Ed ecco che arriva Kaliningrad

Ed ecco che arriva Kaliningrad

Con una tensione crescente tra Russia e Nato, doveva prima o poi farsi sentire il problema Kaliningrad. Sia chiaro, di per se’ non e’ successo nulla: Vilnius sta solo applicando le sanzioni gia’ in essere contro la Russia, e siccome Kaliningrad e’ territorio russo a tutti gli effetti, le sanzioni valgono anche contro Kaliningrad, punto.

Se quindi la mossa mette in allarme tutti, le ragioni sono molto piu’ grandi, non tanto perche’ una ferrovia non trasporta cose (dopotutto parte della ferrovia e’ sul territorio di Vilnius: il ministro dei trasporti locale potrebbe anche decidere di smantellarla) ma per il significato politico che ha per i russi, e per gli impatti politici che ha sulla NATO.

E’ difficile pensare che la mossa non sia stata decisa insieme ai partner NATO. E’ possibile che sia stata posticipata in un momento preciso, invece.


Per prima cosa, direi di lasciar stare la storiella che “da KAliningrad si puo’ colpire tutta Europa”. Se ci riferiamo a missili tattici , hanno esattamente zero possibilita’ di arrivare. Se ci riferiamo a ICBM, che partano da li’ o altrove non cambia nulla.

E poi, voglio ricordare che se Kaliningrad puo’ colpire mezza europa, mezza europa puo’ colpire Kaliningrad. Solo che Kaliningrad cessa di esistere dopo il primo missile. Direi di lasciar perdere con la “minaccia Kaliningrad”.


Personalmente, l’ipotesi che trovo piu’ probabile e’ questa: da parte NATO ci si e’ resi conto che le finanze russe e la capacita’ organizzativa dei russi sia al limite per la guerra in Ukraina.

Ci si e’ resi conto che Putin non ha i 900.000 uomini in servizio attivo che dice di avere, ne’ ha tutti i carri che ha detto di avere, ne’ tutti i mezzi che ha detto di avere. Era tutta propaganda.

Lo si vede dalla lentezza con cui le truppe in Dombass e Lugansk ricevono ricambi , nuovi mezzi, nuovi effettivi. E’ chiaro che i russi sono al limite.

A questo punto, l’apertura di un altro fronte mette Putin nelle pesche. Ammesso anche che siano cosi’ folli da assalire il territorio NATO, per farlo occorrono mezzi e uomini. Venire respinti da una divisione dell’esercito polacco (che ne hanno una voglia pazza) sarebbe davvero umiliante per Putin. E allo stato di modernizzazione dell’esercito polacco, non c’e’ dubbio che la cosa si risolverebbe in un bagno di sangue russo.

Putin adesso ha minacciato genericamente cose, ma:

  1. la flotta del Baltico e’ arretrata e velleitaria almeno quanto quella del Mar Nero. I missili occidentali affondano le loro navi come se fossero indifese. Ed in effetti, con a bordo una sola batteria di S-300 modificati, capace di colpire un solo bersaglio alla volta, SONO indifese. Come si e’ visto, basta lanciare piu’ di un missile alla volta.
  2. Non ha abbastanza uomini , soldi e mezzi per formare altri 100 battaglioni tattici per replicare quanto fatto in Ukraina (che non e’ finito benissimo).
  3. La zona, dal punto di vista di Putin, e’ instabile. Lukashenko ringrazia dio per ogni giorno di potere in piu’, e l’annuncio che forse ricorreranno alla leva obbligatoria per tutti i maschi (hanno bloccato gli espatri qualche giorno fa, concedendo solo visti brevissimi per uscire ) non ha migliorato l’umore della popolazione.

I bielorussi non vogliono combattere una guerra. E diverse unita’ che dovevano partecipare all’invasione dell’ Ukraina hanno disertato non appena varcato il confine. Oggi combattono con gli Ukraini. E quando il tuo stesso esercito ti gira le spalle, hai un problema grosso.

Ma c’e’ anche un altro problema.

Se la zona baltica si scalda, la posizione turca contraria all’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO diventa sempre piu’ insostenibile. Gia’ ora ci si sta chiedendo come buttar fuori i turchi: se la situazione si scalda, entrano Svezia e Finlandia, ed esce la Turchia, che poi sara’ sostituita dall’ Ukraina. Non ci sono strumenti legali, ma se c’e’ una cosa che i turchi non vogliono in quella zona e’ rimanere isolati.

Diciamo che le tensioni sul baltico potrebbero essere il casus per offrire la porta ai turchi.

Da questo punto di vista, quindi, era un’occasione troppo ghiotta per non approfittarne. Ed e’ stato fatto.


Cosa possono fare i russi?

Se si teme un’invasione via terra come quella Ukraina, mi sa che non ci sara’. Visto l’esercito russo in Ukraina, non avrebbe alcuna chance. Parliamo di un esercito che teme si diano agli ukraini delle armi che noi consideriamo gia’ obsolete. E per ridurre le pretese da “tutta la nazione” a “dombass e lugansk” (che di fatto erano gia’ infiltrate) e’ bastato dare agli ukraini l’ 1.5% del budget della NATO in armi.

