrificarsi per un bene comune, dal momento che eravamo egoisti e cosi’ arretrati da non capire che con lo sforzo individuale si poteva raggiungere un beneficio sistemico.

Ma a quei tempi loro, gli ariani, non facevano particolari sacrifici per l’europa. Non venivano chiesti loro soldi (dal momento che le regole erano fatte da loro, e quindi si guardavano bene dal chiedere sacrifici a se’ stessi) , e tutti i sacrifici andavano fatti da altri. Cosi’ era facile per loro pontificare sugli altri “egoisti” che non volevano lavorare “per il bene comune”.

Ora succede che, complice il destino politico e storico, ci siano dei paesi sotto attacco finanziario (1) e altri stanno per finirci (2) , succede che questo impatta sulle economie di tutti. Del resto, i tedeschi sono tra quelli che hanno le banche piu’ infognate col debito greco, per cui la minaccia di “sbattiamo fuori la Grecia”, che di fatto spingerebbe il governo greco a ristrutturare il debito, si mostra debolissima. Di per se’, in un incontro tra Grecia e Germania, e’ la Grecia che puo’ minacciare di uscire dall’euro, piuttosto che la Germania a poter minacciare di sbatterli fuori.

Appare molto chiaro che se i paesi ariani vogliono tenersi il loro bel mercato protetto adesso devono cacciare della lira – e non e’ detto che la rivedranno. Del resto, in Italia si sono gia’ dati circa 5 miliardi di euro alla Grecia, ben sapendo che non torneranno mai, sebbene la dicitura ufficiale “prestito” permetta di non metterli a bilancio come perdita netta.

Ma adesso c’e’ da fare del sacrificio individuale per ottenere il famoso beneficio sistemico, ed e’ cruciale che il beneficio sistemico arrivi, perche’ altrimenti cadra’ un’altra finzione, e il prossimo paese ad abbandonare piu’ o meno velatamente la UE sara’ proprio l’ italia.

Ricordate quando i tre cazzari , Prodi, Amato e Ciampi, raccontarono (dopo aver portato il debito al 120% coi loro bei governi tecnici) che senza la UE saremmo ‘sicuramente finiti in default”? Ecco, questa finzione richiede che, essendo nella UE, i paesi membri non finiscano in default.

Ma se la Grecia dovesse finire in Default, con un debito tutto somato piccolo rispetto a quello italiano, qualcuno iniziera’ a dire in giro “ma se la UE non riesce a garantire per la Grecia, come diamine si puo’ raccontare che avrebbe potuto garantire per l’ Italia”.

Personalmente, ho sempre detto che NON esiste letteratura accademica circa il fatto che legarsi ad una moneta forte (come l’ italia con l’ Euro o l’ Argentina col dollaro) possa riparare dal default, solo che fino a qualche anno fa l’unico esempio contrario a questa minchiata veniva dall’ Argentina, paese che non solo e’ finito in default con un debito tutto sommato piccolo , ma ha avuto gli effetti del default AMPLIFICATI dalla dollarizzazione dell’economia.

Oggi, con la Grecia, ho un secondo esempio contrario: non solo in generale legarsi ad una moneta piu’ forte non ripara dal disastro, ma legarsi all’euro non poteva salvare l’ Italia, dal momento che non riesce nemmeno a salvare la Grecia. (3)

Quanto tempo resistera’, quindi, la storiella secondo cui entrare nell’Euro era necessario e restarci sia indispensabile per non andare in default?

Ma torniamo un attimo all’effetto finestra rotta. Sinche’ tutti i paesi europei dicono che l’europa sia portatrice di immensi benefici sistemici, tali da valere la pena entrarci e starci – anche a costo di sacrifici – probabilmente la finzione rimarra’ in piedi.

Ma oggi i finlandesi hanno , votando, detto che intendono fermare tutti. I danesi hanno annunciato che sospenderanno Schengen, e il miserabile spettacolo di miserie umane scaturito dalla vicenda degli immigranti tunisini sta portando ad una rivisitazione in chiave nazionalista del trattato stesso. I francesi hanno mostrato chiaramente che della solidarieta’ europea se ne fottono, e in italia un ministro se ne e’ uscito dicendo che l’ Europa non serve a niente.

