Domandine divertenti.

Poiche’ nel 2003 avevo descritto questa crisi datandola per la fine del 2008, ed e’ accaduto, mi chiedono come mai io non preveda altre cose. La verita’ e’ che questa crisi non ha ancora finito di sfogarsi, e viste le dimensioni del danno dovra’ cambiare molto l’economia. Questa non e’ una buona scusa: Einstein disse che non sapeva con quali armi si sarebbe combattuta la terza guerra mondiale, ma sapeva per certo che la quarta si sarebbe fatta con le clave. Io non arrivo al mignolo  stanco di Albert, ma se dovessi dire una cosa del genere, direi che “non so come finira’ questa crisi ma so che la prossima speculazione colpira’ il forex exchange”.

Che non si sappia come finira’ questa crisi e’ dovuto al fatto che uno dei suoi attori, Barack Obama, si muove come se fosse ancora in campagna elettorale. Fa dei bellissimi discorsi che parlano di cambiamento e di rivoluzione, ma continua a perseguire la politica di Bush dopo aver confermato molti dei suoi uomini ai vertici delle principali entita’ finanziarie governative.
Con un demagogo del genere al potere, e’assai difficile capire cosa potra’ succedere: sembra che non abbia idea dei tempi e dei modi della politica estera. Per fare un esempio, anche se una nazione puo’ cambiare posizione al cambio del governo non puo’ farlo come se fosse un colpo d’accetta , il giorno dopo. Non puoi andare dai russi a dire “reset” dopo aver accumulato tensioni e incluso nella NATO gli stati-cuscinetto della Russia. Occorre lavorare per qualche anno (forse per tutto il primo mandato, ammesso che ci sara’ il secondo) prima di iniziare a vedere degli effetti. E lo stesso dicasi per l’ Iran: dopo decenni di ostilita’ aperta e insulti reciproci, non puoi andare da loro e dire “voglio un nuovo inizio”. Se anche le relazioni dovessero migliorare, si trattera’ di un processo lento, come e’ lento ogni processo geopolitico.
In questo modo si convinceranno gli israeliani del dilettantismo di Obama, costringendoli a pensare un attacco contro l’ Iran di propria iniziativa. Con tutto cio’ che comporta.
Questi sono esempi sconnessi dalla crisi economia, ma mostrano un presidente che ignora alcune delle regole di base della guida di una nazione: le rivoluzioni non le fa il governo, si fanno contro il governo. Se sei al governo, i cambiamenti li costruisci passo per passo, uno dopo l’altro, ognuno sui successi del precedente. In politica ogni successo e’ basato su un successo precedente, e mai su un disastro: chi viene da un disastro come quello di Bush non puo’ cancellarlo. Deve iniziare a cercare con le controparti un piccolo successo, su cui costruirne uno piu’ grosso, eccetera. E ci vuole tempo.
Anche puntare troppo il dito sulle banche non e’ una strategia che puo’ pagare sul lungo termine: le banche come ogni azienda hanno un settore marketing che misura il gradimento dei clienti. Se tu gli aizzi i clienti contro, esse inizieranno a lavorare contro di te, perche’ ad ogni riunione ove c’e’ il marketing si parlera’ di un problema , ed il problema SEI TU.
E’ vero che i compensi sono scandalosi e non sono legati alla produttivita’, ma neanche lo stile di vita americano lo e’ mai stato, ed anche quello e’ scandalosamente alto rispetto alla produttivita’. Sono pochi gli americani che non hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilita’,  quindi nessuno degli elettori di Obama avrebbe il diritto di sollevare il problema.
Di certo dire che e’ colpa delle banche servira’ ancora per qualche mese, poi i pensionati inizieranno a finire i soldi. E’ stata annunciata trionfalmente una crescita del +5.1% nelle vendite delle case gia’ costruite, e non ci si rende conto che il dato e’ correlato a quello della crescita della disoccupazione: in pratica sono euforici perche’ piu’ gente non riesce a pagare il mutuo e le case vanno in vendita forzata ad un prezzo stracciato (per la gioia degli squali).
Comunque, questa imprevedibile farloccheide rende difficile capire quanti danni arriveranno e quanti se ne sono fatti. I cinesi hanno dato respiro alle casse USA rinnovando i buoni del tesoro e comprandone altri, ma i debiti delle amministrazioni locali sono troppo alti.
Chiarito come mai “non so come finira’ questa crisi” proviamo a spiegare per quale motivo la prossima crisi sara’ sul forex. La risposta puo’ onesta sarebbe un corollario della Legge di Murphy: perche’ puo’ succedere.
Ma le cose non stanno cosi’. Se seguite abbastanza i giornali finanziari e seguite abbastanza i forum finanziari, vedrete che c’e’ ancora un maestoso branco di idioti disposti a giocarsi tutto a qualche roulette. E vedrete anche i consigli che gli esperti danno loro: il forex e’ il futuro. Tutta questa gente che pensa sia possibile la ricchezza senza lavoro non ha imparato la lezione e si sforza di continuare in qualche modo. Poiche’ il teatrino ha chiuso, stanno cercando un altro teatrino.
Adesso, vi voglio mostrare un incubo.Vi voglio mostrare questa formula:

