E il golpe si avvicina

Anni fa fu creato una specie di “orologio dell’apocalisse”, per indicare quanto vicini si fosse ad una “mezzanotte”, cioe’ al momento in cui si sarebbe arrivati alla guerra nucleare. Se dovessi descrivere quanto l’Italia sia vicina ad un golpe, o ad una guerra civile, oggi direi “two minutes to midnight”, o giu’ di li’. Mi riferisco ai fatti di Lazio e Lombardia.

La tesi sostenuta dai giudici e’ semplicemente ridicola.

Si sostiene, con un blablabla inutile e capzioso, che i due partiti (PDL e Lega) che sono le organizzazioni piu’ vecchie del panorama politico, improvvisamente non sappiano piu’ iscrivere le proprie liste alle elezioni.

Faccio notare che di elezioni, i partiti in questione ne hanno vinte.

E questo succederebbe proprio in due regioni che godono delle seguenti caratteristiche:

hanno una forte presenza (comunque numeri a due cifre) del centrodestra.
hanno i due PIL piu’ alti del paese.
Ora, capite che si tratta di una tesi cui non crederei nemmeno se a sostenerla fosse una misura di laboratorio. E’ cosi’ improbabile che nessuno sano di mente la puo’ trovare plausibile.

Quando si cerca di far notare questa cosa, viene ribattuto che alla fine il problema era di arrivare a 3500 firme. In pratica, partiti che hanno presenze organizzate fortissime, anche ventennali , con centinaia di migliaia di iscritti, faticherebbero a trovare 3500 firme.

Chi dice questo? I giudici, ovvero una fazione che ha un conflitto di interessi aperto con Berlusconi (e viceversa: i conflitti si fanno in due).

Non ho voglia di discutere quanto sia verosimile la panzana: e’ cosi’ pazzesca che semplicemente chi ci crede ha comprato il colosseo col 3X2 alla CooP.

Certo, con un pochino di calcoli si puo’ dimostrare che un gatto, interferendo, possa attraversare in teoria un muro. Certo la costante di Planck e’ quello che e’, ma la sfiga, si sa.

Non ci credo. Non e’ semplicemente credibile QUALSIASI ammasso di parole che intenda sostenere come improvvisamente un partito perda la capacita’ di fare le cose che ha sempre fatto con successo , proprio nelle due regioni ove ha consistenti presenze elettorali, e proprio per il numero di firme. E non ci credo anche e specialmente se tale affermazione arriva dai giudici, cioe’ da una fazione dichiaratamente ostile al partito stesso.

Censurero’ qualsiasi ammasso di parole tenti di sostenere una tesi cosi’ “minchialmente esclusiva”: e’ cosi’ assurda che mi aspetto i Na’vi candidati al voto, piuttosto. Non ha senso, non e’ credibile, per le dinamiche con le quali si svolge e’ a dir poco sospetta.

Affermare una cosa simile pretendendo di essere credibili e’ un tale insulto all’intelligenza che non intendo subire cose simili. I partiti non perdono capacita’ di fare cio’ che fanno di continuo, di punto in bianco, da un capo all’altro del paese, proprio dove sono piuttosto forti , proprio nelle aree piu’ strategiche, proprio per decisione di una fazione avversa. Ma andiamo, chi prendete per il culo?

Curioso come , alla fine, coloro che citano la costituzione di continuo siano in silenzio: si tratta di eventi piuttosto pesanti, che escludono dal voto percentuali a due zeri, e che le escludono nonostante vogliano votare. Non c’e’ modo di digerirle, mi spiace.

Il rischio di colpo di stato e’, ovviamente, enorme.

Stiamo parlando di escludere dal voto, innanzitutto, il partito per il quale parteggiano la stragrande maggioranza dei membri delle forze armate. Contemporaneamente, la stragrande maggioranza delle forze di polizia.

Gia’ questo e’ un rischio enorme che nessun paese democratico si e’ mai arrischiato di correre. Teniamo conto del fatto che alle forze armate e’ dato il compito di gestire i seggi elettorali.

Giocare con queste cose e’ follia pura. Semplice follia pura.

Il secondo rischio e’ la reazione di una percentuale di votanti rabbiosi per l’esclusione. Non ci ho mai tenuto particolarmente al voto, ma se qualcuno fosse arrivato escludendo il mio candidato al voto per via di questioni formali, personalmente avrei accentuato il senso di protesta del mio voto, acuendolo.

Voglio dire: nel Lazio c’e’ Forzanuova. Una Forzanuova che anche intercettasse solo un 10% dei voti del PDL (che nel lazio sono molto orientati alla “nostalgia”) renderebbe la vita impossibile alla sinistra della regione, pur perdendo le elezioni.

Non so se avete idea di cosa voglia dire un gruppo di fanatici simili, che improvvisamente si gonfiano di tutti i finanziamenti ai partiti che riceverebbero. Se gia’ fanno politica attiva per via del fanatismo, coi mezzi a disposizione non-li-fermate-piu’.

