Donne, sinistra: simboli e simulacri.

Si discute molto della Schlein, e sarebbe bello poter commentare le sue idee politiche, o il suo programma, ma non esistendo nessuna delle due cose, la sua presenza e’ puramente simbolica. Essa e’ li’ non per cio’ che e’, o per cio’ che fara’, ma per cio’ che simboleggia. In coerenza con una vasta storia, a sinistra, che non propone altro se non atti simbolici.

Sono ormai trent’anni che a sinistra e’ tutto simbolico, e’ tutto messaggio, e poi sotto c’e’ poca sostanza. Se c’e’ un partito che ha lanciato neologismi , oltre a M5S , e’ proprio la sinistra. Ma occorre anche far notare che sotto questi neologismi in realta’ non ci fosse nulla: Renzi, forse riprendendo Grillo, ha lanciato la parola “rottamazione”, ma se osserviamo i quadri PD di oggi, notiamo che non ha rottamato praticamente nulla.

E questa tradizione rientra nel tradizionale “gattopardesimo” del PD: che cosa fara’ la Schlein per il PD? E’ giovane, donna, e lesbica. Ok. MA che cosa fara’ la Schlein per il PD? Beh, e’ giovane, donna e lesbica. Si, ma come combattera’ il problema delle correnti che paralizzano il partito? Beh, e’ giovane, donna e lesbica. E in che modo trasformera’ il partito in una cosa diversa, che possa piacere alla sinistra? Beh, e’ giovane, donna e lesbica. 

Questi tre simboli , “giovane”, “donna”, “lesbica” sono completamente astrusi dalla politica, e non hanno significato politico alcuno. La politica (almeno in democrazia) e’ scelta: la Schlein non ha scelto di essere giovane, non ha scelto di essere donna, e nemmeno di essere lesbica.  In che cosa queste tre qualita’ sarebbero da sole un cambiamento del partito? 

Semplicemente, “giovane”, “donna” e “lesbica” sono diventati meri simboli, privi di contenuto, privi di effetti pratici. Si chiedera’ di votarla perche’ e’ giovane, donna e lesbica. Cosa che non cambia di una virgola la politica del partito, la politica del paese, o qualsivoglia programma politico.

La sua promessa elettorale, quella di non cercare vendette e di includere tutti i presenti, ci dice una cosa: che non modifichera’ nulla. Gattopardismo puro.

La  solita sciorinata di atti simbolici che non concludono niente non si ferma qui: ha tolto il palco. Ok. Atto simbolico, ma che non cambia nulla , non cambia la politica del partito, non cambia la composizione dei vertici, non cambia i meccanismi decisionali interni. 

Quindi, “il palco” e’ diventato un altro simbolo privo di significato pratico o di utilita’ alcuna. Poi prendera’ “lo zaino”, e con il “taccuino” andra’ ad ascoltare i problemi delle persone. Potrei demolire questi simboli semplicemente facendo notare che , dopo tot anni di politica attiva (non e’ nata ieri, era a Bruxelles nel 2014) , i problemi delle persone dovrebbe almeno averli gia’ intravisti, e non da ieri. A quanto pare invece non ha ancora afferrato bene quali siano i problemi del paese reale, e ci mettera’ un po’ (armata di zaino e taccuino, perche’ lei crede nella digitalizzazione) a capire quali siano i problemi del paese. Per essere in politica ALMENO dal 2014 (era eurodeputata), o e’ sorda o e’ “un pelino picchiatella”.

In ogni caso, ha dato in pasto alla sua base la sua bella (over)dose di simboli privi di effetti pratici sulla politica: Elly Schlein e’ {“donna”, “lesbica”, “giovane”, “zainetto”, “taccuino”  ,  “femminista”, “noi”} (Ho inserito l’ultima parte perche’ , ascoltandola, sembra amare il plurale maiestatis. Dice “noi” al posto di “io”. Cosa che, non avendo alcun effetto pratico, va derubricata al ruolo di “simbolo”).

E non ho voglia di chiedermi se sia un “simbolo” o un “simulacra” secondo la scuola postmodernista, perche’ in tal caso dovrei concludere che la sua forza derivi dalla sua palese falsita’, come capita ai simulacra.

Quindi sono buono, e li chiamo semplicemente “simboli” e non “simulacra”, come erano “berlusconi operaio”, o “giorgia meloni novita’ politica”. Altrimenti sarei troppo cattivo.


Adesso mi direte che in politica i simboli sono importanti, e che per alcuni sono “tutto”:  questo spiega molti disastri che avvengono a sinistra, e spiega il suo inesorabile declino. Se dite cosi’ siete di sinistra, e quindi abituatevi a perdere.

