E il nulla produce il nulla.

E il nulla produce il nulla.

Ci sono poche frasi che non vengono capite quanto “e’ finita un’era”. Intendo dire che probabilmente l’era dei dinosauri era finita da molto perche’ cominciavano gia’ ad esistere i primi mammiferi, che erano al mondo da 178 milioni di anni. Ma non capirono di aver perso sino a quando non arrivo’ un asteroide, 66 milioni di anni fa. 

E’ sempre difficile, quindi, spiegare a qualcuno che un certo momento storico e’ finito, sino a quando non arriva l’asteroide.

Mi riferisco alla sconfitta elettorale del PD. E l’era che e’ finita e’ quella del Partito col Grande Comunicatore, iniziata da Silvio. Dopo Silvio c’e’ stato Grillo, e ora (con buona pace dei detrattori) all’orizzonte non si intravedono Grandi Comunicatori.

La Meloni non e’ una grande comunicatrice, segue solo una saggia massima, ovvero “quando non sai, fai la vaga”. Allora se chiedete alla Meloni cosa fare a riguardo di X, vi dira’ che il giorno tot c’e’ la riunione dei ministri e decideranno. 

la Schlein sta cercando di seguire le massime di Romano Prodi, ovvero “se non sai taci”, col risultato che sapendo poco a volte sparisce dall’orizzonte. Romano Prodi aveva una condotta simile, ma veniva aiutato da una pila di sicofanti coraggiosi, (che oggi non esistono piu’ perche’ il partito li ha cannibalizzati), pila che teneva alto quel livello di rumore necessario a ricordarci dell’esistenza di Prodi sul pianeta.

La Schlein non ha nemmeno questo.


Perche’ i partiti basati sul Leader Comunicatore hanno stufato?

Per prima cosa occorre considerare sempre che qualsiasi fenomeno storico ha un inizio, un momento di picco e uno di coda. Non significa che i partiti basati sul leader comunicatore siano morti: continuano ad esistere , semplicemente  prendono pochi voti come accade a Salvini, Berlusconi, Renzi, e anche Calenda (seppure wannabe) , ricade sotto questa maledizione.

Lo ha capito istintivamente la Meloni, che concede pochissimo spazio comunicativo, per esempio, a vicende personali. Possiamo criticare il suo modo di vestire quanto vogliamo , ma di certo non sentiremo mai parlare del suo armocromista, qualsiasi cosa sia. Dico “qualsiasi cosa sia” perche’ se non siete daltonici non ne avete bisogno, e se siete daltonici potete sempre fidarvi del bianco e del nero. 

Non vedrete sbandierare il compagno della Meloni, cosi’ come e’ finita sulle cronache dei giornali “di sinistra” la compagna della Schlein , nel tentativo patetico di sfruttare l’effetto “mamma, guarda, una lesbica!”. 

Il privato NON e’ politico.

Siamo immersi , mediaticamente, nelle mestruazioni delle femministe che vogliono gli assorbenti gratuiti, giriamo per i siti web scansando uteri che tentano di abortire, nuotiamo nell’endometriosi delle star, passiamo il tempo a discettare di cellulite e del tanga delle influencer, ci becchiamo dolorose iniezioni di divorzio dei calciatori, conosciamo le tette delle fidanzate degli uomini famosi ancora meglio di loro: saro’ molto onesto, siamo in piena overdose di vita privata (e spesso, corporea) delle donne. Sapere con chi limona la Schlein , onestamente, ha rotto i coglioni, sapere chi la veste ancora di piu’.

La Meloni evidentemente lo ha capito, e ha chiuso il canale. Pochi di noi sanno del suo utero. E ci sembra ragionevole.

Una delle cose che piacciono di piu’ della Meloni, e’ che non sappiamo quasi nulla del suo utero, tranne il fatto che e’ esistito per almeno nove mesi, cosa che pero’ deduciamo: non ci viene strombazzato, e non sappiamo quasi nulla della bambina. 

Della Meloni piace, cioe’, il lato PRIVATO, ovvero quello che la Meloni non ci fa sapere di se’. Non e’ la Grande Comunicatrice che ci fa sapere della sua candidosi finche’ a tavola non ce la troviamo nel piatto (con intervista a Cannavacciuolo). Quello era Berlusconi. O Magari Salvini.

Della Meloni non sappiamo chi la aiuti a vestirsi. Paga una persona? Chiede a mamma? Ha un”amica? Boh. Che bello, il boh. Ti fa quasi pensare che il privato siano cazzi tuoi e il politico sia pubblico. Come dovrebbe essere.