Ora, quando una finzione viene messa in discussione, e cadono anche le risposte abituali, diventa difficile sostenerla. Oggi come oggi, un dialogo pro-contro l’ Europa sarebbe circa cosi’:

  • L’europa non serve a niente. E’ solo un terreno di caccia per le economie forti.
  • Ma non e’ vero, le regole sono uguali per tutti.
  • Una gara di volo puo’ avere  regole uguali per tutti ma un elefante non la vincera’ mai. Non basta che le regole siano uguali per tutti, devono anche dare pari opportunita’ a tutti.
  • Ma grazie all’europa il nostro paese non va in default.
  • Palle, l’ Europa non riesce a fermare il default di una Grecia, figuriamoci di un’ Italia.

Quali altre scuse si possono addurre, allora, all’esistenza dell’europa? Il fatto che si possa girare per l’ Europa e che ci sia libera circolazione di persone e beni? Non c’e’ bisogno del trattato UE per farlo, basta quello di Schengen: la Svizzera ha aderito a Schengen SENZA aver mai aderito alla UE.  Se il problema e’ Schengen, basta un accordo tra stati.

La UE e’ sempre stata una finzione, ma sino a qui non c’e’ nulla di male perche’ in fondo ogni ideale nazionale lo e’ allo stesso modo. In fondo la costruzione di una nazione, nel senso civico, richiede ai cittadini un comportamento coerente (costoso , faticoso o almeno virtuoso) che alla fine produce un beneficio sistemico. Ma se la fiducia nel beneficio sistemico crolla perche’ il beneficio sistemico non arriva, allora la fiducia crolla completamente.

Oggi ben quattro nazioni hanno politici influenti che hanno pronunciato la fatidica frase, “l’europa non serve a niente”, “non serve a nulla starci”, e cosi’ via. Non dico che sia sufficiente a produrre la fine, ma e’ sicuramente un bell’insieme di vetri rotti.

Ora, per quanto tempo potranno rimanere rotti questi vetri prima che finisca completamente l’intera facciata?

Fino a prima dell’euro, chiedendo a quale progetto la UE stesse lavorando, avremmo ricevuto come risposta “stiamo lavorando a costruire l’euro”. Aha. Il che dava un futuro all’europa. Ma se facessimo la stessa domanda oggi cosa otterremmo? Otterremmo, probabilmente, una risposta  deludente: nulla.

Il famoso frontex, che doveva essere un corpo volto a definire e difendere i confini comuni, non funziona perche’ non esiste.Durante la crisi tunisina, ai primi scontri fra italia e francia, la proposta fu “frontex contattera’ le autorita’ tunisine e gestira’il rientro dei profughi”. Ma frontex, dopo due settimane, non aveva nemmeno iniziato a muoversi. E la ragione e’ semplice: frontex non esiste.

Tutto cio’ che stiamo vedendo, quindi, e’ un progetto che non ha alcuna altra tappa da raggiungere. Contemporaneamente, si inizia a questionare la validita’ del progetto senza che emergano i vantaggi sistemici.

I tedeschi dicono che le economie dei PIIGS non devono illudersi di avere sempre qualcuno che li salvi e che devono tirarsi su da soli. Ci sta.

Ma non ricordo voci tedesche a smentire Prodi , Amato e Ciampi quando dicevano “dovevamo entrare nell’ Euro perche’ solo cosi’ potevamo salvarci dal default”. Perche’ in quei giorni non si e’ sentita una voce tedesca dire “ehi, state sbagliando, guardate che la UE non vi salverebbe”

Le verita’ e’ che ai tempi della costruzione dell’ Area Euro, molti paesi vi entrarono perche’ ci vedevano (e lo dicevano esplicitamente) il vantaggio di stabilizzare il loro debito. Ma nessuno all’epoca se ne usciva coi discorsi che si sentono in Germania oggi, quali “ehi, ma la UE non serve a salvare i paesi insolventi”. Se avessero detto ALLORA questo, invece di lasciarlo credere perche’ servivano loro adesioni alla zona euro, probabilmente la zona euro non sarebbe nemmeno partita.

