Edili ignoranti, ovvero perche’ ha fallito l’economia green?

Quando parli di economia green, tutti pensano ad auto elettriche e pannelli solari, cosi’ non e’ possibile affrontare un dibattito serio. Se provate a chiedere per quale motivo l’economia green sia andata in merda come idea e non stia tirando l’economia come si sognava, tutto quello che otterrete sono sproloqui sulle lobby del petrolio e sui cinesi che hanno abbassato i prezzi dei pannelli solari.

Onestamente, il problema dell’economia green e’ stato quello di aspettarsi che settori a bassa tecnologia ed a bassa formazione degli operatori improvvisamente diventassero hi-tech. Prendiamo l’esempio dell’edilizia. Si tenta di resuscitare l’edilizia facendo costruire altre case – che non servono perche’ la popolazione italiana non aumenta – quando potrebbe essere una buona idea imporre che le case abbiano consumi piu’ bassi.

Il guaio e’ che per convertire una casa da casa media attuale sino a portarla ad essere una casa a basso consumo occorre usare tecnologie piu’ avanzate. Niente di soprannaturale, ma si tratta di concetti lontani anni luce dalla mente delle maestranze del settore edile.

Quando voi costruite un bagno, chiamate un piastrellista. Il piastrellista italiano e’ un individuo che sa fare essenzialmente due cose: tagliare piastrelle e piazzarle sul muro. Sebbene occorra una certa manualita’, il punto e’ che noi pretendiamo che, da domani, il piastrellista capisca di termodinamica.

Forse voi direte che non serve esattamente che il piastrellista capisca di termodinamica, ma se voi intendete chiedere ad un idraulico come ha calcolato il dimensionamento dei vostri termosifoni, scoprirete che nella media non li ha calcolati affatto.

Quando io chiedo qualcosa riguardo al sizing di un sistema, e mi viene risposto “occorrono quattordici qualcosa”, in genere mi aspetto di leggere come siano state calcolate queste cifre. Se chiedo ad un idraulico quanti KCAL e quanti elementi di termosifone occorrano per una casa, mi sentiro’ rispondere “otto in questa stanza, dieci in quella, ventordici in quell’altra, e ti servono settordici KCAL per tutta la casa”.

Ovviamente, e’ inutile chiedere in che modo il nostro eroe abbia calcolato quei numeri, per la semplice ragione che non li ha affatto calcolati. Ha usato un metodo spannometrico, che di solito funziona, a patto che non ci si aspetti efficienza.

Si, sicuramente lui ha preso la metratura, ha applicato parametri mediamente validi, poi li ha moltiplicati per un fattore di sovradimensionamento, e alla fine ha ottenuto che con settordici KCAL io sceldero’ la casa. Certo che la scaldero’, ma scaldero’ anche buona parte del cielo sopra, perdendoci magari un 20% buono.

Ma quel 20% e’ proprio quello che voglio risparmiare rendendo verde la casa.

Ora, se io dico alla stessa impresa che quel dimensionamento e’ eccessivo perche’ finiro’ con lo spreco del 20% dell’energia, il mio impresario mi suggerira’ di coibentare. Magari arrivera’ con un visore ad infrarossi se siamo fortunati, fara’ una termografia della casa e dira’ : ok, bisogna coibentare qui e li’.

Sino a quando rimaniamo sul tema “riscaldamento”, ancora siamo a posto. Nel senso che in citta’ di stufe a pellet (magari condominiali) se ne vedono poco (anche se il pellet e’ rinnovabile) , ma cadiamo miseramente sul tema “raffreddamento”.

Forse pochi ci hanno fatto caso, ma da quando e’ arrivato il condizionatore d’aria, le case consumano d’estate quanto consumano d’inverno. Perche’? Perche’ lo sforzo che facevamo per riscaldarle adesso lo facciamo per raffreddarle. E’ vero che teoricamente una casa che trattiene il caldo trattiene anche il freddo,
ma le cose non stanno esattamente cosi’, dal momento che una parte dell’edificio si scaldera’ col sole e fara’ da volano termico, mentre una no, e l’aria fredda tende ad andare in basso mentre quella calda ad andare in alto. Provate a chiedere ad un installatore di condizionatori riguardo al problema dell’isolamento termico, se avete occasione.

In realta’ si potrebbe continuare ancora, a partire dall’installazione di pannelli per acqua calda sino a pompe di calore condominiali, ma il problema rimane sempre questo: ci si propone di ridurre i consumi di una casa di un valore medio del 20-30%, ma ci si rivolge ad artigiani i cui metodi approssimativi hanno dei sovradimensionamenti del 50-100%.

Quando isolano, partono dall’idea che “piu’ isolamento e’ meglio”, ottenendo case con tassi di umidita’ che oscillano tra Mercurio a Ferragosto e atmosfera di Saturno in autunno, isolano contro le fughe di calore e poi durante il periodo estivo si spende il triplo dei soldi per raffreddare la casa, si fanno ancora bagni a piastrella gelida perche’ ci si ostina a coprire di ceramica il bagno anziche’ prendere in considerazione materiali piu’ moderni.