Siccome per strombazzare il privato occorre una certa dose di comunicazione, evidentemente i non comunicatori si trovano a loro agio con questa situazione: per questo non sappiamo quasi nulla della vagina della Meloni, mentre ormai conosciamo a memoria quella di Giorgia Soleri, e senza che abbia mai girato un porno.

E questa insofferenza per il corpo femminile, questa iniezione continua di corpo femminile, voluta da persone che a parole “non vogliono maschi nei loro spazi”, per poi inondarci con le loro “privatezze”, non e’ altro che la conseguenza di un eccesso di comunicazione precedente:  in fondo e’ un sollievo sapere della meloni poche cose, cioe’ che e’ cristiana, madre e donna. La prima e’ anche agenda politica, la seconda la sappiamo ma non va oltre, che sia una donna si poteva dedurre da “madre”. Poche cose.


 Un altro problema dell’eccesso di grande comunicazione e’ che si genera un’aspettativa. Se portate il discorso pubblico sull’eroe, cioe’, poi il pubblico vuole vedere l’eroe.  Di continuo.

La cosa assurda della Schlein e’ che ha cercato di portare il discorso pubblico su di se’, leader diverso e nuovo che avrebbe risolto i problemi del PD, e poi e’ sparita. Almeno Renzi sapeva come fare il comunicatore, e quando si propose come rottamatore passava il tempo sui media a spiegarci come rottamava, quanto rottamava, al punto che divenne indistinguibile da uno sfasciacarrozze, e tutti temevano il peggio per la De Lorean della Leopolda. 

La Schlein ha cercato di titillare quelli che ormai sono dipendenti dalla comunicazione, proponendosi come al solito, come la leader diversa che risolve tutti i problemi solo perche’ esiste e sta con una donna, per poi sparire. Nessuno ha piu’ saputo come stia trasformando il partito usando i suoi poteri saffici.

Bisogna essere chiari: il potere politico e’ una specie di trono di cactus. Per qualche motivo, partiticamente parlando, sedute sul trono di cactus (situazione che la IA ha abilmente raffigurato sopra) ci sono due donne. E fin qui va bene.

Il problema e’ che normalmente rimanere seduti sul trono di cactus e’ difficile e doloroso. La sovraesposizione mediatica e’ indubbiamente uno dei metodi, ma funziona solo coi vecchi, e come se non bastasse occorre saperla fare.

Serve un culo di ferro, rappresentazione metaforica dall’agenda politica. Puoi stare seduto(a) sul Trono di Cactus soltanto se hai un culo di ferro, ovvero se offri delle convinzioni chiare e granitiche. Possono anche essere cazzate chiare e granitiche, ma devono essere chiare e granitiche, come il culo che serve per sedersi sul Trono di Cactus.

Se osserviamo le posizioni politiche del partito della Schlein, troviamo dichiarazioni molto frequenti, che sono vaghe e assai poco granitiche, visto che non sentiamo altre voci dal partito a sostenerla. Del resto il partito ha una brutale faida interna, al punto che la Schlein non ha ancora detto nulla del fatto che il suo alter ego partitico , nonche’ governatore della sua (ex) regione di riferimento, verra’ privato del ruolo di commissario per la ricostruzione. 

Per non parlare del fatto che la Meloni, partendo da Tokyo, sia arrivata nelle zone alluvionate prima della Schlein, che partiva da Casalecchio di Reno. Sebbene fosse afflitta da un jet lag di proporzioni cosmiche, la Meloni era tra gli alluvionati piu’ della Schlein. E quella e’ la regione di riferimento … della Schlein.

La grande comunicatrice sta comunicando  , in pratica, che non sa arrivare a Lugo partendo da Casalecchio di Reno. E non e’ un problema di Mezzi, avrebbe potuto andarci col governatore della regione, su un elicottero altrettanto istituzionale.

Il Grande comunicatore saffico (lo dico perche’ ci tiene a farcelo sapere) , cioe’, apparentemente vi sta dicendo che se non siete almeno transessuali se ne fotte di voi.


E qui andiamo ad un argomento decisamente difficile da affrontare. Sono un grande sostenitore dei diritti di omosessuali, bisessuali, transessuali e lesbiche, ma il problema viene quando non si riconosce una cosa: si tratta di minoranze molto sparute.

Non voglio con questo minimizzare, ma la domanda che dobbiamo porci e”:

possiamo aspettarci che una popolazione flagellata da stipendi bassi, crisi degli alloggi, inflazione galoppante, carenze della sanita’, si mobiliti in massa per i diritti delle persone GLBT?