La verita’ e’ che quando si straparlava dicendo che l’entrata nella zona Euro metteva i paesi al riparo dal rischio di default, tutti tacevano perche’ volevano che quei paesi entrassero nell’ Euro. Ora che tale vantaggio viene riscosso, scopriamo che l’ euro non e’ una zona fatta per proteggere alcunchi’ . E va bene, ma le motivazioni per cui molti paesi hanno aderito sono note, ed erano note: nessuno, all’epoca, si curo’ di smentirle.

Cosi’, presto verra’ alla luce ANCHE questo lato truffaldino della storia, ovvero che le stesse nazioni che hanno lasciato credere che la zona euro fosse una tutela contro il fallimento oggi sono quelle che vogliono cambiare il trattato di Maastricht in maniera piu’ vincolante. Va bene, signori, ma a conti fatti dopo aver fatto anche quello, qual’e’ il vantaggio di stare nell’ Euro?

Si potra’ discutere sul fatto che il debito pubblico sia un male o meno, ma questo e’ un discorso diverso: la vera domanda e’ “che vantaggio ha una nazione ad entrare nell’ eurozona”, e la risposta ormai e’ ridotta a’ “ti ripara dal default”. Ma nel momento in cui e’ chiaro (come lo sara’ chiaro DOPO il crash greco) che nemmeno questa risposta e’ valida, la sola risposta sara’ che l’euro evita ai turisti di dover cambiare i soldi alla frontiera. Aha. Il che, paragonato con i costi, NON vale la candela.

Allo stato attuale, quindi , sono rimasti (per via della legislazione europea che e’ permanente) tutti i costi dell’ area euro, della UE e di tutto quanto. Tuttavia, si sono volatilizzati (per stupidita’ dei paesi che hanno piu’ convenienza alla sopravvivenza della UE) tutti i vantaggi.

Se paragoniamo l’euro ad una assicurazione contro il default, si tratta di una bizzarra assicurazione che pretende il pagamento delle quote, ma quando si tratta di ricorrere all’assicurazione stessa la risposta e’ “ehi, ma le assicurazioni mica servono a ripagarti se tu sei nella merda”. Aha. Ma perche’ abbiamo pagato la quota, allora?

Svanito nel nulla il fantasma della “protezione contro il default”, dei “vantaggi dell’ Euro” rimane ben poco, se non nulla. Ma i costi sono noti. Che senso ha, allora?Sicuramente tutte queste domande verranno sopite da quei vecchi come Napoletano, per i quali l’europa unita era un rimedio agli orrori del novecento – orrori peraltro causati anche dal partito ove militava Napolitano – , vecchi che continueranno a rimbrottare , che guai, guai, a dubitare dell’ Europa.

Ma quando un vetro e’ rotto, e oggi i vetri rotti sono molti, si sa che presto tutti i vetri saranno sfasciati.

E’ solo questione di tempo. Ed onestamente, la mia opinione e’ che semmai ci si sta mettendo troppo.

Uriel

(1) Ricordiamo che i greci potrebbero semplicemente ristrutturare il debito, tornare alla dracma svalutarla , con il solo problema delle pensioni di anzianita’, ma gli anziani non fanno rivoluzioni. Il resto del problema e’ politica internazionale, non roba greca.

(2) Viene da chiedersi per quanto tempo un paese come il Belgio, senza un vero governo da anni, sull’orlo della dissoluzione politica e con un’economia allo sbando, possa garantire per il suo debito.

(3) Tra parentesi, se la Grecia e l’ Irlanda fallissero, potremmo dire che  negli ultimi anni gli unici default nazionali sono avvenuti in paesi legati a monete piu’ forti. Il che significherebbe, sperimentalmente parlando, che entrare nell’ Euro abbia AUMENTATO il rischio di default dell’ italia anziche’ diminuirlo.

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