Il celebre sindacalista degli schiavi negri , oggi finito sotto la lente delle inchieste , non era un “sindacalista degli schiavi negri”, ma semplicemente “IL SIMBOLO” dei sindacalisti degli schiavi negri. Esattamente come i suoi stivali di gomma sporchi di fango erano “IL SIMBOLO” di lotte. Inesistenti. Era un simulacra, ma ripeto: voglio essere pietoso perche’ oggi ho mangiato bene.

E’ proprio questo feticismo per i simboli che, da solo,  costituisce  la ragione PRATICA per  la quale in pochi li votano ancora: gli italiani hanno dei problemi reali (non simbolici), e se prima se ne sbattevano dei simboli, ora sono diventati addirittura allergici. Tranne quelli che possono permettersi il fetish dei simboli, che di solito non hanno i problemi degli altri comuni mortali (che non sono simbolici, ma pratici: arrivare a fine mese, pagare le bollette, trovare un lavoro, curarsi, eccetera).


Ma supponiamo per assurdo che i simboli siano centrali. Supponiamo pure che i simboli siano centrali, e che siano la sostanza di un partito. Non ci credo, ma proviamo a ragionare per assurdo. E chiediamoci per quale ragione io dovrei votare questo partito. Abbiamo detto che i simboli sono i seguenti:

{“donna”, “lesbica”, “giovane”, “zainetto”, “taccuino”  ,  “femminista”, “noi”} 

E adesso dovrei capire per quale motivo , se vivessi in Italia, dovrei votare uno di questi simboli.

Se ci teniamo la dimensione dei simboli, o almeno il contesto, i simboli che identificano ME sono:

{“maschio”, “licazzimiei”, “non giovane”, “rete”, “digitale”, “equalitario”, “io”}

Ora, andando per ordine, la differenza (in termini simbolici) e’ troppo ampia.

“Donna” vs “uomo”.

Io sono maschio, lei e’ femmina. Se vogliamo che questi due simboli abbiano potenza, allora lei non mi tange. Dal momento che mettere questi due simboli in politica implica che siano scelte politiche, e io ho chiaramente fatto la scelta politica di essere un maschio (ammesso che sia una scelta, ma in democrazia l’appartenenza e’ una scelta per definizione, e non si scassa la minchia alle definizioni) , allora il primo motivo simbolico di votarla manca del tutto. Potrete trovare eccessivo classificare “maschio” usando il termine “scelta politica”, perche’ nessuno sceglie davvero i suoi cromosomi, ma ripeto: siamo in democrazia e stiamo parlando di simboli. E in democrazia, i simboli  sono scelte politiche: nel momento in cui un partito diventa intersezionista e mette il sesso biologico tra i simboli, essi diventano scelte politiche. E siccome mi torna un po’ difficile fare la scelta politica di essere “donna”, allora  per me il partito della Schlein e’ invotabile.

“Lesbica” contro “licazzimiei”

Sulla differenza tra “lesbica” e “licazzimiei” e’ ancora piu’ fondamentale. Non perche’ io non abbia voglia di parlare della mia sessualita’ (ed e’ assolutamente vero, in questo periodo della mia vita e in questo periodo dei social network) ma perche’ penso che la politica non debba trasformare le preferenze sessuali in simboli politici.

Non ho nessuna intenzione di avere il “partito delle lesbiche” , “il partito dei bisessuali”, “il partito dei gay nascosti”, “il partito dei transessuali”, anche perche’ visti i numeri il “partito dei maschi cui piace la fica” vincerebbe SEMPRE. E lo stesso dicasi del “partito delle femmine cui piace la nerchia”. 

Ma il problema che mi pongo, ancora meno simbolicamente, e’ che diavolo di stato ottengo nel momento in cui la sessualita’ diventa oggetto di dibattito politico e di identita’ politica: un paese di merda, nel quale le persone hanno piu’ o meno diritti a seconda del partito al potere. 

Anche sul piano “identita’ sessuale” non ci siamo proprio. Primo, perche’ le scelte sessuali non sono un’identita’, secondo perche’ non sono simboli politici, terzo perche’ detesto l’idea di uno stato che ne discute e ne fa una questione politica.

Quando provo ad immaginare lo stato che discute di come uso i miei genitali, non riesco ad immaginare altro che uno stato di merda. Chiunque sia al governo.

“Giovane” vs “classico”.