Non sto chiedendo se siano giusti o meno, non sto chiedendo se siano importanti o meno: sto chiedendo se la popolazione si mobilitera’ per loro.

E la risposta e’: no, non lo faranno. Non perche’ siano bigotti oppure omofobi: non si mobiliteranno perche mobilitarsi per qualcuno e’ un atto di generosita’ che non puoi chiedere ad una popolazione ESAUSTA dalla “permacrisi”.

Le priorita’ politiche non sono sempre priorita’ personali.


UN altro punto fondamentale riguardo ai partiti del Grande Comunicatore e’ che il Grande Comunicatore deve creare la Realta’ stessa. Se dice che siete invasi dagli immigrati, siete invasi dagli immigrati, punto e basta. E’ reale.

Ma se dopo un pochino si vede che non c’e’ l’invasione, allora bisogna ammettere che il Grande Comunicatore e’ fottuto. 

Il problema del PD, e della sinistra europea, e’ che continua a ripetere cose che non sono vere, o a rifiutare di vedere cose vere.

Per dirne una: e’ inutile lamentarsi del “vento forte di destra”. Non c’e’ nessun vento. Basta osservare tutte le elezioni recenti in Europa per notare una cosa: tutti i paesi benedetti da una forte immigrazione clandestina (ripeto: clandestina) hanno svoltato a destra. 

Persino quelli scandinavi.

Populismo e nazionalismo spuntano, dagli USA del Muro col Messico alla Svezia alla Grecia, sino alla Turchia invasa dai siriani, e prosperano in queste condizioni. 

Quanto impiegheranno nel PD a capire che “il vento di destra” non e’ altro che l’immigrazione clandestina? 

Quanti paesi ancora, prima progressisti, dovranno vedersi svoltare a destra subito dopo gravi problemi di integrazione, per capire che la destra la portano i flussi migratori?

E anche dicendo “ma occorre piu’ integrazione”, ci si rende conto che nemmeno i paesi scandinavi, che erano il top ,sono riusciti a farlo? Come intendete batterli?

Ecco, questa sensazione che il Grande Comunicatore viva su un altro pianeta , e che sia privo di capacita’ di analisi, e’ un altro motivo per il quale la Schlein non ha alcuna possibilita’ di far meglio cosi’.

Perche’ le persone comuni, cui chiede di votarla, hanno:

  1. Le palle piene di sentir parlare del femminismo intersezionista. 
  2. Le palle piene di sentir parlare di GLBT in senso destrutturalista.
  3. Le palle piene di sentir parlare di immigrazione come fattore di progresso.
  4. Le palle piene di sentir dire che il nuovo leader cambiera’ tutto.
  5. Le palle piene della GenZI’, dei Millennials e della GenY.

e cominciano ad essere allergiche alla surreale rappresentazione della realta’ che si sta proponendo come agenda politica.


Vorrei spendere due parole circa l’ultimo punto, visto che mi riguarda. Lavorando nel settore delle reti d’accesso e a volte carrier, mi trovo spesso a partecipare a meeting ove qualche analista del mercato ci spiega come prepararci ai cambiamenti di gusti dei millennial, della GenZI, della GenY, e cosi’ via. 

Nessuno sinora ci azzecca. Per diversi motivi. Il primo e’ che gli esperti di GenZI, come la Scandivasci in Italia, non ne capiscono un fico secco. Si autonominano esperti solo perche’ frequentano gli stessi social network, o perche’ soffrono di Disforia di Anagrafe, per cui si credono parte di loro. Sono dei sessantottini rimasticati, i sempregiovani che oggi si fanno chiamare Perennials.

La verita’ e’ che queste nuove generazioni si limitano a seguire il pifferaio magico di turno, solo che il pifferaio cambia ogni sei mesi.  La definizione giusta e’ “consumatore mediatico”, ovvero qualcuno che segue il trend proposto dai media, anche in campo politico.

Questo ovviamente li porta a scassare la minchia, perche’ per emergere dalla massa il pifferaio deve proprio fare delle cazzate, tipo incollarsi sull’asfalto, o su qualche opera d’arte. E questo ha gia’ causato insofferenza e rifiuto.

So che in Italia questo rifiuto non ha ancora preso piede. Ma so che arrivera’, perche’ questa insofferenza sta crescendo negli US, e’ gia’ arrivata in UK, e in genere tutto quello che arriva da questi due paesi diventa una moda.

In queste condizioni, il vento di destra e’ destinato a soffiare ancora per molto. Ma non si chiama “vento di destra”, si chiama: 2023.

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