Discorsi sulla sinistra italiana (ed europea)

Ascoltare i politici di “centrosinistra” in tutta Europa mi procura la stessa sensazione, ovvero la sensazione che provo quando vedo un ritrovo di estimatori delle auto Trabant. Si tratta di gente simpatica di per se’ , e prenderci una birra puo’ anche far piacere. Il problema viene quando siete sulla strada e vi trovate con questa robaccia di cartone che sbanda per il vento, e avete paura sia che vada in pezzi di fronte a voi, sia che mentre la sorpassate possa sbandarvi addosso.
E il motivo per cui succede e’ semplice: nel 2018, quell’automobile non ha piu’ senso di esistere.
Certo, i cultori della “Trabi” lo sanno benissimo. Si guardano bene dal proporla come mezzo attuale: sanno benissimo di stare facendo un’operazione di nostalgia. Quindi non li critico affatto: sinche’ sei cosciente di stare facendo del folclore, rientra nelle tue liberta’.

Sarei meno divertito se loro proponessero davvero la Trabi come mezzo di locomozione universale.
Lo stesso vale quando ascolto i discorsi del PD.
Allora, bisogna capire una cosa: il liberal socialismo non esiste. Oh, sia chiaro: c’e’ gente che si chiama cosi’. Del resto, negli USA le bagasce si fanno chiamare “sex workers”. Ed e’ qui il punto: “liberal socialismo”, ovvero l’idea propagandata dalle sinistre “moderne e al passo coi tempi” , che prima si chiamava anche “riformismo” e’ solo un altro dei nomi “che suonano meglio”.
Cosi’ come “sex worker” suona meglio di “bagascia”, e quindi e’ piu’ facile usarlo per indicare se’ stessi, “liberal socialista” e’ piu’ facile da accettare rispetto a “corporativista”. Ed e’ piu’ facile da usare perche’ “corporativismo” era l’ideologia economica del fascismo.
Quindi ad un certo punto, morta l’economia comunista, i partiti di sinistra “moderni” hanno adottato come ideologia economica il corporativismo, solo che… lo hanno chiamato “liberal socialismo” allo scopo di nascondere il fatto di aver adottato l’ideologia economica fascista.
Cosi’ come le bagasce si fanno chiamare “sex workers”, allo stesso modo i corporativisti hanno deciso di farsi chiamare “liberal socialisti”. Per intenderci, chi parteggia per Renzi dice di essere un “liberal socialista”, cosi’ come Calenda.
Che cos’e’ questo liberal socialismo, ovvero corporativismo? Beh, semplice. Se consideriamo i pro e i contro di “liberalismo economico” e “socialismo economico”, abbiamo che in entrambi i casi ci sono pro e contro. Mentre se esaminiamo il corporativismo, osserviamo che per l’uomo comune ci sono tutti i contro ma nessun pro.
(uomo comune) Opportunita’ economica. Welfare
Socialismo Poca: devi sacrificare la tua opportunita’ economica di ricevere e spendere quanto vuoi per il bene della societa’. Molto. In cambio del sacrificio di reddito commisurato solo alle tue capacita’, hai una rete di salvataggio nel caso in cui le circostanze siano avverse.
Liberalismo Tutta: conta solo quello che vali. Se sei capace di guadagnare mille volte piu’ di un altro, buon per te. E l’altro si attacca. Nessuno: hai voluto tutti i soldi, adesso ti tieni tutti i rischi. Se la sfiga , che prescinde dal tuo talento, ti colpira’, sono tutti cavoli tuoi.
Corporativismo. Poca: devi sacrificare la tua opportunita’ economica di ricevere e spendere quanto vuoi, perche’ noi siamo anche socialisti. Poco: siccome non siamo socialisti, adesso ti tieni quasi tutti i rischi. Se la sfiga , che prescinde dal tuo talento, ti colpira’, sono quasi tutti cavoli tuoi.
E’ adesso chiaro come mai il corporativismo sia il sistema economico preferito del fascismo. Per l’uomo comune si tratta di mantenere lo stato, come se fosse in un sistema socialista, ma si tratta di perdere il welfare come se fosse in un sistema liberista.
Dei “pro”, cioe’ da un lato l’opportunita’ economica di fare strada, come anche del welfare, c’e’ pochissima traccia, e tutti i soldi pagati sacrificando le opportunita’ economiche vanno semplicemente a mantenere lo stato, ma non il welfare.
I paesi corporativisti hanno sempre una grande spesa pubblica, ma una piccola spesa sociale.
La sinistra quindi sta morendo perche’ dopo la fine del sistema sovietico ha scelto, per rimpiazzare le proprie ricette economiche, la ricetta peggiore possibile, cioe’ il corporativismo fascista ribattezzato “liberal socialismo”, o “riformismo” che dir si voglia.
Questo sistema economico, applicato praticamente in tutto l’occidente, ha ottenuto quello che succede in tutti i paesi fascisti: successe nella Spagna di Franco come nell’Italia di Mussolini come nella Germania di Hitler. Dopo un apparente miglioramento , diseguaglianze terribili creano uno scontento fortissimo Poi Hitler e Mussolini dirottarono lo scontento su nemici esterni, Franco fu abbastanza sensato nel vendere “il regime dei tecnocrati (in Genere gesuiti)” come soluzione. Fu la “fase due” del disastro, che Italia e Germania non vissero (come regimi fascisti) abbastanza a lungo da sperimentare.