Ok, io non sono piu’ giovane. D’altro canto, mia figlia e’ piu’ giovane della Schlein. Quindi, e’ troppo poco giovane, o troppo giovane? Non saprei. L’eta’ non e’ una scelta politica, e se prendiamo la vita dei grandi dittatori rimaniamo abbastanza stupiti da quanto fossero giovani quando hanno preso il potere: forse la loro giovinezza ha qualcosa a che fare col fatto che hanno evitato delle tediose pratiche, tipo “elezioni”, “dialogo”,  o “consenso”. Se cerchiamo politici giovani che sbaragliano una politica di anziani, nella storia li troviamo quasi sempre dal lato dei dittatori, nel senso che la loro giovinezza si basa sempre sul fatto che hanno aggirato alcuni passaggi. Non sempre dettagli insignificanti.

Certo, esistono anche paesi ove persone giovani sono arrivate al potere: ma questo avviene perche’ CHIUNQUE ha un percorso breve di fronte. Non perche’ il giovane aggira questi intralci che sono le regole: questo e’ tipico dei dittatori.

In questo senso, la Schlein mi puzza di una che non ha alcuna intenzione di perdere tempo con cose tipo “la politica”, “il consenso” oppure “il dialogo”. Se dicesse “faremo in modo che da ora in poi qualsiasi pinco pallino possa diventare segretario a patto di prendere la tessera il giorno prima”  sarebbe diverso: allora avrebbe un programma.

Ma se e’ normalmente impensabile e lei puo’ farlo perche’ lei e’ lei e gli altri non sono nessuno, beh, sa molto di dittatore. (Con quale potere o con quale esercizio della forza possa farlo, lo vedremo). 

“Zainetto” vs “rete”

Ricordo il significato del termine per via della mia veneranda eta’. Ma nel nostro secolo questo simbolo dice proprio questo: voglio usare qualcosa che ai vecchi ricordi la giovinezza. Quando giravamo con lo zainetto invicta per portare tonnellate di “bagaglio” con noi. Si’, lo ricordo.

Ma siamo nel ventunesimo secolo, e per questa cosa si usa la rete (tranne nelle scuole ancora antidiluviane). Mi spiace, ma io penso che trascinarsi dietro un simpatico zainetto non sia utile quanto avere con se’ un buon smartphone e una buona gestione delle fonti. Che cosa rappresenterebbe lo zainetto? Un simbolo di modestia? Provate a comprarne uno decente, e osservate i costi. Il mio problema e’ che credo piu’ nella trasmissione delle informazioni che negli zainetti.

Lo zainetto mi sembra il simbolo ideale di una sinistra che accetta il nuovo solo se viene dal passato, e di una sinistra che accetta il “giovane” solo quando ha il comportamento che avevano i nonni da giovani. Ok, zainetto. E zainetto sia: ma il fatto che mi ricorda la MIA giovinezza, mentre mia figlia a scuola usa un tablet e ha i testi su moodle mi dice molto. Lo zainetto e’ un simbolo della MIA giovinezza. Mia  figlia avra’ come simbolo Moodle. (https://moodle.org/) Forse.

Io non ne posso piu’ di partiti che accettano i giovani solo se somigliano ai giovani di una generazione fa (e sono generoso con me stesso) , e che accettano le cose dei giovani solo quando le trovi in un negozio di antiquariato. Non e’ giuventu’, e’ giovanilismo. E, direbbe mia figlia, “abbastanza cringe”. La Schlein e’ sicuramente cringe.

“Taccuino” vs “digitale”.

Ogni partito ha decine e decine di digital advisors. Ha dati e sondaggi a strafottere. Per quale stragrande ragione nel ventunesimo secolo il taccuino sia sinonimo di “memoria” o di “conoscere”, lo sa solo la Schlein e lo sanno gli scemi di guerra che la votano. Il “taccuino” e’ un altro simbolo che nel ventunesimo secolo non si deve vedere.

La Schlein vuole dire che usando il taccuino annotera’ pazientemente i problemi del popolo, che la gente le riportera’ e’ che lei ascoltera’. Se fossimo nel 1946, forse avrebbe ragione. Ma oggi non siamo piu’ nel 1946. Sono (spiritualmente) nel 1946 i vecchiardi giovanili e le carampane incartapecorite che la votano, unitamente a coloro che hanno l’eta’ per essere giovani, ma hanno scelto di gettare alle ortiche questa preziosa opportunita’. Ve ne pentirete in futuro.  Quando voterete taccuini e zainetti per dimenticare la vostra scelta di essere vecchi gia’ da giovani. 

Del resto c’e’ chi si laurea a 23 anni bruciando le tappe, quindi immagino che essere vecchi a 17 anni potrebbe essere visto come un traguardo. Se accettate un consiglio, non fatelo: e’ un traguardo di merda. 

Ma ripeto, io credo nel digitale, se volessi sapere quali sono i problemi delle persone mi procurerei dei dati e li processerei con un buon sistema di data analytics.

Incompatibili. Invotabile. Inascoltabile. Cringe.