Anche se ci fosse la Bonino come presidente di regione, con una Forzanuova che prende i finanziamenti ed entra con le mani in pasta, in regione troverete SOLO obiettori di coscienza (ammesso che non sia gia’ cosi’), per i nomadi e tutti gli altri “invisi al Duce” sarebbe meglio, per cosi’ dire, la “ritirata strategica”.

Questa e’ la piu’ fortunata delle ipotesi: cioe’ quella politicamente ordinata. Il PDL prende una lista vicina, consiglia di votare quella lista e tutto va avanti. Secondo, quella lista potrebbe essere di un alleato, come ForzaNuova o come la lista della Santanche’, della Mussolini o sarcazzo chi si presenta del fascistame locale.

Il secondo rischio e’ quello di disordini in fase elettorale, peraltro con delle forze dell’ordine e delle forze armate che simpatizzano con la piazza. E’ facile ottenere un risultato simile, e l’effetto delle parole di La Russa parla chiaro.

Lo stesso dicasi per la Lombardia. Se la violenza verbale dei leghisti e’ sempre stata “sopita” da un certo sfogo elettorale , oggi lo sfogo sta venendo tolto con l’uso dell’autorita’. Sara’ possibile trattenere tale rabbia solo finche’ Berlusconi non parla.

Se Berlusconi dovesse accusare i giudici alzando i termini dello scontro, queste elezioni regionali non saranno possibili per i livelli di tensione raggiunti, e probabilmente per una certa dose di violenze di strada. Ovviamente Berlusconi potrebbe semplicemente dire “no, abbiamo sbagliato”. Abbiamo chi? La stessa macchina amministrativa che dal 94 ha sempre iscritto gente alle elezioni? La Lega, che partecipa alle locali con una determinazione forsennata sin dalla sua fondazione, quasi 30 anni fa?

Non riesco ad immaginare un Berlusconi che in mezzo ad una campagna elettorale rimproveri il proprio partito anziche’ prendersela coi giudici, che oggettivamente sono i fautori materiali di tale esclusione. Le probabilita’ sono, per cosi’ dire, “scarsine”.

Il vero problema, ed e’ la cosa che spaventa, e’ che Berlusconi non abbia ancora parlato. Quando Berlusconi non parla, sta facendo una cosa: sta organizzando qualche assalto frontale. E’ nella sua personalita’, e non credo che si possa cambiare alla sua eta’.

Non so di preciso con che cosa se ne uscira’, ma se usa i suoi soliti metodi dialettici, io non andrei a votare per paura di violenze. Non uscirei di casa proprio. Mi sprangherei dentro.

E non ho parlato di un Bossi, che a sua volta (insieme a tutta la sua corte) non ha ancora aperto bocca. E non sono famosi per la moderazione.

Quando se ne usciranno con una dichiarazione, potranno fare tre cose.

Accusare il proprio partito, cioe’ i fedelissimi di sempre, nei luoghi ove hanno consensi notevoli. Una follia suicida che non ritengo possibile. Se lo faranno, le conseguenze sono imprevedibili.
Resuscitare una lista civetta tra le tante, e dare indicazioni di voto su quelle liste. In quel caso, la radicalizzazione dello scontro in corso rischia di portare ad una mobilitazione senza precedenti. Come se non bastasse, le liste in questione potrebbero essere “comunque fasciste”.
Accusare i giudici direttamente e frontalmente di averli esclusi volontariamente dal voto. Poiche’ i giudici hanno come unica prova la propria parola, e di certo qualsiasi prova adducessero non verrebbe creduta, questo apre la strada a qualsiasi scenario, anche violento.
Per sicurezza, credo che in quei giorni Lady Uriel e Uriel Jr gradiranno una gita qui in Germania.

buona fortuna, perche’ a questi livelli di pazzia ne avete bisogno.

Personalmente, non riuscirei a condannare un golpe o qualche atto violento che avvenissero in seguito a tali eventi. Se in linea di principio si trattarebbe di un attacco alla democrazia, dal punto di vista di chi dovesse scendere in piazza, armato o meno, la democrazia non esiste piu’.

Se c’e’ una regia politica dietro tutto questo, come e’ evidente oltre ogni limite, il meno che vi possa capitare e’ che la destra inizi a giocare a buttar fuori dalle elezioni le liste concorrenti alle elezioni successive.

L’imperizia di chi ha organizzato una simile fesseria, la sua incapacita’ di percepire e di imparare dagli eventi storici del passato, fanno si’ che un disastro sia quasi inevitabile. Trovarsi a sperare nel senso di responsabilita’ di Berlusconi e Bossi , a riguardo, e’ sintomatico del ginepraio nel quale qualche genio ha infilato il paese con questa geniale trovata.

Sono curioso di sapere quale re manderete in esilio, tra vent’anni, accusandolo di aver facilitato l’ascesa della dittatura. No, perche’ Emanuele Reza Ciro Filiberto di Savoia, piu’ che cantare male, stavolta non ha fatto. Il resto lo avete fatto voi, coglioni.

Uriel Fanelli, 3.03.2010

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