Eccola li’. Quella e’ la formula di Sharpe, quella che ci ha portati al disastro attuale, quella che ha permesso che il rischio fosse venduto come valore. Bene. Quei valori sono applicati al rischio di perdita sui titoli, e finora quello e’ stato l’approccio seguito. Ma chiedetevi: la gente che non sa fare altro che applicarla, che cosa fara’? Ve lo dico io: continuera’ a farlo. Ma anziche’ sui titoli, la applichera’ alle monete.
E non lo dico perche’ lo prevedo: lo dico perche’ questa cosa e’ gia’ in atto. Mi spiego:  supponiamo che nel vostro paese ci siano due banche. Chiamiamole per comodita’ Crisantemo e Nuovazelanda. Supponiamo che una vi presti dei soldi allo 0,5% di interesse annuo,mentre l’altra li compri dandovi il 7% di interesse annuo.
Che cosa succede? Succede che , ovviamente, conviene chiedere un prestito alla banca Crisantemo per depositare i soldi nella banca Nuovazelanda. Ovviamente questo svuotera’ le casse di Crisantemo, impedendogli di agire come banca che finanzia aziende, e gonfiera’ le casse di NuovaZelanda coi soldi di Crisantemo.
Ora, che cosa potrebbero fare le due banche? Beh, Crisantemo per proteggersi potrebbe dire che non accettera’ piu’ flussi di moneta verso NuovaZelanda, che so io non accettandone gli assegni e/o tassandoli di spese. Pero’ c’e’ un problema: che un sacco di clienti della Banca Crisantemo commerciano coi clienti della Banca Nuovazelanda , e se mettiamo una barriera i clienti non riescono piu’ a pagare i fornitori, eccetera.
Il principio di questo gioco e’: si prendano due paesi che prestano soldi a tassi diversi, ma sono troppo legati commercialmente per poter porre delle barriere al flusso finanziario.Si apra una filiale in entrambi, e ognuna delle due filiali si occupa di chiedere prestiti alla banca centrale “A” per poi capitalizzare la banca nel paese “B”, che presta i soldi ad un tasso locale, ovviamente influenzato dal tasso (piu’ alto) della banca centrale locale.
Il risultato di questo disastro e’ che se una banca centrale e’ molto potente, come quella giapponese (si tratta sempre della seconda economia del mondo), e l’altro paese e’ molto piccolo, come la nuova zelanda, potremmo gonfiare di debiti i cittadini neozelandesi con prestiti (magari vantaggiosi rispetto alle realta’ locali)  che non vengono dalla banca locale,ma dallabanca centrale giapponese.
Ovviamente per fare questo bisogna tenere d’occhio il cambio tra le due monete, ma non e’ tutto: questo gioco potrebbe distorcere il cambio tra le monete.
Ci sono oggi, nel mondo, situazioni di distorsione a mio avviso spaventose. Esse sono dentro il gruppo del WTO, che per trattato puo’ porre pochi limiti alla circolazione di denaro. Eppure, vi siete mai chiesti quale sia laragione principale del valore della sterlina? Mi direte che si tratta di moneta aurea, ma sono cazzate: sappiamo bene che sua maesta’ non puo’ pagare in oro tutte le sterline. Dunque?
Fate una cosa: guardate i tassi indiani e confrontateli coi tassi inglesi. Confrontate le oscillazioni della Rupia con quelle della Sterlina. Non vedete una curiosa correlazione? Certo, certo, i due paesi hanno rapporti economici forti. Ma non mi aspetto queste oscillazioni in un’economia ingessata come quella indiana, che ha un impianto legislativo quasi socialista, di certo piu’ vessatorio e soffocante di quello italico.
Non ho prove, sia chiaro. Posso dire che vedo moltissime situazioni innaturali, molto distanti da quella che io considero la “fisica delle cose”. Si capisce poco l’equilibrio tra monete come quella indiana e quella inglese. Si capisce poco degli strani equilibri tra Giappone ed Australia.
La mia opinione e’ che ci sia una gigantesca speculazione sulle monete e sui tassi di interesse delle banche centrali, e che dopo l’appiattimento di BCE e FED il gioco si stia spostando sulle differenze tra europa e asia. Peraltro, curiosamente l’ Euro ha diminuito il proprio indice M3, cosa che non mi aspetto visti i timori riguardanti il dollaro e rispetto al calo dei tassi.
Sia chiaro, non capisco bene cosa stia succedendo ne’ come stia succedendo. Riesco ad immaginare di giocare al paradosso di Parrondo sulle oscillazioni nei cambi, riesco ad immaginare di giocare sulle differenze tra i tassi di interesse locali, ma mi mancano alcuni dei tecnicismi che mi servirebbero a fare un’analisi.
La cosa di cui sono certo, invece, e’ che la situazione dei cambi NON rispetti la realta’ “fisica” delle economie , ne’ i volumi di scambio commerciale.Nazioni che hanno piccoli volumi di scambio commerciale in comune sembrano solidali nel valore delle monete, mentre nazioni che hanno moltissimi scambi in comune si comportano in maniera anticiclica. Non e’ quello che ci si aspetta. E il dollaro vale troppo senza motivo: il crollo dei prezzi del petrolio dovrebbe averne ridotto il valore e di molto. E invece non succede? Chi sta ingoiando un lago di dollari?
Formulo quindi un sospetto, una sensazione: che gli operatori finanziari si siano spostati e stiano speculando sulle monete e sui loro cambi, usando formule simili a quella usata per causare l’altro disastro.
E se il mercato della finanza verra’regolato meglio, il forex diventera’ l’unico campo ove giocare quel gioco che ci ha portati al disastro.
Solo che stavolta giocano col fuoco, perche’ un conto sono i bond, un conto sono i soldi veri.
Spero di avere torto.
Se non ho torto, tra cinque anni invocheremo il signoraggio piu’ estremo come meccanismo regolatore.
Uriel
(*) Solo i metallari possono capire.

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