“Femminista” contro “equalitario”.

C’e’ una profonda differenza tra la ridicola americanata che e’ il femminismo moderno, e l’equalitarismo progressista. E’ la differenza che passa tra un progressista europeo ed un liberal americano. Per usare un esempio di cui abuso:

Se diciamo che 100 aziende hanno il 50% del PIL del mondo, il progressista europeo si lamenta dell’ingiustizia economica e si propone di tassarle, la liberal americana si lamenta che tra i CEO non ci siano abbastanza donne, negri e lesbiche, e si propone di imporre delle quote.

La visione intersezionalista mi e’ avversa, cosi’ come le politiche identitarie, per la semplice ragione che non hanno come obiettivo ne’ l’eguaglianza ne’ l’equita’, bensi’ la semplice spartizione del potere.

Del resto, quando ogni anno in italia muoiono 1000 persone sul lavoro, in Germania ne muoiono 500, e si scopre che il 90% sono maschi , chi se ne esce dicendo che il mondo del lavoro e’ fatto per privilegiare i maschi vuole lo scontro, non ci puo’ nemmeno essere dialogo. Quando il 70% dei suicidi sono maschi e qualcuno dice che la societa’ e’ disegnata a misura di uomo, io non credo ci siano le condizioni per dialogare. Quando la stragrande maggioranza dei senzatetto, cioe’ i barboni, sono maschi, e qualcuna se ne esce dicendo che lo stato pensa solo agli uomini, non c’e’ spazio per alcun dialogo. E’ chiaro che in queste condizioni, si tratta di meri tentativi di scontro, e io non combatto quando non c’e’ niente da vincere, e nel caso di assalto , non combatto quando esiste una strategia elusiva di minor costo.

Se la signora e’ femminista, me ne faro’ una ragione, ma mi guardero’ bene dal votarla: per quanto mi riguarda, le persone povere hanno circa tutte gli stessi problemi, maschi o femmine che siano, mentre le persone ricche hanno tutte circa gli stessi privilegi, maschi o femmine che siano. 

E se non lo capite, mangiate pure brioches al posto del pane.

“Io” contro “noi”.

A me quelli che candidano se’ stessi ma pretendono di essere “tutti noi” accendono delle brutte lampadine. Perche’ i casi sono due: o sono dei totalitaristi (“il mio pensiero rappresenta gia’ il pensiero di tutti, quindi stai zitto”) o sono dei finti leader che intendono scaricare le proprie responsabilita’ (“non ero io, eravamo noi tutti. Perche’ devo pagare io?”. 

Entrambi gli atteggiamenti, che possono comparire da soli o in qualsiasi mescola, mi sono troppo antipatici. Se IO voglio un ruolo di responsabilita’, sono IO il leader, e IO mi prendo sia la colpa che la responsabilita’ delle mie azioni, e se non vi piace quel che faccio IO, uno di VOI prendera’ il mio posto. 


Come riassumerei tutto questo?

“Elly Schlein e’ solo l’ennesima simbolica mezzasega, molto ma molto simbolica, che non somiglia ad un leader nemmeno di striscio, che non combinera’ nulla di pratico essendo priva di qualsiasi contenuto, messa dalle correnti del PD a fare da foglia di fico , cioe’ per coprire il fatto che non cambia nulla di concreto”.

E sarebbe anche ora che il PD cambiasse nome, con qualcosa di piu’ simbolico. 

Commenti

  1. luciano

    Credo che la vera morte del PD avverra’ se questa donna la Schlein diventera’ suo presidente.
    Un partito, il PD che non ha particolari eccellenze femminili, del tutto simili comunque alle assai mediocri donne della destra, compresa la Meloni, assai sopravvalutata e utilizzata come una maschera dietro cui nascondersi dai soliti lestofanti di sempre.
    Per la gente, oltre il fumo del niente espresso da questa candidata c è il problema della sua collocazione sessiale. La pletora d ignoranti che segue comunque ogni partito o movimento politico, non l accettera’ mai.
    Questo senza tanti giri di parole.
    Poi per il resto concordiamo sulla follia di concepire una candidata del genere, incapace di esprimere una qualsiasi certezza d intenti.

  2. luciano

    L estizione del PD avverra’ quando, e se la Schlein sara scelta com suo Presidente.
    A parte il nulla che riesce ad esprimere di nuovo, di diverso e di intelligente rispetto al passato. É importante la sua collocazione sessuale. In ogni partito ci sono una pletora cospicua d’ignoranti e costoro mai potrebbero accettare una lesbica memmeno
    tra i progtessisti del PD.
    Per il resto la mediocrita della classe politica si rispecchia anche nella classe femminile di sinistra e di destra compresa la Meloni.

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