E adesso paghiamo il conto a Fiat, mi raccomando.

Riassumere una grossa operazione finanziaria durata anni e’ sempre arduo. Tutte le semplificazioni non fanno altro che tralasciare qualcosa. Ovviamente la stampa nazionale semplifica a proprio vantaggio la cosa. Poiche’ fiat e’ un GROSSO inserzionista pubblicitario, tutti non fanno altro che dire la seguente cosa: evviva il divorzio da GM, adesso siamo liberi.

Quello che i giornali specializzati non possono chiedersi e’: liberi di fare che? Non possono chiederselo perche’ sono sotto minaccia di perdere le inserzioni pubblicitarie. Non so se ci avete fatto caso, ma un sacco di giornali presentavano una GROSSA inserzione pubblicitaria (generalmente una pagina intera) da parte di fiat, nella quale si festeggiava il “divorzio” da GM.

Se considerate il costo di una pagina intera di inserzione pubblicitaria, potrete capire come nessun giornale la volesse perdere, e questa e’ la mazzetta pagata dall’azienda per mettere a tacere la buona coscienza dei giornalisti.

Adesso, visto che FIAT non e’ un MIO inserzionista pubblicitario, vedro’ di fare le domande che i giornali si sarebbero fatti se fiat non avesse, in cambio del loro silenzio, comprato una pagina intera a testa, piu’ i contratti pubblicitari per tutto il resto dell’ anno.

Tra parentesi voglio far notare che il metodo di comprare pubblicita’ dai giornali per averli a favore e’ il metodo usato dal governo venezuelano per mettere a tacere la stampa circa alcune operazioni “disinvolte”. Un’operazione tipicamente sudamericana, intendo dire. Evidentemente non e’ solo Berlusconi il simbolo della repubblica delle banane.

Comunque, la prima domanda e’: adesso fiat e’ libera di elaborare le proprie strategie. Ah, bene. Quali strategie? Boh. Il mercato dell’auto e’ saldamente in mano a competitors i quali si distinguono per la quantita’ di denaro che investono nella ricerca. I prezzi dei competitors sono piu’ bassi, nel senso che a parita’ di costi e di fascia una macchina della concorrenza contiene molto di piu’, sia in termini di accessori che di servizi al cliente che di qualita’.

Costruire motori e parti di macchina per altri, magari delocalizzando in iran, non fa altro che realizzare un’azienda patchwork nella quale ogni pezzo si specializza e si appiattisce sulle richieste dei contractor, perdendo la possibilita’ di un’azione comune finalizzata a convergere su ottimi prodotti.

Quali altre strategie? Tirare fuori nuovi prodotti e nuovi modelli. E con quali soldi ? Fiat investe pochissimo in ricerca ed oggi e’ indietro in almeno due o tre settori rispetto alla concorrenza. E la situazione creditizia non permette di scialare granche’.

Certo, sono liberi di “risanare”. Ma in che cosa consiste il risanamento , se i volumi di ventica calano (e sono calati ancora)? Consiste nel diventare un’azienda piccola ma sana. Peccato che un’azienda piccola , oggi, se non si chiama almeno Ferrari non ha speranza di competere alcuna.

Ah, si’. Il polo del lusso. Questa farneticazione consiste nel pensare che bastera’ prendere una fabbrica in crisi, unirla ad un’altra fabbrica in crisi, pompare un po’ di pubblicita’ e puf, l’alfa romeo con il marchio lamborghini sara’ il sogno di tutti e rimpazzera’ BMW o Mercedes.

Certo, questo succede benissimo nei film di arti marziali: il nostro eroe, fighissimo e con il canonico rivolo di sangue sul lato della bocca, stramina di botte l’avversario che sta fermo e si mette anche in posizione per prenderle meglio e permettere al protagonista pose piu’ plastiche e acrobazie piu’ spettacolari.

Peccato solo che in italia siano decenni che non si costruisce un SUV, e prima che i prodotti italiani siano apprezzati e desiderati, e competitivi, occorrera’ tutto il tempo che serve alla concorrenza per stare un altro passo avanti.

Allora, cosa di preciso e’ libera di fare fiat? Fiat e’ libera , oggi, di aspettare il governo prodi, il quale con la scusa di Kyoto mandera’ in pensione tutte le auto piu’ vecchie di un tot di anni, nella speranza che la persona che oggi possiede un catorcio si compri una fuoriserie, e che specialmente la compri da fiat. Cosa che il governo non avrebbe concesso se fiat fosse stata proprieta’ GM, perche’ i benefici sarebbero finiti all’estero. In pratica si sono svincolati per poter approfittare della prossima rottamazione coattiva delle automobili.