Il vero punto e’ che costruire una casa “green” e’ oltre le capacita’ della ditta edile media. Se domani obbligassimo gli italiani a limitare i consumi, tutto quello che otterremmo e’ uno spostamento dei consumi da riscaldamento invernale a consumi da raffreddamento estivo, perche’ chi si occupa di coibentazione non si occupa di aerazione, e spesso basterebbe gestire meglio l’aerazione piuttosto che coibentare roba che non serve coibentare (perche’ poi il bilancio diventa catastrofico d’estate coi condizionatori), e via dicendo.

Il mondo dell’edilizia si rivela fragile per la crisi proprio per questa ragione: ha attirato manodopera poco qualificata. Si va dal muratore dal terzo mondo, semianalfabeta, sino all’impresario che quando va bene e’ geometra, al venditore di case che per lui la casa e’ green quando ha il certificato, al venditore di certificati “gold green”.
Tutta l’edilizia e’ un gigantesco accrocchio di semianalfabetismi , che hanno trovato lavoro in un settore a bassissimo tasso di specializzazione, che improvvisamente si pretende arrivare allo stato dell’arte. Muratori marocchini  rumeni, di rado alfabetizzati, dovrebbero fare proprie tecniche e materiali ben oltre alla loro comprensione. Impresari che quando va bene sono geometri dovrebbero essere in grado di usare materiali variabili , dimensionarli con esattezza ed installarli.

Il problema del mondo dell’ edilizia incompetente e’ saltato fuori in spagna, quando in seguito allo sboom dell’immobiliare, si e’ scoperto che ne’ il mondo dell’edilizia ne’ l’indotto (le agenzie immobiliari per prime) erano in grado di riciclare il personale nel mondo del lavoro. Chi aveva fatto l’idraulico per abitazioni  costruite a 100 al mese non poteva fare l’idraulico per le industrie, dal momento che gli impianti idraulici industriali occorre una preparazione tecnica superiore.

Il muratore che aveva alzato mura e calcestruzzo a ritmi incredibili per il settore residenziale non si poteva riciclare nel mondo delle infrastrutture (ferrovie, acquedotti, niente di niente) per la semplice ragione che non era abbastanza qualificato.

Ed anche l’omettino delle immobiliari, cosi’ bravo a vendervi la casa, poi si e’ rivelato inutile in qualsiasi altro lavoro: la realta’ e’ che per lavorare nel settore delle agenzie immobiliari hanno fatto tre mesi di corso, e poi hanno aperto il loro franchising. Niente di piu’. Totale incompetenza in qualsiasi altra cosa, persino come cassieri dei supermercati era difficile riciclarli.

Un settore edile fatto di scimmie incompetenti, cosi’, ha il piccolo problema di non poter essere riciclato facilmente, ma specialmente di non potersi trasformare in quel settore “green” trainante l’economia.

Si era illuso Obama che questo succedesse, ma il risultato di tutto questo e’ stato che a New York la moda delle case certificate “gold green” ha prodotto semplicemente un mercato delle certificazioni: confrontando le certificazioni con gli investimenti, e’ abbastanza chiaro che solo il 10% dei certificati corrisponde ad un reale ammodernamento della casa.

La cosa catastrofica, pero’, e’ che le case ad alto consumo, o se preferite ad alto spreco, sono un fenomeno abbastanza recente.

Nella zona fuori citta’ in cui vivo, sono molto comuni  case del genere: http://de.wikipedia.org/wiki/Hallenhaus

Non si tratta di una novita’ assoluta, nel senso che e’abbastanza chiaro che ovunque si vada, sin dall’antichita’ il problema sara’ sempre di costruire case che non necessitino di molto riscaldamento e che resistano al clima.  Troverete perfezioni tecniche del genere in tutte le culture, in tutto il mondo.

Se osserviamo pero’ il metodo di costruzione, queste case erano ideate con una prima struttura in grosse travi di legno, che poi rimanevano visibili, e in seguito i piccoli quadrati che venivano sottesi si riempivano semplicemente mettendo due file di assi, una verso l’esterno ed una verso l’interno, formando un’intercapedine.

L’intercapedine era riempita con paglia o altro , (cosa che aumentava i danni da incendio, ma evidentemente il problema non era il fuoco), e solo all’interno c’erano grosse pareti, costruite allo scopo principale di farci il camino per la legna.

Case del genere erano enormemente efficienti in senso energetico, e lo sono anche ora che non usano la paglia come riempitivo: questo significa pero’ che il lavoro edile di un tempo ERA un lavoro altamente specializzato. Significa che , sebbene i metodi di produzione fossero quelli di una bassa tecnologia, il design era (coscientemente o meno) un design che tramandava un’alta specializzazione.

