E alla fine arrivano le bombe: ILVA.

E alla fine arrivano le bombe: ILVA.

E alla fine arrivano le bombe: ILVA.

Ho rimesso online un vecchio articolo , compreso di data (credo esistano cosi’ tante copie di questo blog in giro che potrete verificare la data comodamente) non tanto per dire che l’avevo detto, ma per notare che alla fine quando una popolazione vive la politica come se fosse una partita di calcio, tutto quello che succede e’ che ci si ritrova ad accusare l’arbitro.

L’articolo che avevo scritto era qui: https://keinpfusch.net/ilva-bomben-sehen-keinen-unterschied/ e risale a circa un anno fa. E non era difficile prevedere che l’ ILVA sarebbe diventata una bomba sociale. Semplicemente il governo e’ riuscito a tirarla in lungo per qualche tempo, ma alla fine prima o poi le bombe che devono caderti in testa, ti arrivano in testa.

La domanda adesso dovrebbe essere “ma di chi e’ la colpa”?

Se fosse una partita di calcio, sarebbe vero. Se questo fosse un evento sportivo che non ha alcun effetto sulla vostra esistenza, avreste ragione: chissenefrega, parliamo dell’arbitro, insultiamo sua moglie, facciamo la moviola, e intervistiamo la carnazza di qualche calciatore.

Ma il problema e’ che non stiamo parlando di calcio. Stiamo parlando di politica.

Quando le bombe cadevano su Berlino, nel 1945, di chi era la colpa? Si potrebbe dire che la colpa fosse di Hitler, ma allora come mai le bombe cadevano in testa anche a chi Hitler lo odiava?

Il punto e’ che non importa chi sia il colpevole: quello che conta davvero e’ chi e’ chiamato a risponderne.

Potremmo dire che la goccia che ha fatto traboccare il vaso sia stata la frachigia penale promessa: in principio l’idea di Calenda era ragionevole. Chi aveva comprato ILVA non poteva finire in galera per i danni fatti dai predecessori: di conseguenza, mentre bonificava e ristrutturava (siccome e’ operazione lunga) non poteva essere perseguito. E’ come dire che voi comprate una casa ove gli scarichi perdono e i vicini si lamentano dell’acqua. Certo, voi li rifate, ma mentre l’azienda lavora per aggiustare i danni dell’impresa di prima non potete essere considerati colpevoli voi, che state lavorando per risolvere i problemi.

Non credo che i parlamentari che hanno votato in parlamento contro la protezione legale siano davvero responsabili: probabilmente non hanno nemmeno capito di cosa si trattava. Il vero problema e’ il cittadino.

E’ inutile girarci attorno: quel parlamento e’ stato eletto. Il governo attuale e’ stato eletto. M5S e’ stato votato. E’ inutile incolpare “la classe politica”: questo disastro lo hanno voluto gli italiani. E per primi i tarantini, che avevano votato M5S in massa.

Se volete un colpevole, non avete che da guardarvi allo specchio.

Quello che e’ successo a Taranto non e’ Renzi e non e’ Zingaretti, non ha la faccia di Di Maio e non ha la faccia di Salvini e non ha la faccia di Zingaretti.

Ha la vostra.

Invece di tifare potevate ragionare. Invece di tifare potevate davvero cercare di vederci chiaro. Ma avete scelto di vivere la politica come se fosse calcio. E il risultato non si e’ fatto aspettare.

Se non viveste la politica come calcio non stareste a parlare di Taranto. Taranto e’ irrilevante: il problema e’ l’acciaio in Italia. Calenda, che era un ministro degli anni ‘ 80 (sul piano culturale) continuava a sciorinare la lista delle crisi che “ha risolto”. Ma questa era la logica degli anni ’80. Siccome le aziende spuntavano come funghi e non c’era bisogno di intervenire sul piano strategico, allora il ministro si occupava di risolvere le crisi.

Ma oggi come oggi, qual’e’ la strategia siderurgica dell’ Italia?

Non ha senso parlare di Ilva o di Marcegaglia  o di altri. Il punto e’: qual’e’ la strategia?

Supponiamo anche che ILVA fosse andata in porto: e poi? Qual’era la strategia? Diciamo pure che nel 2019 ILVA producesse X tonnellate di un certo acciaio. Qual’era la strategia? Qual’era l’obiettivo? Quanto doveva produrne, che so io, nel 2020? E ancora: ILVA sarebbe rimasta sola, o si sarebbe cercato di affiancare qualcos’altro per facilitare la siderurgia italiana? Qual’era la strategia?

La strategia dei politici non aveva nulla a che fare con la siderurgia: si trattava di “salvare i posti di lavoro”. Ma senza una strategia non si arriva da nessuna parte, e in questo caso nemmeno si parte.

E qual’e’ la strategia dell’italia?

Se chiedessimo ai politici italiani quale obiettivo si pongano, e come dovrebbe essere l’italia diciamo tra cinque anni, che cosa otteniamo?