E qui inizia la seconda sfilza di domande. Qual’e’ stato il guadagno o la perdita del sistema paese?

Il sistema paese ci ha rimesso in diversi modi.

Il primo e’ il seguente: l’operazione e’ stata indubbiamente “astuta”. E’ riuscita per diversi motivi, primo tra i quali il fatto che il sistema finanziario italiano e’ una compagnia di magnaccioni che parlano solo tra colleghi e vicini di tavolo. Normalmente, in un’acquisizione del genere non si entra solo nel capitale della societa’ in questione, ma si tracciano anche alleanze con le banche che sostengono l’azienda. In questo modo si hanno canali di informazione piu’ precisi per quanto riguarda il contenuto reale della scatola cinese che si va ad acquistare. In italia, la cricca di Bankitalia boccia ed e’ ostile a questo genere di alleanze, cosa che ha fatto si’ che GM non potesse parlare molto con i finanziatori del debito fiat, ne’ influenzarli.

Il secondo motivo per il quale l’astuto italiano ha fregato il grosso babbacione americano e’ che il grosso babbacione si e’ fidato troppo delle apparenze, e che non ha percepito bene la genesi delle decisioni strategiche del gruppo. Tale genesi si perde nella consueta nebbia tutta italiana, per la quale una famiglia-tribu’ possiede un’azienda e la gestisce secondo meccanismi che nessuna legge obbliga ad essere trasparenti.

E quindi, GM ha scoperto solo dopo che alcune parti dell’accordo erano state concepite per voltare le spalle e tirare una fregatura.

Il guadagno e’ stato di 1500 milioni di euro. Per fiat. La perdita e’ generalizzata, per tutto il paese. Con questa vicenda si e’ detto al mondo che l’acquisto di un’azienda italiana e’ un rischio fortissimo. Si e’ detto al mondo che acquistando un’azienda italiana o partecipandovi si gettano soldi in una scatola cinese nella quale NON si riuscira’ MAI a partecipare al meccanismo decisionale, dalla quale NON si otterranno mai le informazioni che servono ad amministrare la partecipazione, e specialmente si avra’ a che fare con manager sempre pronti a tradire anche un partner strategico.

Gia’ oggi gli investimenti stranieri in italia scarseggiano, proprio per motivi legati alla scarsa trasparenza del mercato finanziario e alla sua scarsa penetrabilita’. Semmai ce ne fosse stato bisogno, abbiamo detto al mondo che il sistema finanziario e industriale italiano e’ cosi’ fumoso, bizantino, levantino che nemmeno un gigante come GM, con la sua capacita’ di indagine , puo’ decifrare.

Questa bella furbata di fiat, che certamente potrebbe rendere leggendaria la Gennarino Esposito SRL dentro il paesello se viene compiuta ai danni di qualcuno di un paesello vicino , in pratica costera’ altro declino alla nazione intera, che ha perso fiducia ulteriore. Si e’ data la prova provata alle voci che sinora non si pronunciavano ad alta voce per educazione, si e’ fatto a testa alta e con tanto di champagne qualcosa di cui altri si vergognerebbero come ladri.

In pratica si e’ detto che nemmeno l’azienda piu’ grossa del paese e’ esente da tutti i vizi che normalmente vengono attribuiti alla finanza e all’impresa italiana, e si e’ aggiunto che questi vizi vengono sbandierati come virtu’ nazionali. Siamo degli astuti truffatori, i quali sono cosi’ astuti da mantenersi sempre con un piede nella legalita’. E ce ne vantiamo, e festeggiamo di essere stati cosi’ furbi. Oh quanto e’ bravo Marchionne! Oh quanto e’ abile Montezemolo….

Questo rendera’ sicuramente il paese piu’ invitante al capitale straniero, in un mondo ove la connessione tra capitali e’ a dir poco essenziali, giusto?

Complimenti, fiat, per il furto con destrezza di 1500 milioni di euro.

Tanto, come al solito, il conto arrivera’ a noi.

No, non mi interessa fare pubblicita’ ai vostri nuovi modelli di auto….non sono un giornale io.

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