La sinistra di oggi , quindi, sta crollando per gli stessi motivi per cui fini’ il franchismo: finita la fase uno dell’economia, una fiammata di breve durata, la fase due dei “tecnocrati” non risolve il problema.

Andiamo a vedere in che modo si disintegra la sinistra in Europa.
Esiste ed e’ sempre esistita, nella sinistra passata, una frangia populista. Si tratta di quelli che avevano scambiato la sinistra per la caritas, dicendo che “essere di sinistra significa aiutare i poveri”. Oppure avevano scambiato la sinistra per una semplice corrente tribunizia, dicendo “sei di sinistra se stai col popolo”. Ma anche “sei di sinistra se cerchi di migliorare le condizioni degli ignoranti/operai/lavoratori”, riducendo la sinistra ad una forma di fondazione benefica.
Questi avevano dimenticato (o forse non avevano mai capito) la parola “emancipare”, che e’ la parola che distingue la sinistra da una caritas cristiana qualsiasi: non bastava dare il pesce, bisognava insegnare a pescarlo. Non bisognava dare il sussidio: bisognava che le persone potessero guadagnare di piu’ coi loro mezzi.
Questa ala populista aveva dei leader, che erano dei “leader di corrente”. E siccome la loro idea di “sinistra” era assistenziale, combattevano contro questi maledetti che volevano “emancipare”: l’ignorante doveva rimanere nel suo splendore proletario e continuare ad essere una bestia ignorante, ma gli avremmo dato dei soldi presi dalle tasse.
Quando sono arrivati i partiti populisti, questi elettori di sinistra sono immediatemente usciti dai partiti di sinistra (ormai economicamente corporativisti) e in massa si sono spostati verso i populisti “di destra”. Non e’ che gli elettori abbiano cambiato idea: ma a sinistra non riuscivano piu’ a convincere nessuno di aver diritto a dei soldi perche’ parte della “societa’ “, mentre a destra se dite che avete dei diritti perche’ parte della nazione allora siete a cavallo.
Il guaio e’ che i nuovi partiti populisti hanno si’ accettato le masse uscite dai vecchi partiti di sinistra: ma non ne hanno accettato i dirigenti, che sono rimasti senza elettori.
E cosi’ adesso i loro partiti hanno troppi leader, di cui moltissimi senza piu’ elettorato, che lottano per tenere le poltrone.
In Italia: la sinistra aveva un’ala populista. Essa e’ andata nell’ M5S. M5S pero’ non ha rubato anche i leader. Quindi il PD e’ pieno di leader populisti che non hanno piu’ elettori populisti. Questi leader populisti pensano che alleandosi con M5S riavranno gli elettori.
In generale, quando le masse della sinistra populista hanno abbandonato i partiti di sinistra i leader spogliati degli elettori hanno preso tre strade:
  • Se esistono partiti populisti di sinistra (come accade in alcuni paesi) allora tentano di cambiare partito.
  • Se i populisti sono “non troppo fascisti” vorrebbero allearsi per tenere la posizione di “pontieri” verso questi nuovi partiti. In questo modo hanno comunque una poltrona.
  • Se i populisti locali sono visibilmente fascisti, allora cercando di inseguirli, come quei partiti di sinistra che improvvisamente scoprono che gli immigrati sono un problema.
Il guaio di questi partiti e’ che nessuna delle tre soluzioni portera’ abbastanza voti da pagare le bollette a tutti i leaders che hanno. Di conseguenza , per quanto si sforzino, sono partiti paralizzati da una leadership che litiga per le poche poltrone ancora disponibili (in proporzione con l’elettorato rimasto)
In questo senso, la loro fine e’ scontata. Non c’e’ nulla da fare per loro.
Anche in Italia, se pure Renzi e Calenda facessero un bel partito della sinistra non populista, inciamperebbe nel suo problema di base: la loro ideologia economica e’ il liberismo socialista, ovvero il corporativismo fascista, che funziona nel breve termine, poi genera diseguaglianze, allora si affida ai tecnologi, e poi collassa del tutto.
In ogni caso, anche se Renzi si facesse un partito suo, la parabola sarebbe segnata dalla merda di ideologia economica che ha.
E non bastera’ cambiar nome per cambiare la sostanza: possiamo prendere la prostituta, chiamarla “sex worker”, ma quello rimane il lavoro che, se nostra moglie cominciasse domani, ci spingerebbe ugualmente a chiedere il divorzio. Che sia “sex worker” o “prostituta”, quello che conta e’ la sostanza.
Allo stesso modo, cambia poco se l’ideologia della “sinistra moderna” si chiami “liberal socialismo” oppure “corporativismo”: alla fine dei conti, il fallimento e’ identico, la poverta’ che genera e’ uguale, e gli elettori la schiferanno esattamente allo stesso modo.

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