  • Salvini dira’ che ci saranno meno negri. E meno tasse.
  • Il PD dira’ che si ma no ma anche ma pero’ fermamente flessibili anche senza piu’ pero’.
  • M5S dira’ che Zip War Airganon.
  • Berlusconi dira’ qualcosa ma non lo capira’ nessuno per via della dentiera.

Insomma, si puo’ sapere quale sia la strategia? CIoe’, un ipotetico investitore che parla con , diciamo, Calenda, cosa si sente dire? Che con un bell’accordo scritto con le virgole al loro posto si salveranno i posti di lavoro? Ok. Ma qual’e’ la strategia?

Voglio dire, se un paese dichiara che intende investire per raddoppiare la produzione nazionale di acciaio in cinque anni, io come investitore posso pensare di essere il benvenuto, a patto di produrre acciaio, o a patto che io investa nella borsa locale, sempre nel settore siderurgico.

MA se mi dice che vuole dare “piu’ sviluppo e piu’ lavoro”, onestamente mi sta dicendo una cosa di cui non so cosa fare. Che significa? In quale settore? In quale direzione?

Anche quelli che oggi salgono in cattedra dicendo di essere i migliori, in realta’ hanno semplicemente “salvato i posti”, cioe’ salvato lo status quo. Ma qual’era la strategia? Gli obiettivi? Salvare i posti di lavoro.  Ok. Ma agli investitori cosa avete detto?

Da dove deriva la mancanza di strategia della classe politica italiana? Beh, deriva dal fatto che alla stessa domanda il cittadino italiano non sa rispondere. E sia chiaro, non sto dicendo che ognuno ha una risposta diversa. Questo e’ normale: mi sta benissimo se qualcuno dice “basta industrie, facciamo turismo” e altri dicono “piu’ industrie ma del tipo X”, e un altro le voglia del tipo Y. Ci sta .

Ma l’italiano non vuole questo. L’italiano vuole, nell’ordine:

  1. Che gli agi di cui gode rimangano invariati.
  2. Che qualcun altro non meglio definito faccia la cosa X, senza che a lui costi alcuno sforzo.
  3. Qualche vittoria su problemi che non esistono, tipo il fuorigioco, gli immigrati, il signoraggio.

Un cittadino simile che va a votare , che genere di classe politica potrebbe creare?

Diciamo la verita’: un politico che proponesse l’Italia come nazione industriale che produce il doppio dell’acciaio prenderebbe piu’ voti di uno che propone di fermare gli sbarchi degli immigrati?

No.

Quello che propone il doppio di acciaio sarebbe sommerso di polemiche, tra ambientalisti , grillini e gretini e cazzari vari. Quello che propone di “picchiare i negri” sarebbe applaudito.

In queste condizioni, perche’ mai una qualsiasi azienda dovrebbe investire 4.2 miliardi? Buttereste 4.2 miliardi in un paese il cui governo NON ha una strategia?

Ora, mettetevi nei panni della nuova presidente:

E alla fine arrivano le bombe: ILVA.

questa e’ appena arrivata. Si prende in mano una patata bollente da 4.2 miliardi di euro, e tutto quello che vede e’ che il parlamento prende la parola che aveva dato (cioe’ che i nuovi subentrati non finissero in carcere per le colpe delle amministrazioni precedenti) e straccia tutto. Applausi , tarallucci e vino.

In pratica, questa signora prende la carica, non ha nemmeno il tempo di leggere bene il dossier e si sente dire:

“Cara Signora Morselli, da questo preciso istante se a Taranto muore qualcuno di cancro, lei va in galera. E non ce ne frega niente se e’ stata l’amministrazione precedente: in galera ci va lei. E non ce ne frega niente se lei sta bonificando investendo soldi: in galera ci va lei lo stesso”.

E sia chiaro: non era “da domani” o “dal mese prossimo”. Era “da oggi”. Questa signora ha sentito il parlamento dire “le diamo il benvenuto! Da domani lei puo’ andare in carcere, e neanche sa per che cosa! Allegria!”.

Non credo che la signora avesse scelta, se non di mandarvi allegramente a quel paese e dire “tenetevi il badanaglio e buona fortuna”. Lo avreste fatto anche voi.

Quindi allegria. ILVA torna nelle mani dello stato. Che si becchera’ due milioni al giorno di perdite, continuera’ ad inquinare perche’ non ha i soldi per risanare (e nemmeno le tecnologie) e come se non bastasse non ha una strategia per l’acciaio italiano.

Questi siete voi, signori. Sei anche tu, che leggi, si.

Perche’ quando le bombe cadevano su Berlino, nel 1945, non potevate uscire dal bunker gridando “ma io votavo contro Hitler!”. Non funzionava. Le bombe cadevano anche su di voi.

Il governo, signori, e’ SEMPRE il governo DI TUTTI. Chiunque ci sia al potere. Non e’ una frase che dicono i politici: e’ un fatto. C’e’ un solo governo, ed e’ il tuo governo, caro lettore.

E se il governo fa piovere bombe,  cadono in testa a tutti. Opposizione compresa.

 

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