E arriva il regolamento DMA.

Mentre l’italiano si trasforma in una scimmia alienata che vive in uno strano pianeta ove succedono cose che non sono reali, e i giornali cominciano a riempirsi di discorsi che non hanno neppure senso in italiano, l’ Unione Europea ha approvato definitivamente un regolamento, il DMA, che cambia “un tantino” le regole del gioco.

Vediamo cosa dice in pillole:

 

DMA

I punti salienti riguardano due aree specifiche. La prima e’ quella ove si vieta loro di farsi pubblicita’ da soli, e di preinstallare le proprie applicazioni. Non e’ ben chiaro come applichi ad Android, visto che di solito e’ l’ OEM a installarle. Nel senso che Samsung installa le sue, eccetera. Forse sulla serie Pixel, diventera’ difficile per google installare tutta la G Suite.

Su apple invece siamo nella cacca, dal momento che apple IoS lo installa Apple, e quindi dovranno stare bene attenti. Non e’ ancora chiaro come verra’ interpretato il legame tra OS e Market di riferimento.

Ci sono due parti che sono devastanti: non potranno piu’ impedire ad un servizio o ad un videogioco di vendere beni e servizi fuori dal loro market (ove si prendono il 30% dei soldi), e consentire ai rispettivi messenger di comunicare tra loro, almeno per le funzioni di chat (chat di gruppo, chat testuali).

Questi sono due colpi devastanti a due pilastri del loro potere. Non si capisce bene in che modo questo sara’ realizzato per quanto riguarda l’interoperabilita’, ma da ora in poi basta che la UE definisca “gatekeeper” qualsiasi app europea, e questi OTT dovranno per forza accettare l’interoperabilita’ con le loro piattaforme.

Per esempio, se domani la UE decidesse che Ginlo (https://www.ginlo.net/en/ginlo-private/)  o Threema (https://threema.ch/en) sono dei “gatekeeper”, perche’ magari si rivolgono in tribunale  a loro e lo chiedono, tutti gli altri dovranno federarsi con Ginlo e Threema.

Ci sono anche delle altre sezioni interessanti, come “non potete raccogliere dati per una piattaforma a beneficio di un’altra”. Ci sono due grosse aziende impattate, che sono Microsoft e Meta, che offrono al pubblico un plateau di servizi: in questo caso, saranno spinte ad unificare l’offerta.

Anche google potrebbe essere impattata, per quanto e’ difficile stabilire cosa significhi raccogliere dati su gmail a favore di Android. Ma qui piano piano il legislatore dovra’ definire meglio la terminologia.


Capire cosa succedera’ ora e’ difficile per diversi motivi.

Per prima cosa, nessuno dei GAFAM ha davvero commentato la decisione. E questo fa capire come la cosa abbia , evidentemente, colpito nel segno. Peraltro la commissione ha ricalcato dei temi per i quali i GAFAM sono gia’ sulla graticola negli USA.

Il secondo punto e’ che sinora un “gatekeeper” e’ definito come chiunque abbia piu’ di 45 milioni di utenti. Che per gli standard odierni e’ praticamente un microbo.

E’ interessante notare come ci caschino dentro anche dei provider di dimensioni medie, ci rientrano tutti questi:

https://european-alternatives.eu/category/instant-messaging-apps

https://european-alternatives.eu/category/professional-networking-platforms

https://european-alternatives.eu/category/object-storage-providers

https://european-alternatives.eu/category/team-communication-services

https://european-alternatives.eu/category/cloud-computing-platforms

https://european-alternatives.eu/category/file-hosting-services

https://european-alternatives.eu/category/email-providers

https://european-alternatives.eu/category/version-control-services

E se capite questo, intendo dire che di fatto non e’ che in EU manchino attori che fanno la stessa cosa che fanno i grandi: intendo dire che mancano quelli di cui si parla. 

Costringerli a interoperare (esistono anche regole sullo scambio di file, per esempio) implica un grosso cambiamento, perche’ esistono DUE grandi rischi per i grandi americani:

– adempiere e vedersi ridimensionati nel monopolio attuale, e dover stravolgere il proprio modello di business.

– non adempiere, e assistere mentre le aziende europee si federano tra loro e diventano grandi federazioni di servizi.

Il problema di questo nuovo regolamento non e’ il fatto che obblighi o meno i grandi americani a ottemperare e interagire tra loro. Il problema e’ che obbliga ad interoperare, di sicuro, quelli europei. 

Non sappiamo di preciso se i GAFAM aderiranno, o aderiranno “con sabotaggio”. Ma sappiamo per certo che lo faranno i provider di servizi europei. 

Ma le conseguenze di questa federazione sono ancora piu’ pericolose, dal punto di vista degli americani.

Se osserviamo bene la lista (incompleta) del sito https://european-alternatives.eu/, o pensiamo ad aziende come protonmail o tutanota o altre, scopriamo che quasi sempre non hanno grandissimi vantaggi competitivi in senso tecnologico, ma TUTTE , e ripeto tutte, menzionano l’alto livello di privacy e di liberta’ di parola online che vigono nei paesi di appartenenza.

  • i fornitori di servizi europei stanno vendendo privacy
  • i fornitori di servizi europei stanno vendendo diritti

una volta stabilito questo, capiamo la difficolta’ dei GAFAM a rispondere con delle dichiarazioni coerenti. Entrambe le strade che possono intraprendere sono ugualmente rischiose.

– opporsi, e lasciare che le aziende straniere si federino tra loro, senza di loro

– adeguarsi, e competere poi sulla sorveglianza e sulla privacy.


Di sicuro, se notate l’abbondanza di provider tedeschi e francesi tra le alternative europee, potete capire una cosa. Chiusa la strada ad est, per espandersi sui mercati l’industria europea ha i mezzi per andare in una direzione precisa. 

Internet. 

Dispiace non trovare bandierine italiane in quella lista.

 

 

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