Una casa di quelle dimensioni, tutta fatta di intercapedini, con la sorgente di calore principale al centro e grosse mura di pietra che si scaldavano al fuoco del camino e facevano da volano, era assolutamente una  casa ad alta resa energetica. Possiamo discutere su costi e volumi, che scopriremo essere ottimi per le case di campagna del tempo  ma non per il giorno d’oggi, ma se confrontiamo il costruttore di quei tempi e quello di oggi, in proporzione troviamo persone piu’ qualificate a quei tempi.

E’ successo ad un certo punto che la comodita’ nel reperire fonti di energia e acqua corrente abbia trasformato i costruttori in palazzinari. Non c’era piu’ bisogno di essere efficienti in un mondo ove tutti avevano una caldaia a gas in casa, o una caldaia a gasolio nel sotterraneo del condominio, e corrente elettrica ovunque e acqua portata coi tubi.

Solo tre secoli prima, le stanze ove serviva l’acqua si facevano dove era facile portare acqua, le stanze ove serviva luce si facevano ove era facile portare luce, e le stanze ove serviva il caldo si facevano ove si produceva il caldo, e le stanze fredde erano quelle ove serviva il fresco: le case venivano DAVVERO disegnate. Con mezzi tecnologicamente inferiori, ma un design infinitamente piu’ “pensato”.

A quei tempi, se si fossero introdotti i miglioramenti che chiamiamo “green”, sicuramente si sarebbero trovate maestranze ABITUATE a pensare al design, le quali avrebbero preso entusiasticamente la cosa. Se aveste dato schiume isolanti , materiali come quelli odierni per i tetti, finestre a doppi vetri, stufe a pellet, pannelli per il riscaldamento solare dell’acqua , QUEI costruttori sarebbero diventati esperti in pochissimi anni, e avreste avuto il pannello nel posto migliore, le finestre nel posto migliore, le stufe quanto ne servivano, e cosi’ via.

Un periodo di alta abbondanza ha semplicemente distrutto ogni abilita’ di costruire edifici PENSATI. Persino gli architetti stanno disegnando cose orribili come “grattacieli per uffici” (alimentare gli ascensori costera’ un botto, ma vuoi mettere se costruiamo gli uffici, ove la gente va su e giu’ e avanti e indietro, su tanti bei piani diversi? ) e tutto questo perche’ gli architetti vengono da un mondo di abbondanza senza senso.

Ero nella chiesa romanica di Erkrath per una festa locale, e ho osservato la posizione dell’organo rispetto ad un braccio esteso della chiesa (posto di fronte), in modo da amplificarne il suono. Quell’architetto aveva le cazzo di competenze di un tecnico del suono, e di quelli con le palle. Oggi, se osserviamo una chiesa, ci troviamo che con gli amplificatori non c’e’ piu’ bisogno di queste tecniche: cosi’ l’abbondanza migliora lo stile di vita ma peggiora le competenze.
Tutta la tecnologia “green” e’ viziata da questo problema. Non potete avere una massiccia campagna per le case green per la semplice ragione che se non controllate i risultati effettivi la campagna diventera’ un mercato di certificati. Se invece vi aspettate risultati veri, scoprirete presto che chi costruisce le case si e’ declassato perche’ la relativa abbondanza di risorse rendeva inutile specializzarsi.

Le case odierne non sono pensate davvero. Cosi’ come non sono pensate le auto, e non sono pensati gli elettrodomestici, tutto parte da una ipotesi di abbondanza tale che non esiste una competenza che dovremmo definire “green” e potremmo tradurre come “risparmio” o “non spreco”.

Un periodo di abbondanza delle risorse ha semplicemente abbattuto una professionalita’ molto diffusa prima, che oggi si chiama “green” e una volta era semplicemente la conseguenza di una generica carenza di risorse, che necessitavano di ottimizzazione.

Oggi come oggi un’auto “green” e’ molto semplicemente un’auto che seleziona meglio il percorso. Una casa green e’ semplicemente una casa che impara i vostri ritmi e si adegua. Non mi dite che sia impossibile costruire un sistema che faccia statistiche su temperature diurne e notturne, e sui consumi nelle diverse ore del giorno, e inizi a regolare gli impianti da sola. Un sistema simile sta in una scatolina grande quanto un cellulare, forse meno.

Ma tutto questo pensare al green non c’e’, per la semplice ragione che si e’ persa l’attitudine a pensare alle case , alle auto, ai viaggi, eccetera. Se chiedeste a qualcuno di montarvi una casa intelligente, con tende che si aprono e chiudono per regolare la temperatura, ventole verso la cantina e la soffitta per prendere aria calda o fredda a seconda,  un sistema che apprende se siete a casa e regola di conseguenza il riscaldamento, difficilmente ne trovereste uno tra i vostri fornitori.  Eppure questi sistemi esistono, e se non esistono un programmatore mediocre ed un Arduino/Raspberry/Quelchele’ ve lo puo’ fare.

Ma non trovate queste competenze tra i costruttori.

In questo senso, la rivoluzione green e’ fallita per semplice incompetenza degli edili, dei costruttori di auto, di tutti coloro che avrebbero dovuto pensare alle cose.
Uriel

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