Peraltro i russi stanno buttando in campo dei carri armati del periodo sovietico, perche’ non riescono a rimpiazzare quelli “nuovi”, che in realta’ sono vecchi.

Peraltro nella zona baltica gli USA farebbero ponte aereo con gli inglesi, e probabilmente anche con gli svedesi, piu’ a nord. In che modo i russi potrebbero allargare il fronte di altri 1500 km, non e’ pensabile.

La verita’ e’ che la Russia e’ molto piu’ piccola dell’ URSS, meno popolata e con meno risorse. Un secondo fronte sul baltico, dopo il disastro ukraino, non se lo possono permettere.

Inoltre, c’e’ il problema bielorusso: se un paese come la Polonia sfondasse il confine bielorusso, sia l’esercito di Lukashenko che la popolazione passerebbero dalla parte degli invasori. E la doppia perdita (Bielorussia e Ukraina) andrebbe ben oltre i sopportabile per Putin.

Esclusa la terra, rimangono cielo e mare.

In questo caso Putin potrebbe accontentarsi di una vittoria propagandistica, cioe’ non reale. Una plateale provocazione contro qualcuno, un atto molto visibile da sbattere sui giornali.

Anche su terra e mare il baltico non e’ semplice per Putin. Dal punto di vista di forze della nato, che sono molto integrate tra marina e aviazione, il baltico e’una bacinella d’acqua. Se contiamo nella partita anche svedesi e finlandesi, ci sono migliaia di posti da cui puo’ decollare un aereo, che puo’ sganciare un missile antinave. Piu’ i posti da cui lanciare missili antinave, che coprirebbero quasi tutto il baltico.

L’unica minaccia possibile sono missili e sottomarini. Il problema di lanciare un missile contro il territorio NATO in quella zona e’ che bisogna sperare di nnon trovare il fanatico che ordina di rispondere. E da quelle parti di fanatici ce ne sono.

Il secondo problema di lanciare missili da quelle parti e’ che si rischia che per rappresaglia la NATO scatti in avanti e prenda la Bielorussia, se i missili ne sorvolano il cielo.

Rimangono i sottomarini.

L’unica vittoria facile e razionale che Putin potrebbe conseguire a basso rischio e’ un’azione di sottomarini che facciano qualcosa di eclatante, visibile, capace di dare alla popolazione russa la sensazione che la russa possa competere alla pari.


Ovviamente queste sono le alternative razionali. Esistono poi quelle irrazionali. Un Putin male informato potrebbe fare qualsiasi cosa, dipende da cosa gli abbiano raccontato rispetto al baltico.

Lo possiamo ascoltare dalla penna di Di Feo, che ormai canta la musica dei russi, e ci informa che secondo lui nel baltico tutti hanno bisogno del sistema di trasporti russo: Di Feo si guarda bene dal mostrare la mappa che mostrerebbe tale “dipendenza”: eccola.

Ed ecco che arriva Kaliningrad

Se questa e’ la cosa che Putin crede (in genere le nazioni tendono a credere alla loro stessa propaganda) , la fine della guerra e’ ovvia. Finlanda e Svezia combattono con la Nato, mettono in modo l’aviazione, ospitano aviazione NATO, e il mar baltico diventa una bacinella dove un gruppo di paperelle viene preso a fucilate da chi ha la superiorita’ dei cieli.

Attaccare da terra sarebbe un massacro per i russi, con pochissime probabilita’ di riuscita, l’ombrello NATO vale gia’ da ora.

Del resto, prevedere le pazzie non e’ semplice.

In ogni caso, direi che questa mossa da parte del mondo NATO sia una buona idea, se l’obiettivo e far capire a Putin che potrebbe anche lasciarsi la faccia pRIMA che la guerra in UKraina finisca.


E adesso la domanda chiave: e il nucleare?

Si tratta della risposta tipica della Russia, che ci ha appena chiarito che il Sarmat andra’ in operazione a fine anno. Ma questo continuo citare il nucleare da parte dei russi non fa altro che confermare che il loro esercito convenzionale non fa piu’ paura a nessuno.

Ma lo fanno? Lo faranno?

Il vero problema e’ “quante nucleari hanno?” Se il numero di soldati che hanno sempre vantato si e’ rivelato 3 volte piu’ piccolo nella realta’, e i loro riservisti in realta’ non si sono mai visti, quale sara’ il numero di missili e testate davvero operativo?

Ma lasciamo perdere le speculazioni: iniziare una guerra nucleare senza un esercito decente significa che tutti lanciano missili, e vince chi ha la difesa antimissile migliore.

Sinora la propaganda russa non ci ha mai parlato della difesa antimissile.

Sembra quasi che non ne abbiano una. Altrimenti ce lo avrebbero fatto sapere.

Quindi non credo che useranno le nucleari.

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